domenica 25 febbraio 2018

ANTICHRIST

(di Lars Von Trier, 2009)

Il Cinema di Lars Von Trier non è semplice, Antichrist forse lo è ancor di meno. Al momento della presentazione del film a pubblico e critica, quest'ultima non fu troppo benevola nei confronti del film del regista, definendolo un vuoto artificio di pura, sebbene spesso meravigliosa, forma. Sostanzialmente estetica, tecnica, messa in scena del nulla o quasi, qualcuno usò anche, parafrasando un poco il titolo del film, la definizione Anticinema. Eppure mi sembra molto ingiusto ridurre l'opera al solo aspetto formale (in alcune sequenze realmente eccezionale), il film esce dagli schemi, è interessante e in qualche modo richiama minuto dopo minuto l'attenzione e la partecipazione dello spettatore. Alla fine si può discutere sul fatto che Antichrist sia o meno un bel film, può piacere come no, personalmente avrei difficoltà ad esprimere un giudizio netto in questo senso, trattandosi di un'opera così particolare faccio fatica anche a mettermi d'accordo con me stesso al riguardo, certamente è un film che vale la pena guardare per poterlo giudicare, e già questo potrebbe essere un ottimo inizio.

Come ottimo è l'inizio del film stesso, la sequenza d'apertura è una dimostrazione di talento da parte del regista danese, un ralenty in un superbo bianco e nero di circa cinque/sei minuti sulle note dell'aria di Händel Lascia ch'io pianga. Moglie (Charlotte Gainsbourg) e marito (Willem Dafoe) hanno un appassionato rapporto sessuale, prima sotto la doccia, poi in bagno, poi ancora a letto. Il tempo è dilatato, le gocce d'acqua si separano l'una dall'altra mentre cadono calde sul volto della Gainsbourg, il vapore aleggia lento, dietro una finestra la neve scende fredda, il sesso di lui la penetra in maniera così naturale, la lavatrice gira, il volto di lei è puro piacere, nell'altra stanza un palloncino vola, un bel bambino biondo gioca nel suo lettino. Tre statuine osservano tutto, sono lutto, dolore e disperazione, anticipo del film a venire; il bambino scende dal letto, una bottiglia cade nel vuoto spargendo il suo liquido, il vento apre la finestra come il sesso apre la bocca di lei, un parallelo di tragedia e piacere, il bimbo cade, la madre ha il suo orgasmo, la lavatrice si ferma. Al suo interno tutto è di un candore immacolato.


Una costruzione perfetta fatta di simbolismi, parallelismi e tecnica, visivamente molto accattivante, esplicita, rafforzata dalla scelta della musica, lo stesso Von Trier ha dichiarato di aver "usato" Antichrist come terapia per uscire da un suo periodo di profonda depressione, da qui i vari simbolismi e le tematiche forti presenti nel film, non solo quella sull'elaborazione del lutto, ma anche quelle sul percorso terapeutico, sul conflitto atavico tra uomo e donna, il discorso sulla Natura come espressione femminile e spesso malevola e più in generale il tema del potere femminino, della figura della donna, argomento per il quale il regista è anche stato tacciato di misoginia. Insomma, almeno potenzialmente in Antichrist c'è parecchia carne al fuoco, ai veri esperti l'ardua sentenza sul come e sul se gli argomenti di cui sopra siano stati trattati effettivamente dal regista.

La prima parte è dedicata all'elaborazione del lutto. Il marito, affermato psicoterapeuta, andando contro quel che suggerisce la professione, si fa carico della guarigione della moglie, tra sofferenza, scoperte e recriminazioni. Si passa poi al caos provocato dal dolore, si torna sui luoghi dei ricordi, il film piega su un percorso ancor più psicologico, visionario, onirico e sicuramente crudo e violento, tra sesso, contrapposizioni forti e nuove inquietanti rivelazioni. Si passerà poi al conflitto aperto e all'orrore della disperazione.

I due protagonisti tengono in piedi il film da soli, la Gainsbourg, eccezionale, si concede oltre ogni limite (lo rifarà in misura ancor maggiore più avanti con Nimphomaniac sempre di Von Trier), il film presenta diverse sequenze onestamente disturbanti, lesioni della carne con almeno una scena estrema raramente vista in altre occasioni, sesso e masturbazione, tensione e dolore, all'apparenza tutto sembra avere la sua ragione, il film colpisce duro allo stesso modo in cui probabilmente una terapia d'urto potrebbe fare nei casi più gravi. Von Trier sostiene che la terapia Antichrist con lui abbia funzionato, non so quanto il film possa funzionare per lo spettatore. Sicuramente Antichrist non è una visione per tutti, è un film cerebrale che allo stesso tempo attacca la pancia, prima di iniziarne la visione è bene essere preparati, non si affronta un film come questo per riempire un paio d'ore.

15 commenti:

  1. Adoro Lars Von Trier, ma questo film non mi convinse del tutto. Mi sembrò di ravvisarvi delle tematiche un po' sorpassate, da cinema anni '70 (psicanalisi, femminismo) e la "castrazione" finale di lei per autopunirsi del piacere che l'aveva distratta dal figlioletto si inserisce in quest'ottica.
    Comunque, avercene di film così.

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    1. Se davvero Von Trier, come lui stesso ha affermato, ha messo nel film i temi per lui spinosi, in qualche modo catartici, alla fine non possiamo che considerarli comunque sempre attuali, sono tematiche universali, specie quello della guerra tra i sessi, che probabilmente mai avranno fine. Comunque concordo con la tua chiusa, avercene, invece di tante robe imbecilli che ci vengono propinate di continuo.

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  2. Anche a me piace molto Von Trier, ma questo mi ha convinto il giusto, anzi alcuni passaggi sono quasi involontariamente comici. La Gainsbourg è bravissima ma non credo che sia un caso che dopo questo film, Von Tirer sia arrivato a produrre la grande provocazione di "Nymphomaniac". Cheers!

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    1. Nymphomaniac ancora mi manca, non so bene se con quel progetto si sia voluto portare all'eccesso la provocazione, per questo Antichrist invece come scrivo nel post anche io ho difficoltà a dire se è un bel film, riuscito in tutto. Già il fatto che susciti opinioni così contrastanti comunque vuol dire che non è un prodotto banale, facile da incanalare. Mi sembra già una cosa molto positiva.

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  3. Lo vidi anni fa. A causa, o per merito, delle scene disturbanti lo definii "Un pugno allo stomaco". Meglio un pugno allo stomaco piuttosto di banalità e cretinate.

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    1. Assolutamente. Poi ogni tanto anche qualche cretinata ci sta, mica possiamo prendere sempre e solo pugni :)

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  4. Il mio film di Von Trier preferito in assoluto. E a me Von Trier è un regista che piace.

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    1. Io non ho visto moltissimo, ma quel che ho visto è valso sicuramente la pena guardarlo, e penso a Dogville, Dancer in the dark...

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    2. E' un regista che ho sempre seguito e che mi è sempre piaciuto, ma mi sono innamorato in particolare della sua ultima fase, iniziata con la svolta di Antichrist e proseguita con Melancholia e Nymphomaniac. Ormai guardo e riguardo solo questi tre.

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    3. Dogville mi è piaciuto molto. Melancholia non sono riuscita a guardarlo fino alla fine perché mi faceva sentire depressa. Nymphomaniac lo vedrò presto.

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  5. Melancholia è in programma, su Nymphomaniac nutrivo qualche dubbio, mi dava l'idea di una volontà di arrivare all'eccesso a tutti i costi, ma a questo punto credo che appena riuscirò guarderò anche quello.

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  6. Si, il cinema di Lars Von Trier è difficile. Ma lo preferivo ai tempi di Antichrist, oggi mi sembra che ha perso l'essenza del Dogma 95.

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    1. Beh, anche Antichrist è già fuori dal Dogma, ciò nonostante gli esiti del suo Cinema rimangono ancora molto interessanti.

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  7. Mah.
    Conosco sufficientemente il regista e non ho alcuna voglia di star male, non so se vedrò questi film citati qui.

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    1. Certo non sono film per una serata in allegria, sono però opere che meritano la visione.

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