martedì 26 giugno 2012

COME DIO COMANDA

(di Gabriele Salvatores, 2008)

Oltre a essere un film diretto da Gabriele Salvatores, Come Dio comanda è anche l'ultimo libro di Niccolò Ammaniti che ho letto. Devo dire che fino a quel momento la prosa di Ammaniti mi aveva sempre intrigato; proprio con questo romanzo la sua formula (spesso simile di libro in libro) aveva iniziato a mostrare la corda e il risultato non mi era sembrato del tutto soddisfacente.

Lo stesso discorso, con i dovuti distinguo si può applicare al cinema di Gabriele Salvatores, regista da me ampiamente stimato (pur con qualche calo di tono qua e là) e che con questo film trova una battuta d'arresto.

Non è che la pellicola abbia qualcosa in particolare che non va, è solo che lascia un vago senso di insoddisfazione quando giunge il momento dei titoli di coda. Rispetto al libro si trascurano alcuni personaggi mentre altri sono stati eliminati del tutto. I riflettori sono puntati sul rapporto controverso padre/figlio dei due protagonisti: Rino Zena (Filippo Timi) e suo figlio Cristiano (Alvaro Caleca). Grande importanza nell'economia della storia ha anche Quattro Formaggi, l'amico tocco dei due interpretato da Elio Germano. Proprio il rapporto tra questo padre problematico, razzista e con una mentalità disadattata e il figlio più centrato ma inevitabilmente cresciuto con convinzioni non troppo assennate risulta essere la parte meglio riuscita del film.

Nulla da ridire sulle interpretazioni del terzetto di attori, coadiuvati da Fabio De Luigi nei panni dell'assistente sociale. Filippo Timi è un padre violento ma attaccatissimo al figlio, nonostante il personaggio l'attore recita con la giusta misura e noto talento, lo stesso  vale per Germano e non sfigura neanche il giovane Caleca che sfoggia un viso davvero azzeccato.

Il cast funziona, la storia pur non essendo eccezionale non stride eppure il film è pervaso da una sensazione di superficialità forse dovuta anche all'inevitabile paragone con il libro (che già non avevo trovato tra i migliori dello scrittore).

Film discreto che però non mi sento di consigliare anche perché per una serata disimpegnata le tematiche non sono le più adatte e per una impegnata c'è sicuramente di meglio da guardare. Rimandato.

10 commenti:

  1. Il libro mi è piaciuto assai.Il film,mi ha lasciato indifferente,più o meno come te.

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    1. Il libro mi era piaciuto più del film anche perché c'erano situazioni e personaggi in più. Di Ammaniti però mi erano piaciute più altre cose tipo Ti prendo e ti porto via o L'ultimo capodanno dell'umanità, forse per la maggior ironia che stemperava il fatto che tutto andasse a finire in vacca :)

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  2. I due romanzi da te citati sono anche i miei preferiti di Amamniti, oltre la raccolta Fango, naturalmente.
    Per un paio d'anni abbondanti, Ammaniti è stato il mio autore italiano di culto.
    Ma tutte le sue ultime cose mi hanno deluso.
    In particolare, dopo il terzo romanzo di fila basato su un ragazzino problematico, l'ho abbandonato (l'ultima cosa che ho letto sua è stata proprio Come Dio Comanda, di cui non sono andato a vedere il film).
    E, dopo la tua recensione, sono ancor più certo di non essermi perso un granché.

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    1. In effetti siamo sulla stessa lunghezza d'onda, pensioro analogo al tuo su quel che riguarda Ammaniti. Qualcosa in libreria però ancora dovrei avere, magari tra qualche tempo lo riprendo.

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  3. Non sono proprio una gran fan di Ammaniti. Però del libro me ne hanno parlato assai bene, metto in lista
    Sul film ho sentito pareri contrastanti con netta prevalenza di quelli negativi. Quindi mi sa che lo salto.

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    1. Beh, se devi scegliere meglio il libro anche se alcuni suoi lavori precednti li ho preferiti.

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  4. Ho visto il film prima di leggere il libro. Il libro mi è piaciuto molto di più del film. E' l'unico romanzo di Ammaniti che ho letto. Mi fido del tuo parere: comprerò i lavori precedenti.

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    1. Ammaniti a me piace parecchio, mi ha solo un po' stancato con l'andare del tempo. Comunque mi orienterei su Fango (dove è contenuto L'ultimo capodanno dell'umanità) e su Ti prendo e ti porto via.

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  5. a me il film è piaciuto tantissimo,timi e germano erano straordinari,e poi il rapporto tra padre e figlio era molto emozionante,perchèil padre amava moltissimo il figlio e col suo comportamento voleva solo insegnargli a difendersi

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    1. Il rapporto tra i due è sembrato anche a me la cosa migliore del film che però, considerati anche gli argomenti toccati, ho trovato freddino e poco emozionante.

      PS: benvenuta e torna a trovarci :)

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