venerdì 31 agosto 2012

KICK-ASS

Solo ora, con la riedizione in agili albetti mensili, sono riuscito a godermi questa miniserie del prode Mark Millar, opera che già ha dato vita a più di un seguito e a un adattamento cinematografico (con un secondo probabilmente in arrivo).

L'idea di base è la seguente: cosa potrebbe succedere in un mondo come il nostro, adeso alla realtà, dove nessuno vola, gli uomini non sono fatti di roccia e non si infiammano, le donne non hanno tutte seni che sfidano le leggi di gravità e nessuno spara raggi dal sedere se improvvisamente comparisse il primo supereroe?

Il quesito non è certamente dei più originali. Abbiamo visto sviluppare questa idea già parecchie volte, da J. M. Straczynski ad esempio (solo per citare il primo che mi viene in mente) con Rising Stars e Supreme Power. Con queste serie abbiamo avuto alcune possibili risposte alla fatidica domanda.

Ma qui la questione è un pochino diversa (anche se probabilmente comunque non totalmente originale). La domanda di fronte alla quale ci pone lo scrittore scozzese si potrebbe porre in questi termini: cosa succederebbe in un mondo come il nostro, adeso alla realtà, se uno sfigato qualsiasi decidesse di indossare un costume e diventare il primo supereroe? Questa è la domanda alla quale tentano di dare risposta Mark Millar e il disegnatore John Romita Jr.

Dave Lizewski è un piccolo nerd appassionato di comics con amici sfigati come lui e una carenza totale di ragazze con le quali passare del tempo. A questo ragazzo scocca la scintilla in testa, insomma, perché nessuno l'ha mai fatto prima? In fondo perché no? Come dice lui stesso: "Non ci voleva un trauma per spingerti a indossare una maschera. Non c'era bisogno che sparassero ai tuoi genitori... o di raggi cosmici o anelli di potere... bastava una perfetta combinazione di solitudine e disperazione."

Cosa succederebbe a uno sfigato del genere se decidesse di entrare in azione? Semplicemente quello che succederebbe nel mondo reale, lo stronzetto verrebbe massacrato di botte e finirebbe in un letto d'ospedale con la testa fracassata e ferite da taglio sul corpo. Ecco cosa.


Il taglio dato alla storia da Millar non fa sconti, linguaggio diretto, qualche colpo basso, la giusta dose di violenza e uno sviluppo della trama che riesce a incuriosire, perché alla fine lo vuoi sapere cosa salterà nella mente bacata di Dave, fin dove la sua nuova ossessione riuscirà a spingerlo. Così le nuove tecnologie, YouTube in primis, aiuteranno questo primo supereroe rinominato Kick-Ass dalla folla adorante del web ad ottenere un'improvvisa notorietà, il gioco salirà di livello e nella storia verranno coinvolti criminali veri, quelli con la C maiuscola, mica teppistelli da quattro soldi. Ed è qui che entrano in scena Hit-Girl e Big Daddy.

L'impressione ottenuta dalla lettura di questo Kick-Ass è quella di puro divertimento, una mini adatta per passare momenti spensierati, bella pronta per essere convertita in film e per tirare su un bel po' di soldi. Non dico questo con una connotazione negativa, anzi, a me questo Kick-Ass ha divertito davvero parecchio. Millar riesce a dosare per benino le situazioni divertenti, si e ci prende un po' in giro in qualità di fan di fumetto supereroistico, piazza qualche buon colpo di scena e riesce a sovvertire e dileggiare alcuni topoi classici del genere.

I personaggi sono tratteggiati in maniera convincente, umani nelle loro meschine debolezze, quotidiane, stupide e assolutamente comuni. In alcuni momenti la naturale tendenza di Millar allo sbraco ovviamente fa capolino sublimata soprattutto nel personaggio di Hit-Girl, una vera enfant terrible. Anche le tavole di Romita Jr., ultimamente sempre più spento nei suoi lavori per la Marvel Comics, qui sembrano donare al plot il giusto storytelling risultando più che adatte alla storia narrata.

Personalmente sono curioso di leggere il seguito della mini, segno che, almeno con me, lo scozzese ha colto nel segno.

mercoledì 29 agosto 2012

A-Z: ABYDOS

Abydos è un progetto di Andy Kuntz, cantante tedesco leader del gruppo dei Vanden Plas, nato nel 2004 (il progetto non il cantante). Nonostante il buon Kuntz si sia fatto una notevole esperienza nel campo del musical (Jesus Christ Superstar e The Rocky horror picture show) il disco affonda le braccia fino ai gomiti in quelle che sono classiche derivazioni prog-metal e symphonic metal, richiamando non di rado sonorità care ai ben più noti e blasonati Dream Theater.

Nulla di male, i musicisti coinvolti sanno il fatto loro e il progetto, che porta come sottotitolo The little boy's heavy mental shadow opera about the inhabitants of his diary (???), parte anche con il piede giusto.

Dopo la quasi doverosa intro strumentale per gli album dediti a questo genere, You broke the sun ci porta subito alla mente i primi paralleli con i Dream Theater, richiamo alle ballad meglio riuscite della seconda parte di carriera del gruppo di Boston con un risultato convincente, la voce di Kuntz dà l'impressione di essere un po' trattenuta, buone le backing vocals. Non male.

Si accelera sul finale del pezzo e nella successiva Silence, tipici passagi da prog-metal band sempre ben calibrati e con un occhio sempre aperto sulla melodia, ritornello accattivante, fraseggi già sentiti ma il combo infila un altro bel pezzo.

Ancora un buon pezzo inizialmente lento, voce e liriche maggiormente sentite e con questa Far away from heaven forse si conclude la parte migliore dell'album. Il progetto deraglia in seguito nel già sentito senza regalare grandi emozioni. Intendiamoci, i pezzi sono ben suonati e il gruppo ha il grande pregio di non sbracare mai in interminabili fraseggi tecnici fini a se stessi di durata infinita. Per chi è all'asciutto o quasi di prog-metal il gruppo darà belle soddisfazioni, per chi ne ha già masticato un po' c'è il rischio di annoiarsi un tantino.

Le liriche di quello che dovrebbe essere una sorta di concept album richiamano luoghi fantastici, la ricerca di una meta fisica (Abydos?) e interiore, esseri altri e misteriosi.

Non mancano neanche passaggi che richiamano il rock più classico, riff che fanno saltare alla mente Led Zeppelin o Van Halen (accenno di When it's love in God's driftwood o sbaglio?).

Si prosegue su questi toni alternando ritmi lenti e veloci fino alla conclusiva e nuovamente ben riuscita A boy named fly, nonostante i suoni non risultino innovativi il pezzo gode del giusto respiro epico e convince lungo i dodici minuti della sua durata, ancora buoni i controcanti per una degna chiusura d'album.

Nel complesso un buon album, derivativo in gran parte ma che rimane sempre lucido evitando inutili tecnicismi, non eccelso a livello di testi (anzi) e con 3/4 tracce sopra la media. Tutto sommato non da buttare.



Abydos, 2004 - InsideOut Records

Andy Kuntz: voce
Stefan Glass: chitarra, basso, tastiere
Michael Krauss: chitarra, tastiere
Andreas Lill: batteria

Tracklist:
01 The inhabitants of his diary
02 You broke the sun
03 Silence
04 Far away from heaven
05 Coppermoon (the other side)
06 Hyperion sunset
07 God's driftwood
08 Radio Earth
09 Abydos
10 Green's guidance for a strategy adventure game
11 Wildflowersky
12 A boy named fly

martedì 28 agosto 2012

FANTASTIC MR. FOX

(di Wes Anderson, 2009)

Ancora una storia familiare per il regista Wes Anderson. Dopo I Tenenbaum e i fratelli Whitman de Il treno per il Darjeeling è la volta di misurarsi con l'animazione e con l'ennesima famiglia strampalata con tanto di amici al seguito.

A mio modesto parere Anderson non delude nemmeno questa volta, prende la storia scritta da Roald Dahl, noto scrittore di libri per ragazzi, e ne tira fuori un bel film d'animazione forse più adatto agli adulti che non ai bambini, non tanto per la storia in sé quanto per alcune trovate umoristiche più alla portata dei grandi che non dei piccini.

I personaggi sono ben tratteggiati: un Mr Fox che non riesce a rinunciare al suo lato selvatico nonostante sia ormai un padre di famiglia con delle responsabilità, oneri che si accolla la moglie Felicity, volpe con la testa ben piantata sulle spalle. Insicuro di sè il piccolo Ash che cerca continuamente l'apprezzamento del padre che ha un debole invece per il cugino Kristofferson, il tipico ragazzo al quale riesce tutto bene.

Sono passati due anni da quando Mr Fox ha promesso alla sua mogliettina che non si sarebbe più ficcato nei guai per andare a caccia di galline. Ora il capofamiglia scrive per un giornale e decide di far trasferire i suoi dalla loro tana a un bell'appartamento in un albero. Il trasferimento avviene nonostante il parere contrario dell'avvocato Badger (un tasso) preoccupato per la presenza in zona di tre temibili allevatori: Boggins, Bunce e Bean.

Il lato selvatico del protagonista non tarderà a rifarsi vivo, troppo forte la tentazione di andare a rompere le uova nel paniere dei tre temibili contadini. Purtroppo le ritorsioni saranno pesanti e delle imprese di Fox sconteranno le conseguenze i ragazzi e in generale tutta la comunità.

La tecnica a passo uno e l'attenzione del regista per quello che l'occhio dello spettatore vedrà sulla pellicola, insieme alla scelta delle musiche per la colonna sonora, rendono più che godibile questo esordio nell'animazione. Il particolare senso dell'umorismo di Anderson traspare anche in questa pellicola e le dona quel tocco stralunato che non guasta.

Un prodotto "diverso" come lo sono solitamente i protagonisti dei film del regista, un'alternativa all'animazione più consueta alla quale dare una possibilità. Se poi vi son piaciuti gli altri film del regista non potete farvelo scappare.

domenica 26 agosto 2012

VINILE

Era ormai da un po' di tempo che l'idea di attrezzarmi per il vinile mi girava per la testa. Nessuna intenzione di conversione totale al supporto, cosa del tutto infattibile per me a livello di spesa. Pensavo piuttosto a un percorso parallelo, un gioco al recupero di vecchi dischi (non obbligatoriamente in versione originale o prima stampa, improponibile anche questo) e opere meritorie su vinile. Certo che il mondo vinile sembra più complesso e complicato di quello digitale, le possibilità d'errore sulle scelte dei giradischi, degli amplificatori e dei diffusori sembrano sempre dietro l'angolo, almeno questa è l'impressione del neofita come me.

Al momento siamo riusciti a scendere a un compromesso il vinile e io. Nessuna spesa azzardata, nessun investimento iniziale, il recupero di qualche vecchio disco e poi si vedrà, la scelta finale temo che spetterà al mio portafoglio.

Per ora, con l'aiuto di mio suocero, abbiamo recuperato il vecchio giradischi che usava mia moglie in gioventù, parliamo di un pezzo di almeno d'una ventina d'anni fa. In sincerità pensavo a un modello più vecchio, invece dal garage di mio suocero è spuntato un Aiwa Px-E75. Il primo piccolo problema (per lo spazio più che altro) si è presentato quando abbiamo scoperto che l'amplificatore era integrato a radio, mangiacassette ed equalizzatore, facendo levitare considerevolmente l'ingombro dell'apparecchio.

Aiwa PX-E75


Portato il tutto a casa, fare i collegamenti è stato semplicissimo, la puntina era in buone condizioni e le cinghie sono ripartire correttamente dopo un po' di rodaggio. Discorso diverso per il braccio del piatto che a fine corsa tornava indietro senza sollevarsi, con il rischio di rovinare il vinile in uso. Dopo varie prove e tentativi di regolazione anche questo problema è stato risolto. Ora torna indietro regolarmente, in qualche caso rimane a fine corsa mentre il disco continua a girare, poco male, almeno non torna indietro rischiando di crear danni a puntina e dischi. Inoltre ho visto che i ricambi per questo modello si trovano su E-bay a prezzi ragionevoli.

Ho collegato il tutto a due diffusori dell'home theater ormai in disuso con impedenza 8 (l'amplificatore consiglia 6 ma non è un problema). Certo è una soluzione arrangiata, probabilmente Aiwanon è mai stata leader nel settore giradischi e anche le mie casse non sono il massimo, però a costo zero è comunque un inizio. Se la scintilla scoccherà, con calma, si penserà ad altro. Al momento io e Laura ci stiamo godendo la raccolta in vinile del nonno, nella quale ci sono per lo più dei 45 giri, alcuni anche parecchio interessanti, musiche da film, Morricone, Martelli, etc...

Ecco una selezione:

Le prove tecniche le abbiamo fatte tutte con questo disco che se si rovina pazienza (ma chi l'avrà comprato?)...



Laura si è divertita con Johnny Bassotto, canzoni di Natale (ad agosto) e...



Tanto di cappello invece per...









Non mancano neanche i dischi fuori dal mio genere, pezzi d'annata come...







Ed ecco la chicca...


Ora inizia la ricerca...

giovedì 23 agosto 2012

BACK TO THE PAST: 1975 PT. 1

Proiettati nel 1975 per un nuovo viaggio musicale. Spostiamoci nel tempo e nello spazio atterrando nel Canada di metà anni settanta. Ancora Rush che nel corso dell'anno escono con ben due dischi, Fly by night in febbraio e Caress of steel in settembre. Entra nel gruppo il grandissimo batterista Neil Pert e il sound del gruppo diventa più definito e caratteristico, distante dal più canonico stile dell'album d'esordio. Questa è By-Tor & the Snow Dog (performance un pochino più tarda rispetto la data d'uscita).



Dalla collaborazione tra gli Slapp Happy e gli Henry Cow nascono gli sperimentalismi dell'album Desperate Straight che raggiungono il loro apice nella composizione estesa di Living in the heart of the Beast.



Sicuramente l'episodio meno "canonico" dell'album Wish you were here, Welcome to the machine è l'ennesimo tassello delle osessioni di Waters nei confronti di una macchina opprimente, quella dello showbiz. Ovviamente Pink Floyd.



Per il loro terzo album i Camel si ispirano alle liriche di Paul Gallico (che ebbe da protestare in seguito) e alla sua opera The snow goose. L'album che ne uscì prese il nome dall'opera diventando Music inspired by the snow goose. Eccone un estratto con Friendship e Rayader goes to town.

lunedì 20 agosto 2012

FENCHURCH BEST FRIENDS (AGAIN)

Nuovamente in movimento il gruppo torinese dei Fenchurch Best Friends con una nuova iniziativa davvero interessante per tutti gli amanti della musica.

La loro partecipazione al contest presentato da Talenthouse dedicato a rivisitazioni varie di brani del gruppo musicale dei The Kinks che tanti successi ha sfornato a partire dagli anni '60, ci offre una versione parecchio distante dall'originale di You really got me senza che se ne perda il piglio di trascinante coinvolgimento.

Se il brano vi piace potete votarlo tramite la pagina di Talenthouse (qui) sia su Facebook che su Twitter.

Qui invece la pagina FB dei FBF.




sabato 18 agosto 2012

ACQUE OSCURE

(di Valerio Evangelisti, 2009)

Altra lettura estiva dalla quale non mi aspettavo molto e invece ho tratto un discreto godimento. Qualche anno fa la Mondadori varava per le edicole la nuova linea Epix con l'obiettivo di proporre materiale e autori legati al mondo del fantasy, dell'horror, del fantastico e del sovrannaturale in genere. Prima di naufragare nell'impetuoso mare delle edicole nostrane la collana propose una quindicina di volumi presentando anche materiale di un certo interesse.  La seconda uscita proponeva proprio questo Acque Oscure, raccolta di racconti brevi e brevissimi (credo) minore nella vasta produzione di Evangelisti.

Dopo aver letto i primi due episodi della saga dedicata all'inquisitore Eymerich, ho affrontato la lettura di questa antologia con un po' di sufficienza avendo l'impressione di trovarmi di fronte a una sorta di raccolta di B-sides, giusto per usare un paragone musicale. Ammetto di essere partito prevenuto e di essermi sbagliato.

Nessun capolavoro è contenuto in questa raccolta sia chiaro, racconti di qualità altalenante, piccoli divertissement e qualcosa di più corposo ma c'è di che intrattenersi e divertirsi. Inoltre alcuni elementi ricorrenti in vari racconti tendono una sorta di fil rouge che rende maggiormente affascinante l'intera lettura, non rimarranno delusi neanche i fan di Eymerich ben presente tra le pagine di questo libro.

Nel primo episodio, in un futuro abbruttito, la RACHE tedesca e la coalizione europea della Euroforce portano avanti una guerra priva di senso con tanto di carne da cannone e interessi economici da difendere che fanno scattare purtroppo paragoni con troppa della merda che ci circonda al giorno d'oggi. (O Gorica tu sei maledetta).

Ancora un argomento attuale e la scena si sposta all'interno della casa del Grande Fratello. Cosa può succedere se l'ideatore del programma, il cosiddetto Grande Fratello, iniziasse a comportarsi in modo strano spiazzando per primi i concorrenti del reality? (Il Grande Fratello)

Davvero spassosi i due brevi divertissement Eymerich contro Dan Brown e Eymerich contro Palahniuk. Il secondo veramente da applausi e da vera goduria per chi ha letto Ninna Nanna di Palahniuk. Protagonista assoluta Mona Sabbat, e ho detto tutto.

Non manca neanche il racconto serio dedicato a Nicolas Eymerich che segue le caratteristiche già usate nei vari romanzi della serie (almeno i primi) dove si alternano fasi temporali diverse e ricorrono personaggi già incontrati come il Professor Frullifer. (La sala dei giganti).

Episodi meno interessanti come Fluidità corporea o Marte distruggerà la Terra completano il libro che trova il suo pezzo forte nel racconto Gocce Nere che è riuscito ad appassionarmi davvero parecchio. Anche qui un futuro distopico dove la vita del cittadino è completamente controllata dalle autorità. Nel sistema digitale globale però si infiltra RESYST, movimento che fornisce sostegno a piccoli gruppi rivoluzionari. Un racconto davvero ben congeniato che darà soddisfazione a chi pensa che qualche piccola (o anche no) rivoluzione ci vorrebbe proprio.

PS: il libro è graziato da una delle peggio copertine che io abbia mai visto. Terribilis.

Valerio Evangelisti

giovedì 16 agosto 2012

OPERAZIONE SAN GENNARO

(Di Dino Risi, 1966)

Mo' 'e chiammano eist muvie ma na' vota eran sulament cummeddie. Nu' cinema cumm a chist' era sul na cummedia. Vulite passà na bella serata? Nun vulite penzà a niente? Allora ve verite na bella cummeddia, chelle de na vota.

Ce stanne doie guagliun americani e na' bella femmena, pur'essa americana. Tutte e tre arrivan a Napule pe s'arrubbà 'o tesor e San Gennaro. Une 'e chist, Jack (Harry Guardino), se vo' fà aiutà da Don Vincenzo (Totò) ma chist' sta n'galera. Don Vincenzo manna 'e tre americani da Dudù (Nino Manfredi) che mette n'zieme degli amici pe' fà o' colpo (ma nisciun sa che hann arrubbà a San Gennaro).

L'assistente Sciascillo (Mario Adorf), o schiattamuort Agonia (Ugo Fangareggi), Il Capitano (Dante Maggio) e o' Barone (Pinuccio Ardia) completano tutt' 'o n'zieme. Nun ve voglie svelà a trama pecché v'aite arricrià.

O' film nun è a 'o livell de I soliti ignoti ma è divertente assai. Ce sta a malafemmena (ma nun è na zoccola è sul na malafemmena) Maggie ca 'a fà Santa Berger, ce sta 'o Principe, nu strano Adorf che ca' nun spara ma vene sparato, ce stanno tutt'e luoghi comuni su Napule e i napulitan'. Ce pittan' sempe accussì, c'amma fà?

E così il colpo se fà mentre ce sta 'o Festival della canzone Napoletana (Sergio Bruni, Peppino Di Capri, Aurelio Fierro etc..) così 'è guardie stann m'picciate, s'anna sentì 'e canzoni, Dudù nun vole arrubbà a 'o santo, se piglia scuorno e tene pure nu poco 'e paura, ce sta a femmena gelosa, e ce stanno tutte sti fesserie accusì che nu' poco so' pure overe.

Te viri o' film e te fai pure ddoie risate, che vai truvann? A me m'è paciuto, voi facite cumme vulite.



PS: volevo semplicemente tornare dalle vacanze in maniera diversa dal solito così ho creato allo stesso tempo un pezzo da deficiente e omaggiato il mio lato partenopeo. Chiedo scusa a tutti i napoletani e agli amanti del cinema per lo scempio di cui sopra :)

martedì 7 agosto 2012

LA RAGAZZA DI POLVERE

(The closers, di Michael Connelly, 2005) 

Agosto, tempo di letture estive. Non so se anche voi applicate questa distinzione per le vostre scelte, in Estate meglio evitare le letture più impegnative o becero luogo comune?
Devo ammettere che personalmente mi attengo abbastanza a questa regola non scritta, solitamente nella bella stagione (ma soprattutto lontano da casa) rimango volentieri a distanza da classici e tomi potenzialmente impegnativi.

Cosa c’è di meglio allora di un bel thriller (o meglio definirlo poliziesco) con uno dei vostri protagonisti preferiti? Quei cicli seriali dove ci si gode la storia ma ancor più ci si affeziona, libro dopo libro, all’investigatore di turno?

Di proposito ho cercato di limitare questo tipo di letture proprio per non rimanere invischiato nelle vicende di troppi poliziotti, detective, investigatori, patologi e via di questo passo che, se assecondati, sono capaci di catturarti e prosciugare una mole esagerata di tempo a scapito di altre letture.

Classici a parte, per me è rimasto solo Harry Bosch, creatura del sempre piacevole Michael Connelly. Figura tormentata come si conviene, reduce dal Vietnam, difficile rapporto con i superiori, infanzia disastrata, matrimonio fallito alle spalle, vizi e ossessioni.  Di contro grande tenacia e forte moralità, un personaggio che soffre sulla propria pelle i dolor di ogni vittima in cui si imbatte.

A leggere le caratteristiche sopra elencate Harry Bosch sembra il perfetto stereotipo per una storia poliziesca. Non è così, ve lo garantisco. L’autore è in gamba, capace ad aggiungere tasselli e personalità al suo personaggio avventura dopo avventura, caso dopo caso, successo dopo successo e fallimento dopo fallimento andando a creare un uomo davvero credibile (non immaginatevi ovviamente il vostro vicino di casa, pur sempre di fiction si tratta).

Come sfondo alle vicende del detective la solita marcia Los Angeles, coprotagonista di molti romanzi neri. Se volete avvicinarvi al personaggio il consiglio è quello di leggere in ordine i romanzi a esso dedicati, partendo da La memoria del topo del 1992.

In questo romanzo Bosch torna in forze alla polizia di L. A. dopo un congedo di tre anni. Viene assegnato dal suo nuovo capo alla sezione Casi irrisolti, quelli che la televisione chiama Cold Case. Insieme alla sua ex collega Kiz Rider dovrà sbrogliare la matassa di un caso risalente a parecchi anni prima, la morte di una giovane ragazza rapita da casa e uccisa con un colpo di pistola nelle colline di Chatsworth. Questa volta la polizia ha in mano il DNA trovato sull’arma del delitto, elemento che anni prima era impossibile utilizzare. Da qui una discesa per i due partner nel dolore di una famiglia che aspetta giustizia da troppo tempo con conseguenze devastanti per la loro vita.

Sarebbe comunque riduttivo etichettare il ciclo di Harry Bosch come lettura estiva, certo perfetto con il caldo e una bibita in mano ma non solo.

sabato 4 agosto 2012

DI VACANZE E DI BRADIPI

Il nostro Bradi si godrà le sue meritate vacanze (come avete potuto vedere quest'anno si è stancato davvero molto) fino al 6 settembre. Lo ritroverete qui puntualmente (?) per quella data. Segnatevela. Noi ci si risente prima.


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Aiutaci a diffondere il verbo del Bradipo linkandolo. Fallo tu perché il Bradipo fa n'caz.

giovedì 2 agosto 2012

BRADIPIT 29

E' giunto il momento anche per questo blog di concedersi un periodo di relax, di lentezza, di tempi bradipici. Staccheremo? Rallenteremo? Ancora non si sa, per un paio di settimane almeno ce la prenderemo comoda. Voi fate un salto che non si sa mai, Bradi magari passa comunque a trovarci. Magari ci scapperà anche altro. Magari no. Chi lo sa.



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