mercoledì 8 settembre 2010

THE AVIATOR

(di Martin Scorsese, 2004)

Come spesso mi è accaduto in passato con i film di Scorsese, anche con questo "The aviator" sono arrivato al momento dei titoli di coda, dopo quasi due ore e cinquanta minuti, pervaso da una certa soddisfazione.
Certo è che i fasti di capolavori inarrivabili ascrivibili a tempi passati sono oramai lontani. Film come "Mean streets", "Taxi driver", l'irresistibile commedia "Fuori orario", "Toro scatenato" e "Quei bravi ragazzi", uno tra i migliori gangster movie di sempre, sono pellicole di un altro livello.
Il paragone tra "The Aviator" e i film sopra citati sarebbe semplicemente ingeneroso ed è inoltre impensabile che nella carriera di un regista, pur del calibro di Scorsese, compaiano solo capolavori. Rimane il fatto che anche questa volta ci si trovi di fronte a un buon film.

Quella che Scorsese mette in scena è la vita di Howard Hughes, interpretato da Leonardo Di Caprio, ambizioso e tenace produttore Hollywoodiano e, in seguito, collaudatore e progettista di avveniristici aeroplani e proprietario della TWA, compagnia aerea statunitense.
La produzione di film sempre più ambiziosi, la costruzione di aerei sempre più moderni, le relazioni con Katharine Hepburn, Ava Gardner e Jean Harlow, i successi, i rischi e la lenta discesa verso la follia scatenata da una sempre crescente fissazione per l'igiene.

Le scelte stilistiche adottate dal regista danno al film un gusto "particolare". Molte scene, soprattutto quelle girate in esterni, sono caratterizzate da colori decisamente saturi che creano una sensazione di irrealtà. La messa in scena delle feste alle quali partecipano i divi di Hollywood e i produttori delle grandi Majors danno dei loro protagonisti una visione eccentrica, quasi surreale. I toni si alzano, la recitazione va decisamente sopra le righe, si intuisce un ritratto del mondo delle star non molto lusinghiero. Come non lo è quello reso alla famiglia della Hepburn, fiamma di Hughes prima della chiacchierata relazione adulterina con Spencer Tracy.

A proposito di recitazione un grande applauso va rivolto a Kate Blanchett. L'immedesimazione nel "personaggio" Hepburn è impressionante. Le movenze, lo stile, l'attitudine e gli atteggiamenti ricordano tantissimo la protagonista di tante commedie americane di successo.
Rese magistralmente anche l'inquietudine e le manie di Hughes da parte di Leonardo Di Caprio che ha ormai sostituito Robert De Niro nel cuore di Scorsese.

Un bel biopic su un importante personaggio della storia americana del nostro secolo.
Per approfondire, e si torna sempre lì, American Tabloid e Sei pezzi da mille. Ca va sans dire.

2 commenti:

  1. Visto ieri sera! Molto bello.
    La Blanchett qui ha meritatamente beccato un Oscar come miglior attrice non protagonista, ma anche Leo ha dato l'ennesima dimostrazione di bravura riconfermandosi nella top 5 dei miei attori preferiti!

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  2. Sono contento ti sia piaciuto e Scorsese, uno dei miei registi preferiti, ha fatto anche di meglio.
    Il buon Leo è sicuramente un ottimo attore, lo dimostrava già da piccolo.

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