giovedì 29 dicembre 2016

SPIDER

(di David Cronenberg, 2002)

Alterazioni, ibridazioni, connubi spuri, violazioni; tutte sfaccettature di un'invasività che Cronenberg continua ad analizzare nei suoi film, con riferimento a volte al corpo, a volte alla mente dell'uomo (o degli uomini, al plurale, come in Inseparabili per esempio). Dopo aver chiuso il millennio con due pellicole in cui la carne era elemento predominate (Crash del '96 ed eXistenZ del '99), il regista canadese si affaccia agli anni duemila scandagliando questa volta la mente del suo protagonista, il signor Dennis Cleg (Ralph Fiennes), uomo con evidenti problemi psichiatrici che viene ospitato in una struttura di recupero della suburbia degradata londinese gestita dalla signora Wilkinson (Miranda Richardson).

Basato su un racconto dello scrittore Patrick McGrath, qui anche sceneggiatore, Spider non presenta elementi orrorifici cari al regista, si muove piuttosto sui binari del thriller psicologico con ottimi risultati, dettati anche dalle interpretazioni superbe dei due attori protagonisti: Ralph Fiennes e Miranda Richardson. L'attore inglese va a ritagliarsi un posto al sole all'interno del club di interpreti che hanno lasciato il segno portando sullo schermo qualche tipo di disabilità o follia, vera o presunta che fosse, pensiamo al Dustin Hoffmann di Rain Man, a Edward Norton in The score, al Nicholson di Shining o, andando indietro nel tempo, ad Anne Bancroft in Anna dei miracoli (e sono solo i primi che mi vengono in mente). Miranda Richardson lo supera in bravura aderendo in maniera impressionante e quasi incredibile a ben due personaggi, eclissando addirittura la doppia prova superba di Jeremy Irons in Inseparabili. Ne esce uno scontro/incontro tra giganti probabilmente anche troppo poco apprezzato e sottolineato, nonostante il film fosse stato all'epoca della sua uscita molto ben accolto dalla critica.


Sono i danni subiti dalla mente in giovane età a finire sotto la lente d'ingrandimento di Cronenberg, quei traumi violenti capaci di lasciare ferite profonde, difficilmente sanabili, di quelle che con il passare del tempo, oltre a non rimarginarsi mai, continuano a scavare e a scavare e a scavare. Il destino che queste ferite offrono è ineludibile, al protagonista, irrimediabilmente segnato, non rimane che tornare ancora e ancora su quel trauma, cercandone le ragioni nei ricordi, tentando di districare pensieri intricati come fili di ragnatela, intraducibili, articolati nella testa e su carta in una lingua che sembra ormai aliena. Cronenberg e i suoi attori sono bravi a depistare lo spettatore (almeno quello meno attento), a costruire un'ottima storia e ad assestare un paio di colpi al momento giusto. Il resto lo fa la fotografia di una Londra sciatta, impoverita e putrida, vicoli e strade che sembrano chiamare a gran voce disgrazie e miseria quasi come se il marciume del contesto fosse il ragno del titolo, il quartiere la sua tela e i miseri abitanti le sue prede. Ma in questo caso non è così, l'orrore è interno all'uomo, rode da dentro in una maniera che forse solo Cronenberg e pochi altri sarebbero stati capaci di portare su pellicola in maniera così efficace.

14 commenti:

  1. L'ho visto troppi anni fa, ma ricordo solo un'atmosfera claustrofobica... penso di aver dormito XD Provo un recupero eh!

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    1. L'atmosfera può esser considerata a ragione claustrofobica, anche io mi ci sono avvicinato con qualche riserva, invece il Cinema, soprattutto quello dei grandi maestri, è sempre capace di riservarmi piacevoli sorprese.

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  2. Ne parlavo qualche tempo fa con Dave - non ho ancora perso le speranze di riuscire a farlo recitare nel ruolo di Ultimate Doctor Who ( adora la mia idea del Dottore che è in realtà un tizio disturbato che crede di essere un cronoviaggiatore e ne parla con il suo terapeuta che è un dottore disturbato che crede di essere un personaggio di Ed Norton che diventa un mostro verde ) - ed il mio amico ed ex allievo dai tempi in cui gli consigliai di rifare una versione Famiglia Addams de I Gemelli con Malkovich e Irons e decise di rifriggere il concetto in quella roba di ginecologi picchiatti nella zucca mi ha confessato di esser convinto che far uscire nelle sale il suo Spider lo stesso anno del Ragno di Raimi è stato un errore. La gente comperava il biglietto in fretta e furia e si sedeva con i figli ed il pop corn e si aspettava il tizio in pigiama rosso e blu che zompava dai palazzi e si ritrova con un ex bimbo traumatizzato alle prese con i fantasmi del suo passato e usciva di corsa x dire agli amici di stare attenti a quella roba strana con Ralph e Miranda. Davvero un peccato.

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    1. Sai che Cronenberg nei panni del Dottore ce lo vedrei proprio bene, forse ora sarebbe addirittura troppo somigliante a Peter Capaldi come tipo fisico. Come strizzacervelli opterei però per un Doc Samson ubriaco, che ne dici?

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  3. Nel ruolo dello strizza di Doc Crono - sento già le teste che cadono nel think tank della BBC perchè nessuno dal 1963 ha mai pensato a quanto avrebbe giovato al personaggio un nome del genere - vedrei bene il mio amico ed ex allievo Rennie Brunetta - attualmente preso dalla politica, ma non irrecuperabile - nella parte di un finto puppett e vero petulante psichiatra voneguttiano sulle ginocchie del finto puppett master Thomas Dolby che è in realtà un pupazzo. Il pubblico lo adorerebbe. O forse raderebbe al suolo la BBC.

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    1. Potrebbe essere un'idea, ma a Brunetta preferisco ancora Samson, anche se il verde li accomuna.

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  4. Uno dei pochi film di Cronenberg che mi sono piaciuti.

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    1. Io consiglio il dittico più recente A history of violence e La promessa dell'assassino, delle cose vecchie a me manca ancora molto da vedere.

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    2. A history of violence è tratto da un graphic novel b/n della Paradox Press di John Wagner e Vince Locke pubblicato da noi ormai oltre vent'anni fa dalla Magic Press. Ne consiglio la lettura. Il protagonista - complici i disegni sketchy di Locke ( Dottor Morte x Sandman Mystery Theatre : Locke ricorda il Guy Davis di quegli anni ndr ) - ha qualcosa davvero del tizio di mezza età con gli occhialoni che porta la famiglia al bingo e non ha nulla del mascelluto e nervoso Viggo Mortensen x cui la storia è davvero " cosa succederebbe se nella famiglia del Mulino Bianco o di Howard e Marion Cunningham arrivasse la violenza del mondo dei Scorsere e co ? ". Crono spezia con umorismo nero. Mi ricordo un Hurt non così allucinato come il ruolo avrebbe richiesto. Dave probabilmente aveva chiamato Pete Stornmare, ma il telefono era occupato: stavamo discutendo del suo ruolo come Holmes tossico che crede di essere il + grande detective del mondo, ma è solo un alieno drogato che non trova la strada x la sua cabina del telefono spaziale. Pazienza.

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    3. L'ultima idea non è male, è in ottica di un possibile ringiovanimento (di nuovo) delle prossime incarnazioni del Doctor, e se quel maledetto telefono per una volta suonasse libero, su Peter ci si potrebbe fare un pensierino. La novel mi manca, ma ne sentii belle cose già in passato.

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    4. Sì, avevo apprezzato abbastanza anche A History of Violence (e tra quelli che apprezzo aggiungo anche ExistenZ), ma nel complesso a me sembra che Cronenberg sia uno che vive di più sullo shock value evocato dalle sue opere che sulla loro effettiva qualità, e lo associo in ciò a David Lynch (sì, lo so che sono diversi, ma a me viene spontaneo associarli per questo motivo).
      Oggi come oggi anche i "classici" come Inseparabili o Videodrome sembrano piuttosto superati, mi sembrano invecchiati male.

      Quando andammo al cinema con amici millenni fa a vedere Crash mi ricordo che ruppi le palle a tutti dicendo che Cronenberg aveva copiato da Ranxerox per molte scene :D (ma al di là della matrice letteraria comune di Ballard, un'occhiata al fumetto potrebbe avercela data sul serio).
      Sempre millenni fa ricordo che con un amico cinefilo guardammo anche il suo primo film, quello sulle corse automobilistiche, e ci divertimmo a fare un esercizio di ermeneutica cercando parallelismi con la sua produzione più famosa, in effetti trovandoli: la fusione uomo-macchina, la misoginia...

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    5. Sicuramente alcuni film, come Inseparabili ad esempio, possono sembrare invecchiati almeno esteticamente, trovo però che siano film che rimangono sempre interessanti ben oltre la media proprio per quel tocco d'autore, così come accade con Lynch (che però a me sembra non invecchiare mai). In più la contaminazione della carne, riversata poi sulla mente, è una delle cifre stilistiche di Cronenberg più riconoscibili, rimane sempre valido l'assunto che i grandi artisti propongono sempre la stessa opera, magari sotto mille sfaccettature diverse, i temi tornano, succede con gli autori, i semplici mestieranti possono permettersi di saltare di palo in frasca con più libertà probabilmente.

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  5. O Colin Hay. Che ha anche una bella voce. Diciamo che nella ns versione Holmes non suona il violino, ma la chitarra e x accompagnare stralunati blues acustici come Overkill - il tubo contiene diverse versioni live - mentre il buon dottor Krono Watson è un crono viaggiatore e storico che prende appunti e crede di stare studiando il + grande detective di sempre mentre in realtà sta osservando una sua versione cronodispersa ed allucinata che crede di essere il lead singer di una band della terra dei canguri.
    Praticamente Inseparabili 2.0. La Bujold nella parte di Irene Adler. O Hay con una parrucca riccia. Brr

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    1. La Bujold da giovane voglio sperare. Invece Hay non mi convince. La voce non so, ma la faccia... mmm questa volta non mi hai convinto!

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