sabato 18 febbraio 2017

PIRAMIDE DI PAURA

(Young Sherlock Holmes di Barry Levinson, 1985)

È molto interessante vedere come cambi la percezione delle cose con il passare dei decenni, anche quella di cose molto semplici come un film per ragazzi. Ieri sera ci siamo (ri)visti Piramide di paura; serbavo un ricordo molto bello del film proveniente direttamente dalla mia adolescenza, lo ricordavo come un film avventuroso, molto inquietante e che offriva la possibilità di identificarsi con facilità nei giovani protagonisti. Il film in fondo è siglato da alcuni mammasantissima dell'avventura per ragazzi dell'epoca: Steven Spielberg alla produzione e Chris Columbus alla sceneggiatura.

Ora, messa da parte la sopraggiunta impossibilità d'identificazione per ovvi motivi anagrafici, faccio veramente fatica a pensare come un adolescente di oggi possa trovare inquietante Piramide di paura. Quali sono questi elementi che lo rendono spaventoso di fronte agli occhi di un giovane? È davvero così spaventoso questo film per un ragazzino di oggi? Devo dire che, nonostante i miei dubbi, mia figlia Laura (ancora pre-adolescente) l'ha trovato effettivamente un po' inquietante, soprattutto nella parte iniziale dove alcune vittime patiscono di strane allucinazioni e in alcuni passaggi dove si mettono in scena le colluttazioni che porteranno poi al finale della vicenda. Di contro non l'ha trovato affatto entusiasmante e ha liquidato il film più o meno con l'equivalente di un'alzata di spalle. Eppure nei miei ricordi Piramide di paura rientrava nel novero dei film per ragazzi da non perdere. Saranno cambiati i tempi, sarà che all'epoca per me guardare un film del genere con il videoregistratore del vicino di casa durante una sorta di serata cinema, era un piccolo evento (a casa nostra l'aggeggio sarebbe arrivato solo più tardi). Oggi vuoi vedere una cosa, due click e la guardi, non c'è più l'attesa, non si dà più il giusto valore a un'opera, alta o bassa che sia.

Ad ogni modo credo sia fondamentale vedere alcuni film al momento giusto, ammetto che rivisto oggi Piramide di paura mi ha lasciato un po' freddino nonostante sia carina l'idea dell'incontro giovanile tra Holmes (Nicholas Rowe) e Watson (Alan Cox) e soprattutto quella di fornire allo spettatore una sorta di spiegazione sul perché l'Holmes letterario sia diventato poi un perfetto misantropo nei confronti del gentil sesso. Non mancano diverse strizzate d'occhio alla tradizione del personaggio legate soprattutto ad alcune sue abilità (la scherma e il violino) e all'aspetto iconografico del futuro investigatore (pipa, lente, abbigliamento, etc...)


Per chi non l'avesse mai visto il succo è più o meno questo: Sherlock e Watson si incontrano da ragazzi al college e diventano subito amici. Nel frattempo alcuni inquietanti avvenimenti scuotono la tranquillità londinese: diverse persone dalla comprovata stabilità emotiva e sociale improvvisamente si suicidano. Tra questi anche il Professor Waxflatter (Nigel Stock), zio della giovane Elizabeth (Sophie Ward) di cui Holmes è innamorato. In realtà tutte le vittime sono collegate da una vecchia vicenda nel quale rientra anche una pericolosa setta d'ispirazione egizia (da qui la piramide) con la quale Holmes e Watson, con l'aiuto di Elizabeth, dovranno fare i conti.

C'è una bella ricostruzione dell'epoca vittoriana, Levinson ci mette del suo con alcune dinamiche sghembe che rendono giustizia al lato più vivace del film, lo sviluppo invece non risulta così avvincente come lo ricordavo, qualche momento di stanca lo si percepisce, impressiona invece notare come una volta non si cercasse a tutti i costi il finale consolatorio nei prodotti rivolti ai giovani, anzi, spesso si assestava ai piccoli spettatori qualche dispiacere e qualche bella mazzata. In epoca non sospetta si esibisce un'interessante scena finale dopo i titoli di cosa con tanto di sorpresa, purtroppo o per fortuna questa poi non ha avuto seguito. Da segnalare anche la presenza agli effetti speciali di un giovane John Lasseter che realizza il primo personaggio digitale in un film live action (qui sotto).


PS: non so perché ma ricordavo una colonna sonora con passaggi molto più epici, pezzi noti di musica sinfonica, vai a capire, forse in un trailer...

14 commenti:

  1. Spesso anche io ho notato segnali di stanca in film che da piccolo amavo (film, ovviamente, anni '80). Credo sia normale...
    Questo non lo ricordo proprio... Certo, i nomi coinvolti sono nomi blasonati...

    Moz-

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    1. Se non lo ricordi recuperalo, all'epoca era un must, se hai lo spirito giusto magari... ;)

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  2. L'ho rivisto qualche mese fa, mi ha divertito moltissimo! :D Sono quei film che per me rientrano (per mie sensazioni e atmosfere, preciso) nel filone dei vecchi "avventura alla Verne", vedi L'isola misteriosa, che oggi ci fanno pure sorridere, però...

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    1. Anche io l'ho rivisto con piacere, la "nuova" visione ha, forse ovviamente, ridimensionato il valore del film che aveva nel mio ricordo. Comunque da far vedere a tutti i ragazzini.

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  3. Un classico dell'avventura targato Spielberg, mi ricordo che parlava del giovane Holmes come dici tu, e mi piaceva l'idea, anche perché mi sono sempre piaciuti i libri e film tratti da quel personaggio (e sono tanti i film, molti di più dei libri, tra questi ricordo uno meraviglioso di Billy Wilder anni '70).

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    1. Lo ricordo, un Billy Wilder un po' atipico, forse ricordo con più piacere ancora l'Holmes di Michael Caine e il Watson di Ben Kingsley di Senza indizio, dove il vero investigatore era Watson e Holmes poco più che un cialtrone.

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  4. Un mio cult di quand'ero ragazzino. La scena iniziale col pollo arrosto nel piatto che si anima mi aveva fatto una certa impressione! Anche la scena con la vetrata che prende vita era molto suggestiva (o forse l'ho vista in un altro film?).
    Ricordo che quando ne avevo visto i trailer televisivi non avevo capito che si trattava del "vero" Sherlock Holmes e pensavo che il protagonista fosse un pazzo che si credeva lui... Oh, avrò avuto 10 anni all'epoca!

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    1. La scena del pollo ha impressionato molto anche mia figlia (10 anni), quella della vetrata è proprio la scena realizzata da John Lasseter, uno dei grandi nomi dell'odierna Pixar, tra l'altro primo caso di personaggio in computer grafica inserito in un film completamente in live action.

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  5. Al tempo mi piacque davvero tanto, ma ammetto di non ricordarlo molto, sono passati troppi anni. Forse adesso mi farebbe tenerezza...

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    1. Per alcuni aspetti sicuramente, sono film che comunque, indipendentemente dal loro valore oggettivo, non possono che rimanerci nel cuore.

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  6. L'ho visto parecchie volte da adolescente e ne conservo un ricordo positivo, ma non lo rivedo da allora.

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    1. Anche con una visione in età adulta il ricordo rimarrà quello di sempre, il film magari verrà un po' ridimensionato nel suo effettivo valore, ma quello affettivo non ne rimarrà intaccato :)

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  7. Ho visto questo film per anni... Ma solo adesso mi sento conto della locandina :O

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