sabato 29 giugno 2013

LA FORESTA DEI PUGNALI VOLANTI

(Shi miàn mai fu di Zhang Ymou, 2004)

Il Wuxiapian non deve essere un genere facile da gestire, il rischio di creare sequenze soporifere o quantomeno eccessivamente lente sembra essere sempre in agguato in pellicole appartenenti a questo filone. In questo caso il regista cinese Zhang Ymou riesce a ottenere un buon equilibrio tra azione, coreografie, immagine, phatos, epica e sentimento. C'è da dire che durante le due ore di durata del film qualche calo di ritmo non manca ma nel complesso l'esito finale non si può che valutare in maniera positiva.

Siamo in Cina in un'epoca non ben definita che potrebbe situarsi tra il 600 e il 900 circa. L'imperatore è osteggiato da una fazione ribelle conosciuta con il nome di Pugnali volanti (ma sarebbe andato bene anche lame rotanti e forse avrebbe fatto più figo), un gruppo pressoché invisibile e inafferabile che contesta il despotismo dell'imperatore.

Due ufficiali dell'impero, Leo (Andy Lau) e Jin (Takeshi Kaneshiro) si incaricheranno di portare a termine un piano per sgominare la temibile organizzazione avversaria.  Sarà proprio Jin, tentando di sedurre la ballerina cieca Mei (Zhang Ziyi) sospettata di essere affiliata al misterioso clan, a provare a rintracciare i Pugnali volanti.

Quel che colpisce fin da subito è la scelta visiva fatta da regista, scenografi, costumisti e fotografi. Splendide location immerse in un'esplosione di colori, tonalità e dettagli che ci trasportano magicamente in un'era e in una cultura per noi davvero lontane, una vera gioia per gli occhi, per gli appassionati d'oriente e anche per i curiosi.

Le coreografie degli scontri e delle danze sono ben equilibrate, vengono ovviamente infrante senza spiegazione alcuna diverse regole della fisica ma questa è una particolarità insita nel wuxia, ciononostante nessuna delle coreografie risulta troppo azzardata da rasentare il ridicolo. Il fascino di film come questo sta proprio lì, nelle immagini, nei movimenti e in quel respiro epico e romantico che intinge la storia dall'inizio alla fine. Personaggi capaci di determinazione infinita, immane sacrificio e dedizione. Non mancheranno in uno svolgimento canonico alcuni colpi di scena mai però veramente spiazzanti.

Il film naviga verso il suo epilogo grazie alla recitazione dei tre protagonisti principali ma soprattutto grazie all'intensa storia d'amore tra cacciatore e preda. Perché ne La foresta dei pugnali volanti volano mazzate e sangue (ma neanche poi tanto) ma in definitiva di una grande storia d'amore si parla.

4 commenti:

  1. Risposte
    1. Tra l'altro è il primo che vedo di Zhang Ymou, dovrò procurarmi altro.

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  2. Io trovo questo film bellissimo esteticamente ma... non so, gli amnca qualcosa... per me molto meglio Hero!

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    1. Hero mi manca, devo tentare il recupero allora. Questo l'ho trovato davvero un buon film tenendo ben presente che non sono nè esperto nè particolarmente appassionato del genere wuxia. Qualche passaggio a vuoto, un po' lunghetto forse, però nel complesso non mi è affatto dispiaciuto.

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