domenica 28 aprile 2013

BACK TO THE PAST: 1977 PT. 2

Lasciamoci alle spalle le sfuriate del punk e andiamo su sonorità un po' più tranquille. Siamo ancora nel 1977, Carolina, Stati Uniti d'America, roots rock e atmosfere southern. La Marshall Tucker Band incide uno dei loro maggiori successi - Heard it in a love song - inserito nell'album che porta il nome della loro terra d'origine: Carolina dreams.



Dall'album CSN arriva Just a song before I go, scritta da Graham Nash e arrangiata insieme ai compagni David Crosby e Stephen Stills. Il pezzo è stato imbastito in una manciata di minuti, prima che Nash uscisse di casa alla volta di un concerto mentre l'autore aspettava che diminuisse la pioggia. Buttato giù in poco tempo al piano, il pezzo divenne una celebre hit del gruppo.



Non poteva mancare quindi neanche un pezzo di Neil Young, degno compare dei tre nomi sopra citati. Recuperiamo Like a hurricane, pezzo inciso per l'album American Stars 'n bars ma scritto un paio d'anni prima, nel 1975.



Un pezzo che fece discutere e non riscosse particolare successo fu questo Sex & drugs & Rock 'n roll di Ian Dury and the Blockheads. Peccato, il riff è trascinante, un standard classico derivante dal vecchio folk del Kentucky.



Chiudiamo con la strumentale Egyptian Reggae dei Modern Lovers.

venerdì 26 aprile 2013

ARTHUR E LA GUERRA DEI DUE MONDI

(Arthur et la guerre de deux mondes di Luc Besson, 2010)

Dopo la debacle del secondo episodio dedicato alla saga di Arthur e dei Minimei il buon Besson sembra aggiustare il tiro andando a chiudere il cerchio con un ultimo episodio dalla trama lineare, semplice e tutto sommato piacevole. Non mancano alcuni difettucci già notati nella precedente pellicola (Arthur e la vendetta di Maltazard) ma il risultato finale riscatta almeno in parte il pessimo e irrisolto snodo centrale di questa trilogia rivolta ai più piccoli.

Ancora una volta l'impressione è che alcuni personaggi come Selenia e Betameche non siano sviluppati e sfruttati a dovere mentre l'animazione e l'interazione tra immagini digitali e live action rimangono su buoni livelli. In compenso acquisisce importanza il personaggio di Darkos, figlio poco amato di Maltazard, rivelandosi un antagonista/spalla tutto sommato simpatico e divertente.

Per la gran parte del film la vicenda è ambientata nel mondo reale con i Minimei a interagire in questo scenario, compreso Arthur in versione piccolo popolo. Prima dell'orrendo To be continued che chiudeva l'episodio precedente in maniera a dir poco pessima, avevamo visto il temibile (ma lo sarà poi davvero?) Maltazard giungere nel mondo degli umani e passare da una statura di tre millimetri a quella di quasi tre metri. Ad Arthur, Selenia e Betamehe non rimane che cercare di impossessarsi della pozione di accrescimento di nonno Archibald per cercare di contrastare la loro nemesi ad armi pari. Purtroppo l'infido verme riuscirà ad accrescere anche un piccolo esercito di guerrieri a cavallo di zanzare giganti che metteranno a ferro e a fuoco il paesino vicino al quale i nonni di Arthur abitano. Ai tre non rimarrà che contare sull'insperato aiuto di Darkos, figlio rifiutato che in fondo in fondo è solo un ragazzone che vuol divertirsi con i suoi amici (in lingua originale doppiato da nientepopodimenoché.... lui, l'iguana, Mr. Iggy Pop).



Alcune scene d'azione sono divertenti, in particolar modo gli scontri tra i minimei e Darkos a bordo dei giocattoli di Arthur: macchinine, aeroplanini, trenini elettrici, etc... Gli attori, tra i quali anche Mia Farrow, fanno il loro dovere per rendere appetibile questa fiaba moderna soprattutto ai piccini. In fin dei conti è un vero peccato che l'episodio centrale della trilogia sia stato così deludente perché l'esordio e la conclusione della saga si sono rivelati una visione decisamente piacevole soprattutto per i bambini. Magari un adulto in solitaria non godrà particolarmente della visione ma per intrattenere i propri pargoli la storia di Arthur e dei Minimei non è niente male. Il secondo episodio potete mandarlo avanti veloce!

giovedì 25 aprile 2013

BRADI PIT 60

 Ecco, oggi in Italia siamo messi proprio come è messo il nostro Bradi.

Sono ancora disponibili diverse copie del primo libro di Bradi Pit (il secondo in uscita a breve). Viene via a 10 euro comprese le spese di spedizione. Se siete interessati potete chiedere a Giuseppe contattandolo qui: scapigliati@aruba.it



Clicca sull'immagine per ingrandire.

Aiutaci a diffondere il verbo del Bradipo linkandolo. Fallo tu perché il Bradipo fa n'caz.

martedì 23 aprile 2013

BACK TO THE ROOTS: SMITH, SMITH & SMITH

Down Hearted Blues - Spartito
Avevamo chiuso l'ultimo appuntamento con Back to the roots ascoltando Mamie Smith e la sua Crazy Blues, andiamo ora a infilare una bella tripletta con i pezzi di Bessie Smith e Trixie Smith.

Siamo nel 1922 e proprio grazie alla prima incisione di Trixie Smith iniziano a circolare nel mondo musicale le parole rock and roll, da quel momento in poi usate in vari contesti legati alla musica. Come altre cantanti afroamericane la Smith arriva dal cabaret e dal vaudeville, l'impianto del suo cantato non è certo riconducibile al rock n' roll che noi conosciamo, fenomeno ancora di là da venire. Semplicemente il titolo della canzone incisa recitava così: My man rocks me (with one steady roll). Oltre al lavoro in palcoscenico e alle incisioni musicali la Smith recitò in diverse pellicole cinematografiche comparendo anche al fianco della celebre Mae West.

L'anno successivo arriva il momento dell'incisione anche per la più popolare delle tre Smith, quella Bessie considerata tra le maggiori esponenti del blues, del jazz e della musica in generale di quegli anni. L'etichetta era la Columbia, tra i primi brani registrati compariva l'hit  Downhearted Blues. Questa e numerose altre successive incisioni valsero alla Smith il titolo di Regina del Blues e quello di Imperatrice del Blues.



venerdì 19 aprile 2013

IL SEME DEL MALE

(Pro-Life di John carpenter, 2006)

Qualche anno fà, pur non essendo un patito dell'horror, grazie alla programmazione di Fuori Orario su Rai3 mi guardai tutta la prima serie di Masters of Horror. Per chi non ne sapesse nulla il progetto coinvolgeva tredici tra i più noti registi del genere a ognuno dei quali fu affidato il compito di creare un episodio inedito di una cinquantina di minuti, nessuna connessione tra un episodio e l'altro. Un progetto d'autore che per la qualità media dei prodotti sfornati mi sembrò davvero di buon livello. Tra i nomi coinvolti Tobe Hooper, Dario Argento, Joe Dante, John Landis, John Carpenter e Takashi Miike.

Dei vari episodi proposti quelli che apprezzai maggiormente furono Leggenda assassina di Landis, un misto tra humor e horror, mix già caro al regista e la buona prova del nostro Argento con la storia di Jenifer. La perla assoluta però era firmata John Carpenter, quel Cigarette Burns - Incubo mortale capace di incutere un'inquietudine fottuta (a me poi che dagli horror riesco ancora a farmi impressionare non ve lo dico neanche). Nell'episodio in questione un cinefilo andava alla ricerca dell'introvabile pellicola dal titolo La fin absolue du Mond, film capace di indurre nello spettattore scatti di violenza incontrollabile. Un episodio a dir poco perfetto.

E' sull'onda di questo ricordo che mi sono andato a guardare Il seme del male, unico episodio della seconda stagione di Masters of Horror che ho visto, ovviamente targato Carpenter.

Diciamo subito che Carpenter, pur confezionando ancora una volta un buon prodotto, non riesce a ripetere e neanche ad avvicinarsi a ripetere il piccolo miracolo creativo compiuto nella stagione precedente, Cigarette Burns era un'altra cosa. Ciò nonostante anche Il seme del male val ben una visione.

Lungo la tipica strada isolata costeggiata da boschi una coppia di medici si imbatte in una ragazza in stato confusionale. Portata la giovane nella clinica specializzata in aborti dove i due lavorano, si scopre che la ragazza è incinta. Quest'ultima è figlia di un fanatico antiabortista, Dwayne Burcell (Ron Perlman) già diffidato per legge dall'avvicinarsi alla clinica. Mentre i medici vogliono aiutare la giovine, il padre vuole riprendersi a tutti i costi la figlia convinto di essere in missione per conto di Dio e di dover proteggere a tutti i costi il nascituro. Mentre fuori dalla clinica la situazione si fa tesa, all'interno le cose non vanno meglio. I tempi della gravidanza di Angelique e lo stato del feto non sono compatibili, inoltre la ragazza inizia a narrare una storia incredibile e le cose iniziano a diventare davvero strane.

Carpenter sceglie un argomento controverso, che dà spunti su cui riflettere, mette lo spettatore di fronte alle reazioni umane e alle brutture della nostra specie, si addentra nel sovrannaturale e ci spiazza lasciandoci a pensare chi o cosa sia realmente un mostro, quali sentimenti siano rispettabili e quali no. In fondo l'amore per il proprio bambino non ha confini ed è un sentimento senza possibilità di condanna. Ottimo Perlman come fanatico invasato, professionalità che spicca sul resto del cast poco conosciuto, qualche pecca su alcuni effetti speciali ma l'episodio regge più che bene nel suo complesso. Non sarà un altro Cigarette Burns ma pazienza, in fondo era forse chiedere davvero troppo.

giovedì 18 aprile 2013

SUPER BRADI PIT 5

E c'è ancora chi sostiene che il riscaldamento globale e l'innalzamento delle acque siano una bufala...

Tra le rovine del fantastico e dimenticato regno di Atlantide sono stati ritrovati ancuni antichi manoscritti vergati con pugno incerto in una lingua sconosciuta. Misteriosamente un'unica frase apposta in apertura di uno dei monoscritti riporta in lingua latina la dicitura "Bradipo Ergo Sum". Chiunque volesse studiare più da vicino uno dei suddetti manoscritti può riviolgersi al glottologo Giuseppe contattandolo all'indirizzo e-mail scapigliati@aruba.it tramite il quale, a 10 euro il pezzo, potrete venire in possesso di queste favolose reliquie.



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lunedì 15 aprile 2013

VISIONI 47

Poche le notizie relative a Steve Seeley reperibili in rete. Certo è che all'artista di Chicago piacciono parecchie influenze di cultura pop: i supereroi, i cartoni animati, i Masters of the Universe e via discorrendo. Usando colori tenui e mai agressivi il ragazzo riesce a mescolare per bene questi elementi a figure femminili, animali ed elementi floreali ottenendo un risultato niente male.

Ecco alcuni esempi della sua arte:

Miley and Batman



The way things were



Fighter - Tigermask




Fighter (Zone fighter)



Fighter (Bear 1)



Fighter (Lion and dog)



Fighter (Madball Ko and bird)

sabato 13 aprile 2013

GOODNIGHT SWEETHEART, WELL IT'S TIME TO GO

Ovvero buonanotte dolcezza, beh è ora di andare.

E' un bel verso per un congedo non credete? Beh, è ora di staccare, almeno un pochino. Qualcosa non gira più come dovrebbe, sono stanco o semplicemente frustrato dalla quotidianità del lavoro davvero poco entusiasmante e dalla quale non ho nè le possibilità nè la forza di uscire, le energie si disperdono nel pendolarismo, nelle piccole routine quotidiane e nella cronica mancanza di tempo (almeno quella quantità che io vorrei, perché tendo a perderne parecchio). Questo blog è stato tantissime volte un toccasana e lo è tutt'ora molto, molto spesso. E' in fondo una mia creatura (e da un po' di tempo anche di Giuseppe) e allo stesso tempo è un po' la creatura di tutti quelli che passano di qui, leggono, giocano, chiacchierano, salutano etc., etc... La cosa mi dà parecchie soddisfazioni, non lo nego, ed è anche l'unico sfogo creativo presente nella mia vita. Mi piace fare un sacco di cose: leggo (ma non scrivo), ascolto musica (ma non suono), mi piace il cinema (ma non recito, e qui credo di essere in buona compagnia :), amo i fumetti (ma non disegno), insomma l'unico sfogo attivo, da protagonista diciamo, è questo piccolo spazio sul web.

Voglio semplicemente provare a dedicare quell'oretta/oretta e mezza che dedico quando riesco al blog nel pomeriggio a qualcos'altro.

La Firma Cangiante non sparirà, troverete il Bradi Pit tutti i giovedì (tenete d'occhio anche il blog dell'Orablù, qualche sorpresina dovrebbe arrivare anche lì), inoltre mi rimane del tempo la sera che potrei riuscire a investire nel blog, corsi d'inglese permettendo. Semplicemente i post si diraderanno un pochino (trend in parte già in atto), magari compariranno un po' di più quegli appuntamenti che non mi richiedono un impegno forte, come la creazione delle manches di 10 volti ad esempio, forse sfrutterò un po' di più i week-end o... chi lo sa, come al solito non ho le idee molto chiare.

Almeno per un periodo si rallenterà, Bradi Pit docet, voi continuate a tenerci d'occhio così non ci rilasseremo troppo.

Alla prossima.



giovedì 11 aprile 2013

BRADI PIT 59

Nella giungla l'imprevisto è sempre dietro l'angolo, il pericolo incombe, le specie si evolvono...

Sono ancora disponibili diverse copie del primo libro di Bradi Pit (il secondo in uscita a breve). Viene via a 10 euro comprese le spese di spedizione. Se siete interessati potete chiedere a Giuseppe contattandolo qui: scapigliati@aruba.it



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mercoledì 10 aprile 2013

PARANOID PARK

(di Gus Van Sant, 2007)

Film glaciale questo di Gus Van Sant, davanti all'obiettivo del regista, come già successo in Elephant, ancora una volta adolescenti e disagio. In questo caso un adolescente, Alex (Gabe Nevins).

Seppur scandito da una tragedia, l'incedere di Paranoid Park si differenzia parecchio da quello di Elephant nonostante alcuni elementi fondamentali siano comuni ad entrambi i film del regista. La violenza gratuita e ingiustificata perpetrata dai ragazzi protagonisti di Elephant ai danni dei loro compagni di scuola è assente in questo film di Van Sant, qui un disagio di fondo collide solo accidentalmente con la tragedia. Ad essere nuovamente sotto esame sono l'assenza di emozioni, di felicità e la gestione di questa assenza riflessa nei rapporti umani e nelle situazioni, le più difficili, che la vita può presentarti. Proprio da uno scossone a volte possono nascere crescite e cambiamenti, riflessioni e aperture.

Alex è un adolescente di Portland con una coppia di genitori in crisi che stanno per separarsi, un fratello più piccolo, una ragazza davvero carina e la passione per lo skate che condivide con l'amico Jared (Jake Miller). Un giorno i due ragazzi si organizzano per andare a Paranoid Park, luogo di ritrovo di skaters ed emarginati di varia natura. Un posto dove si può assaporare aria di libertà ma anche un luogo fuori dagli schemi, quelli sicuri della quotidianità. Proprio da qui, a causa di qualcosa che da qui prende il via, si innescherà per Alex una fase di cambiamento, di lotta interiore che potrebbe infine scacciare anche l'apatia e far trovare al protagonista una sorta di rinascita che ai ragazzi di Elephant era stata negata.

La messa in scena di Van Sant è molto fredda, supportata dalla scelta dei colori e delle immagini, spesso dalla musica e dai rumori di sottofondo in particolar modo nelle scene ambientate sulle rampe di Paranoid Park. Eppure qualche sprazzo di vitalità c'è, anche in quei corridoi della scuola dai quali ormai ci aspettiamo il peggio proprio grazie alle sequenze dell'altro film del regista, quello dove la speranza era totalmente bandita. Le scelte di stile sono funzionali alla storia e ai contenuti, un distacco emotivo coinvolge anche lo spettatore che fà difficoltà a entrare in contatto con il protagonista. Forse in questo caso è anche giusto così. Ancora una volta non c'è da stare allegri, ma se volete vedere il bicchiere mezzo pieno questa volta Van Sant vi dà la possibilità di farlo.

E' una scelta personale, etica se vogliamo, su cosa è giusto e cosa no, sul valore di una vita spezzata, sul valore di una possibilità di redenzione, sul futuro negato e su quello nuovo, appena ottenuto. Sono i primi piani stretti a comunicare i dilemmi, la tensione interiore di Alex, i sentimenti poco esposti sui quali però non si può far a meno di riflettere.

lunedì 8 aprile 2013

MARVEL VINTAGE 17 - MOTION PICTURE FUNNIES WEEKLY

Puntate precedenti

Cover di Flichock o di Schwab?
Come accennato la volta scorsa, da questo appuntamento di Marvel Vintage si cambierà un po' la formula dei post dedicati alla storia della Marvel Comics, parliamo dei tempi in cui la casa editrice si chiamava ancora Timely Publications. Finora abbiamo visto per sommi capi le varie proposte, i vari generi e le diverse pubblicazioni ideate dalla casa editrice di Martin Goodman dal 1939 al 1951, anno in cui la casa editrice cambiò nome in Atlas Comics. Ora torniamo nuovamente agli esordi per vedere se è possibile approfondire alcuni argomenti, trovare nuove immagini o semplicemente divertirsi a scovare nuove curiosità su personaggi ormai dimenticati e alcune su quelli più celebri e amati.

Come già detto in passato, a dare simbolicamente il via alla produzione della Timely fu l'albetto Motion Pictures Funnies Weekly del 1939, rivista gratuita destinata alla distribuzione nei cinema che vide però una sola uscita stampata in una tiratura limitatissima. Le informazioni che si hanno sulla sua pubblicazione sono arrivate ai giorni nostri grazie al ritrovamento di sette copie di questo albo durante una vendita privata risalente al 1974.

All'epoca, i contenuti degli albi non erano ancora creati direttamente da uno staff di autori facenti capo alla Timely bensì da un collettivo esterno che realizzava fumetti su commissione per altre case editrici. L'agenzia era la newyorkese Funnies Inc. fondata da Lloyd Jacquet, all'epoca art-director della Centaur Publications. Tra le fila dell'agenzia di creativi si annoveravano nomi come Carl Burgos, Bill Everett e anche quello dello scrittore Mickey Spillane, tutti artisti che collaboravano con la Funnies Inc. in qualità di free-lancer.

L'importanza di questo albetto di 36 pp. in b/n, che non uscì per la Timely ma targato appunto Funnies Inc., sta nelle otto pagine che vedono l'esordio di Namor il Sub-Mariner creato da Bill Everett, personaggio che diventerà uno dei tre portabandiera della casa editrice di Goodman nei suoi primi anni di vita. Oltre alle poche copie ritrovate, dell'albo si conoscono anche le illustrazioni che avrebbero dovuto diventare le cover dei successivi tre numeri purtroppo mai pubblicati.

Cover di Martin Flichock

Nasceva così nell'aprile del '39, il primo supereroe della Marvel Comics, un caratteraccio che imperversa ancor oggi in numerosi fumetti della casa delle idee, attualmente tra le fila degli X-Men. Qualche altra notizia sui contenuti dell'albo: esordio anche per American Ace di Paul J. Lauretta e per le strip di Spy Ring a opera di Jay Fletcher, Kar Toon and his Copy Cat di Martin Flichock e Jolly the Newsie di George Peter.

Martin Flichock e Fred Schwab si contendono la paternità della cover dell'unico albo andato in stampa mentre le cover dei numeri 2 e 4 sono Flichock e quelle del terzo di Max Neill. Nonostante le notizie più facilmente reperibili (Wikipedia, Marvel Wikia, etc...) riportano a questo Motion Pictures Funnies Weekly 1 la prima apparizione di un personaggio della Marvel Comics, alcune fonti mettono in discussione questa affermazione sostenendo la causa di Marvel Comics 1, ufficialmente datato ottobre 1939 e nel quale compare la stessa storia di Namor estesa di ulteriori quattro pagine stampata però a colori.

Cover di Max Neill

 
Cover di Martin Flichock

Per gentile concessione di un possessore dell'albo, di cui circolano 6 o 7 copie al massimo, è possibile ammirare l'intera e rarissima storia di Namor ad opera di Bill Everett. Qui il forum dal quale proviene il materiale che allego qui sotto.























Continua...

giovedì 4 aprile 2013

LA COMPAGNIA DEL TEMPO

(In the garden of Iden di Kage Baker, 1997)

Perplesso. Non saprei come meglio definire il mio stato d'animo dopo aver concluso la lettura di questo romanzo. Grazie alla segnalazione di Luigi scoprivo qualche tempo fà che all'interno della collana mensile Urania nasceva una sottoetichetta chiamata semplicemente I Capolavori atta a ristampare romanzi significativi ormai fuori catalogo, una serie di recuperi orientati per lo più verso opere non troppo datate. Questo La compagnia del tempo è proprio il romanzo che ha l'onere e l'onore di inaugurare questa nuova e lodevole iniziativa.

Faccio una premessa doverosa esplicitando il fatto di non essere un assiduo frequentatore della letteratura di fantascienza, i miei parametri di paragone sono quindi scarsi per quel che riguarda la letteratura di genere (di questo genere si intende), solo un po' meno scarsi sulla lettura/letteratura tout-court.

Perplesso dicevo, ma perché? Probabilmente i fattori scatenanti perplessità sono due: in primis il fatto che mi aspettavo un romanzo decisamente diverso, problema sicuramente mio, in secundis l'dea errata di andare a leggere opere cardine della science fiction, trascurando il fatto che, appunto, le ristampe sono dedicate a opere più o meno moderne. Ancora problema mio direi.

Aspettative a parte, il romanzo della Baker, il primo del ciclo della Compagnia, è considerato un caposaldo della SF americana come sottolineato anche nell'editoriale del numero in questione di Urania. In linea generale diciamo che dall'esordio di un'iniziativa del genere mi aspettavo sicuramente di più. La compagnia del tempo sembra più un romanzo storico con qualche accenno a tematiche sci-fi che stanno alla base del racconto e dell'universo narrativo creato dalla Baker ma non ne sono la caratteristica predominante.

La Compagnia del titolo è la Dr. Zeus, un'organizzazione che in un remoto futuro ha scoperto i segreti dell'immortalità e del viaggio nel tempo.  La Compagnia seleziona alcuni umani e li trasforma in immortali, li educa e li rispedisce indietro nel tempo per garantirsi ricchezze e vantaggi e per offrire all'umanità del futuro possibilità smarritesi ormai nel corso delle epoche passate. Nel romanzo seguiamo le gesta di una piccola squadra della Compagnia composta da un facilitatore, Joseph, una zoologa e una botanica, la giovane Mendoza, sottratta in tenera età alle grinfie dell'Inquisizione Spagnola proprio grazie all'intervento della Compagnia. Nell'anno 1555 i tre si recano in Inghilterra presso la dimora di Sir Walter, proprietario di un giardino botanico fornitissimo dal quale Mendoza dovrà prelevare erbe e piante curative ormai introvabili nel ventiquattresimo secolo. Qui la giovane farà la conoscenza di Nicholas, intelligente servitore del padrone di casa, con il quale inizierà una relazione amorosa immortale/mortale.

Il racconto scorre bene, niente da dire, linguaggio semplice, momenti di noia praticamente assenti, etc., di contro non emoziona e non regala accadimenti degni di nota, il lato fantascientifico che ci si aspetta da un romanzo di fantascienza (perché ce lo si aspetta, non è così?) è relegato a mero contorno, più interessanti sono i risvolti storici legati alla religione, ai contrasti tra cattolicesimo e protestantesimo alle eresie e all'Inquisizione e finanche alla storia d'amore sui generis tra Mendoza e Nicholas (sui generis all'insaputa di quest'ultimo).

La lettura è scivolata via come un bicchiere d'acqua fresca bevuto però quando non stai proprio morendo di sete, non so se mi spiego. Per la partenza di questo nuovo progetto mi sarei aspettato qualcosa di più significativo invece il primo episodio di questa saga non solo verrà da me dimenticato presto ma non mi invoglia neanche a tenere d'occhio le prossime ristampe dedicate all'opera della Baker. Vediamo cosa ci proporrà la collana per le prossime uscite, attendo consigli da chi è più preparato di me sull'argomento.

Kage Baker

SUPER BRADI PIT 4

"Brhulk vuole solo essere lasciato in pace". "Stupidi giaguari continuano ad attacare Brhulk, ma Brhulk è il più forte che c'è". "Nessuno può sconfiggere Brhulk, Brhulk Spacca!". "E più gli stupidi giaguari attaccano Brhulk più Brhulk si arrabbia e più Brhulk si arrabbia più diventa forte". "Brhulk non vuole più trasformarsi nel debole Giuseppe, Brhulk vuole restare solo". "Nessuno vuole bene a Brhulk".

Nel laboratorio dove il debole Giuseppe porta avanti i suoi studi sui raggi delle ruote delle biciclette sono stati trovati alcuni volumi dell'ormai storico Bradipo Ergo Sum. Se qualcuno volesse accaparrarsi il cimelio contatti il debole Giuseppe all'indirizzo scapigliati@aruba.it
Se Brhulk non lo spaccherà prima il debole Giuseppe vi spedirà il tutto alla modica cifra di dieci euri dieci.


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martedì 2 aprile 2013

10 VOLTI (11)

Pronti a giocare ancora una volta? Allora, questa manche presenta una media difficoltà, volti non di primo piano ma sicuramente noti, o visti almeno una volta, dalla maggior parte di voi. Vediamo chi sarà il più veloce a riconoscere personaggi tra presente e passato.

La situazione al momento è questa:
01 La Citata 16 pt.
02 Bradipo 15 pt.
03 Luigi 8 pt.
04 Urz 7 pt.
05 L'Adri 7 pt.
06 Vincent 7 pt.
07 Morgana 7 pt.
08 Poison 5 pt.
09 Umberto 4 pt.
10 Cannibal Kid 3 pt.
11 Elle 3 pt.
12 Viktor 2 pt.
13 Frank Manila 2 pt.
14 Beatrix Kiddo 1 pt.
15 Evil Monkeys 1 pt.
16 Zio Robbo 1 pt.
17 Luca Lorenzon 1 pt.
18 Blackswan 0 pt.
19 Babol 0 pt.
20 El Gae 0 pt.
21 M4ry 0 pt.

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