mercoledì 3 luglio 2024

SOLDI SPORCHI

(A simple plan di Sam Raimi, 1998)

L'occasione non solo fa l'uomo ladro, lo fa pure assassino. 

Nel 1998 Sam Raimi si era già costruito un nome e contava su un bel numero di appassionati raccolti, soprattutto ma non solo, grazie alla trilogia de "La casa" (La casa del 1981, La casa 2 del 1987 e L'armata delle tenebre del 1992). Oltre al trittico sopra citato il regista del Michigan aveva riscosso consensi da parte dei fan anche per il western Pronti a morire e ancor più per il supereroico "ante litteram" Darkman. Nel corso dei suoi primi anni di carriera Raimi costruisce uno stile che in più occasioni si avvale di un'amalgama di avventura e generi (l'horror nel caso della trilogia) misto a un approccio ironico, a volte decisamente comico, a stemperare gli eccessi, un approccio al cinema che nel tempo si rivelerà essere uno dei tratti distintivi che il pubblico imparerà ad amare nei lavori del Nostro. Con Soldi sporchi tutto ciò che di ironico, frivolo e leggero c'è stato fino a quel momento nel cinema di Raimi viene dal regista momentaneamente accantonato per virare su un racconto duro che mette a nudo il peggio dell'animo umano condizionato in maniera negativa da egoismi, avidità, opportunismo e dalla ricerca di quel salto facile che da un corrotto "sogno americano", citato apertamente da uno dei protagonisti del film, non può che portare a un più realistico incubo, non solo americano ma proprio di una specie intera che in fondo, ingannandoci, vogliamo credere di base ancora buona e altruista.

Hank Mitchell (Bill Paxton) è un uomo onesto, è sposato con Sarah (Bridget Fonda), una bibliotecaria dalla quale sta aspettando la loro primogenita; l'uomo ha un impiego modesto al quale si applica con dedizione in una ditta di sementi. Quella dei Mitchell è una vita tranquilla, rispettabile, senza troppe soddisfazioni ma meglio di quella di altre famiglie che abitano la stessa provincia innevata del Minnesota in cui i Mitchell risiedono. Di certo una vita migliore di quella del fratello di Hank, Jacob (Billy Bob Thornton), uno sfaccendato dal carattere stralunato che difficilmente potrebbe inserirsi in un qualche contesto sociale a modo, o di quella dell'amico di Jacob, il disoccupato Lou (Brent Briscoe) sempre alla ricerca di soldi e di quella pace che sua moglie Nancy (Becky Ann Baker) giustamente non gli concede. In occasione di una visita sulle tombe di famiglia i tre si trovano insieme; lungo il tragitto verso casa, in mezzo alla neve, Hank, Jacob e Lou si imbattono nel relitto di un piccolo aeroplano ormai nascosto dalla coltre bianca; al suo interno il pilota è morto da tempo, al suo fianco un borsone contenente un'ingente somma di denaro, una cifra superiore ai quattro milioni di dollari. Dopo lo smarrimento iniziale e la convinzione da parte di Hank che l'unica cosa possibile da fare sia avvisare la polizia, Jacob e Lou riescono a convincere il più assennato di loro a non consegnare subito il malloppo e aspettare almeno che l'aereo venga ritrovato, così da capire se qualcuno sia davvero alla ricerca di quel mucchio di soldi. Dopo diverse discussioni Hank accetta la proposta a patto di conservare lui stesso i soldi non fidandosi degli altri due, tipi non proprio in quadro. La situazione ovviamente peggiorerà in fretta in un crescendo di errori e disgrazie senza fine.

Soldi sporchi è un noir nerissimo, senza speranza, di una cupezza assoluta che contrasta con il bianco candore della neve che avvolge la provincia del Minnesota. In questi scenari aperti e innevati (è facile pensare subito a Fargo ma qui non c'è niente da ridere) Raimi mette in scena il disfacimento dell'uomo causa avidità radicata; sono tutti diversi tra loro i protagonisti descritti da Raimi, quel poco di buono, quel pizzico di bontà d'animo che ancora alberga tra le nevi della provincia americana (che ingenuamente forse ancora crede al sogno o a una versione deviata di esso) arriva da dove non te lo aspetti, da quell'umanità a volte bollata come "white trash" o "minorata" che ancora non si è fatta corrompere del tutto dalla società del possesso e del benessere. Anche l'uomo potenzialmente più onesto è corruttibile se se ne presenta la giusta occasione. La figura di Hank è quella di un uomo la cui pretesa d'onestà crolla presto, con conseguenze nefaste, di fronte all'imprevisto e alla possibilità di un salto sociale ed economico verso l'alto; ancor peggio quella di Sarah che sogna l'esplosione improvvisa di quella vita borghese o addirittura privilegiata che in segreto ha sempre desiderato, a costo di influenzare e spingere il marito contro la sua natura di base e a costo di passare su tutto e tutti. Lou è un disperato incolto, schiacciato da sé stesso e dal sistema, Jacob è l'unico che nel suo disagio coltiva sogni puri e semplici, magari essere accettato da una donna (e sì, fosse anche solo per i suoi soldi, e chi se ne frega), ricomprare la fattoria di famiglia, trovare finalmente un posto in quella terra dove è cresciuto e dove il sogno americano è morto da tempo (il padre suicida, la fattoria in decadenza), quel sogno che da sempre, e ancora oggi, è per lo più bagnato dal sangue di gente innocente. Raimi costruisce un crescendo di situazioni e tensioni che vanno a scardinare la patina superficiale, già sporca e impoverita, di una rettitudine di maniera pronta a crollare al primo colpo. L'impatto sarà terrificante. Neo noir crudele e ancora modernissimo, più moderno oggi che in quel già lontano 1998, sarebbe bello se Raimi tornasse ancora una volta a queste atmosfere.

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