mercoledì 21 luglio 2010

RACCONTI DA STOCCOLMA

(Nar morkret faller di Anders Nilsson, 2006)

Il regista ci propone tre storie indipendenti l'una dall'altra che hanno come comune denominatore la violenza declinata in tre aspetti differenti, uno per ogni storia.
Leyla e Nina sono vittime delle tradizioni, delle maldicenze, della cultura e dell'ignoranza di una famiglia mediorientale ancorata a vetuste e pericolose credenze. Rispetto e onore prima di tutto. Prima dell'umanità, prima della libertà, prima dell'amore per le proprie figlie. La vita legata ad un'invisibile catena tenuta salda da genitori/padroni.
Il padre di Nina si convince che la figlia non sia più vergine. Nel disonore viene coinvolta tutta la famiglia che deve riparare l'onta. La ragazza deve sparire, sorelle e fratelli devono dimenticarsi di lei. Se la ragazza non esiste allora anche l'offesa è cancellata.
Aram, proprietario di un ristorante, e il suo amico e compagno che si occupa della sicurezza, vengono coinvolti in una classica vicenda legata alla violenza da strada. Uno stupido diverbio (tipo quelli che scoppiano davanti alle discoteche di cui sentiamo ai TG) con la gente sbagliata porta a un'escalation di brutalità e violenza nella quale saranno coinvolti parenti e colleghi di Aram. Cosa comporta in questi casi l'essere un cittadino e una persona onesta? Denunciare?, testimoniare? Paure, ritorsioni.... le scelte non sono facili.
La storia di Carina ci mette di fronte alla piaga della violenza domestica. Lei affermata giornalista, due figli, un marito che parte per la tangente ed esplode. Umiliazioni, percosse, gestione della difficile situazione davanti agli occhi dei propri figli. Carina poi pensa alla famiglia, all'amore e perdona. Perdona e poi tutto daccapo. Anche qui la scelta tra l'outing e il silenzio è dura e dolorosa.
Il film presenta argomenti purtroppo sempre attuali. Problematiche delle quali siamo tutti a conoscenza. Manca purtroppo il coinvolgimento emotivo. Le storie risultano freddine piuttosto che no, si sta dalla parte dei deboli, ovviamente, ma si fatica a entrare nelle loro vicende. Il sussulto e lo sdegno arrivano solo in un paio di sequenze particolarmente ben riuscite e angoscianti.
Si arriva comunque ai titoli di coda senza essersi annoiati, il film non disturba e può far riflettere sulle tematiche affrontate (anche se per riflettere su questi argomenti non c'era bisogno di Racconti da Stoccolma).
Buone le intenzioni del regista, un po' meno l'esito finale.

3 commenti:

  1. caspita colgo al volo e ti lascio i miei "Racconti da Stoccolma" ;) http://www.flickr.com/photos/laury/sets/72157624523331522/
    che sono anche un po' più allegri tra l'altro :D
    io invece sono triste perchè oggi è l'ultimo gg di ferie, dopo la Svezia sono stata un po' a mollo nel mar Ligure ma il tempo è volato *sigh*
    a presto! ciao
    La

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  2. Ciao Laura,
    ho già guardato le tue foto da Stoccolma. I paesi del Nord esercitano sempre il loro fascino. Mi mancano molto i viaggi all'estero che facevo prima di avere la mia bimba. Appena crescerà ancora un po' portero anche lei. New York, la Cornovaglia, un ritorno in Irlanda le mete desiderate... poi anche Praga, Vienna la Svizzera e la Germania. Insomma le possibilità non mancano.
    Intanto ho imparato che scuola si dice Skola a Stoccolma così come a Napoli. Molto bella la Old fashion woman. Prima o poi mi iscriverò a Flickr così ti lascerò qualche commento direttamente lì.
    Ciao, ci si vede a lavoro.

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  3. Non farla crescere troppo, io avevo nemmeno 2 anni quando sono andata in Austria coi miei (credo con la roulotte addirittura)..non si è mai troppo piccoli per viaggiare ^_^

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