giovedì 18 gennaio 2018

COCO

(di Lee Unkrich e Adrian Molina, 2017)

Nonostante l'iperattività dimostrata dalla Pixar negli ultimi tempi, ben cinque film all'attivo in soli tre anni, la qualità media dei prodotti della casa cinematografica di Emeryville rimane impressionante. In famiglia ancora non siamo riusciti a vedere Cars 3 ma gli altri quattro film di cui accennavo sopra oscillano dal capolavoro (Inside out) al film perfetto per i piccoli (Il viaggio di Arlo), dal divertentissimo (Alla ricerca di Dory) al sorprendente (questo Coco). L'unica critica attribuibile alla visione in sala di Coco è quella di essersi dovuti sorbire anche il corto introduttivo Le avventure di Olaf dedicato al mondo di Frozen e al Natale, corto tra l'altro nemmeno troppo corto (21 min.) e già passato in televisione sulla Rai. Insomma, per chi come me non ama particolarmente Frozen, non proprio il massimo, tra l'altro il corto di per sé non è nulla di eccezionale e manca della carica innovativa o sentimentale sfoggiate da Pixar o Disney in altri loro cortometraggi precedenti. A Coco invece non si può dir nulla a mio modesto parere.

Coco punta a smuovere i sentimenti, a suscitare emozioni, giocando anche sul sicuro, facendolo però in maniera molto efficace, sulla scena finale del film, che non anticiperò, tranquilli, tutta la fila davanti alla mia aveva i fazzoletti in mano, mia moglie versava copiose lacrime e anche io non mi sono astenuto dall'inumidirmi un pochino la faccia. È un bel film Coco, un film che non mi aspettavo, che presenta elementi e letture semplici, almeno una per i bimbi e una per gli adulti, sviluppandole entrambe per bene, così come sono una gioia per gli occhi sia il mondo dei vivi con tutta l'estetica messicana a farla da padrone, sia il coloratissimo e psichedelico mondo dei morti, decisamente vivace anche per il più attivo dei viventi.


Miguel è un bambino cresciuto in una famiglia di calzolai ormai da generazioni, una famiglia che ha ripudiato la musica a causa dell'abbandono della moglie e della figlia Coco, bisnonna di Miguel, da parte di Ernesto de la Cruz, un sognatore divenuto poi il più celebre mariachi della storia del Messico. La musica viene vista come fumo negli occhi dall'intera famiglia, soprattutto dalla nonna di Miguel, l'Abuelita figlia di Coco, per sua (s)fortuna invece Miguel la musica ce l'ha nel sangue e non vorrebbe proprio rassegnarsi a metterla in un cantuccio. Miguel inseguirà il suo sogno (il tema per i più piccoli) a cavallo tra il mondo dei vivi e quello dei morti, collegati grazie a eventi particolari avvenuti nel Dia de Muertos, la festa dei morti messicana, in un viaggio che metterà tutti di fronte all'importanza del ricordo delle persone che abbiamo perso e che ci hanno reso quello che siamo, alla finitezza del nostro essere dal destino inevitabile, o più semplicemente di fronte alla bellezza più universale dei legami importanti, qui condensati più sul versante familiare ma che si possono ricondurre a tutti quelli che in qualche modo, in tutte le fasi della nostra vita, ci hanno lasciato qualcosa di profondo.

È una favola adatta a tutti questo Coco, semplice, sentimentale ma viva, appassionata, divertente e ben riuscita. Ottimo l'impianto tecnico e scenografico, il film è curatissimo e bellissimo da vedere, forse meno eccezionali le musiche tenendo conto che proprio la musica è la passione di Miguel, nel complesso comunque non c'è nulla che stoni. Aspettiamo ora l'uscita in dvd perché anche questo film in casa nostra sicuramente non potrà mancare.

14 commenti:

  1. Dunque l'hanno azzeccato in toto, visto che se ne parla bene ovunque :)

    Moz-

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    1. Si, l'hanno azzeccato in Coco. Battutaccia a parte direi che ci hanno preso in pieno anche questa volta. :)

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  2. Allineati e coperti, sia sul giudizio al film che sul giorno di pubblicazione del post, bro-fist! ;-) Detto questo il corto introduttivo è tedioso e nemmeno corto! Non sopporto Frozen e quando ho visto che era l'oggetto del corto avrei voluto essere in qualche posto divertente, tipo dal dentista, in fila alla posta, insomma tutto pur di non vedere roba legata a "Frozen" ;-) Per fortuna il film è molto bello, mi ha cancellato il corto dalla mente nel modo migliore possibile ;-) Cheers

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    1. Pensa che io il corto l'avevo pure già visto con mia figlia in televisione, due palle...

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  3. Bellissimo film, emozionante e divertente, la Pixar torna ad alti livelli dopo lo stonato Cars 3, troppo banalotto (salvo la metafora del pilota, ma quella la può cogliere chi è appassionato di motori e f1). Miguel è irresistibile, con quel tocco dark del corpo metà umano e metà scheletro, i personaggi secondari ci divertono e ci fanno incazzare (la nonna di Miguel!).

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    1. Ciao Riccardo, Cars 3 ancora ci manca, in qualche modo lo recupereremo, tra i lavori Pixar il brand diCars è forse quello che meno ci entusiasma, Coco è un altro pianeta :)

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  4. La penso come te: Coco è veramente un film stupendo. Il messaggio è potente e ben narrato, le canzoni hanno senso a livello di trama e non sono buttate lì "because Disney", i personaggi sono delineati alla perfezione. Veramente un buon lavoro!

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    1. Ottimo direi, speriamo che i due colossi dell'animazione continuino su questa strada.

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  5. Pensa che io amo Frozen ma ho rischiato la morte davanti al corto, veramente ammorbante.
    Fortunatamente Coco è stupendo e fa subito dimenticare i 20 minuti di attesa!

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    1. Vero, vero. Ma Bab, tu ami Frozen, odi Ciclope, sicura di sentirti bene? :)

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  6. Un corto non corto alla Frozen veramente traumatico e agghiacciante (ahahah). Meno male che ci ha pensato Coco con i suoi sentimenti, colori e suoni a riscaldare il cuore :)
    Saluti,
    Fede

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    1. Speriamo questo calore abbia sciolto per sempre l'inverno di Frozen :)

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  7. Coco ancora non l'ho visto (purtroppo), ma quella robaccia di Frozen si perché lo hanno dato anche in tv.
    Fa davvero schifo quel corto su Olaf, però mi auguro una cosa... Che ridimensioni "Frozen" perché lo reputo troppo sopravvalutato dalla gente!

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    1. Anche secondo me negli ultimi anni è uscita parecchia roba migliore di Frozen, poi come si dice... de gustibus non est disputandum.

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