giovedì 31 maggio 2012

TENETE DURO!

Dedicato con sincera partecipazione a chi in questi giorni ha paura.

Tenete duro!


BRADIPIT 20

Lento. Vedi anche: addormentato, fiacco, graduale, lasco, calmo, flemmatico, indolente, letargico, allentato, molle, lungo, miope, ottuso, pacato, pesante, placido, quieto, tardivo, tardo, tonto, tranquillo, leggero, rilassato, basso, comodo, grave, pigro, abbandonato, moderato, torpido.



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lunedì 28 maggio 2012

THE INVISIBLES - INFERNO IN AMERICA

The Invisibles - Inferno in America

Capiamoci: quando il lavoro dei miei padroni sarà completo, ogni creatura vivente avrà lo status di una macchina.

Non ci sarà creatività, solo produttività.

Al posto dell'amore, paura e diffidenza.

Al posto della resa, sottomissione.

Rimpiazzeremo il contatto con l'isolamento, la gioia con la vergogna. La speranza cesserà di esistere come concetto.

Copriremo la Terra di acciaio e cemento. Questo pianeta sarà una fattoria industriale per la produzione di idioti che alimenteranno e manutenteranno i motori della fabbrica e nutriranno i nostri padroni.

Ci sarà un poliziotto elettronico in ogni cervello.

I vostri figli nasceranno in catene, vivranno per servire e moriranno nell'agonia e nell'ignoranza.

Guardatevi intorno. Il processo è già agli stadi finali.

E voi, come tutti gli altri, prenderete il vostro posto nella catena produttiva.

Magari vi lasceremo essere supervisori di un campo di lavoro. E' stupefacente cosa un poco di potere e un'uniforme possano fare anche al più fervente amante della libertà...

SENZA SPERANZA

Allora... avete qualche spiritosa frasetta strafottente da dirmi?


Nossignore.

Non ci viene in mente niente di spiritoso.

Dovrà accontentarsi di un caro vecchio "va' a farti fottere".


Un assaggio di Grant Morrison. Non perdetevelo.

domenica 27 maggio 2012

HAPPY FEET

(di George Miller, 2006)

Il sabato sera è tradizionalmente una serata associata allo svago. Per qualcuno è la serata più attesa di tutta la settimana, per altri è l'occasione del ritrovo con gli amici. Per qualcuno è la discoteca, per altri è lo sballo totale, per i più tranquilli magari cinema o pub.

Per me è divano e cartone animato. Non ci sono santi. Probabilmente per i giovincelli d'oggi il sabato conta come il due di picche che tanto si fa casino praticamente tutta la settimana, comunque da noi cartoni animati.

Questo sabato: Happy feet. Appena avete sentito happy sbavavate già in attesa dell'happy hour, vero? Niente. Neanche le bibite, giusto un po' di cedrata. E il cartone, proprio lui, haaaapppy...... non ricascateci, vi prego. Feet.

A questo giro, e non sto parlando di alcolici, è andata abbastanza bene, un film davvero ben realizzato tecnicamente, ambientato dall'inizio alla fine tra ghiacci e acqua, nonostante ciò la monotonia degli scenari non intacca la buona riuscita della pellicola, numerosi parti musical divertenti e coinvolgenti, personaggi e spalle comiche azzeccate e storia con morale finale adatta anche ai più piccoli. Bellino, bellino, non c'è che dire.

Forse la buona riuscita si deve anche al coinvolgimento di George Miller alla regia, professionista con alle spalle la trilogia di Mad Max con protagonista Mel Gibson, film come Le streghe di Eastwick e, sul versante ragazzi, Babe va in città. Esordio per lui nell'animazione di tutto rispetto.

I pinguini imperatore Memphis e Norma Jean danno alla luce il piccolo Mambo. Questi è l'unico pinguino privo delle capacità musicali indispensabili per l'accoppiamento in età adulta. Totalmente stonato, compensa la sua mancanza di talento canoro con un'attitudine grandissima per il ballo, in particolare il tip tap. La sua diversità creerà al piccolo difficoltà con il gruppo, con l'amica Gloria e con il suo papà. Tacciato dagli anziani della colonia come responsabile della mancanza di pesce nelle acque dell'Antartide, Mambo inizia una ricerca dei veri colpevoli (e indovinate un po' chi sono gli stronzi?) incontrando lungo il cammino alcuni spassosi compagni che si uniranno alla sua avventura.

Decisamente spassose le scene di ballo, soprattutto quelle collettive, ben dosato l'utilizzo di brani famosi e figure di contorno davvero riuscite. Sicuramente non ci troviamo di fronte a uno dei capisaldi dell'animazione però Happy feet almeno una visione la vale tutta. Divertente.

venerdì 25 maggio 2012

L'OSPITE INATTESO

(The visitor, di Thomas McCarthy, 2007)

A volte capita di trovarsi di fronte al film che non ti aspetti. A me succede in maniera non così sporadica dopotutto. Ho l'abitudine di decidere di guardare un film e poi, per un motivo o per l'altro, guardarlo quando sono passati anche alcuni anni. Ovviamente al momento della visione ho dimenticato completamente per quali motivi il film in questione mi avesse attratto.

In questo caso ero convinto di gustarmi un film francese su una convivenza forzata. Se pure quest'ultimo elemento è presente (anche se in piccola parte) almeno la provenienza e l'ambientazione del film le avevo ciccate completamente. La pellicola infatti è di produzione statunitense ed è ambientata quasi per intero a New York.

Fortunatamente mi son trovato di fronte a un bel film, uno di quelli che quando ti alzi dal divano lo fai con un certo grado di soddisfazione e con l'impressione di non avere sprecato le due orette dedicategli.

Il professor Walter Vale, vedovo da tempo, conduce una vita triste e priva di soddisfazioni. L'insegnamento non lo gratifica ormai da tempo e i suoi tentativi di avvicinarsi alla passione della moglie defunta, un brava suonatrice di pianoforte, vengono costantemente frustrati.

Durante una breve trasferta di lavoro dal Connecticut a New York, Walter trova il suo appartamento occupato da una coppia di immigrati: il siriano Tarek e la sua ragazza, la senegalese Zainab. Dopo la sorpresa e l'inevitabile conflitto iniziale, la presenza dei due ragazzi riempie in qualche modo l'esistenza di Walter che riesce finalmente a coltivare una relazione personale in grado di regalargli nuova linfa vitale. Purtroppo non tutto correrà via in maniera felice e gioiosa.

Il film narra l'inizio di una bella amicizia, di quelle disinteressate che crescono grazie a passioni comuni e piccoli passi messi uno dietro l'altro. Un'amicizia fatta di culture diverse, di integrazione e per certi aspetti anche di piccole diffidenze, un rapporto in divenire che sfocia in denuncia sociale nella seconda parte della pellicola. Le difficoltà della coppia di immigrati saranno la prova per la conferma di questa nuova amicizia.

La parte migliore del film è proprio quella giocata sulla conoscenza dei due protagonisti principali, Tarek e Walter, diversi per tipo di vita, per età, per cultura, per esperienza e per razza. Non cede però neanche nella virata sociale e di denuncia assolutamente giusta e doverosa ma forse un po' meno coinvolgente. Nel complesso ho trovato il film un'ottima visione con attori ben in parte: Richard Jenkins (Walter) visto già in parecchi film ma forse mai da vero protagonista offre un'ottima prova ben coadiuvato da Haaz Sleiman e Danai Gurira (Tarek e Zainab) ma soprattutto da Hiam Abbass che interpreta la madre di Tarek.

Un film davvero inatteso.

giovedì 24 maggio 2012

BRADIPIT 19

A          n                      c                  h     e             q         u                      e       s              ta               s      e         tt                 i      m    a    na                          , c               o   n              m                o       l ta          c         a              l                      m a      , c                  e l'                     a        b                 b                   i                a                            m                      o                f                          a t                            t             a!


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martedì 22 maggio 2012

A-Z: AA.VV. - ROCK REVISITED

Non tutti si pongono di fronte alle cover nella stessa maniera. C'è chi le ama indiscriminatamente, chi vorrebbe che i pezzi dei propri gruppi preferiti mai e poi mai venissero infangati da chichessia, chi le trova una inutile scappatoia per riempire album e raccolte. Poi c'è qualcuno che le ascolta e poi esprime un giudizio il più possibile oggettivo. Certo, questo non sempre si rivela compito facile da assolvere: si hanno nelle orecchie le versioni originali, magari si amano i suoni con i quali un determinato brano è conosciuto ai più, a volte si è semplicemente di parte.

Eppure alcune cover sono indubbiamente pezzi riuscitissimi, pezzi che alla lunga sembrano appartenere al loro compositore come a chi ne ha dato quella celebre reinterpretazione. Pensiamo per esempio a Easy rifatta dai Faith No More o a Come Togheter rielaborata dagli Aerosmith e via discorrendo.

Come negare il fascino di tali pezzi? Ecco, Rock Revisited ci propone una carrellata (ottima a mio avviso) di celebri rivisitazioni di brani altrettanto famosi. Pezzi abbastanza fedeli all'originale e altri riarrangiati in maniera più decisa che però vanno a comporre una compilation ricca, divertente e con una qualità media più che soddisfacente. La Thank you degli Zeppelin avvolta nell'inconfondibile sound dei Duran Duran, le distorsioni dei Korn rielaborano con enorme rispetto (e ci mancherebbe) Another brick in the wall dei Floyd, I will survive della Gaynor prende nuova vita nella versione debosciata dei Cake e ancora e ancora e ancora fino ad arrivare al quindicesimo pezzo che chiude l'album.

Un assaggio? Ma prima, qual'è la vostra cover preferita (o una delle vostre cover preferite) ?

H.I.M. - Wicked games




Cranberries - Go your own way



Tracklist:
DURAN DURAN - Thank You
KORN - Another Brick In The Wall
THE ATARIS - The Boys Of Summer
CAKE - I Will Survive
OASIS - My Generation
KT TUNSTALL - Let's Stick Together
JOEY RAMONE - What a Wonderful World
FUN LOVIN' CRIMINALS - We Have All The Time In The World
HIM - Wicked Game
THE CRANBERRIES - Go Your Own Way
ROBERT PALMER - Bad Case Of Loving You (Doctor, Doctor)
KASABIAN - Heroes
MISFITS - Dream Lover
STATUS QUO feat. THE BEACH BOYS - Fun, Fun, Fun
LACUNA COIL – Enjoy The Silence

Released: 2009

domenica 20 maggio 2012

EURODISNEY: UNA GUIDA PT. 4

Puntate Precedenti.

Lasciamoci alle spalle le fiabe per un momento e inoltriamoci verso ovest, verso la frontiera a scoprire le principali attrazioni di Frontierland.

Questa sezione del parco si sviluppa intorno alla gigantesca ricostruzione di un tratto di montagne rocciose circondato da un grande corso d'acqua. Arrivando da Fantasyland non resta che scegliere la direzione che si vuole seguire e inoltrarsi verso una delle attrazioni della frontiera.

Il Thunder Mesa riverboat Landing

Iniziamo con un rilassante tour intorno alle montagne rocciose salendo a bordo Thunder Mesa Riverboat Landing, un battello come quelli che una volta solcavano le acque del Mississipi alla scoperta dei paesaggi dell'ovest americano, le capanne sul fiume, i resti fossili nelle rocce, i ricoveri delle imbarcazioni e su tutto il panorama del parco. Un giretto di una ventina di minuti almeno dal quale osservare anche costruzioni sinistre e udire urla di spavento.


Phantom Manor
La costruzione sinistra altro non è che il Phantom Manor, strepitosa ricostruzione di un vecchio maniero tipico della letteratura e del cinema gotico. All'interno si può visitare la casa e ricostruire la storia di una sposa sfortunata. Suggestivo ma non così spaventoso, fattibile anche per i più piccoli. Laura ha passato l'esperienza praticamente indenne. Eccezionale l'aspetto esteriore della casa.


Se invece volete sentirvi dei cowboy in erba potete (a gettone però) andare a sparare contro i bersagli del Rustler Roundup Shootin' Gallery, tipico baraccone da Luna Park in perfetto stile Disneyland però, atmosfera impeccabile.

Big Thunder Mounain
Poco più avanti trovate l'ingresso del pezzo forte di Frontierland, il Big Thunder Mountain, le classiche montagne russe che a bordo di un carrello da minatore vi porteranno direttamente su e giù, fuori e dentro al complesso delle montagne rocciose. Emozioni garantite, forse le più divertenti tra le montagne russe provate. Accesso consentito anche ai bambini più alti di 1,02 metri. Anche Laura ha affrontato questa avventura, è stata coraggiosa ma si è categoricamente rifiutata di salirci una seconda volta.

Dopo questa esperienza alquanto movimentata ci si può rilassare un attimo portando i bimbi al Pocahontas Indian Village, un semplice giardinetto (deserto quando siamo andati noi) dove tra l'altro bighellonava un gallo in libertà o prendere il treno alla Frontierland Depot, la stazione di quest'area del parco.


E' in uno dei complessi di capanne in Frontierland che Laura ha avuto il suo incontro magico con Topolino, il personaggio gentilissimo abbraccia i bimbi, se li coccola e consente a tutti di fare foto con lui. Un vero signore e incontrastato mattatore del parco. Qui forse la coda più lunga che abbiamo fatto, tra i venti e i trenta minuti.

Il topo e la bambina

Fatto tutto questo potete dirigervi verso Adventureland.

Continua...

venerdì 18 maggio 2012

CAPPUCCETTO ROSSO E GLI INSOLITI SOSPETTI

(Hoodwinked!, di Cory Edwards, 2006)

Dopo Cenerentola e gli 007 nani e Biancaneve e gli 007 nani, ecco arrivare sui teleschermi di casa nostra Cappuccetto rosso e gli insoliti sospetti. L'animazione risulta da subito fiacca e raffazzonata come nel caso dei due film sopra citati, la narrazione però ha un altro passo. Ancora contaminazione della fiaba, in questo caso con i topoi della narrativa d'investigazione, e i momenti e i personaggi divertenti questa volta non mancano.

Si parte con Rossa che entra in casa della nonna e vi trova il Lupo travestito. Rossa è un tipetta svicia, sgama il lupo nel giro di due secondi. Nasce una colluttazione durante la quale la nonna imbavagliata e legata salta fuori dall'armadio mentre, strano colpo di scena, irrompe nella stanza sfondando la finestra il boscaiolo Kirk.

Nel parapiglia interviene la polizia che in men che non si dica pensa di aver risolto il caso. Però non tutto è così limpido è chiaro, ci penserà il detective Nicky Zampe a scavare nel marcio. Nel bosco infatti qualcuno sta rubando tutte le ricette di dolci e i nostri personaggi sembrano invischiati nella faccenda.

A questo punto la storia ricomincia dal principio narrata di volta in volta da ognuno dei protagonisti e quindi da un punto di vista differente. Tra corsi e ricorsi si incontrano personaggi decisamente divertenti come la capra che, in seguito a una maledizione, può parlare solo cantando (abbastanza esilarante), lo scoiattolo che parla a una velocità assurda, la pecora che fa l'informatore e così via.

Altre trovate divertenti non mancano (la nonna che pratica sport estremi ad esempio) e in fin dei conti non riesco a parlar male di questo prodottino pur consapevole dei vari difetti della pellicola. Questa non è originalissima, non ha una trama e una cura paragonabile ai grandi del settore, l'animazione è scarsina e via discorrendo...

Però due risate me le sono fatte. Per una serata senza pretese.

5x1000 E U.G.I.

Questa mattina sto adempiendo alle pallosissime questioni burocratiche per la compilazione del 730.

Come alcuni di voi sapranno (sicuramente chi è tenuto a compilare il maledetto documento), da qualche anno viene richiesto di indicare a chi devolvere il 5x1000.

A volte si compiono alcune scelte in maniera abbastanza casuale o si appone una firma senza sapere esattamente dove i nostri soldi andranno a finire.

Da quando è entrato in vigore questo 5x1000 da noi si è sempre indirizzata la cifra all'U.G.I. - Unione Genitori Italiani, una Onlus che si occupa di aiutare i bambini affetti da tumore e sostenere per quel che è possibile le loro famiglie. Lavorando anni addietro per il loro presidente (che faceva il grafico, il presidente dell'U.G.I. lo fa come volontariato) abbiamo conosciuto questa realtà negli anni in cui si costruiva la nuova Casa UGI per i genitori dei bambini malati che arrivano da fuori città. La struttura sorge a pochi passi dall'Ospedale Regina Margherita di Torino.

Insomma, si tratta di un'associazione e di una causa meritevoli. Se non sapete dove indirizzare il 5x1000 o se questa vi sembra una delle possibili scelte da prendere in considerazione, cliccando qui potrete visitare il sito dell'UGi e qui leggere le istruzioni su come indirizzare a loro il 5x1000.

E' tutto direi...

Casa U.G.I.

2 ANNI

Sono talmente fuso da essermene dimenticato. Ieri questo blog ha compiuto due anni, due anni che devo dire mi hanno regalato momenti divertenti e parecchie soddisfazioni. Grazie a questo blog ho conosciuto persone nuove, alcune anche fisicamente (ma non carnalmente, sia chiaro, sono un uomo sposato io :), ho iniziato la bellissima collaborazione con Orlando e Fumetti di Carta, ho avuto recentemente anche l'onore di essere ospitato su L'ora blu e ho tirato giù un paio di pezzi con Black e Lozirion di cui sono molto contento. Soprattutto insieme a tutti voi ci si è divertiti parecchio e ne approffitto per ringraziare tutti quelli che passan di qui e magari lasciano un commento (ma anche chi non lo fa). Un ringraziamento particolare allo Zio (aka Il Merda) grazie al quale questo blog è nato.

Per festeggiare ripropongo il primo post pubblicato due anni fa.


MA E' PROPRIO NECESSARIO?

Sono seduto davanti alla schermata bianca del primo post di questo nuovo blog e mi chiedo....
Ma è proprio necessario "arricchire" la rete con un altro blog?
La risposta mi si presenta da sola senza doverci pensare sopra neanche tanto.
La risposta è no. Semplicemente.
Tuttavia, dopo aver preso atto di questa semplice considerazione, me ne frego e il blog lo piazzo lo stesso tanto di spazio non ne manca.
Mi è venuta voglia di scrivere qualcosa dopo aver seguito per un periodo il blog del mio caro amico "Zio Robbo".
La possibilità di commentare gli interventi, sempre interessanti e divertenti, del buon vecchio Zio Robbo di quartiere (cosa che continuerò a fare) mi ha convinto ad aprire un blog sul quale dare sfogo alle mie voglie di scribacchino.
Il titolo del blog è mutuato direttamente dalla firma che ho usato sugli spazi messi a disposizione dallo Zio di cui sopra, i contenuti saranno cangianti e assolutamente aperiodici. L'intenzione è quella di parlare delle cose che piacciono a me (come a molti altri) con la speranza di scambiare idee e "visioni" delle stesse con altre persone.
Guardare le cose che "riempiono" la nostra vita con gli occhi degli altri è spesso interessante.
Allora film, libri, fumetti, musica, accadimenti e quant'altro la mia testa avrà voglia e capacità di commentare entreranno in questo (non necessario) blog.

Ciao

La Firma Cangiante

giovedì 17 maggio 2012

BRADIPIT 18

Non sempre è facile rimanere coerenti a se stessi, al proprio carattere, al proprio stile di vita. Non importa se sei tartaruga, lumaca o bradipo. Arriva talvolta il momento di accelerare.


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mercoledì 16 maggio 2012

RAGIONE E SENTIMENTO

(Sense and sensibility, di Jane Austen, 1811)

Tempo fa presi la decisione di dedicarmi di tanto in tanto al recupero di qualche bel classico della letteratura. Una sorta di scelta forzata ma che sentivo doverosa. Forzata non tanto dal fatto che io non ami la letteratura classica, anzi, ma dalla semplice constatazione che la lettura di un libro contemporaneo dopo l'altro ha rischiato di rendermi pigro e insofferente verso un tipo di scrittura spesso meno fluida e molte volte povera di dialoghi. Una scrittura che richiede, almeno per me, maggiore pazienza e concentrazione e che spesso si rivela altrettanto valida, se non migliore, rispetto a quella usata per la stesura di romanzi più recenti (o moderni se vogliamo).

Ragione e sentimento stava lì a prendere polvere in libreria ormai da parecchio tempo, della Austen avevo sentito solo cose positive e così mi son deciso. E devo dire che non mi son pentito.

A dispetto di quel che si può credere l'impressione finale è quella di aver letto un libro leggero, scrittura d'altri tempi ma andamento mai eccessivamente pesante o noioso, tutt'altro, spesso la caratterizzazione di alcuni personaggi e varie situazioni risultano decisamente divertenti. Tra le righe e senza mai essere troppo esplicita (ma neanche tanto enigmatica) la Austen evidenzia e canzona alcuni caratteri e difetti della borghesia inglese, del pensare dell'epoca e della rigidità di costumi.

Fanno sorridere il lettore moderno le reazioni esagerate e gli struggimenti d'amore patiti dalle protagoniste, lo sfacciato, tanto da risultare stupido, attaccamento al denaro di alcuni personaggi e le astute macchinazioni di perfetta avidità di altri. Una trama che non sconfina mai nel tragico, che non ci porta davanti a sconvolgimenti epocali ma che comunque assesta qualche bella sorpresa rimanendo piacevole dall'inizio alla fine. Alcuni personaggi delineati magnificamente, le maggiori tra le sorelle Dashwood su tutti, e personaggi di contorno sempre intriganti rendono il romanzo degno di lettura.

In breve: alla morte del padre le tre sorelle Dashwood, Elinor, Marianne e Margaret, insieme alla madre sono costrette a lasciare la loro residenza a Norland per motivi economici e a trasferirsi nel Devonshire (cazzo, come suona bene Devonshire) in un villino messo loro a disposizione dal cugino John Middleton. Da qui si dipaneranno le emozioni più che le azioni della compassata e razionale Elinor e dell'impulsiva e passionale Marianne che andranno a coinvolgere una serie di galantuomini (e non), parenti e conoscenti.

Se le pagine fitte non vi scoraggiano alla prima occhiata e la vista di romanzi scritti prima dell'invenzione del cellulare non vi crea scompensi cardiaci la Austen potrebbe riservarvi parecchie soddisfazioni.

martedì 15 maggio 2012

EURODISNEY: UNA GUIDA PT. 3

Puntate precedenti.

Guardando da Main Street in direzione Fantasyland svetta contro l'orizzonte quello che è il vero simbolo di Disneyland Paris: Il castello della bella addormentata nel bosco. Una costruzione di imponente splendore, punto di riferimento visibile da quasi qualsiasi punto del parco. L'avrete sicuramente visto in diverse fotografie e le parole non possono rendergli giustizia.

Avvicinandoci al castello si può visitare la tana del drago, ricostruzione di una grotta dove un drago incatenato si agita e sbuffa fumo dalle narici, primo piccolo spavento per la povera Lauretta. Si entra in seguito nel castello del quale sono visitabili il primo piano e la terrazza. All'interno statue, arazzi e dipinti narranti la storia di Aurora e le splendide vetrate colorate.

Il castello è protagonista inoltre del Disney Dreams, lo spettacolo che ogni giorno all'orario di chiusura prende vita sulle sue pareti. Giochi di luce e d'acqua, laser, proiezioni, fuochi d'artificio e una storia narrata attraverso famose sequenze dei cartoni animati della Disney. Una meraviglia che ti lascia a bocca aperta, una delle cose migliori in assoluto che abbiamo visto in questi giorni. Imperdibile.

Fantasyland è l'area del parco dedicata alle fiabe ed ecco quindi la giostra di Biancaneve e i sette nani. La classica attrazione dove, seduti in un carrellino, si gira in questo percorso coperto alla scoperta della casa dei nani, della miniera, del castello della madrina e delle malefatte della strega cattiva. Un percorso abbastanza breve durante il quale a dirla tutta il mezzo di locomozione avanza anche troppo velocemente, dando il senso di scarti improvvisi ma anche di attrazione frettolosa. Non parliamo di montagne russe o simili, semplicemente un giro troppo veloce che lascia poco tempo per ammirare per bene le varie ricostruzioni.

Esattamente dello stesso tipo I viaggi di Pinocchio, stesse caratteristiche e stessi piccoli difetti. Decisamente meglio invece Il volo di Peter Pan dove gli spazi sono maggiori e la velocità ridotta permette di gustarsi con più calma il volo sui tetti di Londra, nella stanza di Wendy, sull'Isola che non c'è e così via. Il migliore tra i tre.

Vicino a queste attrazioni e alle spalle del castello c'è il Carosello di Lancillotto, la classica giostra con i cavallini realizzati però in maniera superba. Poco oltre c'è Dumbo l'elefante volante: tipica giostra da Luna Park dove il vostro Dumbo oltre a girare in tondo si solleva in aria a vostro gradimento donando una bella vista a 360 gradi sul parco. Tra le preferite di Laura. Anche a Fantasyland trovate la stazioncina del Disneyland Railroad.

Il Carosello di Lancillotto

Finite queste attrazioni potete infilarvi nel Labirinto di Alice, cercare la strada per il castello senza saltare nessun incontro possibile è estremamente divertente. Per rimanere in tema, se riuscirete a uscire dal labirinto, potrete farvi un giro sulle tazze del Cappellaio Matto.

Il labirinto di Alice


All'estremità del parco c'è Casey Jr. - il piccolo trenino del circo, attrazione per i più piccoli (ma non solo) che permette di fare un giretto panoramico sopra il Paese delle contee delle fiabe, una sorta di piccole ricostruzioni delle celebri fiabe Disney: la miniera dei nani, il castello incantato, la favola di Pierino e il lupo e così via...

La contea delle fiabe

Per concludere si può visitare il Padiglione delle Principesse dove potrete incontrare Aurora, Tiana, Biancaneve e le altre e il meraviglioso "It's a small world", una delle attrazioni più belle del parco. Alcuni dei paesi del mondo rappresentati da pupazzi in movimento addobbati con i costumi tradizionali su scenari incantati. Questo è un giro imperdibile, da fare assolutamente, incredibile lo spazio utilizzato per realizzare questo giro in barca che vi porterà da un capo all'altro del mondo.

Fantasyland è il motivo principale per il quale si va a Disneyland Paris, per far felice i prpri bambini e per tornare bambini noi stessi, da qui non si vuole più andare via.

Continua...

lunedì 14 maggio 2012

EURODISNEY: UNA GUIDA PT. 2

Il Disneyland Hotel
Puntate precedenti.

Allora, prima di entrare nei parchi ancora un paio di considerazioni. Noi siamo stati a Disneyland Paris due giornate piene più due mezze giornate. In questo periodo e soprattutto se evitate il week-end un arco di tempo del genere è più che sufficiente a vedere tutto quel che volete e a provare tutte le attrazioni di entrambi i parchi. Noi abbiamo saltato solo alcune cose e per giunta per nostra scelta. Qualche giostra dove Laura non poteva salire ad esempio, ma solo perché non avevamo voglia di farle a turno. Non abbiamo mai trovato grosse code ma in caso questo vi capitasse potete avvalervi del Fast Pass. In pratica si prende un biglietto che vi dice a che ora dovete presentarvi all'attrazione in modo da farla saltando quasi totalmente la coda. Nel nostro caso non è MAI stato necessario utilizzare questa opzione.

Torniamo a noi. Avvicinandoci ai parchi veri e propri abbiamo due scelte: entrare al Disneyland Park oppure al Walt Disney Studios. Scegliamo l'opzione numero uno.

Il Disneyland Park è diviso in cinque aree: Main Street U.S.A., Fantasyland, Frontierland, Adventureland e Discoveryland.

All'ingresso si viene travolti dalla prima ondata di forte emozione. Stai per entrare a Disneyland, una volta superato il magnifico e fiabesco Disneyland Hotel (il meglio che si può scegliere ma opzione che può far raddoppiare la vostra spesa) sei in un altro mondo, la città ideale, il sogno, la fiaba.

Varcato l'ingresso si entra in Main Street, una splendida ricostruzione di una cittadina americana di inizio Novecento, costruzioni eleganti in stile vittoriano che ti riempiono gli occhi con la loro bellezza. Ammetto che non mi stancherei mai di passeggiare in posti del genere, tutto finto e ricostruito certo, ma che atmosfera. Appena entrati le musiche Disney non vi lasceranno più e saranno il sottofondo di tutta la vostra vacanza. Questa è l'area dove ci sono i negozio di articoli regalo (ovviamente targati Disney) più grandi, alcuni ristoranti, l'ufficio informazioni e quant'altro tutto inserito in questi edifici d'epoca. Non c'è un negozio che non ne rispetti lo stile, un addetto che non sia vestito in maniera adeguata al contesto, non c'è angolo che non offra un particolare da ammirare, un personaggio, un'insegna, un qualcosa che possa attirare attenzione e meraviglia.

Main Street si prepara alla parata Disney.


La prima attrazione che incontrerete è la Main Street Station del Disneyland Railroad, un trenino che collega le varie aree del parco costeggiandone il perimetro. Il treno è davvero carino, il personale assolutamente in parte (caricano addirittura il carbone) ma il giro che offre, se non in alcuni passaggi, non vale il piacere di camminare a piedi per il parco. Il giro completo è trascurabile, consigliato il tratto da Main Street alla stazione di Frontierland.

Disneyland Railroad


Passeggiando per Main Street avrete inoltre la possibilità di prendere la Horse-Drawn Streetcar, una carrozza trainata da cavalli, o i Main Street Veicles, auto d'epoca con le quali percorrere il viale di Main Street dalla Town Square a Central Plaza.

Sul lato posteriore dei negozi una galleria illustra le varie tappe della costruzione della Statua della libertà (Statue of Liberty Tableau) mentre in una traversa si trova il Dappen Dan's Hair Cuts, un negozio di barbiere in perfetto stile d'epoca dove (a pagamento) potrete farvi fare barba e capelli (io però l'ho visto sempre chiuso). Il solo guardare dalle vetrine l'interno della bottega è un sublime piacere per gli occhi.

Veicolo d'epoca in Main Street

Main Street è semplicemente stupenda, è pura atmosfera, qui non ci sono giostre, solo incanto. E' qui che tutte le sere alle 19.00 c'è la Parata Disney. Uno spettacolo che ti fa tornare bambino, una sfilata di carri e figuranti ispirata alle più celebri fiabe e ai cartoni della Disney. Accompagnata costantemente dalla musica, fa cantare, ballare e sognare. Un'esperienza imperdibile per adulti e soprattutto piccini (noi l'abbiamo vista tre volte).

Main Street alle 08.00 del mattino

Continua...

sabato 12 maggio 2012

EURODISNEY: UNA GUIDA

Ingresso al parco
Bene, dopo una breve pausa di qualche giorno torno a scrivere svelandovi in una sola parola il motivo della mia assenza (che se poi non siete proprio tonti e avete l'abitudine di leggere i titoli dei post l'avrete già capito da soli). Comunque, in una sola parola, Eurodisney. O in due Disneyland Paris, come preferite.

In occasioni dei nostri 10 anni di matrimonio ho regalato a mia moglie (e di riflesso anche a Laura e a me stesso) un viaggio al parco divertimenti per eccellenza (almeno in Europa), situato a pochi chilometri da Parigi.

In questo e magari anche in altri post, voglio raccontarvi questa fantastica esperienza, piazzando qua e là qualche consiglio che potrebbe rivelarsi utile per chi non c'è mai stato.

Innanzitutto perché andare a Eurodisney? Allora, per come la vedo io, non è tanto una questione di giostre, attrazioni, emozioni forti o quant'altro (che pure ci sono ovviamente). E' più una questione di magia, di atmosfere da favola, del ritornare bambini, di vivere qualche giorno senza pensieri in un mondo incantato, in un posto dove nessuno fa caso se canti per strada, se giri con le orecchie da topo, se mangi mele stregate, se fai lo scemo e ti diverti come i bambini di cinque anni. A Eurodisney tutto questo va bene, è normale, nessuno ci fa caso. Ci si trova catapultati nel mondo delle fiabe e dell'avventura, un mondo che ti avvolge e ti coinvolge, al quale ti affezioni e che lasci purtroppo a malincuore. Un'esperienza indimenticabile.

Un mondo da fiaba

Ma entriamo nel vivo di questa esperienza.

Il viaggio: per noi è stato decisamente comodo e senza ostacoli. Da Torino (città ai confini della quale abitiamo) parte la mattina presto il TGV che con poco più di 5 ore arriva alla Gare de Lyon a Parigi. Treno pulito, abbastanza comodo, cinque ore passano in fretta almeno per gli adulti (intrattenere Laura invece è stato un po' più complicato ma neanche poi tanto).

Dalla Gare de Lyon si prende poi la RER, la metro suburbana di Parigi, che in 30/40 minuti arriva a Marne la Vallee dove la fermata della RER è praticamente attaccata all'ingresso del parco. I biglietti della RER sono comodamente acquistabili in stazione (il TGV ovviamente va invece prenotato prima). La Rer è zozza e l'impressione è quella di attraversare le migliori coree parigine, cosa tra l'altro anche affascinante per alcuni versi. Comunque chi se ne frega, dovete starci sopra una mezzoretta.

Davanti alla stazione della RER partono le navette di Eurodisney che vi portano nei vari Hotel del complesso Disney. Gli Hotel, ad eccezione del Disneyland Hotel, non sono proprio all'interno del parco ma nei pressi dello stesso, una roba da tre minuti di navetta, quindici a piedi. Questo almeno per l'Hotel Cheyenne dove noi soggiornavamo. Trasporti frequentissimi, la nostra massima attesa della navetta è stata di 4 o 5 minuti.

Laura sulla navetta. ma non è bellissima? Tutta il papà.


Soggiorno: soggiornare in uno degli Hotel Diney presenta sicuramente dei vantaggi. Innanzitutto la vicinanza al parco, arrivare lì in un paio di minuti è cosa buona e giusta. Ma cosa più importante, gli ospiti di questi hotel (Disneyland Hotel, il New York, il Newport Bay, il Sequoia Lodge, il Cheyenne, il Santa Fe e il David Crockett Ranch) hanno la possibilità di entrare nel parco due ore prima rispetto agli altri visitatori. Questo permette di girare con maggior tranquillità e usare questo tempo per iniziare a vedere alcune attrazioni praticamente senza fare coda. Unico appunto: a quest'ora non tutte le attrazioni sono ancora aperte, questo è un peccato ma ci si porta ugualmente avanti con comodità sul proprio programma.

Laura e Paola al Cheyenne
Altra cosa carina è soggiornare in uno di questi hotel a tema. Il Cheyenne (dove siamo stati noi) è ispirato al vecchio west, una grande reception in stile western con tante piccole dependance che ricordano le costruzioni a due piani che abbiamo visto in tanti film di genere o nei cari fumetti di Tex Willer. Noi eravamo al Billy the Kid, camera 1934, altre dependance avevano nomi tipo Wild Bill Hickock, The Sheriff, Doc Holliday, etc... Ovviamente non mancava neanche il saloon. Camere pulite, senza bidet (mortacci loro), letti a castello per i bimbi, comode, niente da dire. Colazione abbondante (potevi mangiarti anche il personale volendo) con brioches, dolce, salato, succhi, latte e il loro pessimo caffè. Noi ci siamo trovati bene.

 Scelta del periodo: maggio è per Eurodisney un momento abbastanza tranquillo, vacanze di Pasqua finite da poco, quelle estive ancora lontane. In quattro giorni infatti noi non abbiamo fatto una coda che durasse più di una quindicina di minuti (e spesso duravano molto meno o erano quasi assenti). Anche dal punto di vista metereologico è andata molto bene. Niente caldo e pochissima pioggia. In realtà le previsioni ci avevano preparati a quattro giorni d'acqua. Il clima lassù è però molto variabile e ventilato. Le nubi come arrivano se ne vanno rendendo spesso la pioggia un fenomeno molto passeggero. Di vera acqua abbiamo trovato due o tre orette l'ultimo giorno. Molte code e altrettante attrazioni sono però al coperto, non tutte ovviamente. Disneyland è una macchina organizzatissima ma il rischio di andare poi in giro col culo bagnato c'è, e non dev'essere piacevole. Se ci si organizza un attimo lo si può evitare.

Mangiare: forse qui arrivano le dolenti note (ma neanche tanto). Noi avevamo una formula per la quale Laura aveva diritto alla pensione completa. A Eurodisney questo vuol dire avere dei voucher spendibili nei "ristoranti" (alcuni, non tutti) dei due parchi (Disneyland Park e Walyt Disney Studios) e del Disney Village (vedremo poi cos'è). Il problema è che molti dei ristoranti erano chiusi, soprattutto la sera. All'inizio si rimane spaesati e la cosa assume toni da presa per il culo. Ho pagato dei vaucher per mangiare in alcuni posti convenzionati e questi sono chiusi? I pochi aperti sono quelli più cari e con una coda interminabile?

Hot Dog e Coca? Si può fare!


Dopo lo spaesamento iniziale e con l'aiuto del personale del parco (devo dire quasi tutti gentilissimi e dall'aspetto divertito nonostante siano lì per lavorare) abbiamo individuato quelli aperti e che avevano prezzi abbordabili. Il consiglio è di dare un occhio su Main Street che offre qualche possibilità in più.

Occhio però. Si mangiano per lo più cose arrangiate e schifezze: hot dog, hamburger, panini, pizze e cose così. Per qualche giorno si sopravvive, poi può iniziare a stancare. Non abbiamo invece mai provato a mangiare in hotel (per una questione di tempo).

Il pacchetto che avevamo noi ci permetteva di entare tutti e quattro i giorni, con orario allungato (quello per i soli ospiti degli hotel Disney), in entrambi i parchi, Disneyland e Walt Disney Studios).

Il Disney Village invece è un complesso di negozi e ristoranti al di fuori del parco dove potete trovare cose come il Planet Hollywood, Disney Store, Starbucks, il Rainforest Restaurant e cose così.

Disney Village

Dirigiamoci ora verso i parchi e le loro attrazioni. Ma di questo parleremo nella prossima puntata...

giovedì 10 maggio 2012

BRADIPIT 17

La scorsa settimana abbiamo assistito all'inizio di una rivoluzione da parte del nostro Bradi. Ma ogni rivoluzione ha il suo prezzo da pagare.


Clicca sull'immagine per ingrandire.

Aiutaci a diffondere il verbo del Bradipo linkandolo. Fallo tu perché il Bradipo fa n'caz.

lunedì 7 maggio 2012

COME BACK SOON

Anche per questo blog è giunto il momento di una breve pausa. Nulla di duraturo, verso il fine settimana dovrei essere nuovamente on-line. E' il momento di tirare il fiato, una breve vacanza anche dal blog che a quasi due anni dalla sua nascita mi ha dato delle belle soddisfazioni e qualche momento di scoramento.

Come avrete notato i post si sono un pochino diradati, specchio del tempo libero a disposizione sempre minore e della stanchezza in costante aumento. E' un periodo difficile per alcuni versi, probabilmente il tutto si sta riflettendo anche su queste pagine. Ora si tira il fiato per un attimo, spero di essere di ritorno con qualche bella sorpresa.

Comunque l'annuncio importante è questo: il caro Bradi questa settimana potrebbe tardare (ma anche no). Il post è già programmato con la funzione automatica. Spesso però con questa funzione ho avuto i miei problemi.

Prendetela in puro Bradi-style. Se arriva bene, se non arriva bene lo stesso, arriverà l'indomani. O il giorno dopo ancora. Con calma arriverà.

E' più o meno tutto.

See you soon boys and girls!



BACK TO THE PAST: 1974 PT. 1

Diamo il via all'esplorazione di alcune tra le uscite musicali provenienti dal 1974. La macchina del tempo è pronta ancora una volta a trasportarci nel passato tra sonorità rock e non solo.

Proprio dal rock andiamo a incominciare il nostro viaggio e andiamo dalle parti di Boston dove il gruppo dei Toxic twins Perry e Tyler dava alle stampe l'album Get your wings dal quale ci ascoltiamo Season of wither, bellissimo pezzo ispirato dai paesaggi invernali del Massachussets. Ovviamente stiamo parlando degli Aerosmith.



Nel 1974 i Queen escono con ben due album: Queen II e Sheer heart attack. Proprio da quest'ultimo album, rilasciato nel novembre dell'anno in questione, è tratto il brano Stone cold crazy, uno dei più energici della band inglese. Molto celebre anche la versione del pezzo scritto da Freddie Mercury eseguita dai Metallica.



Nel nostro giro tra i vari stati approdiamo anche in Canada per l'esordio del gruppo prog dei Rush. Nel primo album le sonorità progressive erano ancora lontane e il combo si concentrava su un hard rock decisamente più classico. Ancora non c'era il grande Neil Peart dietro le pelli ma il brano Working Man già faceva la sua bella figura.



Rimaniamo in Canada per un brano che ha raggiunto le vette della classifica di Billboard: You ain't seen nothing yet dei Bachman-Turner Overdrive (anche noti come BTO).

domenica 6 maggio 2012

VISIONI 38

Presentando i lavori di Dave Perillo in Visioni 37, proposi anche il suo contributo alla mostra Suspense & gallows humor dedicata al maestro Alfred Hitchcock.

Ovviamente alla stessa mostra parteciparono una serie di altri artisti, qui potete trovare tutti i lavori dedicati al grande regista.


Charles Moran - I'm not much on Rear Window ethics


Julian Callos - You Eat Like a Bird


Todd Slater - Seeing Red


Andrew DeGraff - North by Northwest Passage


Augie Pagan - Hitchcock Dreamscape


Ben Walker - Freddy


Cate Rangel - Dial M


Guy Burwell - The Cat


Joshua Budich - Oh God, Mother! Blood! Blood!

giovedì 3 maggio 2012

THE AVENGERS

(di Johss Whedon, 2012)


Mission accomplished. L'intento di queste grosse produzioni cinematografiche dei Marvel Studios, oltre a fare una montagna di soldi, è quello di divertire il suo pubblico che sia esso composto da fan dei fumetti Marvel o meno poco importa.

Beh, missione compiuta senza riserve. Una storia ben costruita ma chiara e lineare, funzionale allo scopo ludico duro e puro della pellicola. I vari protagonisti, che sono davvero tanti, hanno il giusto spazio per rendere evidenti le proprie peculiari caratteristiche senza che il film conceda lunghe digressioni allontanando lo spettatore dalla trama principale.

La regia di Whedon gestisce bene l'alternarsi di scontri epici e scene ironiche, ottimo l'uso degli effetti speciali e grande sensibilità nel rispettare lo spirito dei personaggi Marvel e nel creare vere e proprie scene cult.

Il cast è di prima grandezza e guardando il film traspare la sensazione di grande divertimento collettivo che deve aver avvolto l'intera produzione.

Discorso a parte quello dedicato al 3D. Personalmente non sono tra i più grandi estimatori di questa esperienza visiva. Purtroppo trovare sale che trasmettano il film in 2D a degli orari consoni alle proprie esigenze diventa sempre più difficile. Nel caso specifico il 3D assolve al suo compito, le varie scene hanno una buona resa visiva ma l'impressione generale che ho avuto è che l'esperienza sia assolutamente superflua. Sono convinto che Avengers visto in due dimensioni mi avrebbe fatto lo stesso identico effetto, avrei risparmiato dei soldi e mi sarei evitato quella fastidiosa sensazione di affaticamento agli occhi per la quasi intera durata dello spettacolo. Ma tant'è.

Cosa succede in questo film probabilmente a quest'ora lo sapete già tutti. Ad ogni modo l'azione si apre in una base segreta dove Nick Fury (Samuel L. Jackson) e il dottor Selvig (Stellan Skarsgard) osservano preoccupati le strane attività energetiche legate al Tesseract, fonte di energia attivatasi inspiegabilmente (per i Marvel-Fan il tesseract non è altro che il più noto Cubo Cosmico, perché non chiamarlo così?).

Il cubo improvvisamente apre un portale dal quale spunta Loki (Tom Hiddleston), il malvagio fratellastro di Thor (Chris Hemsworth), che riesce a impossessarsi dell'artefatto e asservire ai suoi voleri il dottor Selvig e l'agente S.H.I.E.L.D. Clint Burton (l'Occhio di Falco interpretato da Jeremy Renner).

Per far fronte a questa terribile minaccia, Fury con l'aiuto degli agenti Romanoff (la Vedova Nera di Scarlett Johansson), Coulson (Clark Gregg) e Hill (Cobie Smulders) cercano di rimettere in piedi il progetto Vendicatori. Riluttanti o meno rispondono all'appello delle vere e proprie leggende: il Dio asgardiano del tuono Thor, il multimiliardario Tony Stark nei metallici panni di Iron Man (Robert Downey Jr.), la leggenda vivente Capitan America (Chris Evans) e lo scienziato Bruce Banner che ormai da più di un anno tiene imbrigliato il devastante potere di Hulk (Mark Ruffalo).

Maria Hill e l'agente Coulson


In perfetto stile Marvel, prima che la squadra trovi la motivazione per agire di comune accordo, non mancheranno gli scontri tra eroi. Bellissimo lo scontro nei boschi tra Iron Man e Thor, scena memorabile di grande azione chiusa solo dall'intervento del Capitano. Anche sull'elivelivolo dello S.H.I.E.L.D. le cose non vanno meglio a causa delle tensioni tra Stark e Rogers, alla presenza di Banner e alle macchinazioni segrete di Fury.

Inoltre il gruppo dovra fronteggiare, oltre al Dio dell'inganno, anche il tradimento di Occhio di Falco e l'invasione extraterrestre guidata da Loki per mano della razza aliena dei Chitauri.

Imperdibile la sequenza finale dove la squadra tenta di impedire la distruzione di New York e impagabile lo scontro tra Hulk e Loki (una perla).

Thor e Cap: in video rendono meglio che non in foto. Garantito!


Ovviamente non proprio tutto è perfetto: il personaggio di Maria Hill è per lo più superfluo (nonostante la bellezza indiscutibile della Smulders) e mai tosto come dovrebbe, il look di Cap è difficile da digerire, bruttino anziché no, il suo personaggio è forse quello meno sfruttato a dovere, Il 3D non così necessario.

I pregi della pellicola però sono decisamente maggiori: un Hulk finalmente convincente, Ruffalo è un ottimo Bruce Banner e anche la sua versione digitale finalmente non fa storcere il naso ma è ben realizzata. Possiamo ammirare in tutto il suo splendore il classico elivelivolo dello S.H.I.E.L.D. e alcune scene d'azione estremamente divertenti. Un cast stellare divertito e in parte, il solito gigione Downey Jr che amoreggia con Pepper Potts (Gwyneth Paltrow), un villain viscido e intrigante ben interpretato da Hiddleston e una quantità di scene ironiche che strappano la risata. Ah, dopo i titoli c'è la solita scena finale che non preannuncia nulla di buono.

The Avengers è un film che dà soddisfazione, ottimamente realizzato che piacerà ai Marvel-fan ma anche a chi è a digiunto di questo universo narrativo cartaceo.

Bruce Banner e Tony Stark, coppia di cervelli.

BRADIPIT 16

Sono passate sedici intensissime settimane dall'esordio del Bradipo da queste parti, sedici settimane di vita in puro Bradi-style. Ma le cose non durano per sempre. Oggi il bradipo inizia una rivoluzione, si lancia, la sua vita e le vostre non saranno più le stesse!


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martedì 1 maggio 2012

MAYDIE - REBORN

Tornano dopo un periodo di silenzio i Maydie con il brano Reborn, anticipo del loro ultimo lavoro targato 2012.

Gruppo assolutamente da seguire se non altro perché la voce di cui potrete godere visionando il video qui sotto è quella di mio cognato.

Affari di famiglia sono, ci siamo capiti?

Vi farò un'offerta che non potrete rifiutare. Ed è questa, assolvibile in tre semplici mosse.

1) Guardatevi il video qui sotto.

2) Visitate la pagina MySpace dei Maydie (qui)

3) Buttate un occhio anche al loro spazio su Facebook, sicuramente più aggiornato (qui)

Uomo avvisato...


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