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venerdì 8 novembre 2024

LA TEMPESTA DEL SECOLO

(Storm of the century di Stephen King, 1999)

La tempesta del secolo (o la tormenta del secolo come viene spesso definita nella miniserie per la televisione) è un libro di Stephen King pubblicato nel 1999 e pensato dal Re come sceneggiatura per il cinema, una sceneggiatura che poi, vista la mole imponente dello scritto, è diventata un progetto per uno show televisivo per il canale tv statunitense ABC. Nella traduzione italiana di questo Storm of the century edita da Sperling è presente, nelle pagine precedenti il racconto approntato da King, un'interessante introduzione dello stesso autore che spiega in poche parole la genesi di questo progetto che avrebbe potuto benissimo diventare un romanzo e che, a conti fatti, tutto sommato ne mostra già il passo e lascia facilmente intuire come sarebbe stato possibile da questa base di partenza arrivare a uno scritto finale che avrebbe potuto far mostra di tutte le migliori caratteristiche di scrittura alle quali King ci ha da sempre abituati. È vero, La tempesta del secolo sarebbe stato un buon romanzo, non lasciamoci però ingannare dalla forma atipica dell'opera (almeno per chi la affronta su carta) perché questa è comunque in grado di avvincere e appassionare il lettore anche in forma di sceneggiatura; il tocco del Re si sente tutto, alcune situazioni e ambientazioni riportano chiaramente allo stile di King che nel lavorare per la televisione non snatura per niente tutti i pregi della sua scrittura, ne è la dimostrazione il fatto che la sua sceneggiatura si riveli in definitiva migliore dell'opera che poi ne è stata tratta, ovvero la miniserie omonima in tre episodi diretta da Craig R. Baxley, regista al cinema di film non proprio indimenticabili (Action Jackson, Arma non convenzionale e cose così...). Ma di cosa narra La tempesta del secolo?

Little Tall Island è una piccola isola sita di fronte alle coste del Maine sulla quale vive una comunità ristretta e apparentemente affiatata, i fan più addentro all'opera di King la riconosceranno facilmente come lo scenario legato all'ormai anziana Dolores Claiborne protagonista di vicende qui apertamente citate. Siamo in inverno e verso l'isoletta si sta dirigendo quella che promette essere una delle perturbazioni più violente che si possano ricordare in zona a memoria d'uomo; inizialmente la popolazione tenterà di minimizzare l'evento, in fondo di tempeste ne hanno viste tante nel corso degli anni, ma ci vorrà molto poco per capire che questa sarà molto diversa dalle precedenti. Insieme al maltempo sull'isola arriva anche l'ambiguo André Linoge (Colm Feore), un non troppo simpatico straniero che come gesto di presentazione regala alla popolazione locale l'omicidio di un'anziana concittadina. Sarà compito dello sceriffo locale Mike Anderson (Timothy Daly) e del suo "vice" Hatch (Casey Siemaszko) rinchiudere l'assassino e garantire l'incolumità di una comunità ormai tagliata fuori dal mondo e dalla terra ferma. In realtà Mike e Hatch non sono proprio uno sceriffo e un vice, il primo gestisce un minimarket, il secondo nella vita fa altro ancora, Little Tall non ha nemmeno una prigione, non è mai servita, c'è giusto il retro chiuso per benino del market di Mike a far da contenimento a Linoge, almeno per quel che può servire. Si, perché Linoge non è proprio un uomo come gli altri, sembra più essere l'incarnazione di un male antico, capace di compiere gesti atroci anche standosene comodamente seduto rinchiuso all'interno di un facsimile di cella. Tra la tormenta, gli omicidi, gli strani comportamenti che iniziano a serpeggiare tra gli abitanti dell'isola e la sorveglianza di Linoge, Mike, Hatch e gli altri abitanti di Little Tall avranno il loro bel da fare per garantirsi un futuro che possa guardare oltre quei pochi e funesti giorni di maltempo.

Credo di aver già fatto trapelare la mia preferenza per la sceneggiatura rispetto all'opera che poi ne è scaturita in video: la prosa di King, anche se limitata da tutti gli stacchi che necessariamente devono descrivere inquadrature e sequenze, presenta una ricchezza immaginifica e descrittiva che in molti aspetti nella trasposizione viene persa, primo fra tutti proprio l'entità della tempesta incombente che nella sceneggiatura di King ne esce molto più minacciosa di quel che poi accade nella serie, probabilmente anche per una questione di costi e di effetti speciali che nel 1999 non erano ancora allo stato dell'arte come possono essere oggi. L'esperienza di lettura, superato il primissimo e solo eventuale spaesamento iniziale, si rivela piacevole e soprattutto scorrevolissima nonostante l'impostazione per forza di cose più "tecnica" che ci presenta passaggi del tipo: 

Atto 1 

Dissolvenza in apertura: 

1) Esterno: Main Street, Little Tall Island - Tardo pomeriggio 

(qui King inserisce una descrizione della situazione metereologica e delle strade della cittadina che per esigenze di brevità non riporto). 

MIKE ANDERSON - parla con lieve accento del Maine: 

MIKE ANDERSON (voce fuoricampo):

Mi chiamo Michael Anderson e non sono quello che verrebbe definito un erudito. 

E via di questo passo...

La struttura non è ovviamente quella del romanzo ma la differenza con l'incedere della lettura finisce quasi per non essere più percepita, La tempesta del secolo per il lettore diventa presto puro King, né più né meno. Quello che ne esce è uno scritto assolutamente valido che chi scrive consiglia senza indugi agli amanti del Re che ancora non lo avessero letto. Probabilmente se lo scrittore di Bangor non fosse stato tormentato dall'idea che la tormenta sarebbe dovuta diventare un film avremmo semplicemente tra le mani un altro ottimo romanzo a firma Stephen King, invece è andata così e il risultato mi sembra comunque ottimo. I temi poi sono di casa tra i fan di King: la piccola comunità chiusa e isolata da un evento esterno, l'evolversi dei rapporti all'interno della stessa, l'elemento di fastidio, il male e l'orrore, il sovrannaturale, i bambini, i segreti, contrasti tra concittadini ma anche solidarietà, la vita di provincia lontana dai grandi centri. La serie tv, nonostante il buon budget stanziato, perde un po' (parecchio?) la magia della penna di King. Uno dei motivi potrebbe essere imputato a un cast privo di nomi di richiamo e di interpretazioni capaci di donare la giusta enfasi e partecipazione nei momenti salienti; nonostante l'investimento fatto si respira un poco l'aria da prodotto di seconda fascia, soprattutto se la miniserie viene rivista oggi quando siamo abituati a ben altre produzioni anche in televisione. In fondo non è il primo progetto tratto da King che in tv non riesce a convincere appieno. Il consiglio è quindi quello di preferire la lettura della sceneggiatura, poi se si volesse ampliare il discorso la serie è presente su Prime (senza noleggio, basta l'abbonamento), le puntate sono solo tre e alla fine non si ha neanche modo di pentirsi del tempo investito per la visione.

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