martedì 3 novembre 2015

AVVENTURA MAGAZINE - MICHELUZZI

Rispetto al Dylan Dog Magazine qui siamo proprio su un altro livello. Probabilmente l'Avventura Magazine, del quale in edicola si trova già il secondo numero, per almeno un paio di motivi si trova ad avere una marcia in più rispetto al suo fratellino dedicato all'horror. In primis, essendo legato a una connotazione decisamente più ampia e meno limitante di quello dedicato a Dylan Dog, può vantare diverse frecce in più al proprio arco e sperare, numero dopo numero, di riuscire a stupire e soddisfare sempre più i propri lettori. Non essendo ancorato a un personaggio in particolare il Magazine è libero di presentare materiale nuovo, ristampe o sommari misti e particolari (come nel caso della seconda uscita dedicata a Mister No). Per questo primo numero ad esempio è data ai lettori la possibilità di scoprire o riscoprire l'arte di Attilio Micheluzzi attraverso ben quattro storie lunghe interamente a colori già edite in sedi diverse parecchi anni or sono.

In seconda battuta è assente tutta quella sezione iniziale dove nel Dylan Dog Magazine vengono superficialmente citati film, serie tv, libri e nuove tendenze dell'horror, pagine un poco dispersive e finanche superflue in un'epoca in cui ormai tutte le news e le novità sono a portata di un semplice clic in rete. Qui si sceglie invece di partire con un bell'approfondimento sulla vita e sulle opere di Attilio Micheluzzi, fumettista considerato uno tra i grandi maestri dell'avventura nella nona arte.

Ognuna delle quattro storie presentate è preceduta da un utile introduzione sul periodo storico in cui si svolgono i fatti, su alcuni degli elementi salienti della storia, sugli episodi realmente accaduti, sui luoghi e via discorrendo.


Ad aprire le danze due racconti usciti in origine sulla collana ormai storica Un uomo un'avventura pubblicata dalla Bonelli tra il 1976 e il 1980. Micheluzzi partecipò alla collana (che conta 30 uscite) in due occasioni, prima con L'uomo del Tanganyka e poi con L'uomo del Khyber. La serie di volumi Un uomo un'avventura è ancor oggi ricordata per l'alta qualità delle storie presentate, non solo quelle di Micheluzzi che certamente però non fanno eccezione. Due belle vicende su sfondo storico da recuperare senza dubbio con l'unica riserva (in parte) per la riduzione delle tavole in origine pensate per un formato più grande. Pur rimanendo ben leggibili si percepisce il bisogno dell'arte dell'autore di avere più aria e uno sfogo maggiore.

Per L'Eternauta e Orient Express uscirono invece Shangai, un'avventura di Rosso Stenton e Air Mail, entrambe qui riproposte. A meno di non riuscire a reperire questo materiale nel mercato dell'usato in formato originale e a prezzi umani, questo Avventura Magazine risulta per gli appassionati di questo genere di narrativa un appuntamento immancabile con un albo realizzato con cura e ricco di un apparato redazionale degno di questo nome. Mentre i Dylan Dog Magazines futuri saranno per me trascurabili, è probabile che quello con l'Avventura diventerà un appuntamento fisso dei prossimi mesi (tanto più che dovrebbero uscirne solo un paio all'anno).


2 commenti:

  1. Volevo prenderlo, giuro. Lo aspettavo da parecchio. Ma una volta sfogliato in edicola, mi ha scoraggiato parecchio il ridimensionamento delle tavole che ne va ad inficiare anche la leggibilità (mi sembra di ricordare che la maggior parte delle tavole fosse composta da almeno quattro strisce orizzontali). E diciamo che pure i colori non erano tutto questo granché. Ben vengano iniziative del genere, per carità, ma è davvero un peccato. Quelle storie non le avevo mai lette nel formato originale.

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    1. Devo dire che l'albo l'ho letto senza particolari patemi, non ho avuto i problemi di lettura che affliggevano le riduzioni Aurea ad esempio (Blueberry docet), c'è anche da dire che io, per curiosità, tendo a provare i formati più disparati, il materiale poi mi interessava parecchio e così l'ho preso. Certo, la riduzione della tavola è ben evidente, come dicevo si capisce come questa richieda più aria per respirare al meglio. Mi sembra però che anche la Cosmo, che sulla riproposizione a colori e in grande formato di diverso materiale si stava muovendo molto bene, ora si stia un po' tirando indietro. Che non sia una strada facilmente percorribile?

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