venerdì 17 gennaio 2014

I MAGNIFICI SETTE

(The magnificent seven di John Sturges, 1960)

Calvera: In quanti siete qui nascosti?
Chris: In quanti bastano.
Calvera: Un nuovo muro.
Chris: Ce n'è più di uno, tutto intorno.
Calvera: Non mi impediranno di entrare qui.
Chris: Ma ti impediranno di uscirne.
Calvera: Lo sentite? Siamo presi in trappola... tutti e quaranta. Da questi tre, o forse sono quattro? Non possono averne assoldati di più.
Harry: Noi ci vendiamo all'ingrosso.
Calvera:  Cinque. Anche cinque non ci daranno molta noia.
Chris: Non ti daranno noia... se te ne vai.
Calvera: Andarmene? Io devo svernare sulle montagne, dove trovo da mangiare per i miei uomini?
Chico: Prova a comprarlo!
Bernardo: Oppure coltiva la terra!
Calvera:  Sette. No, non è il modo più pratico per procurarsi il cibo.
Chris:  Il commercio del cibo a noi non interessa.
Vin: Noi vendiamo piombo.
Calvera:  Anch'io. Trattiamo la stessa merce, eh?
Vin: Solo come concorrenti.

Il commercio del cibo a noi non interessa. Noi vendiamo piombo. A chi non piacciono scambi di battute come questo? Smargiassate piazzate sempre nel momento più opportuno. Nonostante I magnifici sette sia un film sicuramente imperfetto, come si può non apprezzarlo? Siamo a metà strada tra il western classico e il western più moderno, quello dei vari Leone o Peckinpah. La lotta contro l'indiano cattivo ce la siamo già abbondantemente lasciata alle spalle ma non siamo ancora entrati a piene mani dentro quella spirale di violenza, avidità e lerciume che contaminerà il genere da lì a poco. Qui ci sono ancora l'amicizia virile, il rispetto e soprattutto l'onore. Anzi l'Onore, e non potrebbe essere altrimenti avendo questo film come base una delle opere più celebri del maestro Kurosawa: I sette samurai.

Un film imperfetto, come dicevo, nelle scelte e nelle decisioni dei protagonisti, dure da accettare per chiunque. Ma forse gli uomini d'allora erano diversi da noi e soprattutto forse una loro parola valeva più di molto denaro.



Un villaggio di contadini messicani viene sistematicamente depredato dalla banda di Calvera (Eli Wallach). Stanchi dei soprusi, i contadini mandano una piccola delegazione in cerca di pistoleri a pagamento che possano difendere il villaggio. Per loro fortuna si imbattono molto presto in Chris (Yul Brinner) e Vin (Steve McQueen), coppia di pards appena formatasi in seguito alla riparazione di un torto. Tutto quello che i contadini hanno da offrire è un ingaggio di venti dollari per un lavoro che potrebbe durare sei settimane e costare la vita a qualcuno. Chris accetta l'incarico schierandosi con i deboli contadini e inizia un'opera di reclutamento che porterà al gruppo altri cinque elementi: l'infallibile Britt (James Coburn), il sanguemisto Bernardo (Charles Bronson), l'amico Harry (Brad Dexter), l'esperto Lee (Robert Vaughn) e il giovane Chico (Horst Buchholz).

Nonostante Sturges non sia né PeckinpahLeone e la scrittura dei personaggi presenti alcuni passaggi non totalmente credibili, il regista può però contare su un cast di prim'ordine che mette in campo la giusta miscela di caratteri e che permette di portare a casa il lavoro con un risultato davvero buono. L'eleganza e la freddezza di Brynner si mescolano alla perfezione con il piglio un po' guascone di McQueen e con l'icredula sagoma di Dexter che interpreta un amico di Chris convinto che questi abbia accettato l'incarico con un secondo fine: una miniera d'oro, un bottino, qualcosa, un leit motive che andrà avanti fino al finale in gran parte tragico. E ancora il buon Bronson, l'amico dei bambini e l'esperienza ormai logora e sfinita di Vaughn in contrapposizione all'irruenza giovane di un Buchholz in cerca del suo posto come personaggio e come attore (qui all'esordio). Per un film come questo un cast in stato di grazia con un Brynner che conoscevo poco e che ho trovato estremamente convincente.

Quando i valori significavano ancora qualcosa, presi e immersi nell'epica e nel mito della frontiera. Poi insomma, sono sette, non volete sapere alla fine chi rimane in piedi?

Brynner, McQueen, Buchholz, Bronson, Vaughn, Dexter, Coburn

2 commenti:

  1. il SETTE è un numero magico e il mondo del cinema lo sa
    Sette samurai, Sette nani, Settimo sigillo, Settimo cielo, la Settima croce, la Settima alba, Sette giorni a maggio, i Sette minuti che contano ecc fino al capolavoro assoluto: SEVEN (1995)

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    Risposte
    1. Però di Settimo cielo c'è anche il serial tv che è A-T-R-O-C-E!!!!!

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