lunedì 13 dicembre 2010

IL TRENO PER IL DARJEELING

(The Darjeeling Limited, di Wes Anderson, 2007) 

Tra le caotiche strade di una città indiana, uno sgangherato taxi giallo/nero corre veloce evitando motocicli viaggianti in direzione opposta e superando voracemente vecchie api Piaggio adattate a trasporto merci e passeggeri. Sul sedile posteriore un Bill Murray in evidente ritardo contempla la strada con ansiosa attenzione. Il taxi si ferma finalmente davanti alla stazione. Bill si precipita fuori dall’auto, attraversa l’atrio gremito di gente e scavalca la coda alla biglietteria. Sul binario inizia la corsa verso il treno ormai in movimento. Il Darjeeling Limited. La corsa è affaticata, una valigia in una mano, una nell’altra. Dal fondo del treno un ragazzino indiano lo guarda. Impassibile. Durante la corsa un giovane più atletico, dalla falcata più ampia, lo supera e facendolo si volta a guardarlo. E’ Adrien Brody, occhiali scuri, una valigia in mano, una a tracolla. Lanciata la prima sul retro del treno, con entrambe le mani vi ci si aggrappa e riesce a salire. Si gira, alza gli occhiali e guarda Bill che ormai spompato rallenta. Non ce la fa. Adrien, educatamente, reprime una risata, si volta ed entra nel treno sotto lo sguardo impassibile del ragazzo indiano. Questo è il simpatico incipit del divertente e stralunato film del regista Wes Anderson, autore tra le altre cose de I Tenenbaum. Adrien è Peter Whitman e su quel treno deve incontrare i suoi fratelli Francis e Jack. I tre ormai non si vedono da circa un anno, più o meno dalla morte del padre. Francis (Owen Wilson), in seguito a un incidente nel quale ha rischiato di rimanerci secco, decide di organizzare per tutti e tre una sorta di viaggio spirituale verso una meta ben precisa. Meta che non sarà un luogo ma più che altro una situazione, uno stato d'animo. Il viaggio è programmato giorno per giorno, spostamenti con il Darjeeling Limited e tappe in templi di preghiera e luoghi d’alta spiritualità, riti da compiere, difficoltà da lasciarsi alle spalle. Il rapporto tra i tre però non è tutto rose e fiori. Peter, un figlio in arrivo e crisi di contorno, non sempre è ben disposto nei confronti di Francis. Quest’ultimo gira per tutto il film con la testa fasciata da bende e con la volontà ferrea di tenere unito il trio. Jack (Jason Schwartzman) continua a pensare alla sua ex ragazza e non perde occasione per ascoltare segretamente i messaggi registrati nella di lei segreteria telefonica (di cui ha il codice). I tre non si somigliano per niente e hanno davvero poco in comune. Giusto i genitori, il cognome e un’allegra dipendenza dai medicinali: sciroppo per la tosse, pillole per il mal di testa e gocce di antidolorifico. Si contendono con poca convinzione il lascito del padre e un’inadeguatezza esistenziale. Nel corso del viaggio e della pellicola i rapporti muteranno, si scoprirà qualcosa sulla morte del padre e altro sulla vita della madre. Riusciranno i tre fratelli a liberarsi del passato, fisicamente e metaforicamente, e guardare al futuro? Un film strampalato, divertente e un pochino diverso dalla solita commedia. Non avevo un ricordo eccelso dei Tenenbaum (visto molto tempo fa a dire il vero) ma questo treno per il Darjeeling mi ha convinto pienamente grazie a personaggi ben tratteggiati e originali e rispettive buone interpretazioni.
   

4 commenti:

  1. Questo l'ho visto ma non mi ha fatto impazzire (come i Tenenbaum).

    Cmq poco fa stavo cercando informazioni per la residenza e ho trovato questo http://www.comune.rivoli.to.it/news.asp?sez=1&idArea=155&idNews=797 magari ti interessa ancora, c'è anche il suo sito al fondo

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  2. Grazie per la segnalazione. Ci siamo già stati, ci ho portato Lauretta l'otto dicembre.
    E' stato una pessima esperienza. Non tanto per Laura che comunque alla fine ha visto la casa di Babbo Natale e le andava bene così.
    Però che (dis)organizzazione.
    Fai un ora o più di coda per entrare in questa (povera) casetta. Una volta dentro c'è una ressa esagerata in barba a tutte le regole sulla sicurezza. I bambini devi caricarteli sulle spalle perchè non respirano, i genitori per lo più allibiti, hai proprio la sensazione del tipo "se succede la minima cosa qui ci rimaniamo tutti".
    Veramente pessimo.
    Io dico, siamo in un paese di merda e va bene!
    Ma almeno quando ci sono di mezzo i bambini, cazzo!

    Comunque la visita non vale la pena, se qualcuno vuole portarci i bimbi ci vada in settimana, magari le cose vanno meglio.

    A questo Babbo Natale un bel Vaffanculo.

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  3. Ahahah..te l'avevo detto che non era una gran cosa..beh l'importante è che sia piaciuto alla diretta interessata :) Cmq pare che la pubblicità in tv abbia funzionato se c'era tutta quella gente (la pubblicità spesso nasconde delle fregature :D)

    A proposito di "paese di merda": 311 contro 314..............

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