(Deddo oa araibu: Hanzaisha di Takashi Miike, 1999)
Dando un'occhiata in giro per la rete mi è sembrato che a proposito di Dead or alive di Takashi Miike non si possa fare a meno di parlare della tonitruante sequenza iniziale del film e della sorprendente (per idiozia?) scena conclusiva. Questo perché probabilmente tutto quello che sta nel mezzo non è poi così degno di nota, dovute eccezioni a parte ovviamente. Non sapevo cosa aspettarmi dal cinema di Miike, lo sapevo eccessivo ma al momento l'unica visione che mi ero concesso tra le numerosissime opere del regista giapponese era stata quella di un episodio (quello si bello tosto) della serie collettiva Masters of horror.
Partiamo dall'inizio allora. L'apertura, in effetti originale, vede i due antagonisti e protagonisti del film, Ryuchi (Riki Takeuchi) e Jojima (Sho Aikawa) accovacciati sulla sponda di un fiume cittadino nell'atto di declamare un breve conto alla rovescia alla fine del quale parte, supportata da una colonna sonora incalzante e tamarra, la scena iniziale di cui sopra. Montaggio (post?)moderno, ritmi sincopati, saturazione dell'eccesso per un risultato d'effetto che mi è sembrato però più stucchevole che provocatorio o realmente disturbante, una composizione barocca non nella migliore accezione del termine. In sei minuti sei abbiamo: omicidi, defenestrazioni, sangue, morti, droga, sesso, criminali tamarri, locali di lap dance, prepotenze, streap tease, musica, coca, cibo, sodomia, sgozzamenti, ancora sangue, sparatorie, distruzione, schifo e almeno una battuta d'effetto. Tutto scandito dal ritmo della musica e dal montaggio di cui sopra, una sorta di dichiarazione d'intenti estrema che solo in minima parte verrà mantenuta nel corso del film. Il tono spesso grottesco di immagini e situazioni stemperano la ferocia del contesto, con il passare dei minuti il film si normalizza (e questo non sarebbe neanche un male) lasciando campo all'intreccio e alle vicende personali dei due protagonisti, in particolar modo a quelle dell'ispettore di polizia Jojima.
Ryuchi è un cane sciolto d'origine cinese che con i suoi amici tenta la scalata al potere nell'ambiente della malavita. Di fronte si troverà un'alleanza tra yakuza giapponesi e triadi cinesi. Abituati ad avere campo libero, le varie forze del male si indispettiranno per le intrusioni dell'ispettore Jojima. Lo scontro tra i due avversari sarà inevitabile e tutto si risolverà nella già citata scena finale. Nel mezzo un po' di caratterizzazione spicciola dei protagonisti, qualche scena forte almeno nelle intenzioni e anche qualche sprazzo di noia probabilmente dovuta all'accumulo.
Poi c'è quella scena finale che ha veramente del demente, non ve la anticipo tranquilli, mal realizzata visivamente e con un paio di uscite da manicomio, una di quelle scene che ti fa lanciare il telecomando urlando un bel "ma va a cagare, va!".
La ciliegina sulla torta. Spulcio su wikipedia per leggermi due dati, nomi degli attori, etc... e cosa leggo? Attenzione, testuali parole: Dead or alive, nelle intenzioni dei produttori, doveva essere la versione giapponese di Heat - La sfida. Coooooooooosa? Vabbè, ora vi lascio, vado in bagno a creare la mia versione personale della cioccolata Venchi.
Purtroppo mi manca, dovrei recuperalo.
RispondiEliminaMah, dipende. Dipende un po' da cosa ti piace, potrebbe anche essere un recupero non proprio indispensabile :)
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