martedì 4 settembre 2018

ANT-MAN AND THE WASP

(di Peyton Reed, 2018)

Torna sui grandi schermi anche il piccolo Ant-Man (Paul Rudd) questa volta con una più massiccia compresenza della sodale Wasp (Evangeline Lilly) che qui si guadagna anche l'onore di presenziare nel titolo del film. Proprio questo è l'elemento di maggior interesse di un film che, seppur a tratti divertente, procede con il pilota automatico confermando comunque la capacità dei blockbuster Marvel di colpire bersaglio e portafogli; Ant-Man and the Wasp ha infatti già incassato ben più di quello che è costato ai Marvel Studios realizzarlo. Dicevamo... Wasp... Evangeline Lilly, il primo vero ruolo femminile in casa Marvel di una certa importanza, infatti la Vedova Nera di Scarlett Johansson si è dovuta dividere gli onori della ribalta con tutti gli altri Vendicatori, la dolce Wasp invece deve fare solo a metà con Ant-Man e in più il suo ruolo non sembra affatto quello della spalla bensì quello della coprotagonista a pieno titolo. L'alchimia tra i due insetti è decisamente buona, sempre in bilico tra la gag comica e la storia d'amore in divenire, l'aspetto super è forse quello meno interessante e più canonico della pellicola. Il tratto distintivo di Ant-Man è quello di non essere un vero supereroe, Scott Lang, l'uomo dietro la maschera, non è un eroe come Capitan America, non un miliardario alla Tony Stark, non un essere potente come Hulk o Thor, Lang è principalmente un povero cristo con la vita incasinata, è agli arresti domiciliari per aver aiutato Cap, è separato con una figlia ancora piccola alla quale badare in condizioni assai complicate e alla quale vuole un mondo di bene, un papà moderno, un super eroe agli occhi della piccola Cassie certo, ma in realtà un padre molto molto umano e incline all'errore, magari anche un po' immanicato con la sfiga... insomma, un uomo imperfetto con il quale è molto più facile identificarsi che non con un Thor o un Iron Man, chi diavolo potrebbe identificarsi con un Thor o con un Iron Man? E allora lunga vita ai perdenti, onore a Scott Lang e compagnia bella. Con queste premesse si ha un protagonista che naturalmente ispira simpatia, affiancato dalla bella, forte e allo stesso tempo dolce Hope Van Dyne, la donna dietro la maschera di Wasp, una coppia davvero accattivante, e tra i due la più tosta sembra essere proprio la piccola vespa.


Il film di per sé funziona, diverte ma poco ci lascia, diverse cose interessanti ci sono e tra poco ne parleremo, però l'impressione generale che ho avuto è che i cinecomics, per quanto mi piacciano e per quanto li guardi volentieri, stiano iniziando a essere davvero troppi e che la maggior parte di questi fatichi ad elevarsi sopra la media, creando un effetto di appiattimento che va a ridimensionare anche quelli che potrebbero essere gli aspetti positivi di ogni singola uscita. È indicativo di come la scena che più mi ha colpito dell'intero film sia la prima dopo i titoli di coda, una scena che ricollega Ant-Man and the Wasp agli eventi di Infinity War e lo colloca subito prima a livello temporale inserendolo nella famigerata continuity Marvel, una scena drammatica che altera il registro leggero mantenuto da Peyton Reed nel corso dell'intera vicenda. L'altro aspetto da sottolineare è il continuo avanzare degli effetti speciali che più che per le meraviglie dei cambi di dimensione dei due protagonisti, lasciano a bocca aperta per quell'impressionante lavoro di ringiovanimento effettuato su due icone del Cinema come Michael Douglas (qui Hank Pym) e Michelle Pfeiffer (Janet Van Dyne), rispettivamente padre e madre di Hope (Evangeline Lilly). I due appaiono in una sequenza in età giovanile, il lavoro fatto in computer graphic sul corpo di due altri attori (nemmeno su di loro) è incredibile, così come sono ben realizzate le scene ambientate nel microscopico regno quantico.


Altre curiosità da segnalare sono il solito cameo di Stan Lee, la presenza di Bill Foster (Laurence Fishburne) che ai Marvel fan di vecchia data riporterà alla mente il supereroe Golia Nero e che qui più che altro ci tedia con spiegozzi approfonditi sulle origini del villain di turno Ghost (Hannah John Kamen), villain peraltro molto poco interessante, di altro c'è davvero poco. Lasciando da parte la trama che non necessita di particolari spiegazioni, con Ant-Man and the Wasp ci si può godere una action comedy supereroica ben realizzata che difficilmente rimarrà impressa in modo particolare nella memoria degli spettatori, concentrati probabilmente nell'attesa della seconda parte del mega evento con protagonisti Thanos e gli Avengers. C'è da dire che questo tipo di film continua a incassare molto, è un tipo di film che richiede la visione in sala e quindi attira pubblico, è abbastanza trasversale anche per quel che riguarda il tipo di pubblico, prima o poi anche questa moda si ridimensionerà, probabilmente non troppo presto. Però, nonostante in questo film non ci sia nulla che non vada, i primi segni di ingolfamento si iniziano a percepire.

7 commenti:

  1. Continuo a pensare che “Black Panther” sia ben peggio di questo film qui, che comunque non scende mai sotto un certo livello qualitativo, il potenziale non manca, Paul Rudd è azzeccato e si diverte, e si spera che la prima eroina Marvel (sento Rossella Di Giovanni digrignare i denti) ora che è stata presentata, può prendere il volo, tanto le ali le ha ;-)

    Non sarebbe male vedere un film un po’ più coraggioso, sarebbe il massimo poter esplorare il Microverso (o regno quantico), non so quanto la Marvel consideri Ant-Man un titolo di valore, la sensazione è che per loro sia il film estivo con cui si incassa grazie al pubblico delle famiglie con bimbi piccoli. Cheers!

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    1. Wasp mi è piaciuta parecchio, peccato l'assenza della scena della doccia, forse questo Ant-Man è più fluido di Black Panther e scorre via meglio, in ogni caso per entrambi ho avuto la sensazione del troppo che stroppia, non per i film in sé ma per l'eccessiva dose di proposte del genere, soprattutto se queste non spiccano per qualcosa al di sopra della media. Penso che in Marvel comunque terranno Ant-Man nella giusta considerazione, alla fine gli incassi non sono male, questo in casa Disney è l'unica cosa che conta.

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  2. Ecco, a differenza di CAssidy qui sopra a noi è piaciuto molto più Black Panther di Ant-man & Wasp :) Quest'ultimo lo reputiamo come te un film divertente ma che non lascia molto il segno

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    1. Non so, se dovessi riguardarli con mia figlia ad esempio sceglierei più Ant-Man, un po' meno mattone di Black Panther, un bel film ma che forse è stato osannato oltremisura.

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  3. Carino ma poco incisivo anche se i protagonisti sono senza dubbio simpatici, soprattutto Paul Rudd e, inaspettatamente, Michael Douglas.

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    1. Si, manca un po' di sugo ma indubbiamente è un bel filmetto...

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  4. Il primo non mi aveva entusiasmato e questo seguito ha confermato che ANT-MAN non è tra i miei superhero preferiti. E' da considerare anche che ho visto questo film dopo Avengers Infinity War, come bere la Ferrarelle dopo uno champagne molto pregiato XD

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