mercoledì 16 marzo 2011

BATMAN DI GRANT MORRISON

Questo articolo è stato scritto per il sito fumettidicarta (e relativo blog)

Grant Morrison è uno scrittore visionario dalle idee originali e spesso poco lineari.

Ha rivoluzionato il mondo degli X-Men con storie i cui strascichi sono ancora ben visibili nelle gesta attuali del gruppo, ha donato popolarità a personaggi come Animal Man e al gruppo della Doom Patrol, ha creato serie originali come The Invisibles e molte altre, alcuni suoi scritti sono al limite del comprensibile (The filth) altri, meno riusciti, più canonici e convenzionali (Sebastian-O).

Negli ultimi anni si è dedicato a Batman creando un grande progetto il cui sviluppo si è dipanato mese dopo mese sulle pagine di Batman, su quelle della miniserie Final Crisis e su quelle della nuova serie Batman and Robin. Il tutto passando per lo splendido story-arc Batman R.I.P.

Leggere Grant Morrison non è sempre facile. Spesso chi non ha la passione per il fumetto crede che dedicarsi alla lettura di uno di questi non richieda nessun impegno o concentrazione.

Prendi l’ultimo numero di Batman, venti minuti lo leggi e vaffanculo. Non è così. Non sempre, chiaro che spesso si tratta di semplice intrattenimento, puro divertimento.

Con Morrison raramente lo è. C’è l’intrattenimento, c’è il divertimento ma c’è anche molto altro.

Nel caso specifico c’è un progetto a lungo termine per realizzare il quale Morrison ha disseminato le sue storie di misteri e di indizi per risolverli, ha sovvertito alcuni punti fermi del personaggio ribaltandoli anche solo temporaneamente, ha inserito la sua storia nella Storia molto più ampia di un character che è in circolazione dal 1939, un personaggio che, come afferma lo stesso Morrison “è più reale di me in quanto è al mondo da prima che io nascessi e ci sarà ancora dopo che sarò morto”.

Ha mischiato le carte, ha creato nuovi personaggi e ha lasciato un segno che di certo entrerà nella storia di una delle maggiori icone del mondo del fumetto. Ha creato l’evento e l’ha smontato in maniera quantomeno coerente.

Soprattutto ha scritto delle storie dannatamente coinvolgenti con il merito (suo o non suo questo di preciso non si sa) di essersi avvalso della collaborazione di ottimi disegnatori. Una bella storia lascia sempre il segno ma nel mondo dei comics anche l’occhio vuole la sua parte.

Morrison ha iniziato questa cavalcata in maniera soft, lanciando qualche accenno qua e là e dedicando del tempo anche alla figura del Joker rinnovandola con un racconto in prosa illustrato in maniera eccelsa da John Van Fleet. Alcuni elementi che svilupperà in seguito nella sua run sul cavaliere oscuro risalgono addirittura alla maxiserie 52.

Gli elementi più significativi sui quali lo scrittore si concentra inizialmente sono i tre Batman demoniaci, il Club degli eroi e l’avvento del Guanto nero.

In una lunga successione di eventi che porteranno ad avere un Bruce Wayne turbato come poche volte prima d’ora, Bats deve affrontare una distorta versione di se stesso che richiama il supercriminale Bane. Elementi demoniaci e demonologici cominciano ad affiorare nella serie e con il passare dei numeri assumeranno importanza sempre maggiore. Ne è chiaro e simbolico esempio il numero 666 di Detective Comics ambientato in un futuro pessimistico.

Splendida la sequenza con il Club degli eroi illustrata in maniera magnifica da J. H. Williams III. Sembra un mistero della stanza chiusa, un gruppo di eterogenei eroi provenienti da tutto il mondo bloccati insieme su un’isola. Bloccati insieme alla morte.

Questa non è solo una splendida sequenza ma la perfetta introduzione per l’associazione chiamata Guanto nero che caratterizzerà anche i numeri a venire scritti dallo scozzese.

Inquetante la figura del Dottor Hurt coinvolto con un vecchio esperimento al quale Batman si sottopose anni addietro. Tutto questo cosa ha a che fare con Il Guanto nero e con i tre Batman demoniaci? Tutti questi avvenimenti cominciano a minare la sanità mentale di Bruce, il quale coinvolge nelle sue paranoie anche la sua ultima fiamma Jezebel Jet.

Grande anche il lavoro effettuato su Damian Wayne, figlio di Bruce e Talia Al Guhl. Il ragazzo, ribelle e indisciplinato, comincia ad apprezzare sempre più la figura del padre e la sua missione.

Questo scatena anche qualche gelosia da parte di Tim Drake, l’attuale Robin. Intanto intorno al Guanto Nero cominciano a ruotare pessimi elementi. L’associazione mette in atto alcune mosse che coinvolgono il Joker, Bruce Wayne e la sua nuova fiamma.

L’attacco del Guanto al cavaliere oscuro è imminente, l’identità segreta di Batman in pericolo come la sua vita. La resa dei conti porterà a un drammatico finale nel quale saranno coinvolti anche Robin e Nightwing.

Nel frattempo il prolifico Grant si occupa anche del maxievento che coinvolge tutti i personaggi del DC Universe: Final Crisis. Una miniserie non completamente riuscita, a tratti molto confusa e poco chiara. Eppure anche lì Morrison lavora sul suo Batman, togliendolo dalle scene per mano di Darkseid.

Morrison si prende una pausa e altri autori si occupano delle conseguenze della morte di Batman, e della successiva “Battaglia per il mantello”. Chi può sostituire il pipistrello nel compito di difendere Gotham. La risposta è la più semplice: Dick Grayson, il primo Robin.

Sarà lo scrittore Judd Winick a far muovere i primi passi al nuovo Batman, un Batman diverso, meno cupo, più solare e più incline ad assecondare le necessità dei tutori della legge. Un Cavaliere oscuro meno oscuro e più amichevole. Le differenze non passeranno inosservate.

Morrison ritorna e porta con se una serie nuova di zecca: Batman and Robin. Anche i protagonisti non sono i soliti: Batman non è Bruce Wayne ma Dick Grayson, dietro la maschera di Robin invece troviamo il ribelle Damian Wayne.

Nata come serie limitata nella quale ogni story-arc doveva essere composto da tre numeri e realizzato da un diverso disegnatore, negli U.S.A. la serie è stata prolungata grazie al buon successo ottenuto.


Le tematiche affrontate sono molte. Il peso del ruolo sulle spalle di Dick, le difficoltà di gestione di un personaggio di certo non facile come il nuovo Robin, la fiducia da conquistare sulle persone che vedono in questo Batman una persona che non conoscono. Centrale come sempre il personaggio di Alfred, consigliere, medico, maggiordomo e coscienza.

Un Batman più positivo viene egregiamente illustrato nel primo trittico di albi dal bravissimo Frank Quitely che ne dà una visione decisamente colorata, da alcuni definita camp, in netta contrapposizione al Batman dark al quale eravamo abituati. Ottima la sua prova che rinnova i personaggi, Gotham City, la Batmobile e in generale l’immaginario della serie.

Lo scrittore inserisce nella serie nuovi villains, alcuni dei quali torneranno più volte, e comincia nuovamente a creare nuove simbologie e a disseminare indizi.

Mr. Toad, il Professor Pyg, i Bamboltroni, il ritorno di Cappuccio Rosso e gli omicidi contraddistinti dalle tessere del domino lasciate sui cadaveri.

Misteriosi e bizzarri personaggi come Oberon Sexton, scrittore inglese, irrompono sulla scena, una scena che si complica ulteriormente quando la saga del pipistrello si interseca con quella della Notte più profonda. Un saga durante la quale gli eroi morti prendono vita. Eroi morti? Bruce Wayne?

Tra cadaveri, nuovi incontri e vecchie alleanze, pozzi di Lazzaro e cloni, resurrezioni sacrileghe l’interrogativo che comincia a serpeggiare è il seguente: il ritorno di Bruce Wayne è possibile?

Morrison introduce una schiera di antagonisti organizzati in quella che sembra una gerarchia legata alla demonologia. Chi sono i 99 demoni? Si vocifera dell’avvento di un terrificante avversario. Il demone supremo? Che legame c’è tra i demoni e le tessere del domino?

Il dinamico duo, quello nuovo, torna a incrociare la strada del Guanto nero, ossessionante e misteriosa presenza che continua a tornare nelle storie di Batman. Oberon Sexton continua a essere coinvolto nelle vicende dei due eroi e anche lui nasconde i suoi segreti, segreti non da poco.

Il raggio Omega di Darkseid ha davvero ucciso Batman o, come sembra sempre più probabile, l’ha spedito a spasso nel tempo?

Per scoprirlo non resta che indagare nel passato di Villa Wayne, in quello della dinastia di Bruce. Se il più grande detective del mondo fosse stato catapultato nel passato non avrebbe lasciato degli indizi per favorire il suo salvataggio.

Il demone pipistrello incombe, i nuovi sviluppi porteranno la serie a collegarsi direttamente a ciò che è accaduto in Final Crisis. Se Bruce Wayne è intrappolato nel tempo cosa gli è successo mentre i nuovi difensori di Gotham affrontavano la situazione?

Le risposte arriveranno nella nuova miniserie in corso di pubblicazione sul mensile del cavaliere oscuro: Batman: Il ritorno di Bruce Wayne.

Una sequenza di episodi pensata da Morrison fin nei minimi dettagli. Ogni pezzo che va al suo posto concorre a far apprezzare al lettore sempre più questa saga stratificata nei riferimenti e sempre coinvolgente.

Alle matite artisti di spessore quali i già citati Quitely e Williams III ma anche Kubert, Irving, Stewart e Tan tutti all’altezza della situazione. Una menzione particolare per Tony Daniel che si è occupato della parte grafica di una delle sequenze migliori dell’intera gestione: Batman R.I.P.

Il talento di Grant Morrison è noto ai fan dei comics, questa ne è la definitiva conferma.

5 commenti:

  1. E la peppa che analisi. Non ho letto il volume ma mi hai quasi fatto venir voglia. Mi piace di più il Morrison che non ha a che fare con i supereroi, anche se devo ammettere che anche qui, il geniaccio c'è.

    P.S.: Apro una parentesi graffa a proposito del Doctor Who. Ti segnalo una bella illustrazione di Cristiano Cucina (http://cristianocucina.blogspot.com/2011/03/doctor-whoaiutame-tu.html) che ritrae il personaggio e non ho capito bene se è proprio al lavoro sulla serie a fumetti americana.

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  2. Uh! Veramente non ho mai letto nemmeno la serie in corso di serializzazione sullo spillato. Mi rifiuto di comprarlo a quei prezzi e aspetto la ristampa (che tanto sembra sia stata già annunciata).

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  3. Bella l'immagine del Dottore, racchiude parecchi elementi della seconda stagione.

    In effetti la ristampa in volumi del Batman di Morrison potrebbe risultare una bella cavalcata.

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  4. Complimenti per l'articolo, che tradisce una profonda conoscenza del personaggio e del fumetto supereroistico più in generale.
    Io stesso, che da pipistrello ogni tanto mi addobbo, leggo poco delle sue avventure, forse perché ho visto esaurirne lentamente le potenzialità narrative dopo l'ipersfruttamento di qualche anno fa sull'onda dei film di Burton prima e di Nolan poi.
    Mal gradisco, poi, le operazioni "facciamo-morire-il-personaggio-tanto-poi-lo-resuscitiamo", e da tutta la saga della morte di Batman mi sono tenuto alla larga... Morrison o non Morrison.

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  5. Anche io apprezzo pochissimo le morti e le resurrezioni. Fosse per me impedirei agli autori di usare questo espediente narrativo.

    In questo caso alla morte di Wayne non aveva creduto proprio nessuno, era già nell'aria un ritorno dopo un relativamente breve periodo.

    Ciò non toglie che la run di Morrison abbia molto fascino.

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