martedì 12 settembre 2017

IN TIME

(di Andrew Niccol, 2011)

Andrew Niccol esordì alla regia nel 1997 con un film molto riuscito come Gattaca, andando a inserirsi nell'elenco dei registi affascinati da una fantascienza intelligente, autore sicuramente da tenere d'occhio, confermatosi in seguito con l'interessante più che bello S1m0ne e in tempi più recenti proprio con questo In time, lucida metafora per mettere allo scoperto, se ancora ce ne fosse bisogno, l'insensatezza e la crudele dannosità del sistema capitalistico mondiale, qui ridotto in scala nella narrazione di eventi concentrati in un'unica città.

Siamo in un futuro indefinito, nell'aspetto poco dissimile dal nostro oggi se non per una serie di particolari. Grazie ad alcune modifiche genetiche gli esseri umani invecchiano fino all'età di 25 anni, giunti a quel punto il loro aspetto diventa immutabile, la loro vita da quel momento avrà scadenza a un anno, poi la morte, a meno che non si riesca a guadagnare tempo extra, lavorando, vincendolo al gioco, barattandolo, rubandolo e via discorrendo. La vita che resta è ben evidenziata da un timer digitale stampigliato sulle braccia delle persone in un continuo conto alla rovescia verso lo 0000.0000.0000 finale. Poi la morte subitanea. Il tempo ha preso il posto dei soldi, ci si comprano le cose, ci si paga l'affitto, si viene pagati in tempo, con l'unica differenza che se nella nostra realtà finisci i soldi sei povero, in quella di In time se finisci il tempo sei morto.


Will Salas (Justin Timberlake) vive nel ghetto, uno dei quartieri più poveri della città, dove la gente cerca giorno dopo giorno di guadagnarsi quel poco di tempo che gli permette di sopravvivere ancora un altro giorno. Purtroppo l'ordine mondiale, proprio come fa quello economico della nostra società, impone rincari continui al costo della vita, tagli sui compensi, calcoli spietati, tanto più necessari per l'élite ricca in un mondo dove il rischio di sovrappopolamento sarebbe altissimo se non si trovasse un sistema per falciare il grosso della popolazione e spingere invece pochi eletti verso l'immortalità, perché ricchezza è tempo e tempo qui è vita. Al contrario il rimanere senza lavoro, senza tempo è morte. A causa di questo sistema malato l'amata madre di Will (Olivia Wilde) perde la vita, cosa che farà aprire gli occhi al ragazzo ispirandogli moti di ribellione già propri della famiglia Salas. Grazie a una fortunata donazione di uno sconosciuto abbiente (Matt Bomer), Will si trasferirà nei quartieri ricchi maturando un suo piano di vendetta, in seguito supportato dalla bella Sylvia (Amanda Seyfried), figlia di Philippe Weis (Vincent Kartheiser), proprietario delle banche del tempo Weis. A frapporsi tra Will e il suo piano di ridistribuzione della ricchezza, perché in fondo questo è, il guardiano del tempo Raimond Leon (Cillian Murphy).


Sono diversi i punti di interesse in In time. Intanto il film, pur presentando un futuro visivamente non troppo dissimile al nostro quotidiano, ha il giusto appeal estetico, Justin Timberlake si rivela essere anche un buon attore e la Seyfried, meno brava e incisiva, sfodera comunque un lato sensuale che non guasta. La metafora con il nostro sistema del capitale è palese e sotto gli occhi di tutti, eppure funziona, non mancano inoltre spunti di riflessione sull'uso che facciamo del nostro tempo, qui nodo centrale del film. Durante lo sviluppo della trama l'accoppiata Will/Sylvia assume i toni delle coppie scanzonate alla Bonnie & Clyde, novelli Robin Hood che rubano tempo ai ricchi per darlo letteralmente ai poveri. Anche il ritmo è ben dosato, senza passaggi a vuoto grazie anche a diverse sequenze action parecchio dinamiche.

L'opera di Niccol è un ottimo compromesso tra prodotto d'intrattenimento e film con diverse cose da dire, ben girato e interpretato da attori che non vanno mai sotto la soglia di guardia. Più che una sorpresa in realtà, visto proprio il percorso di Niccol, In time è una bella conferma che può sicuramente soddisfare più di un tipo di pubblico.

6 commenti:

  1. Ero partita maleeee! XD Non prevenuta, de più (vedi il Justin)! :D E invece... hai ragione!
    Fermo restando che Gattaca è bellerrimo per me *_*

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    1. Io avevo già letto qualche parere positivo, in più avevo visto già Gattaca e S1m0ne di Niccol quindi qualche aspettativa c'era. Certo Gattaca è un'altra cosa ma anche In Time in fondo non mi è affatto dispiaciuto, anzi.

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  2. Gattaca gioiello, questo un po' meno ma sicuramente divertente :)
    La Seyfried appena vista in Twin Peaks **
    Comunque, il film non è che dice una cosa fantascientifica: il tempo è tutto :)

    Moz-

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    1. Vero, il tempo è tutto, ma qui la riflessione triste è sempre la solita, l'impossibilità della razza umana di elevarsi, sempre gretti e attaccati a ricchezza e potere, siano soldi, tempo o altro. Un bel film nel complesso, poi certo, Gattaca era meglio :)

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  3. L'idea mi sembrava vincente, poi si è mostrato banalotto nella trama. Mi è bastato vederlo una volta.

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    1. Beh, non è certo un capolavoro, porta un messaggio per carità, risaputa, ma al quale personalmente tengo molto. A me comunque è piaciuto, sopra le aspettative.

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