lunedì 23 giugno 2014

IL FANTASMA DI ANNA NEVER

(di Tiziano Sclavi e Corrado Roi)

Al quarto appuntamento mensile il nostro Dylan aveva visto già di tutto, dagli zombi al maligno, dall'assassino seriale ai lupi mannari, non potevano quindi mancare all'appello le figure fantasmatiche solo accennate nel secondo numero della collana. Sembra andare a colmare la lacuna, se così vogliamo chiamarla, la sceneggiatura di Tiziano Sclavi che in questo numero si avvale in fase di disegno della mano magica di Corrado Roi.

L'attore Guy Rogers ha una strana visione, il fantasma di una bellissima ragazza bionda che attraversa i muri di casa sua, un moderno appartamento londinese. Guy è un forte bevitore che sta tentando di smettere, ma quella sera non ha toccato né bicchiere né bottiglia, non di meno la ragazza fantasma torna a comparire solo per essere fatta a pezzi sotto gli occhi dell'attore che, ormai terrorizzato, in un momento di grande confusione riesce a chiedere aiuto al suo amico Dylan Dog. Ma allo strano evento non sembra esserci spiegazione plausibile, l'indagatore dell'incubo, giunto sul posto, troverà tutto in ordine e lo strano caso verrà archiviato come una sorta di incubo o allucinazione. Questo fino a che, durante le riprese di un film horror, Guy non incontrerà la goffa attrice Anna Never, identica in tutto e per tutto al fantasma che fece visita all'attore solo qualche giorno prima.

Sono almeno tre i punti di forza dell'albo in questione. Primo fra tutti l'alternarsi di realtà e irrealtà, il passaggio continuo tra quotidiano, suggestione, finzione e sogno che crea il giusto mix per una storia più che gustosa. Poi il personaggio di Anna Never, un'attrice bellissima ma allo stesso tempo talmente goffa da essere capace di creare disastri a ruota continua, chi potrebbe resisterle? Attrice, tra l'altro, mediamente cagna, prontamente apostrofata da Groucho con un bel "cara collega, anche voi siete qui per distruggere gli studios?". Infine il tratto di Roi capace di unire in maniera pregevole realismo e situazioni surreali per il più bel Dylan visto fino a questo momento.

Nel corso della storia non mancheranno quei cambiamenti di prospettiva che rendono storie solo all'apparenza scontate ben delineate e congeniate. Con Il fantasma di Anna Never la serie trova ancora una volta un bell'episodio e allo stesso tempo uno di quei personaggi capaci di ritagliarsi in piccolo posto nella storia della stessa.


6 commenti:

  1. I bei tempi di DYD, quando le storie erano ben congeniate, ben scritte e magnificamente disegnate da uno strepitoso Roi! Tempi in cui il fumetto faceva il suo: intratteneva, divertiva e affascinava, senza esser troppo pedante, ripetitivo, pretenzioso o noioso e i personaggi eran proprio belli. Ma erano i primi numeri... Belli anche i tempi in cui leggevo questi numeri! No, non erano gli anni '80, molto dopo, ma ho lo stesso un bellissimo ricordo legato alla scoperta e alla lettura dei primi DYD.

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    1. Eh, si, bei tempi. Io a DD arrivai molto più tardi, non di meno i ricordi legati alle prime letture rimangono comunque impressi. Roi aveva davvero una mano d'oro.

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  2. Si, questo albo storico è da ricordare soprattutto per l'esordio di Corrado Roi in casa Bonelli. All'epoca il suo segno "suonava" davvero particolare.

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  3. Battesimo "di sangue" per Corrado Roi! Il Roi che preferisco viene qualche anno dopo, qui ugualmente ha fatto un ottimo lavoro nel mescolare realtà e allucinazioni. Il suo tracciare le scene umoristiche, poi, aggiunge un che di ulteriormente surreale all'insieme.
    Sebbene Anna Never sia un po' esagerato come personaggio, buona storia, che in quel periodo era la norma, salvo qualche caso sporadico e penso comunque soggettivo.

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    1. Roi lasciava veramente il segno, l'ho apprezzato moltissimo anche di recente con le splendide tavole realizzate su Ut.

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