sabato 9 giugno 2018

DARK - STAGIONE 1

La via tedesca alla serialità moderna in fin dei conti non si è rivelata affatto male. Memori degli illustri predecessori che al loro tempo erano quasi appuntamenti immancabili come L'Ispettore Derrick o, per i cinofili, Il commissario Rex e, in giorni più moderni, il ben più tamarro Squadra Speciale Cobra 11, un pochino c'era da aver paura. Non parliamo poi di cose come Il mio amico Charlie o La nostra amica Robbie che nel panorama nostrano (senza scomodare quello internazionale o le eccellenze anglosassoni) potrebbero stare al pari giusto di un Don Matteo. Scopro inoltre anche l'esistenza di una serie con un titolo da applausi, Kebab a colazione, complimenti agli ideatori, che dovrebbe essere una sorta di Cesaroni in salsa kraut. Insomma un panorama non proprio incoraggiante. Ora, scherzi a parte, probabilmente la Germania avrà prodotto anche delle ottime serie, il Berlin Alexanderplatz di Rainer Werner Fassbinder potrebbe esserne un esempio così come l'Heimat di Edgar Reitz (che è più una serie di film), ciò non toglie che i prodotti televisivi tedeschi nell'immaginario italiano non destino proprio gli stessi entusiasmi di un Black Mirror, di un The Walking Dead o di uno Stranger Things qualsiasi. Si sa, i tempi cambiano.

Il Dark di Baran bo Odar e Jantje Friese tiene invece il passo della nuova serialità senza alcun timore riverenziale, rivelandosi assolutamente all'altezza di produzioni ben più blasonate e probabilmente anche molto più ricche. L'idea di base non è nuova e più d'una volta lungo il corso della visione di questi dieci episodi che compongono la prima stagione della serie (e ce ne sarà sicuramente una seconda, probabilmente 8 episodi), si avverte quel senso di déjà vu che può riportare alla mente decine di altri titoli, da Stranger Things a Twin Peaks e non solo, questi paragoni non sono del tutto centrati ma sicuramente comprensibili, per alcuni elementi gli accostamenti si possono accettare. A differenziare Dark dalle serie cugine, definiamole così, c'è sicuramente la provenienza europea, tedesca, che dona alla vicenda narrata e alle immagini una connotazione del tutto peculiare. I toni sono molto cupi, la narrazione è priva di ironia o di qualsivoglia accenno di spettacolarizzazione, anche le immagine restituiscono molto spesso un senso di inquietudine profonda capace di far scattare le molle giuste ed emozionare in maniera significativa. Plauso particolare alla scelta delle musiche, anche queste fondamentali per la buona riuscita della serie, un comparto sonoro che varia dal triste/malinconico al marziale tanto caro ai tedeschi; anche solo l'ascolto dei pezzi in colonna sonora, slegato dalle immagini, crea qualche moto d'apprensione.


L'impianto narrativo è un mix di thriller e fantascienza, una fantascienza molto adesa alla realtà, che non lascia grosse concessioni al fantastico se non per l'assunto che in qualche modo misterioso, nella Terra di Dark, i viaggi nel tempo sono possibili e per effettuarli, purtroppo, non serve nulla di così rassicurante come una vecchia De Lorean. La vicenda si sviluppa su più piani temporali e i personaggi coinvolti non sono pochi. L'unico difetto che si può riscontrare nella serie, a parte il non essere così originale, è la difficoltà che si incontra nel collocare i vari personaggi sia temporalmente (il problema minore) che all'interno delle relazioni tra di loro (già più complesso). Chi è chi? Chi è parente di chi? Quale personaggio è la versione passata/presente/futura di sé stesso? Insomma, raccapezzarsi non sempre è così semplice. Invece la serie funziona molto bene sul piano emotivo, che poi per me è quello che conta, inoltre il cast, nonostante non presenti volti noti, è ben assemblato e anche le scelte degli attori che interpretano uno stesso personaggio nelle varie epoche è curata in maniera lodevole.

Sicuramente derivativa, Dark magari non cambierà il rapporto che avete con le serie tv ma a conti fatta la serie è riuscita davvero bene, nuovi scenari sono pronti per la seconda stagione, molti i nodi da sciogliere sui vari personaggi, ben tratteggiati ma ancora da approfondire. Se i creatori riusciranno a superare l'ostacolo della potenziale ripetizione, Dark potrebbe riservare ancora dei bei momenti. E questo, solo il futuro ce lo potrà confermare.


Noi siamo convinti che il tempo sia qualcosa di lineare, qualcosa che procede in eterno e in maniera del tutto uniforme, qualcosa di infinito. In realtà, la distinzione tra passato, presente e futuro non è niente altro che un’illusione. Ieri oggi e domani non sono momenti che si susseguono e sono uniti in un circolo senza fine. Ogni cosa è collegata.

6 commenti:

  1. Immagino che la confusione tra chi è chi, parentele o versioni altre di sé siano forse voluti, per disorientare un poco... altrimenti sarebbe un handicap.
    Io ancora non la vedo, mi interessava, anche se il pop tedesco non può essere forte come quello americano^^

    Moz-

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    1. Si, alcuni elementi di confusione sono anche creati ad arte, non sempre però è facile star dietro a tutto. Per quel che riguarda il valore della serie posso dire che non ha nulla da invidiare a tante altre serie USA.

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  2. Finita esattamente tre giorni fa e sono d'accordo con te, davvero un'ottima e sorprendente serie, io ne scriverò in settimana ;)

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  3. Grazie della segnalazione. Questa mi attira... "tedesco", o meglio "europeo", per me rimane un valore aggiunto, almeno a livello cinematografico.

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