giovedì 21 gennaio 2016

L'APPARTAMENTO SPAGNOLO

(L'auberge espagnol di Cédric Klapisch, 2002)

Cosa ci rimane dalla visione di questa simpatica commedia di Cédric Klapisch? A me che ho apprezzato con misura il film del regista francese, quel che più è piaciuto (elemento che tra l'altro nel mio caso va sempre a segno) è il sentore di quella nota nostalgica, malinconica che ogni spettatore potrebbe riversare sul proprio vissuto, nostalgia di quel che è stato e non è più o, in caso di esperienze particolari come può essere quella di un progetto di condivisione in terra straniera, di quel che non è mai stato. Forse un senso di malinconia che non farà presa sui giovanissimi, forse nemmeno per chi è troppo in là con l'età, più facilmente funzionerà su chi ha abbandonato l'età della spensieratezza e guarda indietro con un po' di rimpianto. Il film, in virtù del suo finale, può esser visto anche in chiave del tutto consolatoria o liberatoria se vogliamo, aderendo a un modello spesso lontano dalla vita reale (e tanto di cappello a chi è riuscito a farlo suo).

L'appartamento spagnolo del titolo, gioco di parole con un'espressione linguistica francese, è quello sito in Barcellona dove alcuni ragazzi provenienti da paesi diversi convivono per la durata del loro progetto Erasmus condividendo, più che giornate di studio, sentimenti, confidenze, crescita, culture e frigorifero. Protagonista è il francese Xavier (un giovane Romain Duris) che lascia a Parigi una scontenta Martine (Audrey Tatou) per imbarcarsi in quest'avventura in prospettiva di un lavoro al ministero. In terra spagnola (olè) troverà un italiano, un tedesco, un danese, un inglese e un'autoctona. (e non è una barzelletta) per lui futuri compagni di viaggio. Ah, c'è pure una belga. Con il dipanarsi della vicenda si instaureranno simpatie e amori, ci saranno tradimenti e dolori, quello che sembrava essere un forte senso di appartenenza sposta il suo baricentro e si trasferisce altrove.


Lontano dall'essere un gran film, nonostante le varie soluzioni trendy usate dal regista, L'appartamento spagnolo si lascia guardare volentieri soprattutto in virtù del cast giovane e ben assemblato che compone la combriccola affiatata, si gioca con i luoghi comuni sulla Spagna (come ho fatto io più sopra, olè) e si affrontano con tocco leggero temi legati alle differenze culturali o alle differenze tout-court. Tra gli interpreti diversi volti ora noti del cinema francese (e non), oltre a Roman Duris (Tutti i battiti del mio cuore, splendido) e Audrey Tatou (Il favoloso mondo di Amélie) anche Judith Godrèche (chapeaux), Cécile de France, Kelly Reilly (Sherlock Holmes).

Sapendo che il regista Cédric Klapisch ha girato due ideali seguiti del film, Bambole russe e Rompicapo a New York, tutto sommato l'idea di dargli un'occhiata non è poi da escludere, magari tra un po'.


10 commenti:

  1. Mi era piaciuto. L'avevo visto senz'altro prima della mia prima volta a Berlino, senza immaginare che avrei vissuto un'esperienza multilinguistica simile. Ricordo che nel doppiaggio, siccome l'italiano rimaneva italiano, c'era un accavvallarsi con la parte francese, la "base" tradotta in italiano e che questo non mi era piceiuto molto: avendo assisitito a tutte le altre parti in lingua originale, tanto valeva lasciare il francese in francese. Comunque carino, ma non mi sono fidata e vedere i due seguiti.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Effettivamente vederlo in lingua originale sarebbe stato meglio, ma tant'è... a me l'esperienza Erasmus (o simile) manca, sarebbe stato bello fare qualcosa del genere, il film è carino ai due seguiti quasi quasi ci si potrebbe pensare :)

      Elimina
    2. Bastano tre mesi di corso di lingue all'estero, con pochi soldi e, quindi, necessità di esercitare il più possibile la lingua fuori dai corsi a pagamento per avere un'esperienza simile :p
      E considerato che in certe città estere l'età è irrilevante, potresti farcela!

      Elimina
    3. Ma io tre mesi senza la mia bimba non ce la fo... :)

      Elimina
  2. Io l'ho visto al Cinema quando è uscito,assieme alla mia fidanzata dell'epoca (un napoletano e una moldava....olè! Giusto per continuare ad aggiungere nazionalità su nazionalità) Comunque ti consiglio di vedere i due seguiti, sicuramente inferiori all'originale però godibili.
    Ti dico solo che alla fine il cerchio si chiude veramente. ;)
    P.s
    Questo film ha rivelato il talento di quel grande attore che è Roman Duris, certo oggi la sua fama è un po appannata a favore di tante altre star del Cinema francese, però rimane bravissimo!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Roman Duris l'avevo apprezzato tantissimo per Tutti i battiti del mio cuore, film che trovai bellissimo, poi lì c'era la mano di Audiard. È bello che tu non abbia detto italiano e moldava, come se essere napoletano fosse quasi un'identità nazionale :) Anche io ho sangue partenopeo al 50%, la mamma è di Sant'Antonio Abate :)

      Elimina
  3. Film molto carino, ricordo che era il film-simbolo per gli amici più fortunati di me che al tempo facevano l'Orgasm...Erasmus!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Beh, quella sarebbe stata sicuramente una bella esperienza da fare, però essendomi fermato al primo anno di giurisprudenza...

      Elimina
  4. Ne ho sentito parlare da sempre :D ma, credo ormai si sappia, io son più portata per sangue e violenza XD
    Mi ricompongo e confesso che apprezzo la commedia francese in genere, però le "robe" giovaniliste 'nzomma :P

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Io guardo un po' di tutto, la commedia è solitamente al fondo delle mie preferenze però, inoltre non sono attratto per nulla da tutto ciò che potrebbe avere un sabor latino. Qui però si sente molto il respiro francese del regista, cosa che in genere apprezzo molto di più, tutto sommato è un buona commedia con venature malinconiche, niente male.

      Elimina

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...