martedì 12 febbraio 2013

ARTHUR E LA VENDETTA DI MALTAZARD

(Arthur et la vengeance de Maltazard di Luc Besson, 2009)

Tanto avevo trovato piacevole e ben costruito il primo episodio della saga di Arthur e dei Minimei tanto ho trovato inutile e noioso questo sequel. L'esordio di Besson nel campo dell'animazione digitale mi aveva lasciato ben sperare per il futuro delle produzioni europee di questo tipo rivolte ai bambini.

Con questo secondo episodio il castello crolla, più che alla vendetta di Maltazard assistiamo alla vendetta, con grasse risate annesse, dell'animazione d'oltreoceano. Intendiamoci, non è che Arthur e il popolo dei Minimei potesse competere ad armi pari con Pixar, Dreamworks, Disney e via discorrendo, però si difendeva bene offrendo un prodotto diverso e di buona fattura.

L'errore più grande è stato quello di far terminare un prodotto rivolto principalmente ai bambini, dopo un'ora e mezzo di niente, con un bel To be continued... To be continued? Ma che davero, davero? E' un film per bambini, suvvia! Mia figlia, sdraiata come al solito per terra, mi guarda con sguardo perso e deluso e fa: "ma papà, finisce cosi?". E sì, perché quel fessacchiotto di Besson ormai c'ha le figlie grandi e non se lo ricorda più che i bimbi non si lasciano così, con la storia a mezzo.

Comunque, tralasciando il non piccolo particolare di cui sopra, non è che tutto quel che succede prima del finale (ah, perché succede qualcosa?) sia poi tanto meglio. Alcuni personaggi, come la Principessa Selenia, sono sacrificati a particine senza importanza e il malvagio Maltazard ha il carisma di una mela cotta. Vuoi anche che non c'è più l'effetto novità e che dal lato tecnico non si sono fatti passi avanti degni di nota la delusione per questo secondo episodio è pressoché totale.

Ormai siamo in ballo e ci riproveremo, che Laura vuol sapere, che MICA UN FILM PER BAMBINI SI FA FINIRE COSI', Besson.

La trama è talmente esile che non me la ricordo. D'altronde wikipedia che ci sta a fare?

4 commenti:

  1. Besson era uno dei miei punti di riferimento cinematografici negli anni novanta.
    Nikita, Léon, Il quinto elemento.. Tutti piccoli cult-movie.
    E, guarda, voglio infilarci anche quell'Angel-A del 2005, poco conosciuto ma con una sua poesia.
    Nel nuovo millennio si è come perso, secondo me.
    Non sapevo di questa sua incursione nell'animazione digitale: mi spiace leggere che non si tratta di un prodotto di pregio.

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    1. Sono d'accordo con te per quel che riguarda Nikita e Léon (soprattutto per il secondo), purtroppo non ho ancora visto Il quinto elemento. Invece per quel che riguarda l'animazione digitale, che è inframezzata al live action con attori in carne e ossa, l'esordio con il primo episodio della saga dei Minimei l'avevo trovato buono, ben realizzato anche tecnicamente (tenendo conto che Besson per quanto all'epoca fosse una bella potenza commerciale in Europa non era la Disney) e soprattutto godibile sia per adulti che per i bambini.

      Poi il crollo verticale in questo secondo episodio che non mi spiego, peccato perché le potenzialità c'erano.

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  2. mmm..non ho visto il primo, e francamente, viste le considerazioni di Laura..mi sa tanto che non guarderò nemmeno il secondo ;)

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