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mercoledì 22 luglio 2020

FAVOLACCE

(di Damiano e Fabio D'Innocenzo, 2020)

"Sento parecchio rimorso per avervi raccontato questa storia insensata, amara e anche pessimistica, vi meritavate forse qualcosa di più realistico, una storia normale, di quelle che accadono tutti i giorni, e non lo sfogo di un annoiato dalla vita, vi chiedo scusa, ricominciamo da zero".

Questa è la chiusa al film da parte della voce narrante, una voce importante fin dalle prime battute di questo lavoro dei fratelli D'Innocenzo, un elemento che ci presenta quella che non vuole essere una storia vera, come spesso ci accade di vedere al Cinema, non vuole essere nemmeno una storia come un'altra, vuole essere invece una favola, come gli stessi registi hanno dichiarato a più riprese, per non rischiare fraintendimenti l'hanno pure specificato nel titolo, e non una bella favola ma una favola nera, nerissima, una favolaccia quasi insostenibile. Anzi, insostenibile senza il quasi. E la voce coglie nel segno, è una storia pessimistica, troppo, seppur non lontana da alcune realtà nostrane, dai comportamenti di genitori incapaci di esserlo, una storia molto, troppo, tendente al nero.


Periferia romana, un quartiere decentrato, villette a schiera, spaziose, con il giardino, a dare quasi un'idea di benessere. All'interno delle case, dentro quei giardini, vive un'umanità gretta, disillusa, senza prospettive, con un'amore contorto e trattenuto che non riesce mai ad arrivare nella maniera giusta ai più piccoli, ai figli, veri protagonisti di questa favola del disagio. Ciò che muove questi adulti mai giunti a maturazione sono sentimenti come l'invidia e la rabbia, sentimenti acuiti e incancrenitisi a causa della mancanza di lavoro o dalla presenza di lavori svilenti, da desideri materiali, estranei all'amore, dall'incapacità di creare rapporti basati sulla sincerità, in taluni casi dalla mera ignoranza. In un mondo dove non c'è niente, la casa, la scuola e poco altro, i genitori non fanno che scaricare frustrazioni più o meno consapevolmente sui loro figli, un gruppo di ragazzi senza guida o con figure di riferimento sbagliate; anche quando un po' d'amore affiora, il comportamento di questi genitori appare più infantile di quello dei ragazzi, i due registi raccontano una generazione non in grado di prendersi cura della successiva, incapace di mettere la giusta distanza tra le loro azioni e quelle che dovrebbero essere più adatte ai bambini che si trovano a recitare ruoli lontani da quelli a cui avrebbero diritto alla loro età, circondati da una confusione e da una mancanza di punti di riferimento che taglia loro le gambe. Questi bambini sono diretti magnificamente dai fratelli D'Innocenzo, grandi professionisti sotto molti punti di vista, ma proprio con i bambini, vista anche la delicatezza dei temi trattati, viene qui fatto un grande lavoro, bellissimi volti che magari, chissà, in un prossimo futuro ritroveremo per ruoli da adulti o ragazzi fatti.


La storia, sceneggiata dagli stessi registi, è un bel pugno allo stomaco, non lascia speranza, eccede nel pessimismo trovando fine compiuta in una chiusa quasi irricevibile, che porta la narrazione nel mondo della favola nera, un finale con il quale bisogna scendere a patti e non ho remore nell'ammettere di non essere riuscito a farlo fino in fondo, nonostante l'ottimo lavoro dei D'Innocenzo anche in sede di regia (alcune sequenze sono effettivamente molto riuscite), non posso dire di aver goduto appieno di questo film, forse è troppo difficile farlo, cosa che potrebbe essere un altro punto a favore dei due autori (e qui dimostrano di esserlo) che lasciano indubbiamente il segno elevandosi sopra la media dei prodotti italiani. Un bel film che merita la visione, indubbiamente, però cazzo che botta...

8 commenti:

  1. Bel film e concordo con la tua recensione.
    Una favola nera e quindi già dal titolo si intuiva che sicuramente non ci sarebbe stato un lieto fine.
    La botta l'ho avvertita meno di te ..ma credo sia una questione di sensibilità , diciamo che qualcosa del genere me l'aspettavo.
    Si respira aria malsana fin dall'inizio e i registi fratelli non ti lasciano tregua.
    Unico neo il sonoro ma alzando molto il volume ( l'ho visto su Prime )si supera pure questo e i dialoghi diventano molto chiari.
    Bella la regia , la fotografia .
    Stasera su Rai 3 danno il loro primo film a mezzanotte , La terra dell'abbastanza..son curioso di vederlo.
    Ciao

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    1. Ciao Max, ti ringrazio, sei gentile. La botta è metaforica, ma dentro c'è una visione davvero nera, quel finale poi... Io l'ho visto con le cuffie quindi non ho riscontrato problemi audio, vorrei recuperare anche il primo ma a mezzanotte non gliela fo :)

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  2. Speriamo lo tengano su raiplay ..perché anch’io penso di avere lo stesso tuo problema 😀

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    1. In tempi di Covid su Raiplay avevano riversato una piccola parte del catalogo di Fuori Orario, io ad esempio mi sto guardando i film di Yamada, regista di cui mi sto innamorando, al momento dopo la prima selezione non hanno più ampliato, spero che questo film come altri possano approdare nella sezione Fuori Orario di Raiplay.

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    2. Ci sta su rayplay .
      Ti conviene approfittare finché resta .
      Ciao e buon weekend

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    3. Grazie mille Max, buon week end anche a te!

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  3. A me è piaciuto molto, e nella sua semplicità è molto disturbante.
    Soprattutto sul finale.
    Elio Germano sempre bravissimo!

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    1. Si, e mi sento di dire che sono bravi tutti, però l'ho trovato davvero tanto negativo e non è riuscito a "riempirmi fino in fondo".

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