martedì 30 novembre 2010

DON CHISCIOTTE DELLA MANCIA

(El ingenioso hidalgo Don Quijote de la Mancha di Miguel de Cervantes, 1604)

Appena serrato l’ultimo tomo letto, cominciava la mente a vagheggiar su qual fosse l’opportuna prossima lettura, d’affrontar o per il semplice sollazzo o per arrichimento della mia medesima persona. Perso in codesti pensieri da sentir dolerne il capo e passeggiando lungo il corridoio di bambinesche trappole disseminato, veniva a cadermi l’occhio su uno scritto di non umili dimensioni, serrato tra due combattive, seppur di minor spessore, opere che stentavano a contener siffatta edizione. Avvicinatomi all’oggetto di sì malandrina intenzione, venni assalito da dolorosi dubbi. El ingenioso hidalgo don Quijote de la Mancha sin dal titolo presagiva cavalleresche imprese degne di menzione ed onore e pur l’idea che andava a fissarsi nella mente era quella d’insopportabile mattone. E pur quel tomo era regalo della mia amata ed ignorarlo oltre non si potea che il farlo sarebbe stato annoverato tra le gesta d’onore prive. Scassatomi la testa per il dubbio, finanche a perder pure il sonno, chiesi consigli alla sì bella gente che mi stava intorno. Non potevo credere ai miei occhi vedendomi arrivare in aiuto cavalier di tal lignaggio. L’Orlando Furioso, di cotante gesta artefice ed autore, finanche da protagonista diventar del celebre ed omonimo scritto dell’Ariosto. Parer di tal portata er’impossibil da ignorare. Sicché in poco tempo dall’ingresso a canto al letto il tomo trasferito, mi accinsi a tal lettura con timori ormai fugati. L’impresa parea insormontabile, le pagine l’un sull’altra affastellate e fitte fitte intramezzate sol d’immagini del prode Don Chisciotte e del fido Sancio Panza. Intrapresa la lettura, ch’or siamo giusto a un sesto, tanta fu la meraviglia da restarne sbalordito. Che mai ci s’aspettava di trovar tra tali imprese da riderne di cuore di testa e colla pancia. Il nostro prode eroe, di tomi cavallereschi e simili amminchiato, ne esce fuor di testa credendosi egli stesso d’un di questi il protagonista. S’insinua nell’ormai bacata testa del nobile Chisciotte il bisogno d’andar errante in cerca d’avventure votato al solo amore d’un inesistente Dulcinea del Toboso su contadina modellata. Seco si trascina il villano Sancio Panza che pur nella sua ignoranza ha di tanto in tanto l’ardir di ricondurre l’imbelle alla ragione.
In cerca d’avventure lo strambo cavalier per castelli scambia le locande, per regnanti gli osti, principesse vede lui di semplici baldracche. Di tutte l’avventure, che sian mulini a vento scambiati per giganti, o laidi galeotti liberati per un alto senso di libertà e giustizia, se n’escon i due nostri di botte caricati, legnate e gran percosse son sempre il risultato d’immaginarie imprese maturate nell’ormai spostato capo del Chisciotte. A riderne di gusto mi trovai senza mai immaginarlo, di tali e tante imprese che han tutto il sapore di gran canzonatura di cotanti altri poemi di cavallereschi accadimenti. A scriverne ho gran voglia di tornar nella lettura di sì fantasioso taglio, possibile è che torni a lasciar d’incommensurabile opera il mio umil parere con fastidiosa traccia.

domenica 28 novembre 2010

DEFINIZIONI

Alcune parole delle quali, di questi tempi, è bene conoscere il significato.


delatore
[de-la-tó-re]
s.m. (pl. m. -ri; f. -trìce, pl. -ci)
Chi per denaro o per interesse denuncia all'autorità un reato e il suo autore
‖ SIN. spia

opportunismo
[op-por-tu-nì-ʃmo]
s.m.
Condotta di chi, tenendo presente il proprio interesse o tornaconto, sceglie e opera non seguendo i propri convincimenti, ma solo secondo l'opportunità del momento: ha agito così per o.

leccaculo
[lec-ca-cù-lo]
s.m. e f. inv.
volg., spreg. Persona bassamente servile, pronta ad adulare in qualsiasi modo i potenti per ingraziarsi i loro favori e trarne profitto

paraculo
[pa-ra-cù-lo]
s.m. e agg. (f. -la)
region., volg. Chi, che è opportunista e agisce per il proprio tornaconto, per lo più senza dare nell'occhio

arrivista
[ar-ri-vì-sta]
s.m. e f. (pl. m. -sti, f. -ste)
Chi vuole affermarsi, arrivare presto, a ogni costo e con ogni mezzo, a un'ottima posizione sociale, al successo, al potere e sim.

favoritismo
[fa-vo-ri-tì-ʃmo]
s.m.
Azione e atteggiamento del favorire qualcuno ingiustamente, indebitamente, spesso a danno di altri: ha ottenuto quel posto per f.
‖ Atto di favore compiuto indebitamente: i soliti favoritismi politici

iniquità
[i-ni-qui-tà]
s.f. inv.
1 Carattere di chi, di ciò che è iniquo; mancanza di equità, di giustizia: l'i. di una legge, di una condanna; l'i. del giudice
‖ SIN. ingiustizia

profittatore
[pro-fit-ta-tó-re]
s.m. (pl. m. -ri; f. -trìce, pl. -ci)
Chi approfitta di persone e cose per trarne un vantaggio personale: un p. della generosità altrui; p. della guerra

sfruttatore
[sfrut-ta-tó-re]
agg. e s.m. (pl. m. -ri; f. -trìce, pl. -ci)
Che, chi approfitta con avidità e senza scrupoli di qualcuno o di qualcosa: un mondo pieno di sfruttati e di sfruttatori; padroni sfruttatori e senza coscienza
Sfruttatore di donne, di prostitute, lenone
‖ SIN. profittatore

prepotente
[pre-po-tèn-te]
(pl. -ti)
A agg.
1 Di persona che tende a imporre la propria volontà su quella degli altri, spec. con la forza o in modo arrogante e insolente: un uomo p.; sei troppo p.; estens. un carattere prepotente modi, maniere prepotenti
‖ SIN. arrogante
| CON. umile, sottomesso

sabato 27 novembre 2010

TOY STORY 3 – LA GRANDE FUGA

(Toy Story 3 di Lee Unkrich, 2010)

Come già scritto in un vecchio post è ormai da un po’ di tempo che sono tornato a guardare i cartoni animati più con gli occhi di un bambino (quelli di mia figlia nel caso specifico) che non con quelli di un adulto.
Proprio per questo motivo non ero rimasto completamente soddisfatto dalle ultime e pur ottime uscite della Pixar, decisamente difficili e parecchio distanti dall’intrattenimento per bambini.
Con questo Toy Story 3 – La grande fuga la casa cinematografica di Lexo e Co. rientra in gran parte nei ranghi.
La trama è davvero semplice, i protagonisti sono gli ormai amati giocattoli e la morale che sta dietro alla storia, insieme ai suoi insegnamenti, sono alla portata anche dei più piccoli.
Nel film non mancano certo momenti di tristezza e sono presenti anche alcune sequenze “tese” durante le quali è bene star vicino ai propri pargoli.
Alla fine del film tutti si saranno divertiti e qualche bambino porrà le giuste domande e farà le proprie osservazioni, cosa che a Laura (la mia bimba) non è capitata con Wall-E ad esempio, essendosi stufata decisamente prima della fine del film.

Insomma, Andy è cresciuto e sta per partire per il college. Che fine faranno i suoi giocattoli?
Woody, l’amico di sempre, viene prescelto per accompagnare Andy al college, tutti gli altri hanno ancora un loro spazio nel cuore dell’ormai cresciuto bambino e finiranno così in soffitta invece che nell’immondizia o nelle mani di qualche altro bambino.
Caso vuole che la mamma di Andy scambi il sacco destinato alla soffitta con quello dell’immondizia. Così Buzz Lightyear, Mr. e Mrs Potato, Jessie e Bullseye, Slinky, Rex, Ham e gli altri, trovatisi buttati vicino al bidone della spazzatura, si convincono che ad Andy non importi più nulla di loro.
Il nutrito gruppo decide così di mischiarsi ai giochi della sorella di Andy destinati all’asilo.
Giunti al Sunnyside a Buzz e soci sembra di essere arrivati in paradiso, nuovi giocattoli capeggiati dall’orsetto profumato Lotso, accolgono i nuovi arrivati con amore e spiegano loro che all’asilo non mancheranno mai bambini disposti ad amarli e a giocare con loro.
Dopo essere stati accompagnati nella classe a loro destinata i giochi ricevono la visita del cowboy Woody che, a conoscenza dello scambio dei sacchi, cerca inutilmente di far rinsavire i suoi amici.
Va da sé che l’asilo si rivelerà molto diverso dal Paradiso che sembrava di primo acchito e che i bambini più piccoli non avranno troppo “rispetto” di questi nuovi giocattoli.


Geniale l’introduzione di Ken, fidanzato di Barbie, protagonista di una delle sequenze più divertenti del film, alcuni nuovi giocattoli come Bimbo, un bambolotto mal ridotto, hanno un che di inquietante e storie tristi alle spalle.
L’azione non manca e l’aspetto grafico... che ve lo dico a fare. I livelli Pixar sono all’eccellenza assoluta. Sembra di guardare giocattoli veri, per non parlare della resa sul cane di famiglia.

Toy Story si conferma un grandissimo brand per la Pixar, aspettiamo ora i sequel di Cars e Monsters & Co.

INDOVINA CHI? 8

Ancora una volta un personaggio è rimasto senza nome (il n. 4).

Trattasi di Dick Dale, esponente del Surf Rock con i suoi Del-Tones.

Vediamo alla luce dei risultati e delle regole aggiornate come si è mossa la classifica (dopo la 7a manche).

MICHY 34
URZ 27
LA CITATA 12
ZIO ROBBO 7
GABRY 4
LA 2

Ricordo che il primo torneo si concluderà con la 25a manche.

1)

2)

3)

4)

5)

6)

7)

8)

9)

10)


Sono stato troppo buono questa volta.

venerdì 26 novembre 2010

VERO COME LA FINZIONE

(Stranger than fiction di Marc Forster, 2006)

Harold (Will Ferrell) è un timido impiegato dell'I.R.S., l’agenzia fiscale statunitense. Ogni mattina si sveglia al suono del suo orologio da polso e comincia la sua giornata seguendo una sorta di rigoroso e maniacale programma mentale. Si lava i denti e conta quante volte li spazzola dall'alto in basso e quante dal basso verso l’alto, si annoda la cravatta sempre nello stesso modo, nel tragitto verso la fermata dell’autobus conta i passi e vi arriva ogni giorno sempre alla stessa identica ora. In ufficio risolve mentalmente operazioni complicate in un solo secondo, tutti i giorni si prende gli stessi minuti di pausa e compie ripetutamente le stesse azioni. E si va avanti così giorno dopo giorno.
Per lo spettatore tutto questo viene sottolineato da una grafica che mette in evidenza sullo schermo tutti i vari numeri che scandiscono l’esistenza di Harold.
Una voce narrante ce ne descrive ripetutamente le azioni.

Un mattino di un giorno qualunque l’orologio suona, Harold si alza e va a lavarsi i denti, conta le spazzolate e la voce narrante ci descrive le sue azioni.
Ma Harold a un certo punto si ferma, comincia ad essere smarrito. Smarrito perché anche lui, protagonista di questo film, comincia a sentire la voce narrante. La voce che descrive la sua vita, che la descrive con totale precisione.
Da questo momento la vita di Harold comincia a subire qualche scossone. Harold è stranito e vuole capirci qualcosa. Di chi è questa voce? Controlla la sua vita? Questa vita è vera o è finzione?
Tutto diventa ancora ingarbugliato quando la voce narrante rivela che Harold è destinato a morire.
Arriva il momento quindi di vederci chiaro e così Harold si rivolge a un universitario esperto di narrazione, un divertentissimo Dustin Hoffman nella surreale parte del Professor Jules Hilbert che aiuterà Harold a scoprire se di personaggio di fantasia si tratti o di persona vera. Tra stralunati consigli, un esilarante test narrativo e incontri imprevisti, come quello con la fornaia Ana (Maggie Gyllenhaal) della quale Harold l’impacciato si innamora, la vita del nostro protagonista prende una svolta.
Ma se Harold è in bilico tra realtà e finzione chi c’è dietro la voce narrante? Una fantasia del protagonista o una persona vera che tira i fili del suo burattino?

Vero come la finzione è una bella commedia ben interpretata da tutti gli attori coinvolti con un Dustin Hoffman decisamente azzeccato.
Verità? Finzione? Metalinguaggio? In fondo anche la narrazione, la finzione, entrano insieme a tante altre piccole cose, nella nostra vita vera per aiutarci a viverla in maniera più spensierata e più gioiosa. Sicuramente questo film si rivela un divertente e sfizioso intrattenimento, assolve al suo compito. Quindi, verità, finzione, che ci importa. Consigliato a tutti.

martedì 23 novembre 2010

E' COSA 'E NIENTE

Ieri ho guardato alcune parti della trasmissione televisiva di Raitre condotta da Fazio e Saviano. Finalmente si vede qualcosa anche in prima serata per cui i soldi del canone non sembrano buttati nel cesso.

Forse lo smalto della prima puntata si è un pochino perso, gli elenchi (pur simpatici) sembrano un tantino troppi anche quando riusciti, Saviano riesce a interessare e a trattenere l'attenzione anche quando parla di argomenti già ampiamente trattati.

Ma tra tutte le cose interessanti viste in questa puntata la più sentita e toccante mi è sembrato lo stralcio interpretato da Eduardo De Filippo tratto dalla serie televisiva Peppino Girella del 1963. Purtroppo mi è sembrato attuale quanto i fatti di cronaca dibattuti durante la trasmissione.

Ogni giorno sembra che le cose vadano un poco peggio, che la prepotenza e la disonestà l'abbiano sempre vinta, che le persone per bene siano ormai con le spalle al muro. E non si può far nulla, altrimenti si paga. E forse, in fondo, non importa niente a nessuno. Tanto per ora si mangia (per ora).
Poco più in là però ci sono la Grecia, ora l'Irlanda.

E noi tutti ci stiamo adeguando.

Perdonatemi, sono in mood negativo.

Ecco il video, per chi se lo fosse perso, carico della giusta amarezza.

lunedì 22 novembre 2010

MUSIC BOX 1

E' da un po' di tempo che pensavo di raddoppiare la dose di proposte musicali presenti in questo blog.

Continuerà il viaggio temporal-musicale grazie ai post targati Back to the past ma a questi volevo affiancare qualcosa di nuovo e un po' più personale.

Non solo pezzi storici o particolarmente interessanti pescati nel passato storico appartenente a tutti quanti noi, ma brani che in qualche modo abbiano un significato particolare per me, brani che semplicemente incontrano il mio gusto, ricordi, ascolti del momento e via di questo passo.

Le idee per dare il via a questo nuovo appuntamento erano decisamente tante ed è stato difficile decidere il brano d'apertura, in fondo la prima impressione ha la sua importanza.

Non sto a tediarvi elencandovi tutte le cose che mi sono passate per la mente, tanto le troverete tutte nei prossimi appuntamenti.

La decisione è caduta su quello che sicuramente è uno dei miei brani preferiti di sempre. Un pezzo che anni fa ho ascoltato non so più quante volte. Mi capitava di farlo girare più e più volte di seguito, ottima incisione in studio, stupendo eseguito dal vivo.
Una canzone d'amore cupa e disperata che riflette abbastanza bene, ed è anche per questo che la mia scelta è caduta qui, l'umore nero che mi sento addosso e intorno in questi giorni. Giorni in cui tutto sembra tingersi di nero.

Ispirato anche dal lavoro di Viktor sul suo blog ho deciso di dare maggior risalto anche ai testi dei pezzi presentati. Li troverete tutte le volte che sarà possibile in coda al video.

Si narra che il signor Eddie Vedder, chiamato alla prima prova con i Pearl Jam, si sia presentato al gruppo con questo splendido testo scritto durante il viaggio, pronto per esser messo in musica.

Il pezzo è Black dall'album Ten del 1992.



Hey... oooh...
Sheets of empty canvas, untouched sheets of clay
Were laid spread out before me as her body once did.
All five horizons revolved around her soul
As the earth to the sun
Now the air I tasted and breathed has taken a turn

Ooh, and all I taught her was everything
Ooh, I know she gave me all that she wore
And now my bitter hands chafe beneath the clouds
Of what was everything.
Oh, the pictures have all been washed in black, tattooed everything...

I take a walk outside
I'm surrounded by some kids at play
I can feel their laughter, so why do I sear?
Oh, and twisted thoughts that spin round my head
I'm spinning, oh, I'm spinning
How quick the sun can drop away

And now my bitter hands cradle broken glass
Of what was everything?
All the pictures have all been washed in black, tattooed everything...

All the love gone bad turned my world to black
Tattooed all I see, all that I am, all I'll be... yeah...
Uh huh... uh huh... ooh...

I know someday you'll have a beautiful life,
I know you'll be a star in somebody else's sky, but why
Why, why can't it be, can't it be mine

domenica 21 novembre 2010

INDOVINA CHI? 7

Anche nell'ultimo giro c'è stato un personaggio che ha creato non poche difficoltà.

Il numero 6 (I'm not a number, I'm a free man!) è Carlo Cassola, autore tra le altre cose del romanzo La ragazza di Bube.

Quest'ultima manche mi ha fatto pensare a una modifica da apportare al regolamento. Eccola: qualora uno dei personaggi della manche creasse troppe difficoltà ai giocatori, introdurrò (usando un commento nella manche stessa) un indizio e specificherò che da quel momento in avanti tutti rientrano in gioco, anche chi ha già postato delle altre soluzioni per la manche in corso. Si potrà quindi postare una seconda volta solo dopo il mio via, chi lo facesse prima si beccherà la solita penalità. I personaggi azzeccati dopo l'indizio varranno 2 pt. l'uno (vedi regolamento).

CLASSIFICA DOPO LA 6a MANCHE
MICHY 34
URZ 27
LA CITATA 7
ZIO ROBBO 4
GABRY 2 (punto aggiuntivo per l'ingresso in classifica, vedi regolamento)
LA 1

Altro giro, altro (non) regalo. Come il No-Prize di Marvelliana memoria.

1)

2)

3)

4)

5)

6)

7)

8)

9)

10)

sabato 20 novembre 2010

CRIMINAL - I PECCATORI

Questo articolo è stato scritto per il sito fumettidicarta.

La coppia d’assi Brubaker/Phillips è ormai rodata e con questo quinto volume dedicato alla saga noir Criminal i due signori mostrano ancora una volta quanto si trovino a loro agio tra il lerciume e i vicoli bui della città.
Abbandonati gli spazi siderali nei quali Brubaker aveva trascinato gli X-Men e accantonate le fantasiose acrobazie messe in scena per riportare in vita Steve Rogers, la narrazione del volume I peccatori può essere salutata come un giusto ritorno a casa.
Una casa poco accogliente a dire il vero, buia, pericolosa, corrotta e macchiata di sangue. Di sangue e carne, di debiti e promesse, di ciclici errori ripetuti ancora e ancora.
Di innocenze perdute e fiducie mal riposte.
Di crimine.

Tracy Lawless è ingabbiato da un debito e da una promessa. Il mestiere del killer non è un mestiere facile. Lo è ancor meno se sei alle dipendenze di uno come Sebastian Hyde. Men che meno se inizia a rimorderti la coscienza. E quella di Lawless non è in pace con se stessa. Il killer comincia a chiedersi chi davvero meriti di morire e chi no.
La situazione diventa pesante, Mr. Hyde non sa se può ancora fidarsi del suo killer.
Ma in fondo il ragazzo piace al capo, forse per il suo coraggio, forse per quel volto segnato dalle cicatrici. Bisognerà pur dargli un’altra possibilità.
Qualcuno in città sta facendo fuori personaggi dalla dubbia moralità ma finora considerati intoccabili. Li uccide in maniera vistosa ma senza lasciare tracce.
Mr. Hyde è un intoccabile. Mr. Hyde comincia a preoccuparsi. Mr. Hyde ha sul libro paga il suo killer, un killer in una brutta situazione. Mr. Hyde chiede al suo killer di venire a capo della vicenda e di risolverla. Ma un killer non è un detective, ciò nonostante Tracy Lawless si trova con le spalle al muro e inizia a indagare.

Se avete già letto altri volumi di Criminal sapete già cosa aspettarvi. Se non l’avete ancora fatto non capisco cosa stiate aspettando.

Gli elementi del noir ci sono tutti: l’eroe (?) tenebroso, il boss, la donna del boss, i killer, la mafia, la violenza, il sesso, il sacrificio, le strade sudice lavate col sangue, il locale delle vite bruciate.
Forse mancano giusto gli innocenti.
Brubaker è un ottimo scrittore e qui ne da ulteriore conferma, ogni sequenza è funzionale alla storia narrata, niente orpelli, nessuna concessione al superfluo. La lettura fila via che è un piacere e il volume va ad aggiungere un altro filo all’intreccio a trama larga composto dai vari archi narrativi di Criminal.

Il tratto di Sean Phillips è il mezzo perfetto per dar vita su carta alle idee di Brubaker. Impensabile ipotizzare un cambio di disegnatore su questa serie. La coppia ha ormai creato un marchio di fabbrica inconfondibile.
Le atmosfere sono rese in maniera magistrale: la notte, le ombre, i chiaroscuri. Il sangue.
Per gli amanti del noir ognuno dei volumi di Criminal risulta essere una lettura preziosa e alla fine di ognuno di questi ci si interroga su quale tipaccio sarà il protagonista del prossimo (presumibilmente ottimo) volume.

giovedì 18 novembre 2010

JACO PASTORIUS

Durante lo svolgimento dell'ultima manche di Indovina chi?, il personaggio che ha creato maggior scompiglio è stato Jaco Pastorius.

Quando la soluzione è stata data c'è stato chi ha esclamato "Cazzo, Jaco Pastorius" battendosi la mano sulla fronte, chi si è vergognato di non aver indovinato cotanto personaggio (su, non era per niente facile), chi mi ha chiesto se avessi i diritti per mettere la foto di Pastorius sul mio blog.

Jaco Pastorius è stato un virtuoso del basso, autore di album da solista e componente della band Weather Report, grande esponente della fusion e personaggio tormentato.

Il progressivo avvicinarsi ad alcool e droghe ne ha minato la stabilità psichica, forse precaria già in partenza.

Muore di una morte terribile a soli 36 anni, pestato a sangue da un buttafuori all'uscita di un locale di Fort Lauderdale (Florida).

Rendiamogli merito.

mercoledì 17 novembre 2010

DA KIRBY A STERANKO: MARVEL COLLECTION 4

Questo articolo è stato scritto per il sito fumettidicarta.

Giunge al termine con questo numero il primo arco di storie dedicate alle avventure anni ’60 di Capitan America. Avventure pubblicate tra il 1966 e il 1969 tratte dalle serie Tales of suspense e Captain America.
Torno su questa collection dopo breve tempo poichè l’occasione è ghiotta e va celebrata. Sembrerà strano per un appassionato di fumetti e in particolar modo dell’universo Marvel, ma questa è stata per me la prima occasione di ammirare il lavoro di Jim Steranko.
Sono ormai anni che sui vari forum dedicati al fumetto made in U.S.A. non si fa altro che parlare della ristampa del Nick Fury di Steranko.
Io seguivo tutte queste discussioni in merito e in fondo non capivo. Ora capisco.
Il volume in questione è di assoluto valore. Senza entrare troppo nel merito delle storie narrate, che pur considero in crescita rispetto a quelle presentate nel primo volume, per renderci conto di quel che abbiamo in mano bastano tre parole: Lee/Kirby/Steranko. Facciamo quattro, perchè anche le chine di Joe Sinnott impreziosiscono l’albo.
E’ difficile descrivere le impressioni scaturite dall’osservazione dell’opera di un disegnatore, di una tavola, di una vignetta e farle percepire a chi legge senza che questi abbia tra le mani il lavoro di cui si sta parlando.
Ma proviamoci che qui non ci si ferma davanti a nulla.
Il Cap di Kirby è pura potenza, dinamica, movimento. Le tavole dove il capitano compare a figura intera (ma non solo quelle) sono immagini iconiche belle e pronte per essere riprodotte ovunque. Stampe, magliette, gadget e via discorrendo tale è la forza cinetica sprigionata dalle matite di Kirby.
E badate che non è una sviolinata al mio disegnatore preferito, come già detto in passato il mio gusto è orientato maggiormente verso altre matite di quell’epoca. E pure.... e pure più lo guardo e più mi piace.
Capita che voltando pagina, con la coda dell’occhio inquadri un personaggio e quello si muove.
E’ dura da spiegare ma l’effetto che mi fanno le tavole del re è proprio questo.
Quindi, o lui era davvero molto bravo o io sto diventando pazzo (che può pure essere, considerate che siamo tutti pazzi, solo che a qualcuno non l’hanno ancora diagnosticato).
Dalla terza storia dell’albo entra in scena Steranko ed è una grande e gradita sorpresa.
La prima impressione, a caldo, è quella di fare un passo lungo lungo e di trovarsi catapultati nel decennio successivo (se non ancora più avanti). Modernità è la prima parola che mi viene in mente.
La cosa migliore da fare sarebbe quella di andarvi a comprare l’albo e guardare da voi.
Si nota subito il cambiamento nella scansione delle tavole. La prima pagina si apre con cinque vignette decisamente piccole nelle quali, in un gioco di luci e ombre, Steve Rogers cammina verso il lettore. Una prima pagina che si apre con cinque piccole vignette, abbastanza inusuale direi. Questo è solo il primo esempio perchè nelle storie disegnate da Steranko succede anche l’esatto contrario. Improvvise aperture su spettacolari Splash page doppie, vignette ravvicinate a creare un effetto zoom su un particolare del protagonista rendono in maniera egregia uno stato d’animo o un’emozione. Ogni tavola è la sintesi di un perfetto equilibrio tra le vignette e ogni storia è il risultato del perfetto equilibrio tra le tavole. Anche l’uomo dietro la maschera acquisisce spessore grazie ai disegni dell’artista, le spalle curve di Steve Rogers sono lì a dimostrarlo.
Le scene d’azione non peccano in nulla, i corpi sono dinamici anche se la potenza di Kirby resta ineguagliata.
Le caratteristiche originali non sono tutte qui, la scelta del bianco e nero per i flashback, i loghi (quello dell’HYDRA) a riempire alcune tavole, splash page dal sapore marcatamente onirico, armi avveniristiche e la sensazione che la serie stia facendo un passo avanti.
Ora anche io voglio la ristampa del Fury di Steranko.
Le storie del disegnatore su Cap sono state davvero poche e si esauriscono con questo volume.
Dal prossimo appuntamento con Marvel Collection inizierà una nuova avventura in compagnia del mitico Thor.

sabato 13 novembre 2010

INDOVINA CHI? 6

Bene, bene cari i miei zombetti. Per la prima volta la manche precedente non è stata chiusa.

Il personaggio numero 10 non è stato indovinato.

Era James Riddle Hoffa (detto Jimmy) di cui si era parlato nella recensione di American Tabloid di James Ellroy.

Vediamo la nuova classifica e per i nuovi arrivati il regolamento.

CLASSIFICA DOPO LA 5A MANCHE:
MICHY 33
URZ 26
ZIO ROBBO 3
LA CITATA 2
LA 1

Questo è un appuntamento con Indovina chi? un po' speciale. Solo foto in bianco e nero signori. A voi la palla.

1)

2)

3)

4)

5)

6)

7)

8)

9)

10)

venerdì 12 novembre 2010

VISIONI 5

Da quando mi è stato dato l'onore di poter collaborare con fumettidicarta ho avuto l'occasione di seguire i blog personali delle altre firme del sito (sito che dovreste visitare almeno 2/3 volte alla settimana, non dite poi che io non ve l'avevo detto).

Tra questi l'interessantissimo blog di Luigi Bicco, talentuoso grafico che collabora anche con Internazionale, Minimum Fax, Rockerilla e La Stampa (Tuttolibri).

E' già qualche giorno che pensavo di dedicare uno degli appuntamenti di Visioni a un suo lavoro ma non riuscivo a decidere quale proporvi (potete comunque andare a gustarvi gli altri direttamente sul suo blog).

Luigi sembra anche una persona disponibile e son sicuro che non mancherà di dirci due parole sul lavoro in questione (vero Luigi?), sicuramente un suo intervento sarà più interessante delle mie chiacchiere.

Il lavoro scelto, grazie alla comune passione per le storie, è questo (clic per ingrandire, please):


Potete meglio godere dei lavori di Luigi facendo un giretto qui.

giovedì 11 novembre 2010

BACK TO THE PAST: 1968 PT. 5

Chiudiamo l'appuntamento con il 1968 con qualche pezzo più sperimentale o con qualcosa di nuovo.

Le sonorità del brano Fire di Arthur Brown percorrono strade ormai note. L'innovazione sta nella presenza scenica del cantante il quale viene considerato apripista dello Shock Rock, filone al quale diedero importanti contributi gente come Alice Cooper e i Kiss. Durante l'esecuzione di Fire, Brown si presentava truccato e con un elmo infuocato in testa. Lancia così anche il fenomeno del corpse paint. Ma non è solo immagine, il pezzo non è niente male.



Sicuramente più originali i suoni proposti da Captain Beefheart, amico e socio in scelleratezze di Frank Zappa. Considerato uno sperimentatore anche lui, ascoltiamoci Trust Us.



Tra i pionieri del nonsense i Bonzo Dog Doo-Dah Band, curatori anche di un programma per bambini, lavorarono anche a stretto contatto con alcuni dei Monty Phyton. Testi ironici e performance originali caratterizzavano la musica della band. Ecco Hello Mabel.

LA RAGAZZA DEL LAGO

(di Andrea Molaioli, 2007)

Ogni tanto mi capita di vedere un bel film italiano, ciò nonostante l’impressione è che il nostro cinema non se la passi proprio bene. Vero è che le improponibili fatiche di alcuni nostri registi godano di grande risalto mass-mediatico. Gli incassi danno loro ragione e quindi vai di cinecocomeri e cinepanettoni. La starlette di turno fa notizia, il product placement si spreca, non si lesina in pubblicità all'ultimo film del cabarettista di turno, etc,etc... Visti appunto gli incassi di cotante opere forse queste, in fondo, ce le meritiamo pure. In mezzo a questa bagarre il rischio è quello di perdersi lavori decisamente più degni di attenzione che corrono il pericolo di essere offuscati da ciarpame vario e di non trovare il giusto spazio (e non è questo il caso fortunatamente). Per chi non vuol lasciarsi travolgere dalla cialtroneria, qualche buona pellicola anche il nostro paese la regala. Non solo successi riconosciuti come Gomorra o Il divo ma anche film più “piccoli” quali Il vento fa il suo giro, Pranzo di Ferragosto o questo La ragazza del lago.

La trama, che non voglio svelare, è semplice e ruota intorno all'omicidio di una giovane ragazza il cui corpo viene rinvenuto senza vita sulle sponde di un lago friulano. Il lavoro del regista è incentrato principalmente sui personaggi, tutti ben delineati e credibili. I luoghi del Nord Est italico fanno da splendida cornice a questa storia dove si indaga sui caratteri prima che sugli accadimenti.

L’ormai quasi incontestabile Toni Servillo è il commissario Sanzio, di chiare origini partenopee trapiantato in Friuli. Qui non è solo un commissario che si trova davanti alla morte di una giovane ragazza ma è anche un padre che con una ragazza altrettanto giovane ha qualche difficoltà a rapportarsi. È anche un marito con una moglie malata di una malattia degenerativa che quella sua figlia, quella ragazza, neanche la riconosce più. Il paese dove si consuma la tragedia è piccolo, tra gli abitanti i sospettati. Il ragazzo della vittima, l’allenatore della squadra di hockey dove la ragazza giocava, i genitori del bambino al quale lei faceva da babysitter, il padre, la sorellastra e il matto del paese che vive con il padre paralitico. Di tutte queste persone sappiamo qualcosa, nessuno sta lì a far da tappezzeria. Tra gli interpreti attori di ormai solida fama come Valeria Golino, Fabrizio Gifuni, Giulia Michelini e il già citato Toni Servillo che effettivamente riempie la scena in ogni inquadratura.

Il film è stato ricoperto di premi, qui in Italia addirittura 10 David di Donatello e partecipazione alla mostra di Venezia. Un film di recitazione e di luoghi che ha un'attenzione particolare verso le figure paterne, ben supportato anche dalla scelta di un azzeccato accompagnamento sonoro. Vista l'esigua mole di buoni prodotti nostrani questo è decisamente un film che vale la pena guardare.

martedì 9 novembre 2010

INDOVINA CHI? 5

Torna a grande richiesta l'appuntamento con Indovina chi?, appuntamento che sta sgomitando per prendere sempre più spazio in questo blog.
Le altre proposte ormai quasi fisse non mancheranno di tornare ad allietarvi (spero) ma in questo periodo dove gli spunti scarseggiano (pochi film visti, per quel che riguarda i libri starò sul Chisciotte per un bel po', etc...) ben vengano manche ravvicinate di questo giochino che ha almeno il merito di scatenare commenti divertenti.

Inoltre andiamo a testare per la prima volta il nuovo regolamento. Andate a rileggerlo prima di postare le risposte (qui).

OK. Incominciamo.

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