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lunedì 22 novembre 2010

MUSIC BOX 1

E' da un po' di tempo che pensavo di raddoppiare la dose di proposte musicali presenti in questo blog.

Continuerà il viaggio temporal-musicale grazie ai post targati Back to the past ma a questi volevo affiancare qualcosa di nuovo e un po' più personale.

Non solo pezzi storici o particolarmente interessanti pescati nel passato storico appartenente a tutti quanti noi, ma brani che in qualche modo abbiano un significato particolare per me, brani che semplicemente incontrano il mio gusto, ricordi, ascolti del momento e via di questo passo.

Le idee per dare il via a questo nuovo appuntamento erano decisamente tante ed è stato difficile decidere il brano d'apertura, in fondo la prima impressione ha la sua importanza.

Non sto a tediarvi elencandovi tutte le cose che mi sono passate per la mente, tanto le troverete tutte nei prossimi appuntamenti.

La decisione è caduta su quello che sicuramente è uno dei miei brani preferiti di sempre. Un pezzo che anni fa ho ascoltato non so più quante volte. Mi capitava di farlo girare più e più volte di seguito, ottima incisione in studio, stupendo eseguito dal vivo.
Una canzone d'amore cupa e disperata che riflette abbastanza bene, ed è anche per questo che la mia scelta è caduta qui, l'umore nero che mi sento addosso e intorno in questi giorni. Giorni in cui tutto sembra tingersi di nero.

Ispirato anche dal lavoro di Viktor sul suo blog ho deciso di dare maggior risalto anche ai testi dei pezzi presentati. Li troverete tutte le volte che sarà possibile in coda al video.

Si narra che il signor Eddie Vedder, chiamato alla prima prova con i Pearl Jam, si sia presentato al gruppo con questo splendido testo scritto durante il viaggio, pronto per esser messo in musica.

Il pezzo è Black dall'album Ten del 1992.



Hey... oooh...
Sheets of empty canvas, untouched sheets of clay
Were laid spread out before me as her body once did.
All five horizons revolved around her soul
As the earth to the sun
Now the air I tasted and breathed has taken a turn

Ooh, and all I taught her was everything
Ooh, I know she gave me all that she wore
And now my bitter hands chafe beneath the clouds
Of what was everything.
Oh, the pictures have all been washed in black, tattooed everything...

I take a walk outside
I'm surrounded by some kids at play
I can feel their laughter, so why do I sear?
Oh, and twisted thoughts that spin round my head
I'm spinning, oh, I'm spinning
How quick the sun can drop away

And now my bitter hands cradle broken glass
Of what was everything?
All the pictures have all been washed in black, tattooed everything...

All the love gone bad turned my world to black
Tattooed all I see, all that I am, all I'll be... yeah...
Uh huh... uh huh... ooh...

I know someday you'll have a beautiful life,
I know you'll be a star in somebody else's sky, but why
Why, why can't it be, can't it be mine

3 commenti:

  1. "Black"...già...oltre che ottima scelta direi appropriato...è vero,Firma, ultimamente il nero è un colore dominante intorno a noi e per motivi poco personali rischia di insinuarsi pericolosamente anche negli angoli più intimi delle nostre vite. E questo non fa che aumentare il nostro senso di impotenza e tristezza.
    Black...ho un doppio ricordo legato a questo pezzo, un bel doppio ricordo.
    Forse una volta scriverò su RN come mi sono avvicinato ai PJ; ora mi va di dirvi che questa canzone, oltre ad essere una magnifica canzone, che se ne capisca il testo o meno, mi riporta in dietro nel tempo a quando avevo circa tredici anni. Non sapevo suonare la chitarra, ma mi divertivo ad accompagnare un caro amico che la suonava con un'acustica, facendo dei piccoli fraseggi improvvisati con la sua elettrica. Eran dei bei momenti. Non vedo più questa persona da una vita, ma va bene così...
    L'altro ricordo è legato ad un altro mio caro amico che aveva una band tributo dei PJ: Dio quanto eran bravi e che emozione quando durante i loro concerti si sedevano tutti sul palco, illuminati da qualche candela e accompagnati nel canto solo da una delle loro chitarre che faceva gli accordi proprio di questo pezzo...
    Sarà meglio che smetta, altrimenti rischio di bagnare la tastiera...
    Grazie per il ricordo.

    Ah, per quanto riguarda i testi, in generale: that's my business!
    Pensavo giusto di dedicarmi all'analisi di qualche pezzo mitico tradotto, chi lo sà...
    Ci si vede in strada.

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  2. Grazie Viktor per il bel commento. Spero che questi post smuovano un po' i ricordi di tutti. Io mi sono avvicinato ai PJ principalmente perchè avevo l'età giusta e li ho vissuti più o meno dagli inizi.
    Anche io ricordo un paio di amici che non vedo più da una vita con la passione comune alla mia per un certo tipo di musica.
    Con uno di questi, in un passato che sembra ormai remoto, si faceva i fattorini interni alla Fiat di Cso Marconi. Andavamo su e giù per i piani della palazzina spingendo carrelli pieni di posta e si passavano le giornate parlando di musica e, ovviamente, sparando cazzate. Ci si divertiva parecchio...
    In pausa pranzo si andava a noleggiare qualche CD in un negozio di compravendita lì vicino (quando era ancora possibile).
    Mamma mia, quanto tempo.

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