Stark è uno dei due romanzi di Edward Bunker pubblicati postumi, esce nel 2006, anno successivo alla morte dello scrittore, e ancora una volta ci troviamo di fronte a un romanzo criminale. In realtà Stark è più una novella criminale a dirla tutta, un libro breve che ha un sapore lievemente diverso da quello di alcuni dei suoi illustri predecessori. Leggendo infatti opere come Litte Boy Blue, Come una bestia feroce o Animal Factory, si aveva la chiara impressione di venir calati dentro narrazioni ad alto tasso di realtà, cosa che effettivamente avveniva in quanto la vita difficile e sregolata dello scrittore era molto spesso alla base delle vicende narrate nei suddetti romanzi. Nell'incedere della narrazione non si percepiva quasi mai la presenza di un'afflato finzionale, la mano dell'autore sembrava condurci in luoghi duri, da noi molto lontani ma comunque palpabilmente molto, molto reali, caratteristica questa difficilmente riscontrabile in opere di scrittori anche molto gettonati e dediti a generi affini a quelli trattati da Edward Bunker.
Stark sembra avere un taglio un poco diverso, come sottolinea anche la moglie di Bunker, Jennifer Steele, nella postfazione al libro, Stark è uno dei primi scritti dello scrittore, rimasto in un cassetto fino alla sua morte, tornato alla luce grazie all'interessamento dell'agente letterario Nat Sobel. Lo stile di Bunker probabilmente ancora non era definito, lo scritto era poco autobiografico, il tipo di personaggio narrato (un truffatore) non troppo amato dal suo stesso creatore, fatto sta che questa volta ci si trova di fronte a un libro che si percepisce essere puramente finzionale, diverso dalle altre opere dello scrittore. Non che in questo ci sia qualcosa di male, anzi, Stark è un bel libro, scritto benissimo e che si legge tutto d'un fiato, coinvolgente e divertente. Non il solito Bunker, davvero buono ma certamente non il migliore. Comunque ad avercene.
Ernie Stark non era la persona più perbene sulla Terra. Chiedetelo agli amici. Sempre che li avesse. Era un imbroglione di mezza tacca che sognava costantemente di fare il colpo grosso. Quello che lo avrebbe fatto vivere da gran signore. Ma il più delle volte restava fregato. Se non dal pollo di turno, dalla polizia.
Nelle prime quattro righe del romanzo c'è la perfetta descrizione del suo protagonista, un truffatore tossicodipendente in libertà, tenuto stretto al guinzaglio dal detective Crowley, intenzionato a usarlo come informatore per arrivare ai fornitori di un giro grosso di droga che ha come piccolo distributore l'hawaiano Momo Mendoza. Mentre Crowley non si fà scrupolo nel mettere in pericolo l'integrità di Stark nell'ambiente della mala, quest'ultimo deve destreggiarsi per guadagnarsi la fiducia di Momo e non destare troppi sospetti nel suo diffidente guardaspalle muto, il minaccioso e ben piazzato Dummy, con il quale Stark condivise in passato l'ospitalità nelle patrie galere. È dura tenere in contemporanea a bada la scimmia della tossicodipendenza, il desiderio per Dorie, la ragazza di Momo, i sospetti di Dummy e le pretese di Crowley, cercando allo stesso tempo di entrare nel giro grosso, un po' per allentare la presa della polizia, un po' nella speranza di riuscire davvero a svoltare una volta per tutte fregando magari quanta più gente possibile. Tra un inganno e l'altro Stark ci proverà, lasciandosi alle spalle una cospicua scia di guai e cadaveri.
Libro molto cinematografico, una storia che sarebbe perfetta per una buona trasposizione per il grande schermo, non per nulla Edward Bunker ha firmato nell'arco della sua carriera anche diverse sceneggiature (Vigilato speciale, A 30 secondi dalla fine, Animal Factory) e ha collaborato come consulente al film capolavoro di Michael Mann: Heat - La sfida. Magari non troppo rappresentativo di quel che è stato il Bunker scrittore ma Stark rimane comunque una lettura consigliata.
Edward Bunker in Le iene (Mr. Blue) |
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