Questo articolo è stato scritto per il sito fumettidicarta (e relativo blog)
Gli Zombi sembrano da qualche tempo tornati di moda e sono stati catapultati nuovamente sotto i riflettori dalle varie declinazioni dell’intrattenimento.
Il guru degli zombi al cinema, George A. Romero, si è rifatto vivo (si è rifatto vivo, bella questa!) con Diary of the dead prima e Survival of the dead poi; lo scrittore Seth Grahame-Smith ha rivisto il classico della Austen sfornando Orgoglio pregiudizio e zombi; anche i serial TV stanno attingendo al fenomeno con la trasposizione del fumetto The walking dead di Robert Kirkman.
Potevano rimanere al palo le due eterne concorrenti Marvel e DC Comics? Assolutamente no!
Ed ecco quindi le recenti La notte più profonda per la casa editrice di Supes e il recente Necrosha delle Casa delle idee.
Ma in ambito fumettistico l’omaggio più chiaro che ormai conta almeno quattro miniserie tradotte nel nostro paese è quello dei Marvel Zombi.
I Marvel Zombi nascono grazie al genio di Mark Millar sulle pagine della serie Ultimate Fantastic Four ambientata in un universo parallelo rispetto a quello classico che abbiamo imparato a conoscere dalla nascita dei Fantastici 4 nel lontano 1961.
Una versione giovanile del famoso quartetto si trova ad affrontare le prime esperienze relative a celebrità e azioni super-eroiche. Un Reed Richards geniale ma ancora giovane e inesperto scopre il modo di interagire con una nuova realtà parallela e, aiutato dalla sua controparte più adulta di quella stessa realtà, riesce ad accedervi.
Peccato che il primo impatto con questo nuovo mondo sia orribile. Una New York devastata, avvolta nel fumo nero degli incendi, disseminata di pezzi di cadaveri, corvi che banchettano in una doppia splash page resa in maniera magistrale dal solitamente statico Greg Land.
Quattro figure emergono dal fumo e si avvicinano al giovane Richards. E’ il quartetto di questa realtà. Morto. Vivo. Volti sfigurati, denti spezzati, carni marcescenti.
Il Richards adulto in tono canzonatorio: “Mai avuto la sensazione di essere stato fregato?”.
Sono tre gli episodi tratti da Ultimate F4 presenti all’interno del diciottesimo volume della collana Supereroi intitolato Marvel Zombi.
Millar crea una storia in tre parti davvero avvincente probabilmente inconsapevole che le sue creazioni avrebbero dato vita a una serie di uscite di buon successo dedicate alla versione non-morta dei supereroi Marvel.
Greg Land, disegnatore di indubbio talento e grande impatto visivo, pur non riuscendo sempre a dare grande espressività ai volti e particolare dinamismo all’azione questa volta centra il bersaglio.
I suoi eroi necrotizzati sono impressionanti, i volti sfigurati, le bocche grondanti sangue, la città allo sbando rendono lo scenario macabramente spettacolare.
Tutti i più grandi eroi sono stati zombizzati: Thor, Spider-Man, Ercole, Giant Man, Cap, Namor, Cage, Iron Fist, persino l’incredibile Hulk.
Il virus si diffonde, basta un morso, la carne lacerata e il gioco è fatto. Come potrà Richards affrontare da solo gli ex eroi non morti?
Sfruttando l’aiuto di Magneto, unico eroe ancora non contaminato, e l’arrivo del resto della sua famiglia: la Cosa, la Torcia e la Donna Invisibile dell’universo Ultimate.
Ma soprattutto riusciranno i nostri eroi, tornando al loro mondo, a non trascinarsi dietro gli infetti?
Il contagio è rapido, un supereroe infetto ci mette davvero poco a trasformarne un altro e la catena inizia. Tutto il mondo della realtà alternativa visitata da Richards è crollato in soli tre giorni.
Sarà Magneto a farsi carico del compito di impedire agli Zombi di migrare nell’universo Ultimate.
Dalla situazione sopra descritta prende il via la miniserie Marvel Zombie, scritta da Robert Kirkman e disegnata da Sean Phillips.
Il mondo è distrutto, gli zombi non trovano carne fresca, l’unico essere umano (mutante in questo caso) da divorare resta Magneto.
Gli eroi (ex ormai) sono in preda alla fame e non ragionano. Hanno sprazzi di lucidità solo quando riescono a placare la fame ingerendo un pezzo di carne fresca. Allora sembrano tornare, almeno nella psiche, le persone che erano un tempo. Piccoli sprazzi di lucidità per capire come uscire da questa situazione. Mangiato Magneto cosa succederà, le carni cedono, il cibo scarseggia, le carni degli altri non-morti sono disgustose. La fame torna.
La situazione sulla Terra è disastrosa ma cosa succede nello spazio? Usando un espediente utilizzato già da Vaughan in Y – L’ultimo uomo, Kirkman cerca la salvezza oltre l’atmosfera terrestre. Magneto riuscirà a contattare una squadra di alleati in orbita sull’asteroide M.
Il non morto Giant Man nasconde un macabro segreto, altri eroi arriveranno dallo spazio, araldi di una fame che farà impallidire quella dei non morti prospettando un epico scontro dalle inusuali caratteristiche gastronomiche.
Lo scontro si sposterà a un livello superiore, qualcuno sopravvivrà, qualcuno no. Nuovi scenari si andranno delineando in preparazione delle future miniserie dedicate ai Marvel Zombi.
Le matite di Phillips reggono bene il gioco alla scrittura di Kirkman. Le strade dell’apocalittica New York sono forse meno nelle corde del disegnatore rispetto ai vicoli bui sapientemente tratteggiati sulle pagine di Criminal ma il lavoro svolto risulta sempre appropriato.
Personalmente alcune atmosfere le preferisco realizzate da Land, Phillips ha dalla sua un migliore storytelling anche se non lesina certo in soluzioni truculente o grottesche.
La storia fila via liscia, pur senza toccare alti vertici di narrazione e offrendo talvolta soluzioni improbabili, riesce a divertire il lettore.
Marvel Zombie si rivela una mini divertente che riesce a creare curiosità per il suo seguito anche se in questo Millar, sulle pagine di Ultimate F4, era a mio avviso stato decisamente più in gamba dell’esperto di zombie Kirkman.
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