venerdì 4 luglio 2014

SCONTRO DI CIVILTA' PER UN ASCENSORE A PIAZZA VITTORIO

(di Amara Lakhous, 2006)

Libro agile e piacevole questo dello scrittore algerino Amara Lakhous che in maniera divertente e leggiadra ci parla di temi importanti e sempre attuali come quelli dell'immigrazione, dell'integrazione e del razzismo. Ma ci parla anche di conoscenza e solidarietà, di amore e di dolore.

Il libro ha una struttura schematica e funzionale, la vicenda narrata, se così la vogliamo chiamare, è divisa in verità e ululati. Proprio così: verità e ululati. E le verità sono tante perché, come nella vita reale, quella di tutti i giorni, per ogni accadimento ognuno ha la propria verità e a ognuna di queste verità fanno seguito gli ululati di Amedeo, perno centrale intorno al quale ruotano le verità dei condomini dello stabile di piazza Vittorio a Roma, quello dell'ascensore del titolo.

Ascensore che è pomo della discordia e causa di continui bisticci tra i condomini stessi, ognuno con una cultura diversa da quella degli altri, diverso modo di pensare e diversa origine. E' proprio nell'ascensore che verrà trovato morto Lorenzo Manfredini, il Gladiatore, ambiguo personaggio che stava sul gozzo un po' a tutti quanti. Il delittuoso avvenimento coincide con la sparizione di Amedeo, di contro la persona unanimamente più benvoluta da tutti i condomini.

Proprio su questi due fatti vertono le spesso colorate verità dei vari personaggi magistralmente tratteggiati da Lakhous: il malinconico iraniano Parviz, malato di nostalgia con la tendenza ad affogare la stessa nell'alcool, la portinaia napoletana Benedetta Esposito, un po' razzista, un po' ignorante e intimorita dal potenziale guasto dell'ascensore, il bengalese Iqbal perseguitato dal suo stesso nome, Elisabetta Fabiani, incapace di vedere oltre il naso del suo cane Valentino, la badante filippina Maria Cristina Gonzalez imprigionata tra quattro odiate mura e in libera uscita poche ore la settimana, il nordico Antonio Marini sostenitore della supremazia del Nord e del parassitismo del Sud ma che intanto vive a Roma, il regista olandese Johan Van Marten che vorrebbe trasformare condominio e condomini in un grande film nel segno del neorealismo italiano, il proprietario del bar Sandro Dandini che se non sei napoletano ne laziale per lui sei a posto e Stefania moglie di Amedeo. In coda le verità chiarificatrici di un paio di outsider al condominio che non sto a dirvi per evitare spoiler.

L'evento delittuoso è per Lakhous mero pretesto per mettere in scena una galleria di personaggi e le loro convinzioni, le loro sofferenze, i loro pregiudizi, i loro errori e le loro esistenze, andando a creare un incastro più culturale che poliziesco. E' un libro che si legge per ritrovare difetti e pregiudizi innanzitutto nostri, di molti italiani, per riflettere sulle condizioni di vita di chi viene da fuori, anche per ridere divertiti in molti passaggi. Poi di chi abbia ucciso quello stronzo del Gladiatore a nessuno importa molto.

Amara Lakhous

8 commenti:

  1. ce l'ho e lo inizio a breve, mi sa che mi piacerà :)

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    1. E' un libro davvero piacevole, certo non rientra nella categoria dei capolavori o dei grandi libri ma penso che non possa non piacere :)

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  2. Letto qualche anno fa, mi era piaciuto parecchio, graffiante con garbo e multietnico, come il quartiere romano in cui è ambientato. Sbaglio o hanno fatto anche il film?

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    1. Non saprei dirti, ora controllo... sì, diretto da Isotta Toso che non ho mai sentito nominare. Grazie per la segnalazione :)

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  3. C'è stata, mi pare verso marzo, la proiezione del film qui a Berlino (forse con presentazione del libro): persa perché le rassegne di cinema italiano le fanno quando io lavoro. Però il libro mi sembra interessante..

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    1. E' un libro divertente che si sofferma su aspetti della realtà legati a cultura e immigrazione, poi si legge veramente in un attimo.

      Le rassegne di cinema italiano a Berlino le fanno quando tu lavori di proposito? Cioè è proprio una scelta degli organizzatori? Oh, il 26 Elle che turno fa? Il pomeriggio? Ok, allora la rassegna la piazziamo verso le 16.00, cerchiamo di chiudere prima che Elle esca, mi raccomando. Controllate che non abbia chiesto un permesso prima di confermare l'orario, non facciamo cazzate.

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    2. La conosci troppo bene, non è che ci sei tu fra gli organizzatori?

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    3. Beh, insomma..., pensavo di non averlo dato a vedere...

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