È una sensazione quasi rassicurante quella che procura il tornare tra le strade della Città; l'addentrarsi tra le vie del quartiere di Isola è sempre un piacere, nonostante il caldo afoso dell'Estate del '58. L'inizio di un nuovo romanzo con protagonisti i poliziotti dell'87° distretto è sempre un ritorno, è un ritorno all'interno di una struttura risputa (ma non per questo meno piacevole), è il ritorno nei confini noti di un genere codificato tra l'altro dallo stesso McBain, inventore del police procedural e, cosa ancora più importante, è un ritorno nelle giornate e nelle vite di un manipolo di personaggi ricorrenti che, romanzo dopo romanzo, crescono con il lettore. Se ogni singolo romanzo è un affresco corale delle azioni dei protagonisti inventati e scritti da McBain, l'insieme dei romanzi dedicati all'87° distretto è un'affresco su una città che cresce, che si muove, è il film delle vite di diversi uomini (almeno di quelle che non vengono spezzate dal crimine) delle loro scelte e soprattutto del loro lavoro. Nessuno di questi romanzi cambierà la vostra vita, nessuno è un vero capolavoro, tutti sono letture piacevoli che si fregiano del valore aggiunto di andare a creare tutti insieme una serie il cui valore è indubbiamente più alto di quello delle sue parti.
In Ucciderò alle otto sono principalmente gli investigatori Steve Carell, Meyer Meyer e Cotton Hawes a stare sotto i riflettori, insieme ai loro superiori, al sergente David Murchison e a Sam Grossman della scientifica. Questa volta tutto inizia con un bambino, dieci anni circa, biondo, di altezza media per la sua età, con indosso un paio di braghe di tela e una maglietta a righe bianche e rosse. Il bambino consegna una lettera al sergente di servizio e si dilegua. All'interno della busta aperta in seguito viene trovato il seguente messaggio scritto con ritagli di giornale: ucciderò LA LADY Questa Sera alle 8 Voi cosa potreTE Farci?
Vana minaccia di un burlone? Alzata di genio di un cittadino impazzito per il caldo? Avvertimento da prendere sul serio? Richiesta d'aiuto di uno psicopatico che inconsciamente vuol essere fermato? Queste le prime domande da sbrogliare per i detective dell'87° che si ritrovano tra capo e collo una situazione potenzialmente spinosa da risolvere nell'arco di una sola giornata di lavoro.
C'è una bella atmosfera nei romanzi di McBain, si torna alla vecchia New York dei 50, perché anche se non viene mai nominata è chiaro come la Città sia la Grande Mela e il quartiere di Isola rappresenti semplicemente Manhattan. C'è l'investigazione ancora dura e pura, lontana dai mille ammennicoli tecnologici dei racconti moderni, è tutto un lavoro di gambe, chiacchierate, inseguimenti e deduzioni, il giallo di un'altra epoca. Lo stile di McBain è molto semplice, scorrevole e leggibile in qualsiasi situazione: perfetto per il bagno, per la metro, per la spiaggia come per il letto. Per gli appassionati del genere probabilmente il recupero cronologico dell'intera serie dell'87° distretto potrebbe rivelarsi un'impresa non poco goduriosa.
Un giovane Ed McBain |
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