sabato 31 luglio 2010

ACCADE NEL MARVEL UNIVERSE (Pt. 4)

Questo articolo è stato scritto per il sito fumettidicarta.

Ultima parte della panoramica sull’universo della casa delle idee. Tre grossi calibri per concludere alla grande la nostra visita: Capitan America, L’Uomo Ragno e Wolverine.

Avere tra le mani il primo numero di una nuova testata dedicata agli eroi Marvel è per noi appassionati sempre un piacere. Se l’eroe in questione è il Capitano a stelle e strisce al piacere si aggiunge anche l’effetto “macchina del tempo”. Era il 1990 quando la Star Comics lanciava il mensile Capitan America e i Vendicatori e io per la prima volta incrociai la strada del vecchio Steve Rogers. Sono passati vent’anni da allora e il Capitano ha l’onore di tornare su una testata che porta il suo nome.
Ma davvero ritorna? Vediamo.
Steve Rogers, l’uomo dietro la maschera del soldato americano per eccellenza è morto. E’ stato ucciso in un attentato alla fine della guerra civile tra i supereroi. Nello stesso periodo è tornato a calcare le scene l’ex spalla di Cap ai tempi della seconda guerra mondiale: Bucky. Quest’ultimo ora è il nuovo Capitan America. Il sempre ottimo Brubaker ci ha narrato tutti questi eventi nel quinto volume della serie Captain America.
Su questo Capitan America N. 1 viene presentata la miniserie Captain America Reborn, un titolo, un programma. Lo strillone in prima pagina recita: “La Marvel conosce bene l’arte di rilanciare una testata… Steve Rogers vive!”. Pagina nera, l’immagine di uno scudo.

Aprono l’albo due tavole di presentazione del personaggio illustrate magistralmente da Alex Ross.
Un breve prologo disegnato da Luke Ross funge da ponte tra gli ultimi episodi della serie di Cap e la mini Reborn e alimenta i sospetti sul fatto che Rogers sia ancora vivo. Dopotutto ad architettare l’attentato ai danni del Capitano c’era gente come il Teschio Rosso, il Dr. Faust e Arnim Zola… potrebbe essere successo di tutto. Il progetto Reborn è stato naturalmente affidato all’abilissimo Brubaker che sulla serie di Cap ha scritto alcune delle pagine migliori della Marvel degli ultimi anni (da ricordare anche il suo ottimo lavoro su Daredevil) e al “grosso calibro” Bryan Hitch, reduce dal recente impegno sui Fantastici 4.
La storia si dipana su più fronti.
Apprendiamo dalle parole di Sharon Carter, prigioniera del Teschio Rosso prima e dopo l’attentato a Steve Rogers, della possibilità che il capitano sia stato trasferito in qualche altro posto/tempo grazie a una tecnologia derivata dalla piattaforma temporale del Dottor Destino (ci mancava pure lui). L’intenzione di Zola e del Teschio Rosso era quella di prelevare il corpo di Rogers in un secondo momento per i loro loschi scopi.
Il nuovo Cap e la Vedova Nera si introducono su uno degli elivelivoli dell’H.A.M.M.E.R. di Norman Osborn, luogo dove dovrebbe trovarsi ora l’attrezzatura che Zola aveva messo a punto per recuperare il Capitano (piano sventato proprio dalla Carter). Prima di trovare quello che cercano i due si imbatteranno negli Oscuri Vendicatori.
Steve Rogers o almeno la sua coscienza, rivive momenti salienti della sua storia passata senza poterli cambiare. Intrappolato nel tempo. Il Capitano c’è e non c’è.
Quando Osborn viene a sapere come stanno le cose elabora un piano. Come al solito, si tratta di un piano scellerato.
Si tratterà per Capitan America davvero di una rinascita? La speranza è che nei prossimi episodi quest’ottimo team creativo ci dia la risposta a questo quesito.

La gestione post Brand New Day di Spider-Man mi sta dando parecchie soddisfazioni.
Erano molti anni che non seguivo più l’arrampicamuri e in questi ultimi tempi ho ritrovato nelle sue storie ventate di freschezza da tempo assenti.
Un cast di comprimari particolarmente ricco e curato, approfondito con grande mestiere dai vari autori coinvolti nelle recenti saghe del Ragno, storie sempre divertenti (così come i dialoghi) e sottotrame intriganti.
Proprio gli autori sono il punto di forza della serie Amazing Spider-Man, testata edita tre volte al mese e che ha soppiantato tutte le vecchie serie dell’aracnide. Vari team creativi si avvicendano sull’albo, occupandosi di volta in volta della run del momento e dando coerenza all’affresco narrativo d’insieme. In questo Spider-Man 536 il compito è affidato al tandem Joe Kelly/Mike McKone i quali creano una storia in due parti dove l’altra metà del cielo è assoluta protagonista.
Negli ultimi giorni la vita di Peter Parker è stata incasinata dal Camaleonte il quale, dopo aver assunto l’identità di Peter stesso, ha sedotto la sua coinquilina Michele Gonzales, ha tenuto interessanti conversazioni con MJ, ha piazzato in casa di sua zia Harry Osborn e infine ha insultato pesantemente l’eroe di guerra Flash Thompson.
Ora Peter si trova a dover gestire un’infuriata Michele (vai a spiegarle che il tipo che si è fatto in cucina non era lui) la quale sfoggia reazioni muy calienti e dovrà affrontare la sorpresa di un’improvvisa escalation dell’interessamento nei suoi confronti da parte della collega Norah Winters. Ovviamente Mary Jane ricompare nei momenti meno propizi. Se si potesse considerare un male avere a che fare con tre donne come quelle sopra citate allora peggio di così non potrebbe andare.
Ah già! Torna in scena anche la Gatta Nera. Messi per un attimo da parte i dissapori della vecchia relazione tra la Gatta e il Ragno i due si riavvicinano, fanno faville insieme, la Gatta si porta dietro una dose di misteri e ovviamente i due si fanno beccare da MJ.
Sullo sfondo, come visto già nei numeri passati, la figlia di Kraven continua a tramare nell’ombra.
Altra tacca che si aggiunge alle storie ben orchestrate del “dopo Mefisto”, le tavole di McKone sono ottime sia nelle scene d’azione che nella costruzione dei momenti di dialogo. Curati i dettagli e le panoramiche su New York. Sul versante dei testi da segnalare l’ottima verve con la quale Kelly scandisce questi due episodi.

In appendice troviamo l’esordio della mini Anti-Venom: New ways to live che ci racconta cosa sta facendo Eddie Brock (l’ex Venom) ora che è diventato un fautore del bene sui generis. L’Anti-Venom si impegna a debellare una banda di trafficanti di droga che lui vede come una malattia da curare (neanche fosse Marion Cobretti: “Tu sei la malattia. Io sono la cura”). Cura di qua, cura di la chi ti incontra? Il nostro amatissimo Frank Castle. Vagli a spiegare a Frank Castle che adesso sei uno dei buoni e che sei passato dall’altra parte. Quello è uno che prima spara e poi fa le domande (quando ne ha voglia). La mini è scritta da Zeb Wells e ben illustrata da Paulo Siqueira entrambi autori che di recente si sono occupati proprio della serie di Spider-Man.


Veniamo ora a Wolverine, anzi ai Wolverine protagonisti di Wolverine 246.
In questo numero si concludono due importanti saghe per i mutanti artigliati.
Nella serie Dark Wolverine che narra le avventure di Daken, giunge al termine la saga in tre parti “Il principe”. Daniel Way, coadiuvato ai testi da Marjorie Liu, ci rende partecipi dell’intricato piano messo in atto dal figlio di Logan per perseguire i suoi enigmatici scopi. Oltre ad avere un fattore rigenerante e temibilissimi artigli, sono in pochi a sapere che Daken può influenzare gli stati d’animo di chi gli sta attorno. Proprio questa abilità viene usata dal protagonista della serie per costruirsi delle alleanze, mettere alcune pedine le une contro le altre, creare difficoltà a Norman Osborn e mettere in posizione di debito nei suoi confronti alcuni personaggi Marvel di primo piano. Trama, manipola, si sacrifica per i suoi oscuri interessi. Un personaggio creato da poco con molte potenzialità, fascino da vendere, ironia e spietatezza. Un primo arco di storie veramente convincente.
Con grande piacere ammiriamo le tavole di Giuseppe Camuncoli, sempre di grande qualità. I disegni del nostro connazionale tratteggiano benissimo personaggi malati come Osborn e L’Uomo Ragno (quello degli Oscuri Vendicatori), rendono esplosiva la furia e la potenza di Ares, ogni singola vignetta è dettagliata e curata nei particolari. La migliore qualità di Cammo è la personalità e la riconoscibilità del suo tratto. Non lo si confonde con nessun altro. Sicuramente tra i migliori disegnatori italiani (se non il migliore… ci sono anche Bianchi però e numerosi altri) in forza alla Marvel.

La vicenda che si va a concludere sulle pagine della serie Wolverine Origins si intitola semplicemente Romulus. Siamo a conoscenza ormai da parecchi mesi di come il misterioso Romulus abbia condizionato tutta l’esistenza di Logan, di suo figlio Daken e di numerosi altri personaggi della saga mutante, da tempi ormai remoti. Nelle sue trame sono coinvolti anche Omega Red, Sabretooth, Cyber, Nuke, Wildchild e la famiglia Hudson.
Wolverine non ha gradito il fatto di essere stato manipolato così a lungo. Soprattutto non ha apprezzato il fatto che Romulus gli abbia tenuto nascosto un figlio che Logan non sapeva nemmeno di avere e che lo abbia reso una perfetta macchina di morte.
Finalmente in questo numero Daniel Way e Scot Eaton ci mostrano il volto di Romulus, finora celato nell’ombra. Anche Wolverine ha il piacere di incontrarlo e di arrivare alla resa dei conti con l’enigmatico personaggio. Ma sarà tutto merito suo o anche questo rientra nei piani di Romulus?
Sinceramente, visto l’hype creato intorno a questo villain, mi aspettavo uno scontro dai toni maggiormente epici. La storia comunque fila e i disegni di Eaton svolgono il loro compito. La porta rimane aperta per futuri sviluppi.

Capitan America 1, Panini Comics, 80 pp. 3,30 euro.
Spider-Man 536, Panini Comics, 80 pp. 3 euro.
Wolverine 246, Panini Comics, 80 pp. 3,30 euro.

venerdì 30 luglio 2010

SEI PEZZI DA MILLE

(The cold six thousand di James Ellroy, 2001)

22 Novembre 1963. JFK è stato ucciso, Ellroy aveva chiuso con questo episodio il suo splendido American Tabloid e proprio da lì riprende la narrazione con questo Sei pezzi da mille nel quale lo scrittore ci racconta la sua personale Storia Americana fino al Giugno 1968.
Partiamo per una volta dalle note dolenti: Sei pezzi da mille non è all’altezza del suo predecessore.
E’ un buon libro, lo stile di Ellroy è riconoscibile e le tematiche portate avanti sono le stesse. Non potrebbe essere altrimenti: la Storia Americana è bagnata nel sangue, trame oscure scorrono sotto la superficie e il mondo non le vede, Ellroy ce le racconta.
A Dallas qualcosa è andato storto, l’attentato è riuscito ma qualcosa trapela. Qualcuno ha visto, qualcuno ha sentito. I protagonisti del precedente romanzo (lo saranno anche di questo, almeno alcuni) devono mettere le cose a posto e fare i conti con la propria coscienza. Ne escono personaggi forse più realistici ma meno epici, meno coinvolgenti, schiacciati dalla vita. Almeno uno dei cardini del precedente romanzo qui non è presente (non vi svelerò quale, tranquilli), ed era uno di quelli di maggiore fascino. Nuovi protagonisti ne prenderanno il posto ma nessuno, nemmeno Wayne Tedrow Jr. l’uomo con i sei pezzi da mille, riuscirà a eguagliarne il carisma.
Si ha inoltre la sensazione che la storia vera, quella con la S maiuscola, sia più lontana questa volta. Se escludiamo la parte finale del libro (di ben 760 pp.), sembra che i personaggi interagiscano meno con gli eventi realmente accaduti e anche le vicende dei veri protagonisti della Storia sembrano viste dal di fuori. Se in American Tabloid seguivamo da vicino quel che succedeva ai fratelli Kennedy, ai signori della malavita, a Jimmy Hoffa e via discorrendo, in questo seguito sembra di non avvicinarsi mai a Bobby Kennedy, a Martin Luther King, a Howard Hughes o a Lyndon B. Johnson. Si ha di questi personaggi una visione esterna.
I motivi di interesse restano comunque numerosi. Oltre a vedere come si evolveranno le vite degli uomini ai quali ci siamo ormai affezionati, si potrà seguire l’influenza che su di loro avranno la politica di Lyndon Johnson, la guerra in Vietnam, le macchinazioni di J. Edgar Hoover e il movimento per i diritti civili in favore dei neri d’America portato avanti da Martin Luther King.
Grande importanza rivestiranno le donne dei protagonisti. Donne che odiano la vita nella quale sono invischiati i loro compagni, donne maltrattate che non dimenticano, donne che tornano sotto forma di fantasmi dal passato. Donne in gamba e scaltre quanto e più dei nostri protagonisti.
Una delle costanti di questo romanzo è il tradimento. A chi ancora interessano le vecchie cause come quella cubana? A chi sta a cuore il destino dei soldati americani in Vietnam? A chi interessa solo la droga e i guadagni che questa porta? Quanti sono disposti a girare le spalle a vecchi compagni con i quali hanno condiviso addirittura la Storia e non una semplice birra?
Grande importanza ha inoltre la città del peccato, Las Vegas, con i suoi casinò, con la mafia e con il desiderio di un ormai sbiellato Howard Hughes di diventarne il padrone.
Ancora un romanzo d’odio, di sangue, di violenza ma anche di ideali e di amore.
Ricreare l’atmosfera di American Tabloid era difficile e infatti questo libro non ci riesce. Rimane comunque una buonissima lettura alla quale i fan del primo romanzo non potranno resistere.

mercoledì 28 luglio 2010

BALLROOM – GARA DI BALLO

(Strictly ballroom di Baz Luhrmann, 1992)

Ballroom è una di quelle commedie. È una di quelle commedie che dopo venti minuti sai già come andrà a finire. Intuisci i vari passaggi del canovaccio e li azzecchi tutti. Non se ne sbaglia nessuno.
Però ci si diverte comunque.

Questo primo film di Baz Luhrmann è del 1992. I fasti e i mezzi a disposizione per girare film come Moulin Rouge sono ancora lontani. Un film povero dove c’è già tutta la passione per la musica del regista che, dopo questo esordio, dirigerà anche Moulin Rouge appunto e Romeo + Juliet. Tutte e tre le prove, pur diverse l’una dall'altra, possono dirsi riuscite.

Il Pan Pacific Gran Prix è una prestigiosa competizione australiana per quel che riguarda il ballo figurato. Il sogno di Scott (Paul Mercurio) è quello di vincere la competizione. Il sogno della madre di Scott è vedere suo figlio vincere la competizione. Scott ha però una forte insofferenza per i passi “obbligati”, quelli che il regolamento impone. Il ragazzo ha talento, è estroso e vuole ballare a modo suo. La vecchia guardia non può accettare queste novità e così le possibilità di Scott di aggiudicarsi il Grand Prix precipitano. Le migliori ballerine non vogliono più far coppia con lui.

Nella scuola di ballo dei genitori di Scott c’è però la bruttina e inesperta Fran (Tara Morice) che come lui ama le improvvisazioni. Avete già capito tutto. Bene, il film finirà proprio come avete intuito, non potete sbagliare.

La vicenda è infarcita di personaggi e situazioni grottesche che la rendono decisamente molto piacevole, i numeri danzanti si guardano volentieri e gli attori sembrano spesso delle divertenti macchiette. C’è anche un surreale flashback sulla vita dei genitori di Scott dove il padre ricorda quasi il Joker interpretato da Cesar Romero nei telefilm di Batman degli anni ’60.
La visione risulta gradevole e veloce (poco più di 90 minuti), un ottimo film per una serata spensierata.

martedì 27 luglio 2010

AN EVENING WITH: LITFIBA

Serata conclusiva del festival “Colonia Sonora” di Collegno. Sul palco salgono i riunitisi Litfiba dopo una separazione durata molti anni durante i quali i singoli membri del gruppo (Renzulli e Pelù) non hanno lasciato tracce memorabili.
E’ un trend che non sembra avere fine quello delle reunion, mancano solo i Cavalieri della tavola rotonda, Gianni e Pinotto, le Tre Grazie, Cani e Porci e poi si sono riuniti davvero tutti.
Questa volta il tempo è clemente e la pioggia non si è fatta vedere nonostante le pessimistiche previsioni meteo. Qualche problema invece con il parcheggio causa l’afflusso decisamente cospicuo di fan giunti a Collegno per assistere allo spettacolo dei toscanacci.
Pelù e Renzulli sono tornati e sono in ottima forma. Lo spettacolo coinvolge da subito e l’approccio al pubblico è quello che il duo aveva già mostrato più volte in passato. Pelù è l’istrione, il frontman, canta e intrattiene il pubblico, ogni tanto pontifica.
I Litfiba salgono sul palco ed è subito Fiat e Serbia, stoccate verso il Belpaese e poi si attacca con Proibito. L’energia è tanta, la voce, pur cambiata, diversa da quella di un tempo, tiene ed è la sua, riconoscibilissima. Renzulli non perde colpi e l’emozione è quella di una volta.
Reduce da non entusiasmanti ricordi degli ultimi due tour del gruppo, questa volta la soddisfazione è piena. Non che i Litfiba avessero in passato suonato male o offerto brutti spettacoli, ma la scelta dei brani non mi aveva convinto. Questa volta i due “baldi giovini” recuperano pezzi come Paname, Bambino, Ferito, Dio, Cuore di vetro, Ci sei solo tu alternandoli a pezzi meno datati come Sparami o Ritmo e i classicissimi El Diablo, Dimmi il nome, Tex, Gioconda e Fata Morgana. Accolti molto bene anche i due nuovi singoli Sole nero e Barcollo. Il pubblico risponde alla grande, dimostra un grande affetto per la band e partecipa cantando tutte le canzoni presentate dal duo. La serata non ha cali di ritmo (se non contiamo i commenti su politica e quant’altro forse troppo frequenti e in odore di retorica o se vogliamo di qualunquismo… insomma ste cose le sappiamo tutti quanti e a Colonia Sonora c’è da poco stato Travaglio, non so se mi spiego), i pezzi sono eseguiti in maniera precisa e coinvolgente.
Il finale è dedicato ai più celebri pezzi dell’album “Spirito”, Lacio Drom, Lo spettacolo e la stessa Spirito.
Più di due ore di ottima musica, sembra che per i Litfiba il tempo non sia passato. Aspettiamo ora la nuova prova su disco. Incrociamo le dita.

lunedì 26 luglio 2010

BACK TO THE PAST: 1964

La scelta di brani di buona fattura provenienti dal 1964 è veramente ampia. Molti sono i pezzi che ancora oggi sono conosciuti da una moltitudine di persone.

Allora, Manfred Mann? Nulla? Do wah diddy diddy? Scatta qualcosa? Ancora nulla? Sentiamola!



I Kinks registrarono sicuramente più di un pezzo valido nel 1964. Ecco uno dei più celebri.



Un gruppo con questo nome non si poteva tralasciare: Zombies con She's not there.



Per finire una delle canzoni coverizzate ormai da chiunque. Animals - House of Rising Sun.

mercoledì 21 luglio 2010

RACCONTI DA STOCCOLMA

(Nar morkret faller di Anders Nilsson, 2006)

Il regista ci propone tre storie indipendenti l'una dall'altra che hanno come comune denominatore la violenza declinata in tre aspetti differenti, uno per ogni storia.
Leyla e Nina sono vittime delle tradizioni, delle maldicenze, della cultura e dell'ignoranza di una famiglia mediorientale ancorata a vetuste e pericolose credenze. Rispetto e onore prima di tutto. Prima dell'umanità, prima della libertà, prima dell'amore per le proprie figlie. La vita legata ad un'invisibile catena tenuta salda da genitori/padroni.
Il padre di Nina si convince che la figlia non sia più vergine. Nel disonore viene coinvolta tutta la famiglia che deve riparare l'onta. La ragazza deve sparire, sorelle e fratelli devono dimenticarsi di lei. Se la ragazza non esiste allora anche l'offesa è cancellata.
Aram, proprietario di un ristorante, e il suo amico e compagno che si occupa della sicurezza, vengono coinvolti in una classica vicenda legata alla violenza da strada. Uno stupido diverbio (tipo quelli che scoppiano davanti alle discoteche di cui sentiamo ai TG) con la gente sbagliata porta a un'escalation di brutalità e violenza nella quale saranno coinvolti parenti e colleghi di Aram. Cosa comporta in questi casi l'essere un cittadino e una persona onesta? Denunciare?, testimoniare? Paure, ritorsioni.... le scelte non sono facili.
La storia di Carina ci mette di fronte alla piaga della violenza domestica. Lei affermata giornalista, due figli, un marito che parte per la tangente ed esplode. Umiliazioni, percosse, gestione della difficile situazione davanti agli occhi dei propri figli. Carina poi pensa alla famiglia, all'amore e perdona. Perdona e poi tutto daccapo. Anche qui la scelta tra l'outing e il silenzio è dura e dolorosa.
Il film presenta argomenti purtroppo sempre attuali. Problematiche delle quali siamo tutti a conoscenza. Manca purtroppo il coinvolgimento emotivo. Le storie risultano freddine piuttosto che no, si sta dalla parte dei deboli, ovviamente, ma si fatica a entrare nelle loro vicende. Il sussulto e lo sdegno arrivano solo in un paio di sequenze particolarmente ben riuscite e angoscianti.
Si arriva comunque ai titoli di coda senza essersi annoiati, il film non disturba e può far riflettere sulle tematiche affrontate (anche se per riflettere su questi argomenti non c'era bisogno di Racconti da Stoccolma).
Buone le intenzioni del regista, un po' meno l'esito finale.

lunedì 19 luglio 2010

ACCADE NEL MARVEL UNIVERSE (Pt. 3)

Questo articolo è stato scritto per il sito fumettidicarta

Bene, riprendiamo il nostro excursus con un evergreen della Marvel.
Parecchi cambiamenti per la testata della famiglia per eccellenza del Marvel Universe.
Nel numero dello scorso mese ci ha salutato la serie di She-Hulk ed è arrivata a dare man forte ai F4 la nuova serie di Pantera Nera.
In Fantastici 4 n. 309 assistiamo alla conclusione della prima saga del quartetto scritta da Jonathan Hickman e disegnata da Dale Eaglesham.
Nel recente passato Reed Richards è riuscito a infilare un per lui inusuale filotto di decisioni errate. A lui si può imputare la creazione del clone di Thor che ha provocato la morte di Golia, ha contribuito a costruire il supercarcere situato nella zona negativa centro di alcuni incresciosi incidenti e ha scatenato, insieme agli Illuminati, la furia di Hulk mettendo in pericolo New York e i lettori Marvel che si sono dovuti sorbire la miniserie World War Hulk.
Nel fare i conti con la propria coscienza Reed è colto da illuminazione improvvisa con conseguente parto dell’idea definitiva: “risolvere ogni cosa”. E, sti cazzi, gommolo si è convinto di poterlo fare.
Durante un viaggio tra le dimensioni e i mondi paralleli Mr. Fantastic si imbatte nel Consiglio, un supergruppo formato dai Reed di varie realtà alternative. Con loro, Reed riesce a elevare all’ennesima potenza il concetto di “fare del bene” ma… perché c’è sempre un ma.
La cosa (con la c minuscola non quella arancione) richiede tempo e, oltre al bene della multiumanità ci sono una moglie, dei figli e degli amici che richiedono attenzioni.
Reed dovrà fare delle scelte che porranno le basi per le future run di Fantastic Four che svilupperà Hickman. Dopo tre episodi si può affermare che lo scrittore sia parecchio a suo agio con il quartetto, sostenuto dall’ottima interpretazione dei personaggi da parte di Eaglesham. Questo disegnatore mi ha sempre convinto in ogni sua prova e anche queste tavole non deludono. Fisicità più massicce, ottimi i particolari delle ambientazioni e volti ed espressioni carichi di emotività.
Una serie dal futuro interessante.

Segue quello che a mio modesto parere è un puro riempitivo. Uno speciale ormai datato (aprile 2005) al tempo distribuito alle truppe dell’esercito americano. Un inutile racconto dei New Avengers scritto da Bendis e disegnato senza particolare impegno da Jurgens. L’ospitata dei Fantastici 4 giustifica la collocazione su queste pagine.

Black Panther n. 8 completa l’albo narrandoci le vicende della nuova Pantera Nera. Infatti sotto il costume non c’è più re T’Challa ma sua sorella Shuri.
In seguito a un attentato organizzato dal sovrano di Latveria, il letale Destino, un T’Challa convalescente si sta riprendendo dalle sue ferite mentre la sua consanguinea si reca negli U.S.A. in missione diplomatica accompagnata da una delegazione Wakandiana.
Vita dura per i sovrani del ricco stato africano, altro attentato ai danni di Shuri questa volta, nel quale sembra coinvolta tecnologia Stark, tecnologia Wakandiana e tecnologia…. a voi il piacere della scoperta. Aspettando un’evoluzione della serie per un giudizio più deciso ci godiamo il lavoro di Maberry (testi) e Conrad (matite).

Altro recupero a fine albo decisamente più interessante, non fosse altro che per i nomi coinvolti, è quello di Astonishing Tales 8 datato ottobre 1971. Una breve storia di Victor Von Doom alle prese niente meno che con i demoni dell’inferno e con l’anima dell’amata madre.
Storia del sorridente Stan Lee, disegni di Gene Colan


Sbirciamo ancora una volta all’interno del mondo mutante grazie a X-Men Deluxe 183.
Novità nei contenuti oltre che, come per molte altre testate Marvel, nella grafica. Ritornano infatti, dopo un’assenza di qualche mese, le storie tratte dalla serie Astonishing X-Men arrivata al numero
31 ed esordisce la nuova serie New Mutants.
Inizia una nuova saga degli X-Men scritta da Warren Ellis che, orfano di Simone Bianchi, viene affiancato dall’espertissimo Phil Jimenez.
Ellis lo conosciamo, le sue storie tendono spesso all’eccesso, alla spettacolarità e sono sovente infarcite di complotti e stranezze varie. Anche questa volta lo spettacolo non manca, i nostri vanno al salvataggio dell’agente Brand, nuova fiamma della Bestia, che si sta schiantando sulla Terra dopo un attacco alla Covata. Quasi tutta la storia è incentrata su questa impresa, solo le ultime tre tavole aprono squarci su una delle solite strane invenzioni dello scrittore britannico. Jimenez è bravo e lo dimostra anche questa volta. Pur preferendo la gestione di Whedon, anche le storie attuali risultano divertenti e si lasciano leggere volentieri.

X-Force è qui rappresentata da un racconto breve incentrato sui sensi di colpa e sui demoni interiori di Warpath, uno dei membri della squadra. Nulla di particolare questa storia di Jason Aaron, cose già viste, da segnalare le matite del nostrano Werther Dell’Edera che, forse ingabbiato in una sorta di “stile Marvel”, mi era piaciuto molto di più sugli albi italiani da lui realizzati.

Nelle intenzioni di Zeb Wells che esordisce su queste pagine con la nuova serie New Mutants, c’è quella di riunire il nucleo originario dei Nuovi Mutanti lanciato da Claremont decenni addietro. Il compito non sarà dei più semplici visto che qualche personaggio del vecchio gruppo è morto e qualche altro ha perso i suoi poteri durante l’M day.
L’evento catalizzante della storia è il ritorno di Magik dalla dimensione magica del Limbo dopo gli eventi della recente miniserie X-Infernus. La sua presenza è mal vista dalle nuove leve degli X-Men proprio a causa degli eventi della citata miniserie nella quale Magik (Illyana Rasputin, sorella dell’X-Man Colosso) rubò un frammento dell’anima della giovane Pixie.
Questa volta Magik sembra tornata per avvertire i suoi ex compagni di gruppo di un pericolo che minaccia due di loro: Danielle e Xi’an.
Accompagneranno Magik la sua amica Amara (Magma), Sam (Cannonball) e Roberto (Sunspot).
Wells inserisce già dal primo numero alcuni motivi d’interesse per seguire la serie. Oltre l’effetto nostalgia si ha l’impressione che il personaggio di Magik sia ancora parecchio ambiguo, misteri si infittiscono attorno alle sorti delle due damigelle in pericolo e sul finale una sorpresa non da poco. Diogenes Neves l’avevamo già visto sulla mini di Tempesta presentata su queste pagine fino allo scorso mese. Il suo tratto è migliorato decisamente da quest’ultima prova e le sue tavole sono già di discreta fattura. I margini di miglioramento sono ancora alti. Attendiamo le future prove.

Evito di addentrarmi troppo nelle trame narrate da Peter David nella serie X-Factor causa la complessità e la mole elevata di accadimenti concentrati negli ultimi episodi della serie.
La situazione dopo 45 numeri è pressappoco questa: Jamie Madrox (l’uomo multiplo), leader dell’agenzia investigativa X-Factor ha avuto un figlio da Syrin. Madrox, prendendo in braccio il figlio al momento della nascita e senza riuscire a fare nulla al riguardo, ha riassorbito dentro di se il bambino come fosse uno dei suoi doppi. In seguito alla tensione del momento e a una lite furibonda con la madre del piccolo, Jamie si allontana dal gruppo e ora è finito 80 anni nel futuro in compagnia di Lyla Miller la bambina che “sa molte cose”. In questo futuro Lyla non è più una bambina, Madrox ha a che fare con un vecchissimo Ciclope, con sua figlia Ruby e con un Dr. Destino in sedia a rotelle con la bombola di ossigeno. E non è un bel futuro.
Nel presente assistiamo alle avventure del resto della squadra: Monet, Darwin, Syrin, Rictor, Guido e al ritorno di Shatterstar. A che punto sarà la relazione tra quest’ultimo e Rictor? Chi è Cortex?
Tutta la serie è intrisa della solita sottile ironia di David, la battuta sagace è sempre in agguato, le matite di Valentine De Landro e del nostro Santucci sempre all’altezza e funzionali.
X-Factor è sempre una bella conferma.


Non di sola Terra vive l’Universo Marvel. Usciamo dai confini del pianeta azzurro e inoltriamoci nello spazio profondo, verso l’infinito e oltre…
Se sulla Terra c’è parecchio movimento anche nei cieli la situazione non è tranquilla, anzi… per rendersene conto basta dare un’occhiata a War of Kings 3, miniserie che raccoglie al suo interno i personaggi cosmici della Marvel.
La mini portante, l’omonima War of Kings ci narra il tentativo di conquista di numerosi pianeti da parte di Vulcan, alias Gabriel Summers, fratello di Ciclope e Havock. Vulcan, dopo aver deposto Lilandra è il nuovo imperatore dell’impero Shi’ar. A contrastarlo c’è l’impero Kree guidato dagli Inumani di Freccia Nera. Gli Inumani e i Kree hanno suggellato un’alleanza militare grazie al matrimonio tra Crystal e Ronan l’accusatore (che coppia!).
Vulcan può contare sull’aiuto della Guardia Imperiale ma Lilandra ha ancora molti seguaci e dalla sua ha i nuovi Predoni Stellari: Havock, Polaris, Korvac, Rachel Grey. Ago della bilancia la figura di Gladiatore.

La guerra dei re continua sulla serie dei Guardians of the Galaxy, nella quale Vulcan e la sua guardia dovranno affrontare proprio i guardiani, un gruppo eterogeneo di difensori della galassia.
Adam Warlock, Star-Lord, Drax il distruttore e altri characters sopra le righe. Ci sono anche il cane telepate Cosmo e il procione galattico Rocket Racoon.

La bagarre cosmica continua per pagine e pagine senza mai annoiare e sfocia sulle tavole della serie di Nova, il terrestre con il secchio giallo in testa.
Nel complesso la saga è ottimamente orchestrata, coinvolge miniserie e serie regolari senza particolari sbavature di sceneggiatura (qualche minima incongruenza c’è), i personaggi da gestire sono tantissimi ma Dan Abnett e Andy Lanning, facendosi carico della scrittura di tutte le serie coinvolte nel progetto, garantiscono un’ottima uniformità narrativa.
Anche i disegnatori coinvolti nel progetto offrono delle buone prove. Classicheggianti e molto “solide” le matite di Paul Pelletier sulla mini principale, anche le scene con decine di personaggi coinvolti non risentono di cali qualitativi. L’interpretazione degli stessi personaggi offerta da Brad Walker su Guardians of the Galaxy è più spigolosa ma non meno convincente. Risultano un po’ più piatte le tavole di Andrea Di Vito sulla serie di Nova.
Nel complesso una saga spaziale molto divertente, ben costruita con una buona resa grafica.

Fantastici Quattro 309, Panini Comics, 80 pp., 3,30 euro
X-Men Deluxe 183, Panini Comics, 96 pp., 3,80 euro
War of Kings 3 (Marvel Crossover 63), Panini Comics, 136 pp., 5,50 euro

venerdì 16 luglio 2010

ACCADE NEL MARVEL UNIVERSE (Pt. 2)

Questo articolo è stato scritto per il sito fumettidicarta

Prima di partire con la seconda parte di questo lungo articolo facciamo il punto sul Regno Oscuro, realtà nella quale sono calate la quasi totalità delle serie Marvel attuali (sono escluse le testate Ultimate e i progetti fuori continuity).

Durante la battaglia finale della guerra tra Supereroi e alieni Skrull, il criminale Norman Osborn, leader dei controversi Thunderbolts, è riuscito a mettere a segno il colpo fatale nei confronti della regina Skrull. Grazie a questo gesto, Norman Osborn è diventato a tutti gli effetti l’uomo più importante d’America, ritenuto un eroe da molti e osteggiato dagli eroi che conoscono il suo passato criminale (Osborn è Green Goblin).

Alcune delle cose che Osborn ha cambiato negli ultimi mesi nel Marvel Universe:
1) Ha addossato le colpe dell’invasione Skrull a Tony Stark allora direttore dello Shield.
2) Ha chiuso lo stesso Shield trasformandolo in Hammer, una forza d’intervento molto meno democratica di quella precedente.
3) Ha stretto patti con gente del calibro del Dr. Destino, Hood, Loki, Emma Frost e Namor.
4) Ha dichiarato guerra agli eroi non registrati, Iron Man in primis.
5) Ha rinnovato e reso ancor più maleodoranti i suoi Thunderbolts.
6) Ha rimaneggiato come visto nella prima parte dell’articolo l’Iniziativa dei 50 stati.
7) Ha creato i suoi Vendicatori (vi lascio immaginare che elementi, ne riparleremo)

Ora torniamo a noi.

Iron Man e gli Oscuri Vendicatori 27
Tony Stark è in una situazione molto difficile. E’ il ricercato numero uno ed è in fuga solitaria ormai dalla fine dell’invasione Skrull. Osborn, con la legge dalla sua, cerca di impadronirsi della tecnologia Stark e delle informazioni sulle identità segrete dei supereroi in possesso di Iron Man (ottenute durante l’atto di registrazione).
Tony è riuscito a giocare un ultimo scherzetto a Norman cancellando i dati in suo possesso e rendendo inutilizzabile gran parte della tecnologia Stark.
L’unica copia di queste informazioni di immenso valore è ora nella testa di Stark.
Un Matt Fraction decisamente più a suo agio con l’eroe in armatura che non con gli X-Men, ci mostra sulla serie The Invincible Iron Man come Tony, pur di non far cadere nelle mani sbagliate i suoi dati, abbia ideato un sistema per cancellare dalla sua mente le vitali informazioni. Una sola controindicazione: con l’andare avanti del processo l’intelligenza di Tony diminuisce sempre più.
Ad aiutare il nostro eroe Pepper Potts, dotata anche lei di una nuova armatura e Maria Hill, ex direttrice dell’ormai sciolto Shield. In questo numero Tony dovrà affrontare la sua ex Madame Masque. Disegna Salvador Larroca, una rodata garanzia.

In Dark Avengers 10, il gruppo di Vendicatori di Osborn, è impegnato in un’avventura nella provincia americana dalle tinte sovrannaturali. Norman e la sua cricca intervengono per fare un favore a un influente politico e indagano sulla cittadina di Dinosaur, Colorado dove la gente scompare misteriosamente. Le atmosfere, e in generale l’intera serie, sono rese ottimamente dalle matite “oscure” di Deodato Jr.
Brian Bendis lavora di cesello sulle psicologie di questi disgraziati. Osborn, nelle vesti di Iron Patriot, si allontana sempre un po’ di più dal suo punto di equilibrio, Sentry è un potentissimo schizofrenico difficilmente gestibile (ci si aspetta il disastro), Venom sta involvendo, Daken (figlio di Wolverine) persegue i suoi scopi nascosti, Bullseye è sempre stato fuori e Ms. Marvel è una provocatrice mangia uomini mozzafiato. Marvel Boy è assente proprio a causa di un incontro con la bella psicologa (Ms. Marvel) e Ares, Dio della Guerra, non si sa bene come prenderlo. Un bel gruppo di suonati, non c’è che dire. Splash-page finale che apre orizzonti interessanti.

Il lato solare dei Vendicatori è rappresentato dalla serie scritta da Dan Slott e Christos Gage: The Mighty Avengers (29). Serie più classicamente supereroistica disegnata da Khoi Pham con uno stile tutto suo. Ancora non ho deciso se questo mi piaccia o meno. I Vendicatori affrontano una minaccia potentissima proveniente dal passato degli Inumani. Pym, saldamente a capo del gruppo, sembra in forma come non lo è da tempo nonostante la morte della ex-moglie Wasp. Assume lui stesso l’identità di Wasp e sforna idee incredibili a getto continuo. Con lui Ercole, Amadeus Cho, Stature e Visione dai Giovani Vendicatori, Jocasta ormai interfacciata al nuovo palazzo infinito dei Vendicatori, U.S.Agent e l’outsider Quicksilver. Il gruppo è stato riunito da Scarlett, ma quale segreto si cela dietro questo ormai enigmatico personaggio? Chi segue la serie è già a conoscenza della risposta a questo quesito. Dimenticavo, nell’immediato futuro della serie si prospetta un’incontro tra tutti i gruppi di Vendicatori.

Altro progetto molto interessante è la miniserie La Lista, otto numeri unici usciti negli USA nella serie Dark Reign: The List seguiti dal nome del personaggio coinvolto nella storia. La Panini pubblica due episodi originali per albo. Ma cos’è la lista? Semplice, solo l’ultima carognata di Norman Osborn. Una lista di personaggi scomodi, da togliere di mezzo in otto semplici mosse. La qualità di questi episodi è mediamente molto alta.

Il mese scorso Andy Diggle ci ha dato un assaggio di quello che ci proporrà con Devil sulla serie regolare. Norman Osborn decide di andare a stuzzicare il diavolo rosso e facendolo commette due errori. Il primo è affidare questo compito a Bullseye, storico nemico di Devil. E’ odio puro. Il secondo è mettere in mezzo degli innocenti. Con questo Devil non si scherza più. Billy Tan tratteggia il tutto con maestria.
Altro episodio ben riuscito è quello che contrappone Osborn e la sua vice Miss Hand, alla coppia Banner/Skaar. Duello di forza e d’astuzia dal quale Osborn sembra portare a casa un punticino.
Greg Pak e Ben Oliver ci mostrano ancora qualcosa sul rapporto anomalo tra questo padre e il suo mostruoso figlio.

Questo mese altri due grossi calibri nel mirino di Norman. Tra lui e Spider-Man la questione è molto personale. Nemici da sempre, l’ex (?) Goblin vuole distruggere Spidey e allo stesso tempo quest’ultimo vuole spostare lo scontro da un piano puramente fisico a uno ben più alto. Peter Parker vuole screditare Norman Osborn davanti all’opinione pubblica tutta. Potrebbe essere questa la via giusta per porre fine al Regno Oscuro. Al momento Osborn, dentro l’armatura a stelle e strisce di Iron Patriot, gode ancora del favore del pubblico. Durerà ancora per molto?
Team creativo di tutto rispetto, parliamo di gente come Dan Slott e Adam Kubert.
Secondo episodio dedicato al Punitore che nella sua serie regolare ha già attentato alla vita di Osborn, attentato sventato da Sentry, e ha messo i bastoni tra le ruote a Hood, alleato del rosso crinito delinquente. John Romita Jr. ai disegni è sempre lui, Rick Remender ai testi non si risparmia. La posta in gioco si alza, Osborn chiama in causa il tostissimo Daken, figlio di Wolverine. Sarà molto ma molto dura per Frank Castle uscirne tutto intero. Frank ha dalla sua l’esperienza e un armamentario molto avanzato anche per i suoi standard, Daken è semplicemente di un altro livello. Chi la spunterà? Vi dico solo che questo episodio funge da prologo alla nuova run del Punitore intitolata Franken-Castle.

Il prossimo mese sulla lista finiranno Wolverine e gli X-Men.


Numero di transizione questo Thor e i Nuovi Vendicatori 135.
Il mese scorso si è chiuso l’ottimo ciclo del Dio del tuono di Straczinsky. Thor tornerà nei prossimi mesi e sarà protagonista, insieme agli altri eroi della famiglia dei Vendicatori dell’Assedio, nuovo crossover della Marvel. Per i fan del tonante ci sono comunque un paio di storie d’appendice del duo Lee/Kirby tratte dalla serie Tales of Asgard. Storie, e sarò tacciato d’eresia, che trovo noiose piuttosto che no. Altro grande assente è il nuovo Capitan America, alias James Barnes, che da questo mese si trasferisce sulla nuova testata che porta proprio il suo nome.

A tenere banco in questo numero quindi solo i New Avengers.
Si apre con lo speciale FCBD Avengers che io ho interpretato come “Free Comics Book Day Avengers” e spero di non aver toppato in pieno. In questo albo i Nuovi Vendicatori si trovano a fronteggiare un gigante dei ghiacci, creatura della mitologia nordica che ha messo in difficoltà anche il potente Thor. In realtà questo è un espediente per far incontrare i nostri, che possono essere considerati “la resistenza” dei Vendicatori in quanto (ossimoro) eroi fuorilegge, con i Dark Avengers di Osborn. Ares, il Dio della Guerra e Thor, Dio del Tuono giocheranno un ruolo decisivo nella vicenda. Da segnalare i dialoghi sempre più frizzanti di Brian Michael Bendis che, concedetemi un paragone scomodo, mi ricordano spesso per verve quelli dei film di Tarantino ovviamente ripuliti da volgarità e turpiloquio. Le matite di Jim Cheung sono semplicemente eccezionali, uno dei miei artisti preferiti degli ultimi tempi.

Nei numeri 56/57 di New Avengers, assistiamo all’ennesimo scontro tra i due gruppi di Vendicatori. Terzo incomodo una frangia separatista della cricca criminale di Hood, la quale mette tutti in ginocchio grazie a un marchingegno tecnologico dalle grandi potenzialità, solo per dare una prova di forza e offrirsi a “re” Norman come manovalanza criminale ben retribuita. Hood non sta con le mani in mano e, dopo essere uscito malconcio da uno scontro con Strange e Fratello Voodoo nei numeri scorsi, cerca nuove fonti di potere. Avventura aperta, sembra mettersi male per uno dei Nuovi Vendicatori. Scrive sempre il Brian nazionale, un Immonen non al suo meglio disegna.

Questo è quanto. Come dicevo, un numero di passaggio.

mercoledì 14 luglio 2010

ACCADE NEL MARVEL UNIVERSE (Pt. 1)

(Questo articolo è stato scritto per il sito fumettidicarta)


Arriva la stagione calda e in molti sono già alla ricerca di climi più miti e di nuove letture. Panini Comics corre in nostro aiuto rinfrescando la grafica dei suoi albi targati Marvel a partire dal mese di Giugno. Il cambio di grafica è già di per sé un piccolo “evento” che stimola la curiosità di noi lettori (almeno la mia). La vera novità è l’introduzione della guida ai contenuti inserita sul codice a barre. Questo presenterà una barra verde per le letture adatte a tutti, quella gialla per i contenuti che dovrebbero essere controllati da un adulto, e la rossa sugli albi sconsigliati ai più piccoli. Dovrebbe essere questo un aiuto per i genitori che volessero instradare i propri pargoli verso la nostra comune passione (fatelo cari genitori che siamo una razza in via d’estinzione, abbiamo bisogno d’aiuto). Le soluzioni grafiche scelte per l’interno degli albi funzionano bene. Immagini grandi dei protagonisti delle varie testate, divisione netta dei colori, leggibilità ottima. In definitiva si avranno tra le mani albi piacevoli da guardare, essenziali e poco pasticciati.

Bene. Quanto scritto finora era tutta una scusa per fare una rapida (?) carrellata sulle varie serie dei nostri eroi e dare un’occhiata più da vicino a quello che sta succedendo nel Marvel Universe.


Cominciamo da Devil & Hulk (n. 162).
Il piatto forte di questo numero è l’inizio della run scritta da Andy Diggle e disegnata da Roberto De La Torre sul n. 501 della serie del diavolo rosso (Daredevil). Ancora non mi capacito di come gli scrittori che si sono avvicendati su questa serie negli ultimi (tanti) anni siano riusciti a mantenerla sempre su livelli qualitativi e di interesse altissimi. Come già fatto da Bendis nei confronti di Brubaker anche quest’ultimo lascia in eredità al suo successore, Andy Diggle, uno starting point interessantissimo e dalle infinite potenzialità. Bendis aveva lasciato Matt Murdock rinchiuso nello stesso carcere nel quale soggiornavano numerosi suoi nemici. Da qui lo splendido ciclo di Brubaker. Proprio Brubaker lascia a Diggle un Matt Murdock a capo della Mano, la celebre setta di ninja assassini. Condurre la mano per uno come Devil sicuramente richiederà dei sacrifici. Sarà pronto l’avvocato Matt Murdock a caricarsi sulle spalle questo fardello? Cominceremo ad avere la risposta proprio in questo numero. Sullo sfondo l’immancabile Kingpin in combutta con Lady Bullseye. Si preannunciano, come al solito, tempi duri per il Diavolo Rosso. I disegni di Roberto De La Torre sono veramente apprezzabili nelle oscure tavole con protagonista Devil, forse un po’ meno nella sequenza nell’ufficio di Foggy Nelson, soprattutto se paragonati alle prove passate di Maleev o di Lark. Comunque un ottimo esordio per questo Team creativo.

Veniamo a Hulk, altro protagonista di questa testata. Iniziamo col dire che la Hulk-family si sta allargando a dismisura. Hulk verde, Hulk rosso, She Hulk, She-Hulk rossa, Lyra, Skaar e comprimari vari. Dura rendere interessanti tutti questi super tizi ai raggi gamma. Il quindicesimo numero del terzo volume della serie Hulk mette in scena uno scontro tra Red Hulk e l’X-Force guidata da Wolverine. Hulk non è solo ma ha allestito una combriccola formata da Elektra, Deadpool, il Punitore, Thundra e la Dinamo Cremisi. Il pretesto per lo scontro è la presunta scoperta da parte di Domino (X-Force) dell’identità segreta di Hulk rosso (che nemmeno i lettori conoscono) che è anche l’unico elemento di questa serie a fregiarsi di un qualche interesse. Personalmente trovo lo stile di scrittura di Jeph Loeb molto superficiale, caratterizzazione dei personaggi e intreccio sono grossolani, la serie sembra uno spazio messo a disposizione dei vari super-tizi per suonarsele di santa ragione (in quindici numeri ne sono passati parecchi), Ian Churchill disegna lo scontro in uno stile cartoonesco, onesto ma che non lascia il segno. Da segnalare la prima apparizione di She-Hulk Rossa (se ne sentiva la mancanza).
Diciamola tutta: se cancellassero questa serie anche subito, non farei mezza piega.

In The Incredible Hulk 601 possiamo seguire le peripezie di Banner e del suo figlioletto Skaar.
Quest’ultimo vuole uccidere Hulk per averlo abbandonato sul suo pianeta natale dopo la morte della madre. Questo succedeva durante la saga Planet Hulk. Ovviamente Banner era all’oscuro del fatto che il suo pargolo, ora diventato un mostro verde dagli enormi poteri, fosse sopravvissuto. Banner non riesce a trasformarsi in Hulk. Skaar non vuole uccidere il padre finché avrà le sembianze del debole Banner. Banner vuole recuperare il rapporto con il figlio. La situazione è grottesca e la serie assume volentieri toni ironici. La storia è di Greg Pak e i disegni di Ariel Olivetti. In questo numero il Fenomeno e nel prossimo Wolverine… Hulk Verde batte Hulk Rosso 1-0.
In appendice l’ennesima inutile storia di Lyra, una She-Hulk proveniente da un mondo dominato dalle amazzoni. Scrive Fred Van Lente, disegna Michael Ryan.


In Gli incredibili X-Men 240 prosegue il crossover Utopia tra le serie Uncanny X-Men e Dark Avengers. San Francisco, nuova base operativa degli X-Men, è messa a ferro e fuoco dagli scontri tra mutanti e manifestanti xenofobi. Per riportare la situazione alla calma, cogliendo anche l’occasione per mettere becco nella questione mutante, intervengono Norman Osborn e i suoi Dark Avengers. In questo parapiglia Osborn, con la collaborazione di Emma Frost degli X-Men, riesce a creare un nuovo gruppo di mutanti sotto il suo diretto controllo. La Regina Bianca, Namor, Cloak & Dagger, Daken, Mimo e Arma Omega sono i nuovi Dark X-Men. Ciclope e i suoi possono contare sulla poco conosciuta squadra scientifica degli X-Men. In mezzo al caos ci sono anche i Dark Avengers. Quale sarà la mossa di Emma Frost? Cosa sta architettando Ciclope per tirarsi fuori da questo gran casino? Lo saprete nella prossima Bat-puntata.
I fan dell’universo mutante hanno letto questa storia già altre volte. La novità è che tutto ciò è calato all’interno del nuovo status quo del Marvel Universe: il regno oscuro del quale Norman Osborn è il nuovo boss incontrastato (in verità qualcuno che lo contrasta c’è). Non entusiasmano né i testi di Matt Fraction tanto meno i disegni di Terry Dodson e di Luke Ross.


La storia tratta da X-Men Legacy 227 approfondisce gli eventi di “Utopia” seguendo da vicino le vicende di Rogue e Gambit. Lo scrittore Mike Carey sta effettuando un recupero di tutta una serie di situazioni irrisolte e di elementi classici della vita degli X-Men. A mio parere il lavoro fin qui svolto da Carey è molto, molto buono. E’ un classico esempio di Fan Service, termine che prendo in prestito dall’ottimo articolo di Francesco Vanagolli già pubblicato su fumettidicarta, forse “poco onesto” ma ben realizzato. La qualità degli episodi coinvolti in “Utopia” è purtroppo inferiore a quella del resto della run di Carey. Fanno il loro lavoro le matite di Dustin Weaver.


Davvero un buon albo Vendicatori: L’iniziativa 2, pubblicazione che ci propone la serie originale Avengers: The Initiative. L’iniziativa dei 50 stati è un progetto ideato da Tony Stark e Reed Richards all’epoca della guerra civile. Lo scopo era fornire ogni stato degli U.S.A. del suo gruppo di super-eroi registrati. I giovani cadetti venivano addestrati in una base di nome Camp Hammond.
In questo numero assistiamo alla versione Osborn style dell’iniziativa. Infatti il caro Norman ha chiuso il vecchio campo e ha dato vita al nuovo Camp H.A.M.M.E.R. al capo del quale ha messo Taskmaster coadiuvato dalla cricca di Hood. Inutile dire che entrambi i personaggi sono noti criminali. Il primo episodio ci mostra come procede la nuova gestione dell’Iniziativa. Alcuni protagonisti che non accettano di sottostare ai voleri del nuovo grande capo disertano e si uniranno ai ribelli e ricercati New Warriors, altri rimangono al campo perché costretti per i più svariati motivi. Christos Gage si trova a dover gestire decine di personaggi, quasi tutti di secondo piano nell’economia dell’Universo Marvel, e nel fare questo è davvero bravo. A volte con poche vignette, in altri casi con sequenze più lunghe, lo scrittore riesce a farci conoscere personaggi misconosciuti e approfondire la psicologia e le motivazioni dei più noti. Assistiamo ai rimorsi di Constrictor per essere stato un padre assente, assaporiamo il desiderio di vendetta di Tigra, esploriamo i dolori di Penance e Trauma che sono rispettivamente paziente e psicanalista l’uno dell’altro, il rancore di Komodo per Hardball e via di questo passo. Rafael Sandoval, col suo tratto chiaro e pulito rende un ottimo servigio alle sceneggiature di Gage. Anche characters come Johnny Guitar e il Dottor Sax passano sotto i riflettori prendendo corpo e, anche grazie alla loro storia, scopriamo la nuova gestione dell’Iniziativa ombra secondo la visione di Osborn. Ma qualcosa comincia a scricchiolare, non tutti i ragazzi dell’Iniziativa sono disposti ad accettare questa nuova gestione e qualcuno denuncerà i misfatti di Osborn davanti alle telecamere.
In fin dei conti siamo davanti a una serie ben scritta e ben disegnata veramente piacevole da seguire.

Devil & Hulk 162, 80 pp. 3,30 euro Panini Comics
Gli incredibili X-Men 240, 80 pp. 3,30 euro Panini Comics
Marvel Mix 84 – Vendicatori: l’Iniziativa 2, 120 pp. 4,80 euro Panini Comics

lunedì 12 luglio 2010

CARTOLINE DAL SUDAFRICA

I Mondiali di calcio sono finiti.

1° Classificato: Spagna


2° Classificato: Olanda


3° Classificato: Germania



venerdì 9 luglio 2010

GUIDA PER RICONOSCERE I TUOI SANTI

(A guide to recognize your saints di Dito Montiel, 2006)

Film autobiografico questo di Montiel, tratto dall’omonimo romanzo che il regista/scrittore ha pubblicato nel 2003.

A metà degli anni ottanta il giovane Dito (Shia LaBeouf) passa la sua giovinezza ad Astoria, sobborgo situato nel quartiere del Queens a New York. E’ un quartiere che non offre molto, le possibilità di combinare qualcosa di buono sono davvero poche. La vita di Dito è radicata tra quelle strade, qui ci sono gli amici, le ragazze, la famiglia. C'è soprattutto un padre, interpretato dal bravissimo Chazz Palminteri, che ama il figlio a tal punto da non permettergli di allontanarsi, nonostante questo significhi per Dito una vita passata, giornata dopo giornata, a bighellonare con i suoi amici. Droghe, gesti stupidi, tragedie e violenze.

Sembra di stare nelle Mean streets Scorsesiane del decennio precedente. Un nuovo incontro e alcuni eventi traumatici allontaneranno Dito dalla sua vita, dalla sua ragazza e dai suoi genitori. Lo allontaneranno dal padre che non riuscirà a capire.

Ai giorni nostri le cose sono cambiate parecchio, Dito è un uomo adulto, scrittore di successo grazie al libro Guida per riconoscere i tuoi santi. Sono quindici anni che non torna a casa. Ci sono incomprensioni, amarezza, rifiuti da seppellire. Ma ora il padre sta male, il ritorno è inevitabile.

Il Dito adulto è interpretato dall’attore del momento, quel Robert Downey Jr. che, messi da parte i vecchi problemi, riesce sempre a convincere critica e pubblico. Tornando nel quartiere incontra la sua prima ragazza, niente meno che Rosario Dawson, i vecchi amici (un massiccio Eric Roberts) e con grande difficoltà il vecchio padre.

Il film è doloroso e davvero ben riuscito. Ottimi gli interpreti e la fotografia dei luoghi. Shia LaBeouf è protagonista di un’interpretazione ottima che regge il confronto con quella degli altri attori ben più quotati.

Mi piacciono molto i film duri, i drammi molto più delle commedie. Se non avete paura dei momenti tristi questo film è da vedere.

martedì 6 luglio 2010

BACK TO THE PAST: 1963

Il 1963 è l'anno del Surf Rock. Una vera esplosione.

Beach Boys - Surfin' USA



Gli Chantays incidono "Pipeline", un pezzo riproposto anni dopo da un'accoppiata di tutto rispetto: Il re del surf Dick Dale e Stevie Ray Vaughan. Video più pacchiano che no... Acconciatura di Dale veramente INGUARDABILE.



Altro celebre pezzo del genere è Surfin' bird dei Trashman. Il nome potrà non dire nulla a molti ma ascoltate il pezzo...



Per gli amanti del sound classico dei favolosi '60 ecco le Ronettes.

domenica 4 luglio 2010

L'AMICO RITROVATO

(Questo articolo è stato scritto per il sito fumettidicarta

Tutti abbiamo degli amici che, per un motivo o per l’altro, a un certo punto delle nostre vite perdiamo di vista. Le strade si separano, col passare del tempo ci si vede o ci si sente sempre di meno. A volte si pensa a loro, se ne parla con amici comuni. Capita poi, magari anche per caso, che ci si ritrovi. Ed è sempre un grande piacere. Possiamo applicare questa riflessione anche al mondo dell’editoria a fumetti, “sostituendo” l’amico a un personaggio che ci ha tenuto compagnia per anni e poi, per i più disparati motivi, ha abbandonato la nostra pila delle cose da leggere. E poi ci si ritrova. Mi è successo proprio questo, pochi giorni fa, con Lazarus Ledd. Passando in edicola per acquistare la mia “dose” settimanale di fumetti ho avvistato il primo numero della ristampa di LL per i tipi di Edizioni IF. Mi ha fatto piacere rivedere Larry sugli scaffali. Non per la “fame” di leggerne le gesta, le storie contenute nell’albo (i primi due numeri della serie regolare + due speciali) già le conosco tutte e le ho ben conservate nella mia collezione e nella mia memoria. Mi ha fatto piacere per una questione d’affetto, quasi una relazione platonica, tant’è che l’albo non l’ho nemmeno acquistato (tempi magri per i doppioni). Intanto è lì, per chi non l’avesse mai letto, e questo è bene. Doppia identità, il primo numero della serie regolare uscito nel 1993, non ricordo più quante volte l’ho letto. Un esordio che contiene già molti degli elementi del Lazarus a venire. L’episodio si apre con un incubo dal passato, tema ricorrente nell’universo Leddiano, seguito a ruota dalla subitanea rivelazione che il protagonista della serie è spiato, controllato. Da chi? Perché? Sono domande che troveranno risposta solo dopo qualche episodio di LL. Le tavole di Olivares dipingono in maniera convincente una Los Angeles notturna attraversata da varia umanità, dalla pioggia e dal bellissimo taxi del nostro Larry. Ad accompagnare il nostro protagonista in moltissimi episodi ci sarà la musica. Il connubio fumetto/musica sarà una delle caratteristiche della serie, toccherà a One degli U2 dare voce alle tavole di questo numero uno. La scrittura di Capone ci permette di fare conoscenza con un personaggio a tutto tondo, ben caratterizzato e lontano dagli stereotipi del “macho”. Olivares lascia sulla pagina un ottimo lavoro, con qualche legnosità di troppo su alcuni volti ma con sequenze d’azione di grande impatto e con una scansione dei tempi che sembra di stare al cinema. La trama dell’episodio si sviluppa dall’incontro fortuito con una damigella in pericolo che si rivelerà essere molto (ma molto) più di questo. Ne conseguiranno guai a iosa ai quali Larry risponderà con innaturale prontezza per un semplice taxista. Sul finale dell’episodio assisteremo ad altre rivelazioni, le tematiche vireranno anche al fantastico (ne è impregnato anche lo speciale La fine della corsa, disegnato da Salvatore Velluto) e Larry si trasferirà a New York altra protagonista dei numeri futuri della serie. In Hellraisers Larry è a New York, nuova casa, nuovi incontri, nuova compagnia di taxi. Il team creativo è lo stesso del numero uno, la qualità rimane elevata, l’azione è molta, fanno capolino fantascienza e una spruzzata d’horror. Si aggiunge qualche tassello del mosaico che ci permette di farci un’idea su chi era il nostro Larry in passato. Tralascio di parlarvi dei due numeri speciali contenuti nella raccolta in modo che abbiate qualcosa da scoprire da soli e anche perché, non sapendo cosa voglia dire “sintesi”, rischierei di dilungarmi troppo. Le copertine di questa ristampa sono di Alessandro Bocci che proprio di Lazarus Ledd è stato a mio avviso il miglior interprete. Senza nulla togliere agli altri disegnatori della serie, Larry per me è sempre stato quello di Bocci. Se non avete mai letto LL, per dirla con la Loren, “Accattatevillo”.
  

Lazarus Ledd ristampa N. 1, Edizioni IF, Euro 5,40

venerdì 2 luglio 2010

CONSIGLI PER GLI ACQUISTI

Tre dischi diversi per accontentare molti palati.

Consiglio 1) Mike Patton - Mondo cane
L'eclettico Artista, già leader dei Faith no more non si ferma davanti a nulla. Dopo aver inciso quattro bellissimi album con la sua band più celebre, si è cimentato in prove via via più sperimentali.
In "Mondo cane" reinterpreta, cantando in italiano, canzoni degli anni sessanta.



Consiglio 2) Can you dig it? - The music and politics of black action films
Una bella raccolta di musiche da film sparate fuori direttamente dalla blaxploitation dei seventies. Qui Bobby Womack con "Across 110th street", pezzo scelto anche come tema portante della serie dell'Ispettore Coliandro.



Consiglio 3) Fox Retrò Collection
Semplicemente una raccolta di sigle dei Telefilm della nostra infanzia.

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