giovedì 30 novembre 2017

STRANGER THINGS - SECONDA STAGIONE

Il principale difetto che si può imputare a questa seconda stagione di Stranger Things (anche se non proprio l'unico) è quello di essere arrivata dopo una prima annata fantastica che personalmente mi aveva lasciato a bocca aperta e col cuore colmo di gioia e meraviglia. Anche questa seconda sortita a Hawkins mi è piaciuta molto, si è solo perso un poco quell'effetto sorpresa qui inevitabilmente diluito poiché quest'anno si sapeva cosa aspettarsi dai Duffer Brothers, erano ormai noti il gioco delle citazioni, sempre piacevole, ma soprattutto la capacità di Stranger Things di creare familiarità, appartenenza e atmosfere per tutta quella generazione di kids nati nei 70 che si è goduta di prima mano quell'ondata di cinema del fantastico rivolto ai preadolescenti così radicato in quel tempo e magnificamente riuscito. E in fin dei conti, a guardarlo bene, questo non è nemmeno un difetto.

Se proprio vogliamo trovare una nota lievemente stonata la si può ricercare in quella puntata numero sette, parecchio slegata dal filo principale della narrazione e buona probabilmente per gettare qualche spunto per futuri sviluppi da dipanare nelle prossime stagioni (e si vocifera possano essere cinque in tutto). Per il resto faccio davvero fatica a trovare cose fuori posto in quest'opera, ancora una volta i Duffer sono stati bravi a costruire una vicenda appassionante che va al di là dell'amarcord e della citazione, bravi due volte perché in fin dei conti riutilizzano gli stessi spunti narrativi della stagione precedente semplicemente ampliando il discorso in maniera coerente, aggiungendo nuovi elementi, rinforzando topoi narrativi e di riflesso il franchise, moltiplicando le strizzate d'occhio ai fan e ai nostalgici unendo trovate ruffiane (la chiusura di puntata con il tema musicale di Ghostbusters), scommesse sicure (tutta la colonna sonora) e situazioni più originali.


Ottima la gestione dei personaggi che insieme crescono, al gruppo dei ragazzini si aggiunge Maxine "Mad Max" Mayfield (Sadie Sink), la giovane rossa che farà innamorare sia Lucas (Caleb McLaughlin) che Dustin (Gaten Matarazzo), quest'ultimo diventa sempre più il personaggio preferito dal pubblico, irresistibile, tenero, goffo, impossibile non amarlo, si evolve il triangolo amoroso in chiave action tra Nancy Wheeler (Natalia Dyer), Jonathan Byers (Charlie Heaton) e Steve Harrington (Joe Keery). A Winona, che è emblema di quegli anni, viene affiancato niente meno che Sean Astin, uno dei Goonies originali, tanto per non farci mancare niente, ottimo anche il lavoro fatto su Jim Hopper (David Harbour), lo sceriffo che diventa figura paterna per Eleven (Millie Bobby Brown) e che con Joyce Byers (Winona Ryder) instaura quel rapporto d'amicizia/amore che un po' mi ricorda quello tra Luke e Lorelai di Gilmore girls. Lontani per quasi tutta la serie, Mike (Finn Wolfhard) e Eleven alla fine cementificano il loro legame, la Brown è semplicemente meravigliosa nella parte ma tutto il cast gira sempre a mille. A pagare le conseguenze di tutto il casino del sottosopra il povero Will (Noah Schnapp), novello Linda Blair de L'esorcista.


Un mix riuscitissimo di fantascienza, horror e racconto di formazione, sì, qualche sbavatura, qualche passaggio a vuoto, un'intera puntata un po' fuori fuoco, ma qui l'importante è il mood, chi non l'ha sentito sulla pelle nei bei tempi andati probabilmente non può capirlo fino in fondo, la trama, i personaggi, la messa in scena, tutto ok, ma qui quello che conta è il mood, e il mood di Stranger Things è ancora quello giusto.

14 commenti:

  1. Per quanto slegata quella settima puntata, ho il presentimento abbia fatto tutta la differenza del mondo (ricordiamoci che questi sono preadolescenti e la scelta di seguire una via piuttosto che un'altra è sempre estremamente drammatico e teatrale, come ogni cosa a quell'età - e questo senso di dramma è stato reso moto forte, a mio parere).
    Ho trovato slegati - e inutili - invece, i personaggi di MadMax e suo fratello.
    Non so se ti sei soffermato sugli speciali e sulle interviste successive agli episodi veri e propri. Io li ho trovati illuminanti, anche se non sarebbero dovuti essere quelli a chiarire gli intenti degli autori e me ne rammarico.
    Ho visto entrambe le serie con grande curiosità, anche se - forse perché cresciuta negli anni '90? - non sono riuscita a cogliere appieno l'entusiasmo che leggo in giro.
    Sì, una serie ben fatta e che rende benissimo il mood anni '80, ma ok, sì, l'ho vista! E' un parere soggettivo il mio, che dipende unicamente dal gusto personale.

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    1. Penso proprio che per Stranger Things l'età del pubblico faccia parecchia differenza (per mere questioni di affetto a un certo immaginario), è un bel prodotto, godibilissimo per tutti ma per qualcuno sicuramente lo è di più, è in una certa misura l'effetto che può fare il nuovo Twin Peaks su tipi di pubblico differenti. La riflessione che fai sulla settima puntata è condivisibile, l'ho solo trovata un po' slegata nell'insieme della narrazione, l'avrei vista meglio in un contesto più ampio, probabilmente si riprenderanno le fila del discorso più avanti. Gli speciali purtroppo mi mancano, dici che devo recuperarmeli?

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    2. Eh sì, secondo me le interviste ai personaggi e i Fratelli Duffer meritano. Su Netflix sono immediatamente successivi all'ultimo episodio della seconda stagione! :)
      Hai ragione sul fatto che la puntata sembri decontestualizzata ma, diciamo, ricolloca le impensabili situazioni che stanno accadendo alla cittadina di Hawkins nel mondo reale... per la serie "guarda, il mondo continua imperterrito e ignaro del pericolo incombente". Non ho dubbi sul fatto che possano nascerne nuovi risvolti, sì, lo credo anche io!

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    3. Non ci resta che aspettare la prossima stagione per scoprirlo, ancora un anno di attesa??? :(

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  2. L'ho trovata adorabile quanto la prima, soprattutto per il lavoro coerente di sviluppo fatto sui personaggi, sempre più umani e credibili.
    E anche il tanto vituperato episodio 7 mi è piaciuto, mi ha ricordato le migliori atmosfere degli albi dedicati agli X-Men!

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    1. Sai che nonostante gli X-men mi piacciano praticamente da sempre non mi era scattato da subito il parallelo... concordo ovviamente sullo sviluppo dei personaggi scritti davvero molto bene.

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  3. Mi fa paura che le stagioni possano essere cinque, perché ciò significa che i ragazzini cresceranno troppo e si perderà la magia...

    Moz-

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    1. Beh, ne mancherebbero tre, rimarrebbero comunque degli adolescenti... si può fare.

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  4. Carina, ma non mi ha trasmesso lo stesso hype della prima, anzi talvolta mi ha persino annoiato.
    Belle le ultime puntate.
    Sul settimo episodio ispirato agli X-Men di Claremont ho un giudizio intermedio perché l'ho apprezzato nel suo insieme, ma è quasi un plagio più che un vero e proprio omaggio e poi è totalmente avulso dalla trama di base, che avrebbe funzionato benissimo anche senza quell'episodio.

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    1. Sai, alla fine questo settimo episodio dovrei riguardarmelo perché per me gli X-Men di Claremont sono l'apice del genere (o quasi) e io non ho colto troppi riferimenti in questo senso, probabilmente ero un po' fuori al momento della visione :)

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  5. Crescono bene i ragazzini di Stranger Things... Sempre più bravi!

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  6. Io mi sono concentrato più sui pregi che sui difetti.
    Difetti? Quali difetti? XD

    E ho adorato pure il settimo criticatissimo episodio.

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    1. Infatti la conta dei pochissimi difetti era un modo per non fare una calata di braghe completa per questo serial che sto continuando ad adorare. Spettacolo!

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