mercoledì 13 febbraio 2019

A STAR IS BORN

(di Bradley Cooper, 2018)

Uscito nelle sale senza la pretesa di essere il film del secolo, A star is born mantiene quel che promette, soddisfa le aspettative semplici e basilari di una vicenda musicale dai forti risvolti sentimentali e alla fine si toglie la soddisfazione di riservare anche qualche bella sorpresa. La vicenda è nota, gira a Hollywood già dagli anni 30 grazie alla prima versione diretta da George Cuckor nel 1932 (A che prezzo Hollywood?) e a quella forse più nota uscita un lustro più avanti per la regia di William Wellman (È nata una stella). L'ambiente narrato nei primi film è proprio quello di Hollywood, i protagonisti sono attori, lui star affermata con qualche problema legato all'alcol scopre in lei un talento fresco da lanciare nello stardom. Nasce un amore, carriera in ascesa per lei, declino per lui, finale non proprio da happy ending. Il canovaccio rimane questo per tutte le versioni del film, compresa quest'ultima diretta da Bradley Cooper. L'approccio al tema musicale arriva nel 1954 ancora grazie a George Cukor che dirige nuovamente questo script adattandolo al genere musical, a disposizione nella faretra del regista attori di richiamo come James Mason e Judy Garland, il plot è quello, il protagonista maschile è un attore, lei una cantante, la musica prende piede. La conversione totale al contesto musicale avviene nel 1976 con l'ennesimo remake (per la terza volta È nata una stella); diretto da Frank Pierson il film ha come protagonisti Barbra Streisand e Kris Kristofferson, entrambi musicisti sia nel film che nella vita, al passo con i tempi subentra anche la droga, lo scheletro della vicenda rimane sempre il medesimo. È proprio a quest'ultima versione che guarda A star is born che ripropone nel mood, seppur aggiornandolo ai tempi, il film di Pierson. Infatti il protagonista maschile, Jackson Maine (Bradley Cooper), ricorda molto il personaggio interpretato da Kristofferson, anche l'impianto musicale rock di chiara matrice country/folk proposto da Maine nelle sue performance live si potrebbe considerare la naturale evoluzione del sound proveniente dai Seventies, e cos'è Lady Gaga se non una versione moderna della Streisand in tutto e per tutto, con quel profilo imperfetto, non bello, il naso un poco pronunciato, grandi doti canore, star di primo piano già nella vita prima che nel film... sembra proprio che le scelte di Cooper, prima fra tutte quella di casting per la protagonista femminile, siano state prese avendo ben in mente la versione del film datata 1976, probabilmente la più vicina per interessi e sensibilità (e forse per gusto musicale) alle inclinazioni dell'attore/regista.


Le vere sorprese di A star is born, se è quasi impossibile ricercarle nell'intreccio essendo questo noto da quasi un secolo, sono proprio i due protagonisti, entrambi in qualche modo si rivelano essere più di quello che sembravano, anche se in qualche modo potremmo parlare più di forti conferme che non vere e proprie rivelazioni. Bradley Cooper è il classico tipo che potresti cominciare a odiare un pochettino, uno di quei bastardi fortunati a cui tutto sembra riuscire bene senza sforzo alcuno. Ovviamente dietro al successo del ragazzone ci sarà tanta fatica, tanta dedizione e passione, però... è figo, ha un fisico della madonna, è un bravo attore, si rivela ora anche un buon cantante, un buon regista, suona, scrive i pezzi... suvvia, lasciatemelo odiare almeno un pochettino. Scherzi a parte mi inchino davanti a Cooper, qui offre una bella interpretazione ma soprattutto si rivela un buon cantante, dalle doti magari non eccelse ma graziato da un timbro accattivante, una bella presenza scenica on stage, il giusto mood musicale, un insieme di caratteristiche niente male se pensiamo che si confronta qui con una delle cantanti più note di questi ultimi anni sulla scena mondiale e che le esibizioni musicali sono state registrare live in presa diretta. Valutando il film anche dall'ottica dell'esordio nel ruolo di regista, Cooper dimostra di avere gusto almeno per le riprese delle esibizioni musicali, fondamentali nell'economia di questo film, in diverse occasioni si ha l'impressione di essere on stage insieme a Jackson Maine, aspetto che rende la visione del film ovviamente più coinvolgente. Lady Gaga di contro offre un'interpretazione molto convincente, doti canore a parte si rivela sul piano puramente attoriale un'ottima protagonista, capace di ritagliarsi il suo spazio sulla scena senza ricorrere ad artificiosi make up o a travestimenti di sorta, capace di far bene anche al naturale.


Tralasciando alcuni stereotipi che si presentano qua e là, il film si lascia guardare, non ha pretese, racconta una difficile storia d'amore, artistica e sentimentale, scalfita dall'invidia e dalla notorietà ma sempre molto forte. A bagno nei sentimenti, ci si lascia andare alla storia d'amore (che tanto d'amore c'è sempre bisogno), si apprezzano i pezzi musicali, contestualizzati alla cornice tra l'altro sono pezzi anche di un certo livello, ci si gode gli attori (plauso a Sam Elliott e a Cooper per averlo scelto, perfetto in questo contesto) e la semplicità della storia. Non c'è altro, non è una rivoluzione, non è una novità, ma qualche ora piacevole è possibile concedersela anche con il cervello in modalità stand-by ogni tanto, a conti fatti A star is born non mi è dispiaciuto affatto.

2 commenti:

  1. Non sarà perfetta, ma a me fisicamente Lady Gaga piace un bel po'.
    Devo dire che Shallow è un pezzo che ascolto anche piuttosto spesso.
    Chissà se vincerà qualche statuetta agli Oscar anche se in generale a me è parso comunque una pellicola basica e semplice.

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    Risposte
    1. Si, non è un film da Oscar, però il premio per la canzone potrebbe vincerlo, magari anche l'interpretazione femminile... Vediamo, se hanno candidato Black Panther ci sta anche questo...

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