domenica 27 dicembre 2020

B.P.R.D. - LA MACCHINA UNIVERSALE

(B.P.R.D. The universal machine di Mike Mignola, John Arcudi e Guy Davis, 2006)

Con le prime tre tavole di questa nuova miniserie del Bureau for Paranormal Research and Defense Mignola e Arcudi chiudono la vicenda legata alla "piaga di rane" per lanciarsi in una nuova avventura che muove da una delle conseguenze della mini precedente (segue qualche spoiler per chi non avesse letto il volume La Fiamma Nera). Data la natura corale della serie gli autori sviluppano qui tre linee narrative, quella portante vede la Dottoressa Corrigan, storica del folklore ed eventi insoliti, intraprendere un viaggio in Francia, nel borgo di Ableben, alla ricerca del Flamma Reconditus, antico e introvabile volume arcano che dovrebbe contenere le istruzioni per ridare la vita agli omuncoli, la speranza è quella di poter portare indietro Roger, all'apparenza irrimediabilmente distrutto nell'episodio precedente. Ad accompagnarla alla ricerca del vecchio collezionista che dovrebbe essere in possesso del manoscritto c'è l'agente Andrew Devon, un novellino sul campo, ma l'azione del Bureau questa volta non sembra presentare rischi, in fondo si tratta di portare a termine con esito favorevole la trattativa con un privato per l'acquisizione del libro. La seconda linea narrativa, sviluppata in poche pagine, vede ancora una volta il fondamentale Abe Sapiens in disparte, demotivato, avvilito e in preda agli spettri del suo passato, ancora tutto da costruire, con l'andare della storia si unirà ai restanti membri del gruppo per quella che è una sorta di seduta di autoanalisi, dove ognuno dei personaggi affronta il suo rapporto con la relatività della morte con cui molti dei componenti del B.P.R.D. hanno già avuto a che fare. Mentre in Francia si svolge l'azione vera, questa terza linea narrativa permette a Mignola e Arcudi di ricamare e costruire ancora meglio i loro personaggi, ponendo un focus sul Capitano Benjamin Daimo, pur sempre l'ultimo arrivato, che ci racconta l'episodio che ha portato a quei tre giorni durante i quali in passato è stato dichiarato morto, una vicenda nella quale sono coinvolti l'esercito, la giungla boliviana, delle suore morte e il misterioso culto del giaguaro. Per Liz Sherman sarà l'occasione di tornare ancora una volta ai ricordi della sua famiglia e alla parte che lei stessa ha avuto nella loro morte, Abe racconterà invece una storia non personale in cui compare anche Hellboy, persistendo così nel suo mood poco collaborativo, infine Johann Krauss rievocherà il ricordo di un amore ultraterreno e moderatamente morboso.

La macchina universale è uno dei migliori volumi del B.P.R.D letti finora, Mignola e Arcudi raggiungono una sintonia perfetta alternando atmosfere misteriose e orrorifiche intrise di un'ottima calibrazione della suspense a narrazioni che toccano i toni più disparati nei racconti dei membri rimasti in Colorado nella sede del Bureau, Guy Davis ormai è il B.P.R.D. come Mignola è Hellboy, i suoi disegni accompagnano la progressione della storia in maniera sempre efficace e naturale, sebbene di naturale nelle storie di Mignola ci sia davvero poco. La lettura di questo volume risulta appassionante (anche la rilettura), introduce nel Mignolaverse il Marchese De Fabre e la storia del suo castello legata a quella degli abitanti del borgo, un piccolo paesino francese che ospita uno dei negozi antiquari più affascinanti e pericolosi del vecchio continente. Molto buona l'idea di introdurre l'agente Devon che rappresenta qui il corpo estraneo alle solite dinamiche del Bureau e che si troverà quindi ad aver a che fare con forze molto più grandi di lui di fronte alle quali dovrà lottare anche solo per riportare la pellaccia a casa, tutto sommato il ragazzo non se la caverà male. Conosciamo un poco meglio anche Daimo, alla fine possiamo dire come la morte temporanea non l'abbia cambiato più di tanto, sebbene qualsiasi esperienza capace di portarti via mezza faccia debba essere per forza traumatica, Daimo tosto e irascibile era prima, tosto e irascibile rimane ora, ma sinceramente addolorato per la sorte toccata a Roger l'omuncolo.

Questo sesto volume dedicato alle avventure del B.P.R.D. si conferma uno dei migliori tasselli del Mignolaverse, universo narrativo il cui recupero inizia ad essere un poco problematico visto l'alto numero di volumi che iniziano a comporre l'opera dedicata ai personaggi creati da Mignola. Ci proviamo!

4 commenti:

  1. Molto difficile riprendersi dalla sorte di Roger, uno dei personaggi più amati della serie, però il bello di B.P.R.D. è la sua coralità, da cui può emergere uno come Daimo, altro gran personaggi destinato ad un arco narrativo davvero bello e tormentato. Cheers!

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    1. Daimo cresce di volume in volume, però quel povero Roger...

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  2. Mignola é uno dei miei disegnatori di fumetti preferiti, l'unica cosa che mi spiace è praticamente non disegni più, troppo impegnato fra film ed ecc. Questa serie l'ho mai troppo presa in considerazione.

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    1. È una bella serie, ottimi personaggi, belle storie e sempre ben confezionate, alle matite non c'è Mignola, se ti piace Davis consigliatissima.

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