lunedì 21 novembre 2016

IL DISCORSO DEL RE

(The King's speech di Tom Hooper, 2010)

Pioggia di nomination da concorsi sparsi in tutto il globo, dagli Oscar ai Golden Globe, dai BAFTA fino ad arrivare a una serie di riconoscimenti festivalieri internazionali come Toronto o i British Awards e conseguente razzia di statuette e vittorie ovunque che sembrano far pensare che nell'anno di grazia duemiladieci non sia davvero uscito un film migliore di questo. Tutto ciò mi sembra implausibile.

Certo, se guardiamo alla forma, Il discorso del re è un film molto riuscito, la regia è diligente (ma migliore di quella di Nolan per Inception tanto per dirne una?), i due attori protagonisti sono davvero molto bravi, infatti Geoffrey Rush fu uno dei pochi a tornare a casa senza l'Oscar in mano, lui che forse l'avrebbe meritato più di tutti, la sceneggiatura è solida e ci narra un episodio della vita della famiglia reale inglese poco noto al pubblico. Detto questo non credo mi verrà mai la voglia di rivedere questo film una seconda volta.

Ora non vorrei sembrare troppo severo, il film non mi è dispiaciuto, Colin Firth porta in scena un ottimo Enrico VI che oltre alle preoccupazioni del dover diventare il nuovo re e quella di dover affrontare le follie della Germania nazista, subisce un forte complesso a causa della sua balbuzie e della conseguente incapacità di esprimersi in pubblico, problemino non da poco per uno destinato a divenire il futuro re del Regno Unito. L'interpretazione di Firth, anch'essa premiata con l'Oscar, avrebbe meritato una visione in lingua originale, se potete concedetevela, non fate il mio stesso errore. Di fronte a lui, l'ancor più bravo Geoffrey Rush nei panni del logopedista Lionel Logue, esperto sui generis scovato dalla moglie del re, quell'Elizabeth Bowes-Lyon (Helena Bonham Carter) madre della futura regina Elisabetta II e della sorella Margareth, al fine di aiutare il marito a superare il suo blocco.


La storia è quella di un re, di un uomo se vogliamo, pressato dalle sue responsabilità e chiamato a superare i suoi limiti per il bene di un intero paese, è quella di un'amicizia con l'uomo che ha reso la cosa possibile, un'amicizia costruita poco a poco che si scontra con la differenza di classe e con il rango ma che mette in campo quello che poi, a prescindere da tutto, ogni uomo è capace di dare a un altro. Poi c'è chi dentro ci ha visto anche la sudditanza dei paesi del Commonwealth all'Impero Britannico (Lionel Logue era australiano), interpretazione che personalmente mi sembra un poco forzata.

Pur volendo riconoscere al film tutti i suoi meriti, che ci sono, la visione non regala particolari sussulti, ha un buon valore storico, pregio da non sottovalutare, ma non coinvolge mai fino in fondo. È una buona storia in una bella confezione. Certo, questo può bastare, ma con ben trentatré nominations, contando solo le tre manifestazioni più importanti alle quali il film ha partecipato (altrimenti il conto salirebbe a circa duecento), e ben dodici premi vinti, sinceramente ci si aspettava qualcosa di più.

16 commenti:

  1. Concordo su tutto, ho avuto le stesse impressioni, sopratutto onore al merito a Geoffrey Rush che trovo grandioso. Consiglio la visione de La migliore offerta per apprezzare ancora di più la sua recitazione.

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    1. Cercherò di recuperare anche La migliore offerta, film che tra l'altro mi ispirava già al momento dell'uscita, cosa insolita in quanto in genere i film di Tornatore non mi attirano più di tanto.

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  2. Ti dico la verità: io più o meno a metà mi addormento sempre ed ogni volta mi riprometto di resistere perché davvero mi interessa sapere come procede. È bello, ben recitato, molto curato, ma non tiene svegli quelli che tendono ad addormentarsi. D'accordissimo con te anche su Rush, forse l'Oscar lo avrebbe meritato più lui di tutti gli altri, ma d'altra parte i meccanismi dell'Academy spesso sfuggono alle logiche.

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    1. Infatti il post, più che sul film voleva ricordare il monito "non fatevi ingannare dai premi che tanto li elargiscono più o meno a cazzo" :)

      Comunque ti capisco, non è proprio uno di quei film che prende...

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  3. Ormai è qualche anno che non guardo il film ma ricordo che mi aveva commossa ed entusiasmata. E Colin Firth in lingua originale è favoloso. Concordo comunque sull'esagerato Oscar per la regia...

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    1. Infatti si intuisce che qui la visione in originale sarebbe stata un valore aggiunto. Il film mi è piaciuto ma sono rimasto parecchio distante dall'esserne entusiasta :)

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  4. Lo ricordavo poco o nulla e mi sono stupito di (ri)scoprire che su imdb gli avevo dato addirittura un 8. Leggendo il tuo post mi sono tornati in mente gli elementi che me lo fecero apprezzare e secondo me è proprio un bel film (anche se gli sceneggiatori si presero alcune libertà temporali per comprimere la storia e farla filare meglio senza far passare anni tra un incontro e l'altro come sembra avvenne in realtà). Non un capolavoro ma un gran bel film, grazie per avermelo fatto ricordare.

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    1. È un bel film senza dubbio, osannato oltre misura come spesso si fa oltreoceano con opere che non fanno gridare al capolavoro ne hanno alcun briciolo di innovazione o elementi davvero significativi. Ottimi gli attori.

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  5. All'epoca lo apprezzai moltissimo. E' un gioiellino :)

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  6. Un gran bel film, concordo con te che il grande Rush avrebbe davvero meritato l'Oscar per la sua interpretazione.

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    1. Secondo me si, l'Oscar al buon Geoffrey poteva starci tutto.

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  7. Film stupendo!
    Grandi interpreti e personaggi ben caratterizzati. Adoro Firth ma ti devo dar ragione: Rush avrebbe meritato molto di più l'oscar

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    1. Amen. Comunque anche Firth è stato bravo. Secondo me era il film che non lo meritava :)

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  8. Ricordo che a suo tempo il film venne incensato da più parti, ma non mi ricordo se l'ho mai visto :(
    Vado a cercare negli appunti.

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