lunedì 19 maggio 2014

LA FINE DEL MONDO

(The world's end di Edgar Wright, 2013)

Si dice che tre sia il numero perfetto.

Tre come i motori del film: Edgar Wright, regista e co-sceneggiatore, Simon Pegg co-sceneggiatore e attore e Nick Frost, probabilmente (non) solo attore. E questo è un tre che funziona maledettamente bene, i tre amici si divertono e mettono l'anima nei loro progetti garantendo alle loro pellicole quell'alto tasso di cazzonaggine indispensabile in operazioni come questa. Il divertimento per lo spettatore è garantito.

Tre come trilogia, quella del cornetto, che con questo La fine del mondo giunge alla sua naturale conclusione dopo averci offerto altri due ottimi capitoli: L'alba dei morti dementi e Hot fuzz. E anche qui direi tutto bene, almeno nel complesso.

Tre come terzo colpo, quello che va a concludere la trilogia, nella fattispecie il film di cui parliamo oggi. Qui le cose vanno un pochino meno bene, la trilogia molto riuscita nel suo complesso, trova una lieve battuta d'arresto con The world's end che indubbiamente si rivela qualitativamente al di sotto dei due capitoli precedenti.

Passiamo al dodici, comunque divisibile per tre, come i pub che compongono il Golden Mile: The first post, The old familiar, The famous cock, The cross hands, The good companions, The trusty servant, The two headed dog, The Mermaid, The beehive, The king's head, The hole in the wall, The world's end.

Proprio al Golden mile guarda la nostalgica impresa che l'ormai quarantenne Gary King (Simon Pegg) decide di (ri)tentare insieme ai suoi vecchi compagni d'infanzia: finire il giro dei dodici pub bevendo una pinta in ognuno di questi fino al compimento dell'impresa, già fallita anni prima, tra le quattro mura del The world's end. Ma Gary è l'unico della compagnia a essere rimasto un completo cazzone. Andrew (Nick Frost) ha una buona posizione e da tempo ha abbandonato l'alcool, Oliver (Martin Freeman) e Steve (Paddy Considine) sono nel campo immobiliare, anche il timido Peter (Eddie Marsan) ha trovato il suo posto all'interno dell'attività del padre. E' proprio Gary quindi a essere l'unico veramente interessato all'impresa, unico obiettivo che possa dare alla sua vita un minimo di seppur sconsiderata concretezza.

Durante l'alcolico tour vengono fuori ricordi, insoddisfazioni e anche un'inquietante verità: la cittadina di Newton Heaven è sotto assedio.



Ci si diverte con La fine del mondo ma come accennavo in precedenza questa chiusura del cerchio non è all'altezza delle aspettative. Il protagonista principale, Simon Pegg, offre una prova decisamente sopra le righe, sempre, tale da apparire finanche esagerata, di contro risulta molto meno coinvolgente l'apporto di Nick Frost alla riuscita complessiva del film. Non ha aiutato la scelta di utilizzare un cast così allargato, scelta che tra l'altro spreca anche un po' attori come Martin Freeman ad esempio e che probabilmente ha tolto spazio all'irresistibile duo già conosciuto nei due film precedenti.  E' proprio nel momento in cui si sconfina nel genere, quello della fantascienza, che il film scema un po' andandosi a perdere in scontri e scene movimentate eccessive e non necessarie. Non mancano le citazioni e le strizzate d'occhio ai fan della fantascienza e agli stessi fan della trilogia, non ci sarebbe stato male neanche l'inserimento nel miglio dorato del Winchester pub.

Certo è che la parte più interessante e coinvolgente è proprio quella iniziale che punta sulla nostalgia, sull'amicizia virile di compagni che si ritrovano dopo tanto tempo, sul sentimento d'inadeguatezza nei confronti di una società che impone a tutti gli stessi parametri e esclude chi non segue i binari tracciati da altri, sulla crisi di mezza età, sull'insoddisfazione e via dicendo... giocare su questi elementi avrebbe forse portato un risultato più apprezzabile anche se avrebbe forse troppo snaturato l'idea alla base della trilogia.

Con La fine del mondo due risate sono garantite, rimane un po' di amaro in bocca per una chiusura che poteva regalarci sicuramente molto, molto di più.

Freeman, Considine, Pegg, Frost, Marsan

4 commenti:

  1. 3 is a magic number.

    il film comunque a me è piaciuto parecchio, anche più degli altri due cornetti

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    1. Posso accettare che qualcuno possa preferirlo a Hot Fuzz e non è il mio caso, però L'alba dei morti dementi era su un altro pianeta :)

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  2. Gli extra davano qualche spunto in più al film, cose che durante la proiezione di sabato ci erano sfuggite... .
    Cmq, il capolavoro rimane Shaun of the dead, gli altri due magari se la giocano x la seconda piazza.
    E comunque La Fine del Mondo ha una colonna sonora pazzesca che solo chi è imberbe e nei primi anni '90 ascoltava metal da quattro soldi o pop decerebrato non può apprezzare... .
    Scherzo, neh!

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    1. Non mi sento affatto toccato dalla tua ultima affermazione :)

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