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martedì 12 giugno 2012

SUPERMAN

(di Richard Donner, 1978)

Il Superman di Richard Donner ha il sapore della favola moderna. Mi è capitato di rivederlo domenica scorsa in televisione in compagnia di mia figlia: ingenuo, spettacolare (all'epoca dell'uscita lo era sicuramente), ironico e divertente.

La parte supereroica, seppure ben presente, è messa in secondo piano per lasciar spazio all'umanita del super-essere, alle grottesche e ridicole trovate dell'acerrimo nemico Lex Luthor e della sua improbabile cricca e alla storia romantica che coinvolge la bella giornalista Lois Lane.

La trama, che ha avuto una storia travagliata per quel che riguarda la sua stesura passando per le mani di numerosi sceneggiatori compreso il nostro Mario Puzo, è perfetta nella sua assoluta semplicità, richiama ovviamente alcuni elementi dell'immaginario fumettistico del ragazzo di Krypton senza però esserne schiava. Il successo della pellicola e la sua buona riuscita sono dimostrati anche dal fatto che, in un'operazione di arricchimento reciproco, anche il fumetto si è appropriato di alcuni elementi mutuati dal film.

Nell'immaginario collettivo il compianto Christopher Reeve è Superman e in fondo Superman è Christopher Reeve, scelta felice e fortunata in quanto all'epoca Reeve era un perfetto sconosciuto. Nel ruolo di Luthor l'immenso Gene Hackman, gigione e divertente ben coadiuvato dalle sue spalle Valerie Perrine e Ned Beatty. Decisamente ironiche, quasi a rasentare la cretineria, alcune sequenze con lo strampalato trio. Ottimi anche gli incontri tra l'eroe e Lois Lane (Margot Kidder) e la goffa corte perpetrata a quest'ultima dall'impacciato Clark Kent, ancora una volta un perfetto Christopher Reeve.

Ciliegina sulla torta l'interpretazione di Marlon Brando nei panni di Jor-El, padre naturale di Kal-El, vero nome di Superman.

La trama la conoscono anche i muri. Krypton salta per aria e Jor-El per salvare il figlio lo spedisce sulla Terra tramite una navicella spaziale. A contatto con la nostra atmosfera il pupo acquisisce poteri straordinari, cresce con i coniugi Kent, suoi genitori adottivi, e impara come si sta al mondo. Il piccolo cresce, si trasferisce a Metropolis e trova lavoro al Daily Planet dove conosce Lois, il fotografo  Jimmy Olsen (Marc McClure) e il direttore Perry White (Jackie Cooper). In città le occasioni per rendersi utile non mancheranno all'eroe soprattutto grazie alle malefatte dell'arcinemico Lex Luthor.

Un Superman d'altri tempi e un film che forse oggi non sarebbe possibile realizzare, un film  che però non sfigura assolutamente, anzi, di fronte alla più moderna versione targata Brian Singer.

6 commenti:

  1. Ci credi che l'ho visto al cinema (tutti e tre i capitoli). C'era questo cinema di oratorio che proiettava i film con un paio di anni di ritardo... Li adoro, tutti e tre (pur preferenzo Mamma-Marvel, come stile). E a posteriori devo dire che hanno fatto scuola per certi versi. Prendi la consuetudine di far vestire i panni del "cattivo" ad attori molto più quotati dei protagonisti.

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    1. In effetti l'osservazione sul cattivo è vera, vale anche per il Supes moderno dove Luthor era Kevin Spacey e il protagonista Brandon Routh (?).

      Anche io ne avevo visto uno al cinema ma ero talmente piccolo che non ricordo quale :)

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  2. Gran bel film ancora oggi, a mio modo di vedere. Conserva un fascino che gli anni non hanno per nulla scalfito. A differenza di tanti, però, io non ci ho visto nulla di disastroso nel remake di Singer, ci credi? Anzi, l'unico difetto, forse, è proprio l'aver voluto omaggiare così tanto la prima pellicola di Richard Donner. Senza purtroppo restare al passo con i tempi.

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    1. Nemmeno io avevo disprezzato la versione di Singer (regista che mi piace molto), l'avevo trovata molto classica nell'insieme, in senso positivo. Solo che questa è meglio :)

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  3. Un must di quando ero ragazzina, un film che rivedrei volentieri anche adesso assieme alla sorellina Supergirl, altra pellicola divertentissima!

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