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mercoledì 21 novembre 2018

I MILLE VOLTI DEL TERRORE

(The year's best horror stories. Series VI; AA.VV., 1978)

I mille volti del terrore è una compilazione a cura di Gerald W. Page che raccoglie alcuni di quelli che dovrebbero essere stati i migliori racconti a tema horror pubblicati su riviste varie nel 1978 (o poco prima). Come in tutte le antologie la qualità degli scritti proposti risulta inevitabilmente altalenante così come anche la definizione di racconto horror va presa con le molle, gli sconfinamenti e le commistioni con altri generi letterari non mancano, fermo restando quella base di brivido che la tematica affrontata richiede. Siamo di fronte a una serie di opere tutte più o meno brevi concepite dai rispettivi autori sul finire degli anni 70, alcune narrazioni risentono del passare del tempo restituendo al lettore quella sensazione di polveroso non necessariamente spiacevole, altre invece hanno una freschezza ancora invidiabile, una su tutte il racconto I figli del grano di Stephen King, autore di punta di questa antologia e di tutto il genere horror moderno il cui nome campeggia al centro della copertina del libro. A questo punto mi tocca ammettere la mia ignoranza e la mia scarsa dimestichezza col genere in quanto i nomi degli altri autori coinvolti nel progetto sono a me per lo più ignoti.

Vediamo con una rapida carrellata cosa contiene questo libro. Si parte con il racconto In fondo al giardino (At the bottom of the garden, 1976) di David Compton nel quale, in uno scenario familiare e domestico, la figlia della distratta signora Williams gioca con la sua amichetta nel giardino di casa. La bimba poi racconta delle cose ai suoi genitori che però non la ascoltano con la dovuta attenzione, le strane fantasie della bimba risulteranno invece avere ben più d'un fondamento. Un buon inizio, breve ma inquieto al punto giusto, l'attacco dell'antologia lascia ben sperare. Meno interessante l'incontro tra il protagonista della seconda storia, Urlando per uscire (Screaming to get out, 1977), con una poco attraente cameriera di un drive-in, incontro che terminerà con una sorpresa inaspettata. Anche qui pochissime pagine a opera di Janet Fox che oggi però sanno molto di già visto (c'è da dire anche che io arrivo alla lettura di questo libro con un ritardo di circa quarant'anni). Segue il primo racconto un po' più corposo, Kane il maledetto (Undertow, 1978) che purtroppo sconfina nel fantasy, genere che non amo particolarmente. La costruzione del racconto non è male, non nelle mie corde ma agli appassionati potrebbe piacere, inoltre sia il protagonista Kane, sia l'autore Karl Edward Wagner sembrano godere di ottimo credito tra i fan del fantasy a la Conan il barbaro. Io sento il buio (I can hear the dark, 1978) di Dennis Etchison richiede un minimo di concentrazione in più rispetto al solito nonostante la durata molto breve ma in fin dei conti si rivela un episodio tutto sommato trascurabile, non così è per La custode (Ever the faith endures, 1978), ottimo racconto molto vicino per atmosfere agli scritti di Lovecraft e al terrore suscitato da presenze mostruose come I Grandi antichi, l'autore Manly Wade Wellman è un prolifico ed eclettico scrittore che ha spaziato in carriera tra numerosi generi sfiorando anche il Pulitzer con uno dei suoi romanzi storici. Non male I signori dei cavalli (The horse lords, 1977) di Lisa Tuttle che presenta più di un punto di contatto con il ben più famoso Pet sematary (comunque successivo) di King. Con Bianco inverno (Winter white, 1978) di Tanith Lee si torna alle contaminazioni storico/heroic fantasy e il mio interesse torna a calare, anche qui però il racconto non è affatto malvagio. Dal sapore antico, ottocentesco, Una ragnatela di vene pulsanti (A cobweb of pulsing veins, 1977) che vede per protagonista un profanatore di tombe su commissione che accidentalmente recupera una bara che avrebbe dovuto lasciare al suo posto, ottimo stile e ottime atmosfere a opera di William Scott Home. Di scarso interesse anche Un colpo di fortuna (Hollow face, merciless moon, best of luck, 1978) di David Drake ambientato in uno scenario di guerra; finalmente arriva I figli del grano (Children of the corn, 1977) di Stephen King. L'autore di Bangor (ma nato a Portland) dimostra qui in maniera indiretta come la sua fama sia del tutto meritata, il suo racconto ha un altro passo rispetto ai contenuti presenti nel resto del libro, la scrittura di King sembra arrivare da un secolo più moderno, più vivo e vivido, a distanza di quarant'anni il racconto non perde una stilla di freschezza. Torna il tema dell'adolescenza qui protagonista in una comunità ormai morta e composta di soli ragazzini, una comunità che si rivelerà parecchio pericolosa per i viaggiatori Burt e Vicky. Forse grazie all'impulso dello scrittore del Maine il resto del libro sembra avere un piglio più moderno, Se arriva Damon (If Damon comes, 1978) porta in scena uno di quei bambini inquietanti che tante volte abbiamo avuto modo di vedere al Cinema, racconto di Charles L. Grant; de L'adescamento (Drawing in, 1978) di Ramsey Campbell ho già smarrito il ricordo, cattivo segno; parecchio interessante invece il dittico finale. Ricordo di un amore (Within the fall of Tyre, 1978) di Michael Bishop non presenta grandi sfumature horror ma si rivela uno dei racconti più interessanti dell'intero lotto e gode di un finale inusuale, quasi grottesco, che lascia da pensare e allo stesso tempo strappa un sorriso; bella storia di fantasmi invece la finale La lunga, lunga strada (There's a long, long trail a winding, 1977) di Russell Kirk, ottima chiusura di un libro che finisce in crescendo.

Tutto sommato I mille volti del terrore offre un buon intrattenimento, poco uniforme (può essere un bene come un male, a seconda dei gusti) ma con alcuni picchi di sicuro interesse, non c'è forse tutto quell'orrore che si vorrebbe lasciar intendere ma la lettura risulta piacevole anche se a volte ristagna nell'aria un odore di cose antiche. Magari sono cose antiche che stanno per venire a prendervi, e allora tutto si spiegherebbe!

13 commenti:

  1. E pensare che io conoscevo solamente "I tre volti della paura" 😍

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  2. Io ho avuto la fortuna di trovare una libreria che mi ha scambiato di vecchi fumetti che non volevo tenere con dei libri che mi interessvano. Nel mezzo ho preso anche questo. Anche a me molti racconti sono piaciuti, in più c'è il vantaggio che anche quelli che piacciono meno comunque sono brevi, quindi non si patisce mai troppo.

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  3. Possiedo questo volume, fa parte di una serie pubblicata a fine anni novanta dalla Newton & Compton che traduceva i The Year's Best Horror Stories. Una curiosità interessante: qualche anno dopo questo volume Gerald W.Page si sarebbe ritirato per dedicarsi alla sua carriera, il suo posto come curatore fu preso proprio da Karl E. Wagner!

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    1. Qualità media? Io al momento ho letto solo questo sull'annata 1978.

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    2. Dunque, non so se ho comprato tutte le uscite, ma all'epoca della Newton comprai due numeri curati da Page ed altri due curati da Wagner e ti confermo che la qualità era molto altra. C'erano alcuni autori che tornavano spesso (lo stesso King che hai citato;oppure Charles E.Grant e Dennis Etchinson, che all'epoca della loro uscita in stampa venivano considerati come dei caposaldi dell'horror ma che a me hanno sempre annoiato)ma in linea di massima la qualità è ottima quindi consiglierei l'acquisto. Tieni presente che la Newton alternava queste uscite con altre serie come quella inglese dei "Mammoth Book of..." una serie tematica di antologie (lupi mannari; vampiri...) curata dal grande antologista britannico da Stephen Jones, anche quelle valgono (a parte forse quella su Frankenstein, un poco più noiosetta). Lì però le star sono Clive Barker; Ramsey Campbell o Grahan Masterson. Comunque se le trovi in giro l'acquisto è consigliato.

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    3. Credo che nel circuito dell'usato non sia impossibile trovarli; Etchinson in questa raccolta non è piaciuto nemmeno a me al contrario di Grant di cui invece ho apprezzato il racconto. Dovesse capitarmi qualche altro volume per le mani allora lo prenderò...

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    4. Fondamentalmente sia Etchinson che Grant sono due autori che godono di molto rispetto da parte di critici e colleghi,Grant in particolare ad un certo punto ebbe anche l'incarico di scrivere le prime due novellizzazioni di X-Files(incarico che gli fu ritirato perché dimostrò di non aver capito niente del programma, pensa che in uno dei due romanzi che scrisse è Scully che trascina Mulder in una indagine soprannaturale, mentre Fox invece vorrebbe solo rimanersene nella tranquillità di Washington, pensa un po te!) solo che si tratta di due scrittori che già all'epoca di queste antologie cominciavano ad essere considerati sorpassatelli ed un po fané. Etchinson scrive un horror molto poco soprannaturale e tanto psicologico che o si ama alla follia o si detesta cordialmente. In quanto a Grant (che è stato anche antologista) è uno scrittore molto classico, a suo tempo fu un fiero avversario dello splatterpunk ma a volte si perde nelle trame. Li ho ritrovati spesso entrambi in queste antologie, di entrambi ci sono stati racconti che ho apprezzato (qualcuno) e racconti che non mi sono piaciuti. Diciamo che non sono scrittori troppo nelle mie corde a differenza di altri...

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    5. La descrizione che dai di Etchinson infatti corrisponde a quel che ho trovato nel racconto, gli elementi sono quelli, elementi che tra l'altro in teoria potrebbero anche non dispiacermi, nella pratica il racconto invece non lascia il segno. L'atmosfera del racconto di Grant non l'ho trovata male, nulla di trascendentale ma un racconto accettabile. Comunque alle condizioni alle quali ho trovato questo si possono prendere anche gli altri.

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  4. Mi sa tanto che sono troppo fifone per affrontare una lettura del genere. :)

    Andando off-topic: ti andrebbe di partecipare a una delle prossime puntate della rubrica sulle uscite cinematografiche settimanali che pubblichiamo io e Ford sui nostri blog ogni giovedì? Se sì, fai che scrivermi via e-mail, così ti spiego meglio come funziona. ;)
    Ecco il mio indirizzo: marcogoi82@gmail.com

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    1. Volentieri Marco, appena posso ti scrivo. Grazie mille. :)

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  5. Mi ci sono imbattuto parecchie volte in questa raccolta nei mercatini dell'usato, ma sono sempre reticente per ciò che concerne le raccolte di autori diverse.
    Però mi hai quasi convinto. :-P

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    1. Anche io non amo particolarmente le raccolte di autori vari, nella mia libreria ne compaiono veramente pochissime. Questa l'ho scambiata con altra roba in una libreria dell'usato, alla fine può valerne la pena, alcuni racconti meritano e sulle bancarelle probabilmente ti porti via il libro con un paio di euro. A quel prezzo...

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