venerdì 30 settembre 2011

INDOVINA LA LOCANDINA 1

Dopo aver presentato il regolamento e un primo giro di prova (li trovate un paio di post più in basso) oltremodo facile, iniziamo il campionato vero e proprio.
Anche qui 25 manche (a breve anche la chiusura di Indovina chi?) per decretare il vincitore.

Almeno per le prime immagini la difficoltà dovrebbe essere un po' più elevata rispetto al giro di prova.

Vediamo come va questa volta.



Ok, via con la seconda possibilità per tutti.



Manche chiusa da La e dallo Zio.

giovedì 29 settembre 2011

NESSUNA VERITA'

(Body of lies, di Ridley Scott, 2008) 

 Leggi anche "nessuna novità". Ridley Scott costruisce il film che ti aspetti, si affida ancora una volta a Russell Crowe e sforna una spy-story ben costruita ma al contempo assolutamente ordinaria. Un Crowe imbolsito e cinico affianca un Leonardo Di Caprio (per il quale nutro una sempre crescente simpatia) più tonico e maggiormente idealista. Agenti della CIA entrambi, il primo a dirigere operazioni da casa o mentre porta a scuola il figlio, il secondo a rischiare direttamente sul campo, prima in Iraq, poi in Giordania. Nessuno dei due a offrire una delle loro migliori prove attoriali. Sia ben chiaro, sono bravi e lo sappiamo ma hanno offerto entrambi di meglio.

Convincente il terzo e meno conosciuto protagonista, Mark Strong, che interpreta il direttore dei Servizi Segreti giordani. In una piccola parte anche Omar Berdouni che ha diviso l'appartamento con mio fratello quando stava a Londra (questa è solo una piccola nota di costume). Solitamente pellicole di questo genere presentano trame alle quali diventa difficile stare dietro, si arriva al fondo con la sensazione di aver perso dei pezzi per strada. Il pregio maggiore di Nessuna verità è la trama assolutamente comprensibile, non si fatica a capire i risvolti dei giochi politici narrati e i loro intrecci. 

Questo rende il film godibile pur non essendo questo un'opera memorabile. Non mi addentro nella trama in questione, chi ha visto film di questo genere o anche solo i pochi minuti del trailer sa già di cosa stiamo parlando. Dell'accoppiata Scott/Crowe consiglio American Gangster dove, oltre alla prova decisamente più convincente di Crowe, si poteva contare anche su un Denzel Whashington in grandissima forma.
   

mercoledì 28 settembre 2011

INDOVINA LA LOCANDINA: REGOLAMENTO

Manca solo una manche alla fine del campionato di Indovina Chi? e sto pensando se proporre qualcosa di nuovo in futuro.

In realtà ho voglia di cambiare e potrei tenermi la formula di Indovina chi? da presentare un tanto al chilo a botte secche, senza inserirle in un secondo campionato magari con manche tematiche dedicate, che so io, alle pornostar ad esempio, giusto per far contento lo Zio (il tuo blog di merda non lo sto più neanche a linkare).

Vediamo se può piacervi questo nuovo gioco.

Una locandina di un film. Al massimo una scena o una foto celebre.

Otto modifiche successive con filtri di Photoshop la rendono sempre più irriconoscibile.

Io ve le proporrò a partire dall'ultima modifica.

Se si indovina alla prima immagine 16 pt., alla seconda 14 pt., alla terza 12 pt., alla quarta 10 pt., alla quinta 8 pt., alla sesta 6 pt., alla settima 4 pt., all'ottava 2 pt.

Quando inserirò la prima immagine tutti potranno postare una e una sola volta.

Quando inserirò la seconda immagine tutti potranno postare una seconda volta e così via.

Chi arrivasse a metà gioco, quando ad esempio sono in gioco già tre immagini, avrà diritto a tre tentativi.

In pratica un tentativo per ogni immagine pubblicata. Chi sgarra non becca punti.

Giro di prova (se ci sono dubbi esprimetevi)

Via che si va. A quale film appartiene la locandina sottostante?

Fatemi sapere se è troppo facile.




lunedì 26 settembre 2011

CEREBUS: ALTA SOCIETA'

Quella di Alta Società non è stata una lettura facile o leggera. Questo volume è il classico esempio di come con un fumetto si possa dire molto e in maniera originale ed elegante.

Cerebus è stato un caso editoriale unico nel mondo del fumetto indipendente. Il suo creatore, il canadese Dave Sim, ha portato avanti in maniera caparbia il suo progetto artistico che ha visto la sua naturale conclusione dopo ben 300 uscite mensili.
Cerebus vede la luce nel 1977 e termina la sua corsa ventisette anni più tardi, nel 2004.

Solo nel 2010, superate le ritrosie dell'autore a concedere i diritti per l'adattamento della sua opera in altre lingue, la Black Velvet porta sugli scaffali italiani un primo volume di gran pregio dedicato all'oritteropo antropomorfo.

In realtà questo volume (l'intera saga è stata raccolta in 16 parti) è il secondo dell'opera ideata da Sim. Per volontà dello stesso autore, l'edizione italiana salta a piè pari il primo tomo iniziando l'avventura editoriale nel nostro paese dal successivo Alta società.

Infatti Cerebus nasceva come parodia del genere fantasy, una caricatura di personaggi quali Conan il barbaro e simili. Solo con Alta società il nostro oritteropo diventa metafora e bacchetta dei peggiori umani costumi. Da qui il successo del personaggio e i favori della critica iniziano a crescere e a rendere Cerebus un fumetto apprezzato in maniera pressoché unanime.

Saggia decisione o passo falso? Difficile dirlo. Vero è che in alcuni passaggi si prova la fastidiosa sensazione di essere entrati in sala a film iniziato, per rimediare a inizio volume troviamo un sunto dei fatti salienti relativi al primo e inedito ciclo di storie.

E' anche vero che ci troviamo di fronte a un progetto ambizioso. Il volume è molto corposo (518 pp.) e il prezzo dello stesso non proprio economico (30 euro, grazie Amazon!). Partire a queste condizioni con il ciclo più debole di Cerebus poteva rivelarsi una mossa controproducente. Ognuno trarrà le sue conclusioni e non è detto che il primo tomo non venga recuperato in futuro.

In apertura di volume Cerebus arriva nella città di Iest e si stabilisce all'Hotel Regency (splendida la copertina del volume che ne ritrae l'arrivo). Cerebus arriva come emissario di Lord Julius reggente della città di Palnu, una delle più ricche della zona.


Da qui in avanti l'irascibile e riottoso per natura oritteropo, verrà preso di mira da una serie di figuri in cerca di favori, raccomandazioni, tesi a corrompere, arricchirsi, macchinare, mettersi in luce, cercare vantaggi e privilegi e via umanamente discorrendo.
Anche Cerebus tenterà di avvantaggiarsi della situazione. In fondo oltre alle risse il suo primo interesse rimangono i soldi.

Con l'evolversi della storia il protagonista dovrà affrontare situazioni legate alla ragion di Stato, alla religione, alla politica, all'economia, trovandosi sempre più spesso a dover cedere al compromesso e a comprimere la sua esuberanza.
Il tutto sfocerà in un'irresistibile campagna elettorale durante la quale Cerebus avrà come avversario niente meno che una capra.

Non mancano i richiami parodistici al fumetto supereroistico, il personaggio di Moon Roach è chiaramente ispirato al Marvelliano Moon Knight sapientemente shakerato con alcune parti di Batman. Ne esce fuori una macchietta di rara efficacia.

Anche tecnicamente questo volume riserva parecchie sorprese. La costruzione dei singoli numeri e in alcuni casi delle singole tavole rifugge in maniera assoluta l'ordinarietà.
Numeri prevalentemente testuali corredati da illustrazioni, tavole intere che descrivono aspetti del mondo del protagonista (il gioco del Diamondback, ad esempio), numeri impostati orizzontalmente, tavole con due sole vignette e tavole con 12, uno stile di disegno sempre efficace.

Di sicuro questo Alta società non è una lettura leggera ma qualcosa che, se presa con la dovuta attenzione, non mancherà di intrigare il lettore che potrà annoverare nella sua collezione un'opera di sicuro pregio.

SERGIO BONELLI

Oggi è un giorno triste per gli appassionati di fumetto. A prescindere dai gusti personali di ognuno di noi, oggi perdiamo forse la personalità più importante del fumetto italiano.

Sergio Bonelli, prima come sceneggiatore (con lo pseudonimo di Guido Nolitta), creando Zagor e Mister No, poi come direttore della Sergio Bonelli Editore, ci ha regalato tantissimi momenti piacevoli.

Ciao Sergio e grazie mille.

sabato 24 settembre 2011

FUMETTI DI CARTA

Grazie a una simpatica iniziativa firmata Cardillo (suo il blog Paradisi Artificiali) ho l'occasione per presentarvi almeno parte della redazione di Fumetti di Carta.

Potete ammirare in tutto il loro splendore lo stesso ideatore dell'immagine sottostante (Gennaro), l'intrepido Capo (Orlando) e altre due valenti penne di FdC (Filippo e Federico).

L'ultimo fesso che rimane sono io.

Gli altri collaboratori di FdC sono stati troppo pigri per farsi la foto (vero Luca?) o semplicemente erano presi da altro.

L'immagine è stata realizzata da Gennaro adottando uno stile mutuato dalla serie The losers dalla quale è stato tratto anche un film alcuni mesi or sono (click sull'immagine per ingrandire, grazie).



Per rendere giustizia a Filippo ve la propongo anche capovolta.



Qui sotto un paio di immagini da The losers.





Ora che avete visto con che razza di gente avete a che fare, tornate a trovarci su Fumetti di Carta.

mercoledì 21 settembre 2011

A-Z: AA.VV. - BULLETPROOF FEVER

Bulletproof fever è un tributo dedicato al cantante Statunitense Ted Nugent. Rockaccio classico e robusto, il Nuge gode di grande popolarità e successo negli States. L'album in questione è un'immersione nel rock americano, difficile per me da giudicare in quanto non conosco a sufficienza il lavoro di Nugent. Va da se che giudicare delle cover senza conoscere i pezzi originali risulta un lavoro improbo. Mi ritrovo questo disco perché me lo ha propinato mio fratello. L'ho riascoltato oggi mentre rassettavo casa. Fila, si ascolta con piacere, c'è della bella energia. Il pezzo Cat scratch fever è interpretato da John Corabi (Motley Crue) alla voce, Randy Castillo alla batteria, DJ Ashba alla chitarra e Chuck Carric al basso.
Ed ecco a voi il vero Ted Nugent. Just what the doctor ordered. In questo pezzo solo alla chitarra.
I got my guitar when I was 10 years old Found a love in rock an' roll Now I'm on the verge of a nervous breakdown I'm goin' give my body and soul It's so crazy But you know that I like it I've found a cure for my body and soul I've got me an overdose of rock and roll I jammed everyday I jammed everynight I practiced till I knew all the licks Now I'm on the verge of a nervous breakdown I don't know the meaning of quit It's so crazy Yes you know, but I like it It crushes my head, my brain is on the border But this is what the doctor ordered Yes, it is I jammed everyday I jammed everynight I practiced till I knew all the licks Now I'm on the verge of a nervous breakdown I don't know the meaning of quit It's so crazy But I like it It crushes my head, my brain is on the border But this is what the doctor ordered Just what the doctor ordered Just what the doctor ordered Qui con gli Amboy Dukes.

domenica 18 settembre 2011

NOSTALGIA 8: MERAVIGLIOSE FIGURINE PER LE MIE RICERCHE

Oggi mia moglie e mia figlia sono passate a trovare la nonna impegnata al banco di deficienza (in realtà è un banco di beneficenza). Non so per quale strano motivo Laura si è convinta che questo si chiami realmente banco di deficienza. Noi non le abbiamo mai detto nulla del genere, deve aver male interpretato qualcosa ed è convinta davvero di recarsi al banco di deficienza. La cosa è talmente divertente che noi, snaturati genitori, non abbiamo mai smentito. Oggi è tornata a casa con una busta piena di cianfrusaglie di nessun valore vinte al banco di deficienza. La cosa più interessante era la carta con la quale avevano avvolto una delle sopra citate cianfrusaglie. Si trattava infatti di un paio di numeri della collana Meravigliose figurine per le mie ricerche che mi hanno fatto fare un bel tuffo nel passato. Erano anni che non vedevo questi libretti ormai rimossi dalla mia mente. I due numeri trovati sono dedicati a Liguria e agli Uomini illustri. All'interno foto o disegni corredati sul retro da una breve descrizione o storia su ciò che la figurina raffigura. La collana affrontava i più svariati argomenti: regioni, animali, fiori, mezzi di trasporto, paesi europei, fossili, maschere e costumi, il pianeta Terra, il corpo umano, il carbone e il petroli e tanto altro... mamma mia che viaggio.

sabato 17 settembre 2011

INDOVINA CHI? 24 - KILLER EDITION

Per tutta una serie di motivi sono di umore molto nero. E sono incazzato.

Può darsi che se troverò il modo adatto a farlo vi spiegherò dettagliatamente il perché e non è escluso che vi chieda aiuto. Tranquilli, non vi chiederò soldi, solo appoggio e solidarietà.

Torniamo al mio umore nero. Mi sembra il momento di cedere alle pressioni dello Zio Robbo e dedicare un appuntamento di Indovina chi? a un argomento che più nero non si può. Il titolo la dice lunga.

In questo periodo sto leggendo tra l'altro un interessante volume della Newton che affronta in maniera molto tecnica e dettagliata l'argomento Serial Killer.
Un libro davvero intrigante a cura du De Luca e Mastronardi scritto con professionalità e privo di ogni tipo di morbosità.

Ma veniamo a noi: penultimo appuntamento di questo campionato: aspetto ancora suggerimenti per il regolamento dell'eventuale prossimo giro.

1)

2)

3)

4)

5)

6)

7)

8)

9)

10)

mercoledì 14 settembre 2011

UNA GITA A ..... ?

In quale località si trova ciò che le cinque fotografie riproducono?

Castello

Duomo

Municipio

Piazza Ottinetti

Torre Santo Stefano

lunedì 12 settembre 2011

A-Z: AA.VV. - THE MATRIX. MUSIC FROM THE MOTION PICTURE

Nel 1999 a corredo del film ormai considerato un cult dai fan, esce il CD della colonna sonora di The Matrix dei fratelli Wachowski orientata verso sonorità elettroniche e metal di stampo (molto vagamente) industrial/tamarro.

Forse proprio da qui nasceva il mio periodo di innammoramento per i Rammstein, affievolitosi poi col tempo. La loro Du Hast resta ancora un potentissimo pezzo.
Da seguire anche il bel video che accompagnava lo stesso.



Niente male anche il brano del duo inglese Propellerheads, Spybreak!

domenica 11 settembre 2011

KUNG FU PANDA 2

(di Jennifer Yuh, 2011)

Come può un'oca destinata a essere il miglior cuoco di spaghetti di tutta la Cina generare un panda destinato a diventare il guerriero dragone che manterrà alto il vessillo del Kung-Fu? Semplice. Non può. Ne consegue che Po, il panda protagonista della saga citata nel titolo, è stato adottato. Spoiler? Ma cosa siete, scemi? Non l'avevate capito? Andiamo, insomma, piantatela. In questo nuovo capitolo di Kung-Fu Panda viene svelato l'arcano, la storia del piccolo Po sarà il filo conduttore che ci accompagnerà per tutta la vicenda. Questo e la prepotente ascesa del perfido pavone Lord Shen, il quale si impadronisce dei segreti delle armi da fuoco per contrastare la nobile arte del Kung-Fu. Così come quella di Po, anche la storia di Lord Shen è segnata dal distacco dai genitori. Distacco narrato ottimamente nella sequenza d'apertura realizzata in animazione tradizionale così come accadeva già nel primo episodio. La regista del film è proprio l'artefice delle animazioni non digitali del primo episodio promossa grazie all'ottimo lavoro svolto a timoniere di questo sequel. Si diceva di Lord Shen, allontanato dai suoi genitori a causa della sua crescente malvagita. Il pavone cresce rancoroso e grazie all'innovazione delle armi da fuoco parte alla conquista della Cina. Solo il guerriero dragone potrà fermare Lord Shen una volta impadronitosi dell'ultimo insegnamento del Maestro Shifu: la pace interiore. Po, ancora una volta assistito dalle cinque furie, dovra affrontare i suoi peggiori nemici (la fame, le scale, etc...) prima di arrivare al confronto finale. Quello che maggiormente colpisce di questo film d'animazione sono le dinamiche sequenze di combattimento realizzate con delle coreografie che donano alla vicenda un dinamismo eccezionale. La storia dell'accettazione di se stessi di fronte alla tematica dell'adozione non è cosa nuova, ben riuscito il parallelo tra la reazione di Po alla vicenda e quella di Lord Shen a una situazione se non analoga comunque simile.
   
L'impressione è che questo film piacerà a chi si è già goduto il primo, non trovo in questo sequel né grandi passi avanti né cadute di tono, i personaggi sono divertenti, tecnicamente ineccepibile, un paio di citazioni al grande Bruce Lee, storia che rientra nella media di questo genere di produzioni. Ci sono delle belle inquadrature dal tono epico e un paio di personaggi che avrebbero senz'altro potuto essere sfruttati meglio (Maestro Croc, Maestro Bue Infuriato e soprattutto Maestro Rino Tuonante, che poi sono tre e non un paio). In lingua originale i doppiatori erano Jack Black (Po), Dustin Hoffmann (Shifu), Gary Oldman (Lord Shen), Jackie Chan (Scimmia) e Angelina Jolie (Tigre) tra gli altri. Noi abbiamo Fabio Volo (senza sminuire il lavoro degli altri doppiatori che sono dei professionisti). Alcuni dialoghi tra Po e il padre risultano un tantino fastidiosi. Nel complesso un altro colpo andato a segno per i tipi della Dreamworks.
 

THE TRENCH - LA TRINCEA

(The trench, di William Boyd, 1999) 

 A volte mi capita di sbagliare film. E non dico in senso metaforico, non parlo di film brutti, noiosi o sbagliati nella loro realizzazione. Sbaglio proprio film. Sono convinto di guardarne uno e ne guardo inconsapevolmente un altro. Questo finché non mi accorgo appunto di star guardando il film sbagliato. Qualche tempo fa guardai Gosford Park di Robert Altman. Mi accingo alla visione aspettandomi neve, omicidi, spie e cose del genere. Niente di tutto questo. In realtà il delitto c'è ma siamo nella campagna inglese, il film verte più che altro sulla contrapposizione tra la classe nobile rappresentata dal proprietario della villa nella quale si svolgono i fatti e dai suoi ospiti e quella della servitù. Solo in seguitò capii che avevo in testa Gorky Park di Michael Apted, film che tutt'ora ancora non ho visto. Insomma, ero entrato nel parco sbagliato. Ieri ho voluto esagerare e ho sbagliato addirittura guerra. Volevo guardare I giorni del coraggio, film d'ambientazione bellica con Daniel Craig. E solo questo sapevo, che era un film di guerra con Daniel Craig. Ieri sera ho visto The trench - La trincea, film di guerra con Daniel Craig. Un altro. Mentre il primo è ambientato durante la seconda guerra mondiale, questo si svolge alla vigilia della battaglia della Somme, nel nord della Francia, prima guerra mondiale. Il bello è che, dopo la forte perplessità scatenata sui titoli di testa dal nome inglese del film, ho creduto per quasi tutta la durata del film di guardarne un altro. Poi ricordando le scene dei trailer, al mancato palesarsi delle stesse, il dubbio cominciava a crescere. A fine visione un rapido controllo confermava la mia quasi certezza. Avevo di nuovo sbagliato film. Mi sono ritrovato invischiato in un film di dialoghi, di attese, di dubbi e di ripensamenti. Un gruppo di soldati dell'esercito inglese aspetta ordini all'interno della loro trincea, intorno a loro i rumori della guerra in attesa che le forze amiche spezzino le linee tedesche. Gli elementi d'interesse del film sono l'attesa snervante che questi giovanissimi ragazzi devono affrontare prima dell'attacco alle linee nemiche e la progressiva presa di coscienza che quel loro incauto entusiasmo nel momento dell'arruolamento si potrà ben presto tramutare in dolore, mutilazione e morte. In un ragazzo neanche ventenne questo non può non far paura. Attori e situazioni forse un po' troppo puliti visto il contesto, volti come quello di Cillian Murphy sprecati in parti di poco conto, lavoro su tensione e caratteri. Tutto sommato una pellicola trascurabile, non brutta ma neanche entusiasmante. La vicenda si svolge interamente all'interno della trincea, nel momento in cui arriva l'ordine di attacco il film è al suo epilogo. Mi sa che è ora di mettere un punto a questi equivoci cinematografici.
   

mercoledì 7 settembre 2011

A-Z: AA.VV. - JACKIE BROWN

Nel 1997 esce forse il film più sottovalutato di Quentin Tarantino. Schiacciato da Le iene e Pulp Fiction prima e i due Kill Bill dopo, Jackie Brown rimane comunque un grandissimo film.

Anche nella colonna sonora, che comunque reputo meno incisiva anche se forse più coerente di quella di Pulp Fiction, compare almeno un grandissimo pezzo.

Il brano Across the 110th street l'avevo già proposto in passato ma non riesco a fare a meno di rifilarvelo nuovamente.

Il pezzo di Bobby Womack esce nel 1972 per l'omonimo film inserito nel filone della blaxploitation omaggiata anche da Tarantino proprio in Jackie Brown.



I was the third brother of five,
Doing whatever I had to do to survive.
I'm not saying what I did was alright,
Trying to break out of the ghetto was a day to day fight.

Been down so long, getting up didn't cross my mind,
I knew there was a better way of life that I was just trying to find.
You don't know what you'll do until you're put under pressure,
Across 110th Street is a hell of a tester.

Across 110th Street,
Pimps trying to catch a woman that's weak
Across 110th Street,
Pushers won't let the junkie go free.
Across 110th Street,
Woman trying to catch a trick on the street.
Across 110th Street,
You can find it all in the street.

I got one more thing I'd like to y'all about right now.
Hey brother, there's a better way out.
Snorting that coke, shooting that dope man you're copping out.
Take my advice, it's either live or die.
You've got to be strong, if you want to survive.

The family on the other side of town,
Would catch hell without a ghetto around.
In every city you find the same thing going down,
Harlem is the capital of every ghetto town.

Across 110th Street,
Pimps trying to catch a woman that's weak
Across 110th Street,
Pushers won't let the junkie go free.
Across 110th Street,
A woman trying to catch a trick on the street, ouh baby
Across 110th Street,
You can find it all in the street.
Yes he can, oh

Look around you, just look around you,
Look around you, look around you, uh yeah.

martedì 6 settembre 2011

PALERMO SHOOTING

(di Wim Wenders, 2008)

Il film può piacere o può non piacere. Assunto questo valido un po' per tutti i film, per taluni però lo è in misura maggiore. Certo non si tratta di un capolavoro, qualche passaggio a vuoto c'è, qualche leggerezza, qualche dialogo didascalico o retorico o scontato se vogliamo.
La pellicola però a mio avviso gode di una grande dose di fascino. I ritmi non sono frenetici e pure non annoia, parti oniriche non sempre comprensibili ma comunque attraenti, concetti metafisici e filosofici, ricerca di qualcosa di intoccabile con mano che però sembra quasi diventare concreto. La giusta dose visionaria a condire il tutto.

Finn (interpretato da Campino, cantante dei Toten Hosen) è un fotografo professionista tedesco, ricercato da vari musei per le sue foto artistiche, e dalle più famose modelle per i suoi scatti pubblicitari. Finn cerca qualcosa nelle sue foto o forse cerca qualcosa tramite le sue foto. Tra un lavoro e l'altro dorme poco e male, fa strani sogni, conduce una vita mondana, passa le giornate a telefono e non si muove mai senza gli auricolari infilati per bene nelle orecchie a garantire isolamento e sottofondo musicale.
Inoltre ha la strana abitudine di addormentarsi di giorno nei luoghi più insoliti e nei momenti più disparati. Si muove in simbiosi con la sua bellissima macchina fotografica.
Una vita piena d'impegni che al protagonista comincia a sembrare sempre più vuota.
In seguito ad un incidente automobilistico potenzialmente mortale dal quale scampa per un soffio, Finn prende coscienza della necessità di un cambiamento. Guardare dritto in faccia la morte può farti aprire gli occhi.
In seguito ad un incontro forse un pochino posticcio (uno dei momenti meno azzeccati del film a mio parere) e al desiderio della sua ultima cliente, Milla Jovovich, di avere alcuni scatti in una location poco glamour, Finn decide di recarsi a Palermo.

Dopo aver scattato le foto alla celebre modella Finn rimane in città, alla ricerca di qualcosa, sempre in compagnia della sua macchina fotografica. In questa città i suoi sogni si fanno più vividi e forse più pericolosi, una strana figura lo tormenta, una figura con lo sfuggevole volto di Dennis Hopper.

La vita del fotografo a Palermo sarà fatta di incontri (uno molto importante), di prospettive, di immagine, di riflessioni e di visioni.
Nonostante le parti oniriche il bandolo della matassa è facile da seguire, la scena finale non sorprende più di tanto e non si può ascrivere tra le cose migliori della pellicola. Restano comunque delle sequenze di grande fascino, bellissime immagini per un film non perfetto ma da vedere.

Bella anche la colonna sonora che possiamo gustarci insieme al protagonista ogni qual volta Finn infila gli auricolari, con un effetto davvero piacevole quando il film viene visionato usando le cuffie.

A Cannes la pellicola ebbe una cattiva accoglienza, conoscendo poco il regista Wim Wenders non riesco neanche a paragonarla ad altre sue opere (ne ho viste solo altre due) però mi sento di consigliarla.

P.S.: la consiglio in modo particolare a Cyberluke, sia per i temi legati alla fotografia sia perché il protagonista mi ha ricordato in qualche modo le foto di Luca presenti sul suo blog (parlo degli autoscatti). Forse è solo colpa dell'onnipresente macchina fotografica :).
Magari il film ti farà pure schifo.

lunedì 5 settembre 2011

COLOR TEX

Questo articolo è stato scritto per il sito fumettidicarta (e relativo blog)

Sembra proprio che in via Buonarroti il colore vada di moda più che in via Monte Napoleone.

Così negli ultimi tempi anche il baluardo della Sergio Bonelli Editore, il mitico Tex Willer è stato ricoperto da secchiate di colore.

La ristampa cronologica in quadricromia delle avventure del famoso ranger ha riscosso un incredibile successo arrivando alla sua conclusione dopo ben duecentotrentanove numeri, successo doppio considerando lo sforzo economico richiesto ai fan della serie per non parlare della mole di carta che i collezionisti in questione hanno dovuto sistemare nelle loro dimore.

In casa mia un’impresa del genere si sarebbe potuta considerare giusta causa di divorzio.

Da settembre Bonelli rilancia e, sempre in collaborazione con Repubblica, ristamperà a colori i vari speciali di Tex, quelli conosciuti da tutti come Texoni.

Devo dire che questa notizia mi ha parecchio intrigato, non avendo mai letto questi speciali prima d’ora questa sarebbe una buona occasione per recuperare il lavoro di grandi maestri del fumetto.

Le matite di alcuni di questi speciali sono infatti state affidate a gente come Galep, Carlos Gomez, Magnus, Joe Kubert, Ivo Milazzo, etc, etc.

L’unico dubbio rimane proprio quello legato al colore. Rimarrà ad alto livello la resa delle matite di tali maestri dopo il passaggio alla quadricromia?

Per avere un assaggio del Tex a colori mi sono impossessato del primo numero di una nuova collana dedicata ad Aquila della notte, altro nome con il quale è conosciuto il nostro buon tizzone d’inferno.

Parliamo di Color Tex, albo annuale di 160 pagine tutto colore che potete portarvi a casa al prezzo di 5,20 euro.


Partiamo in maniera inusuale dalla considerazione finale. L’impressione, mia personale per carità, è che Tex debba presentarsi ai suoi appuntamenti vestito d’un elegante bianco e nero. Niente di più niente di meno.

Però, però… per quello in fondo c’è la sua serie mensile che nessuno alla Bonelli si sognerà mai di convertire al colore.

Detto questo, il primo numero di questa nuova collana mi è sembrato un prodotto davvero ben confezionato.

Mauro Boselli, autore della storia, ci offre una finestra affacciata sul passato dei due celebri pard, Tex Willer e Kit Carson. Anzi, in questo caso Kit Carson e Tex Willer. Siamo nel deserto del Nevada ai tempi in cui Tex era un novellino, se pur già pericoloso, del corpo dei rangers e Kit Carson sfoggiava capelli, baffi e pizzetto di un bel nero privo di filamenti grigi.

Una trentina di pagine nelle quali veniamo a conoscenza della rivalità tra Carson e la famiglia fuorilegge dei fratelli King.

Un salto in avanti nel tempo ci riporta all’epoca nella quale siamo abituati a vedere agire il dinamico duo (aggettivo che nonostante l’età si può spendere anche per il prode Carson) e alla più classica delle storie di vendetta.

In compagnia di Kit e Tiger la trama si sviluppa grazie anche a qualche bel personaggio di contorno.

Quel che c’è di bello in Tex, in questo albo come in altri, è che tra le sue pagine si è sempre a casa. Questo numero è reso più movimentato proprio dal lungo flashback iniziale e da una specie di colpo di scena che proprio tale non può essere in fondo, mica siamo in un albo di supereroi (chi ha già letto la storia può comprendere).


Nonostante tutto i fan del ranger sono già in possesso delle coordinate per trovare in un albo del celebre pistolero quel che cercano e anche in questo caso non perderanno la strada di casa.

Ai disegni Bruno Brindisi che, mancando nei credits una voce apposita, immagino si sia occupato anche della colorazione.

Come dicevo prima, nonostante la mia preferenza vada al bianco e nero, il lavoro alle matite e ai colori di Brindisi è davvero buono. Siamo di fronte a un albo di 160 pagine dove è quasi naturale notare vignette più curate e altre meno ma nel complesso direi che proprio non ci si può lamentare. Decisamente d’impatto la prima parte dove possiamo ammirare un Tex dal volto giovane e privo dei segni del tempo e un Kit Carson nel pieno della sua giovinezza. Una coppia d’assi resa davvero bene da Brindisi, autore capace di infondere anche grande espressività ai volti dei vari protagonisti della vicenda. Terrore, apprensione, follia, dubbio tutti ben cesellati dalle matite e soprattutto assolutamente non ostacolati dall’uso del colore che supera la prova a pieni voti.

Altro bel lavoro è stato fatto sui paesaggi, tra le strade di Spokane Falls, sugli edifici e sui costumi nello splendore del technicolor come si diceva una volta al cinema.

Tirando le somme la prova mi sembra decisamente riuscita e buona la prima.

Aspetto con curiosità la ristampa dei Texoni per i quali probabilmente verrà usata una carta differente da quella usata per questo Color Tex. Vedremo se anche in quel caso si riuscirà a superare la prova colore.

domenica 4 settembre 2011

VISIONI 25

Per questo venticinquesimo appuntamento con Visioni ho scelto di proporvi il lavoro di un grandissimo ritrattista/caricaturista: Sebastian Kruger.

Questo artista sembra avere una passione e una predilezione per le icone del mondo dello spettacolo, Rock star sopra tutto.

Eccezionale nella resa dei suoi lavori, sul suo blog potete ammirare anche le fasi di lavorazione di alcuni dei suoi splendidi lavori.

Clint Eastwood: The good (Acrylic on canvas)


Johnny (Acrylic on canvas)


Leo (Acrylic on canvas)


Mr. Machete II (Acrylic on canvas)


Frank Zappa (Mixed media on paper)


Keith Richards (Pencil on paper)


Lemmy


Rolling Stones as kids (Acrylic on board)
Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...