mercoledì 3 luglio 2013

A-Z: AIR - MOON SAFARI

Date retta a un ignorante. A volte le frasi fatte assumono sfumature diverse dal solito. Nel senso. Se state leggendo questo post nel quale tenterò di esprimere un'opinione sul debutto degli Air allora date retta a un ignorante. La prima frase non è da intendersi in senso imperativo. E' che state proprio dando retta a un'ignorante. Nel senso che finché si parla di rock e derivati ancora ancora.... ma qui con l'elettronica... non so, giusto per infilare qualche impressione ma senza conoscere le basi.

In fondo avevo promesso che avrei parlato un po' di tutto quel che mi capitava di ascoltare, così, eccoci qui.

Moon Safari è il debutto (o quasi) degli Air, duo parigino composto da Nicolas Godin e Jean Benoit Dunckel, arrivato sugli scaffali dei negozi di dischi nel 1998. I due ragazzi francesi, da subito ben accolti dalla critica, compongono un album dai sapori elettronici decisamente retrò, piacevole e di facile ascolto, prevalentemente improntato a suoni languidi e seducenti. Fin dalla prima traccia la sensazione è quella di delicato e suadente relax al ritmo di un elettropop ammaliante e distensivo dal suono quasi confidenziale. Sette minuti che introducono Sexy boy, uno dei brani più conosciuti che prende forma grazie a un attacco più acido e alla voce sensuale di Beth Hirsch che declama versi soavi e di scarsa sostanza in un flessuoso francese. Ah, che bella lingua il francese. L'album scorre all'insegna dell'easy-listening mischiando suoni classici a quelli elettronici in un miscuglio ben calibrato di musica e parole, di inglese e francese, atmosfere leggiadre e ritmi ciclici come quelli di Kelly watch the stars, brano ispirato dalla bella Kelly Garrett, la Jacklyn Smith di Charlie's Angels. Synth, chitarre acustiche, vocoder e basso fino ad arrivare ad aperture sinfoniche che richiamano echi western e score cinematografici come in Talisman (sembra che il duo dichiari addirittura debiti nei confronti di Morricone).

Non mancano episodi più ritmati o propriament poppeggianti come nel brano You make it easy che pare un estratto da un album di qualche cantautrice del ventennio precedente, il testo del brano è della stessa cantante Beth Hirsch tra l'altro. Piccolo mistero, che qualcuno di voi potrà sicuramente dipanare, attorno alla strumentale Ce matin la, pezzo che traspira buon umore e gioia capace di restituire davvero la sensazione di un felice risveglio in una giornata di sole, pezzo che in vari siti internet ho trovato corredato di tanto di testo e che a me risulta esserne completamente privo. Si rallenta ancora, forse troppo, prima del finale che chiude in maniera ottima un disco di sicuro interesse.

Ammetto che questo Moon Safari non rientra nei miei ascolti abituali ma non posso che riconoscerne il valore ora che mi ci sono concentrato con attenzione maggiore, in fondo non di solo rock vive l'uomo, qualche digressione possiamo pure concedercela.




Moon Safari, 1998 - Source/Virgin Records

Jean Benoit Dunckel: sintetizzatori, tastiere
Nicolas Godin: basso, chitarre, voce, violoncello, batteria, armonica, percussioni
P. Woodcock: chitarra acustica, tuba
Marlon: batteria
Beth Hirsch: voce
Eric Regert: organo

Tracklist:
01 Le femme d'argent
02 Sexy boy
03 All I need
04 Kelly watch the stars
05 Talisman
06 Remember
07 You make it easy
08 Ce matin la
09 New star in the sky
10 Le voyage de Penelope

8 commenti:

  1. I due singoli, Sexy Boy e Kelly Watch the Stars erano veramente fighi. Anche il pezzo principale che c'era nella colonna sonora del film della Coppola, Il giardino delle vergini suicide, era un gran bel sentire. X me gli Air si fermano lì.
    Eh si, forse anch'io sono un inguaribile rockettaro.

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    1. Io non conosco neanche il lavoro che hanno fatto per Sofia Coppola, sono fermo a questo Moon Safari

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  2. capolavoro assoluto, senza dubbio alcuno!

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  3. Gli Air non sono solo musica elettronica. Sono anche pop, indie rock, ambient. Ci sono persino degli echi club dance. Moon Safari in particolare è un grande album di debutto, riconosciuto come uno dei migliori della fine degli anni '90.
    Negli anni successivi hanno un po' "sdato" e si sono persi. Ma negli ultimi anni hanno dato vita ad un altro paio di gioielli come Pocket Symphony e Le Voyage Dans la Lune.
    Comunque evviva. Adesso volgio La Firma Cangiante sul pezzo, pronto all'ascolto di altra musica del genere :)

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  4. Anch'io sono tra quelli che rimasero "fulminati" da questo disco d'esordio.
    E anch'io penso che – probabilmente – restò un disco insuperato dai seguenti, anche se Love 2 sembra rialzare un po' la testa.
    Di certo, è mancato il singolo capace di trascinare gli album, come era accaduto per Moon Safari.

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    1. Effettivamente qui i singoli, come dice anche L'Adri, erano davvero fighi!

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