venerdì 30 agosto 2013

LA NUOVA FRONTIERA

 (The New Frontier di Darwyn Cooke, 2003/2004)

Siamo nell'epoca di passaggio tra Golden Age e Silver Age del fumetto supereroistico di casa DC, quando la parola Meraviglie di marvelliana memoria aveva ancora un senso e racchiudeva in sè tutte le potenzialità ancora da lì a venire legate alla comparsa di questi fantastici uomini nuovi.

Darwyn Cooke, autore unico dell'opera, ci proietta dalla tragedia della seconda guerra mondiale, recuperando personaggi poco noti come il Capitano Rick Flag dei Perdenti, verso la nascita di un nuovo futuro radioso, pericoloso certo, ma preservato da nuovi eroi in calzamaglia pronti a sostituire la vecchia generazione di avventurieri, quegli uomini del mistero impossibilitati ad agire proprio dall'isteria del proprio governo.

Così nel 1948 un giovane Hal Jordan, in seguito all'incontro con l'aviatore statunitense Chuck Yeager nella Base Aereonautica Edwards, cementifica l'amore per il volo instillatogli dal padre proprio mentre Washington dichiara guerra agli uomini del mistero arrivando perfino a eliminarne fisicamente alcuni esponenti come l'avventuriero Hourman.

Le doti del ragazzo si affinano qualche anno più tardi grazie alla guida di veterani dell'aviazione come il Colonnello Ace Morgan, pilota dei Challengers of the Unknown. A documentare i primi passi di quella che sarà solo una delle future icone della DC Comics troviamo volti molto noti anche ai lettori delle storie moderne di questo universo narrativo: la reporter Lois Lane e il fotografo Jimmy Olsen. I pochi sopravvissuti alla purga della vecchia generazione (Supes, Bats e Wonder Woman) verranno affiancati a breve da nuovi colorati protagonisti di questa nuova era: un alieno proveniente da Marte, un poliziotto colpito da un fulmine che acquisisce la capacità di correre alla velocità della luce, etc...

Così poco a poco le schiere di questi nuovi dei si allargheranno e alla vecchia trinità, oltre a Flash e a Martian Manhunter, si affiancheranno Freccia Verde, Robin, Atom, Aquaman, Adam Strange e altri ancora.

L'ottima narrazione di Cooke riesce a ritagliare per tutti i protagonisti di questa nuova frontiera il giusto spazio dando l'impressione di non relegare nessuno nelle retrovie, come un pittore che con singole e calibrate pennellate riesce a creare un dipinto di perfetto equilibrio e armonia. L'interazione tra veterani e novellini è un motivo di grande interesse, le vite di questi sfavillanti personaggi si incrociano e si toccano lievemente per tutta la durata di questa serie andando a collidere in un finale corale dove una minaccia di proporzioni immani richiederà l'intervento di tutte le pedine messe in scena dall'autore.

Le tavole di Cooke trasmettono la meraviglia e l'amore suscitati nell'autore da queste creature, lo stile richiama apertamente e in maniera vivida l'immaginario legato all'epoca, a quegli Stati Uniti dei '50 fatti di gonne svolazzanti, uomini in completo, auto con la coda e, ovviamente, costumi in spandex. Ogni tavola è una gioia per gli occhi e ogni singola parte della fluida narrazione contribuisce a creare una nuova speranza per un futuro radioso. Un futuro già scritto ma che dà l'impressione di essere ancora tutto lì a portata di mano, da vivere e creare.

mercoledì 28 agosto 2013

VISIONI 50

Vi propongo alcune illustrazioni del brasiliano Manuel Augusto Dischinger Moura che in rete potete trovare anche sotto lo pseudonimo Manuhell. Purtroppo l'artista non ha un sito personale, giusto un blog senza aggiornamenti e alcuni spazi su diverse comunità virtuali come Devintart, etc..

Comunque un'occhiate ai suoi lavori vale la pena darla.

Monster Slayer Redux



Red Riding Hood



Dennisse Take Tysson 4 a Walk



Hypnosys Picture



Population



Mickey Rat

martedì 27 agosto 2013

JUNGLETOWN JIHAD

(di James Ellroy, 2004)

Jungletown Jihad altro non è che una delle tre brevi novelle che James Ellroy ha dedicato al detective Rick Jenson e al suo amore malato per l'attrice di Hollywood Donna Donhaue, novelle tutte originariamente pubblicate nell'edizione americana di Destination: Morgue!

Purtroppo per l'edizione italiana della suddetta raccolta di racconti la Bompiani decise di smembrare la trilogia e l'opera dell'autore effettuando una sgradevole operazione editoriale utile forse per rimpinguare un po' di più le casse dell'editore ma che ha reso un servizio sicuramente non ottimale ai lettori e ai loro portafogli.

Comunque, uno dei tre racconti (Troiaio a Hollywood) è rimasto nell'edizione italiana di Destination: Morgue! (8,50 euro) mentre gli altri due sono stati pubblicati in maniera separata e autonoma in Scasso con stupro (6,50 euro) e in questo Jungletown Jihad (13 euro).  Tenete conto che è possibile trovare l'edizione originale di Destination: Morgue! a circa 12 dollari... fate due conti e traetene le dovute conclusioni. Comunque di tutto l'affaire ne parlai più approfonditamente nel commento di Il Dubbio Letale.

Qui ci troviamo di fronte alla classica novella in stile Ellroy con qualche differenza che crea uno scarto dalla produzione più importante e riuscita dell'autore Losangelino. Partiamo dalle differenze: lo scenario è sempre la Los Angeles immersa nel marciume e nella perdizione che i fan di Ellroy hanno ormai imparato a conoscere. Non però la Los Angeles degli anni '50 bensì una città del nuovo millennio, quello che si porta dietro le cicatrici della minaccia terroristica. Per la prima volta nel sottobosco Losangelino vediamo muoversi oltre ai soliti sbirri squilibrati, alle attricette di Hollywood, ai delinquenti assortiti la criminalità medio-orientale in odore di terrorismo. L'approccio del Detective Jenson e colleghi al caso che prende piede a seguito di alcune rapine durante le quali scappa il morto, è descritto nello stile secco e diretto dell'autore, un misto di pseudo-razzismo, perversioni, aggressività e scuola dei duri.

Per farvi capire, robe tipo: "Scollinammo la Harbor Freeway verso sud. Gli sbirri la chiamano la "Cloaca". E' il moloc dei musineri e uno scolo di schifezze. Coonnette Carbonia alla L.A. dell'Uomo Bianco. Tim Marti sgasava. Io sognavo a occhi aperti. Il fuso orario donnaico mi solleticava. Homicide Heat - bye bye. Addio irruzioni improvvisate sul set. Addio Donna in fashion feticista: distintivo dell'LAPD, pistola e manette."

Un detective fuori fase, un amore pluriennale quasi platonico, uno strano rapporto con i cani, i neri, gli arabi, gli invertiti, i pervertiti e il crimine, il colore nero che bagna le strade di una Los Angeles senza speranza sono le caratteristiche di quella che sicuramente non è una delle opere migliori di Ellroy; puro intrattenimento se paragonato ai vertici toccati con la Trilogia Americana o con l'L.A. Quartet. A tratti, per chi dell'autore ha già letto molto, aleggia quell'impressione di già visto e già sentito. Probabilmente anche lo spezzatino perpetrato ai danni di questa mini-trilogia non giova al risultato finale. Un buon intrattenimento ma non certo uno di quei libri che mi hanno fatto amare questo autore alla follia.

James Ellroy

domenica 25 agosto 2013

QUESTO MI E' MANCATO, QUESTO NO

Tornati oggi da una settimana di ferie. Stati in Trentino, Val di Non per la precisione. No, non vi tedierò con il report delle vacanze. Splendidi posti, relax totale, ottime attività, cibo discreto. Volevo parlare d'altro.

Premessa. Tecnologicamente molto indietro. Nessun tablet, nessuno smartphone, nessun portatile. Solo due vecchi cellulari startac (non tra i primissimi, eh!). Nessun portatile, nessun I-qualcosa. Per quest'anno ho fatto anche un esperimento. Nessun libro, nessun fumetto, poca musica, niente dvd.

Solo mia moglie, mia figlia ed io. E alberi, laghi, montagne, salite, discese, orridi, canyon, birra, formaggi, nuvole, cielo, roccia, terra, sentieri, giochi, divertimento, cibo, relax.

Si parla di una settimana, 7 giorni 7.

Di questo volevo parlare. Di tutto quel che (non) ho portato, cosa mi è mancato e cosa no. Poi 7 giorni si può resistere un po' a tutto. Comunque. Incredibile ma vero. Nessuna connessione, completamente isolato, niente Pc, niente Internet, niente blog. Di tutto questo non ho sentito la mancanza. Niente, zero. Disintossicazione totale possibile. Della crisi del mio rapporto con il blog e con la rete in generale ne parlai già in Aprile, in Agosto poi non c'è nessuno e così. Non mi è mancato, punto. Credo che il succo sia che questa valvola di sfogo, il mio blog, non era necessaria in quella situazione. Probabilmente tornerà ad esserlo appena inizierò nuovamente a lavorare (la prox. sett.).

Il lavoro non mi è mancato. Cazzo no. Mannaggiaallamiseriaquantovorreinondoverciritornare. 4 letter word. Again and again.

Musica ne ho ascoltata un pochino, in auto negli spostamenti. E poi in coda al Muse di Trento, 2 ore 2 di coda. E non indovinerete mai cosa ho ascoltato e io mai ve lo dirò. Un bel No-Prize a chi indovinerà, ma tanto non indovinerete. Una sola persona ha qualche piccola possibilità di farlo, credo comunque che non ce la farà! Tutto sommato è andata liscia così.

Quello che mi è mancato davvero sono le storie, quelle si, parecchio. Il buon libro, un bel fumetto, la lettura serale con Lauretta, un film, la puntata di un serial Tv. Di una bella storia si sente sempre la mancanza. La prossima volta si rinuncerà a tutto magari ma almeno un buon libro dovrà esserci.

Per ovviare alla mancanza un po' di tv in albergo. Metà de Il sipario strappato di Hitchcock. Poi è andato via il segnale. Ruba al prossimo tuo con la Cardinale e Rock Hudson, insomma. Non molto.

Beh, questo è più o meno tutto. Giusto per farvi sapere che sono tornato.


venerdì 16 agosto 2013

DONNA PER CASO

(The accidental woman di Jonathan Coe, 1987)

Esordio e probabilmente opera minore nella bibliografia di Jonathan Coe, conosciuto più per altri romanzi come La banda dei brocchi o La famiglia Winshaw. Questo Donna per caso è una lettura veloce e piacevole, senza essere uno di quei libri che ti catturano totalmente riesce comunque a lasciare una sensazione positiva.

La protagonista della vicenda è Maria, una ragazza inglese in procinto di iscriversi a Oxford. Nel corso del libro seguiremo l'esistenza (forse chiamarla vita sarebbe troppo) di Maria da lì a parecchi anni in avanti. Maria è un tipo strano, decisamente restia nell'esternare emozioni e altrettanto parca nel provarne, un tipo che noi gente comune potremmo definire freddo. Non che Maria non voglia bene ai suoi genitori, a suo fratello o al gatto Sefton, no, no, semplicemente il suo amore è moderato, temperato se volete.

E' così che Maria affronterà la sua vita, i rapporti con le nuove amiche/conoscenti, con i ragazzi e con il suo eterno e non ricambiato spasimante Robby. Maria è bella e intelligente, le cose le vanno bene, le cose le vanno male, i giorni passano e la vita va avanti.

Assistiamo al passare dei giorni accompagnati da un narratore esterno, a volte ironico, a volte divertente, comunque sempre particolarmente presente. Si può prendere l'esistenza di Maria per quella che è, si può riflettere sulla sua vita o anche sulla nostra/vostra se volete. Quel che rimane è comunque una lettura veloce, piacevole che lascia un buon retrogusto in bocca tanto da invogliare a leggere magari qualcosa di più corposo di Jonathan Coe.

Jonathan Coe

domenica 11 agosto 2013

ADVENTURE TIME

Nel pieno della calura estiva ecco un'uscita rinfrescante sia per i grandi che per i più piccini. La Panini Comics porta nelle edicole e nelle fumetterie le avventure di Finn l'avventuriero e di Jake il cane vecchiotto, accompagnati nelle loro peripezie da tutta una serie di strampalati personaggi di contorno. La serie, intitolata Adventure Time, nasce come costola dell'omonimo cartone animato creato da Pendleton Ward, ne mantiene toni e personaggi pur presentando storie completamente inedite e slegate da quelle televisive.

Purtroppo, e a questo punto posso dire purtroppo, non ho mai seguito le avventure televisive di questo nuovo dinamico duo, non saprei quindi dire quali sono le differenze tra i due prodotti legati a questi colorati personaggi, parleremo quindi delle sole storie cartacee ambientate nella stramba terra di Ooo.

Finn è un ragazzo che ha la forma di uno di quei fagioli magici che camminano, quei giochini di quando eravamo bambini (ricordate?), con arti spaghettosi e un cappuccio bianco sempre calato sul volto, Jake è un cane che sembra poco cane ma che ha il potere di cambiare forma. Ah, è pure arancione. Se le descrizioni dei due protagonisti vi sembrano fuori di testa aspettate di leggere il seguito o le loro storie...

A completare il cast La principessa Desertina dall'aspetto di un dolcetto e con il totale controllo sulla sabbia, Marceline la regina vampira mutaforma e bassista (nel senso che suona il basso se non si fosse capito), il malvagio Re Ghiaccio, quello sgorbietto della Principessa Bitorzola e la Principessa Gommarosa di Dolcelandia.

Ora capita che nella Terra di Ooo l'orribile Lich si mette in testa di portare terrore e distruzione, la quale distruzione coglie di sorpresa Jake e Finn mentre provano nuovi sfregi da battaglia da urlare contro gli avversari. Essendo i nostri eroi due tipi che di avventure non se ne perdono una, neanche il tempo d'un nocchino ecco che i nostri sono alle prese con il Lich che subito subirà uno dei nuovi sfregi da battaglia. Catapultati non vi dico dove per non rovinarvi la sorpresa, il dinamico duo si imbatterà in alcuni degli altri protagonisti sopra citati e tutti insieme dovranno trovare una soluzione per venir fuori dalla brutta situazione in cui si trovano e riportare la pace a Ooo.


Vi sembra tutto molto stupido? E invece è divertente, in particolar modo se affrontate la lettura insieme a una bambina che si sganascia quando Jake chiama Finn Coso o ammirando gli efficacissimi e buffi disegni di Shelli Paroline e Braden Lamb.

L'albo presenta una storia principale e alcune brevi storie d'appendice dove i protagonisti sono Marceline, Gommarosa, Melaverde e l'essere di nome Cannello. Se nella storia lunga il tono rimane avventuroso, nonostante le continue stramberie ideate dallo scrittore Ryan North, nelle brevi storie d'appendice si prova qualcosa di diverso come in Con il sidro di montagna dove Aaron Reiner scrive e disegna una storia dall'umorismo "schifido" o come in Marcelinda di Lucy Kinsley dove la Regina Vampira è alle prese con il bucato.

Le diverse storie presentano stili di disegno molto eterogenei, tutti perfettamente in linea però con le atmosfere evocate dai testi. Una lettura che coivolge i più piccoli e li cattura con trovate divertenti, personaggi curiosi e storie accattivanti e soddisfa anche i più grandi con la loro spensieratezza. Certo che se vivete solo del cinema di Ejzenstejn o siete in generale dei "pesantoni" magari Adventure Time non fà per voi. Per i più audaci invece l'albo è disponibile anche in versione variant con copertina pelosa, così potete accarezzarvi Jake quanto vi pare.

martedì 6 agosto 2013

1984

(Nineteen Eighty-Four di George Orwell, 1949)

1984 è con tutta probabilità il libro più famoso del filone dedicato alle derive distopiche della società moderna, in questo caso quella del 1948 anno in cui il romanzo vide la sua definitiva stesura. Orwell con l'intenzione di mettere in guardia i suoi lettori e condannare in maniera decisa ogni sorta di stato totalitario (anche se leggendo 1984 si pensa principalmente al comunismo staliniano) confeziona un romanzo eccezionale e annichilente nel suo pessimismo privo di speranza e consolazione.

Nonostante lo scenario opprimente e allo stesso tempo intenso come un colpo in pieno volto, costellato di situazioni che non possono non sollevare un senso di rifiuto estremo, l'attrattiva scaturita dal racconto di Orwell nei confronti del lettore è pressoché totalizzante. Impossibile non entrare con tutti i sensi nel mondo repellente nel quale si trovano a vivere le loro esistenze Winston Smith, Julia, O'Brien e l'odioso e odiato Grande Fratello.

Dopo una guerra su base mondiale il nuovo assetto geopolitico è diviso tra tre superpotenze: l'Oceania, l'Eurasia e l'Estasia in perenne conflitto tra di loro. L'Oceania è governata dal Socing (abbreviazione per Socialismo Inglese) al capo del cui Partito predomina l'invisibile e inafferrabile Grande Fratello. Winston, dipendente del Ministero della Verità, conduce un'esistenza priva di grosse emozioni, la sua vita è monitorata 24 ore su 24 dai televisori tramite i quali il Grande Fratello "ti vede". La popolazione, in particolar modo i membri del partito, non è libera nelle azioni, non è libera nei sentimenti e soprattutto non è libera nei pensieri. Mai fare qualcosa contro i principi del Socing, mai parlare male del Partito, mai pensare negativo nei confronti del Grande Fratello se non si vuole essere accusati di psicoreato dalla psicopolizia. Nessuna relazione amorosa o sessuale è consentita se non quella tra marito e moglie al solo scopo però di procreare e donare nuova linfa vitale al Partito. Il piacere fine a se stesso è bandito.

Winston però odia quello che la sua vita è diventata e odia il Grande Fratello. Nel suo intimo è convinto che altre persone la pensino come lui anche se sono costrette a non darlo a vedere. O'Brien al lavoro, forse qualcun altro... e poi l'incontro con Julia che cambierà la sua vita. Si vocifera addirittura di una cospirazione ai danni del Partito, ma le informazioni non sono accessibili, la memoria è rimossa, la storia riscritta in questa società dell'oppressione.

Alcune delle tematiche e delle trovate inserite da Orwell in questo suo romanzo sono semplicemente agghiaccianti nei loro sviluppi, in particolar modo se pensiamo a quello che la razza umana è riuscita a fare e ancora sarebbe capace di infliggere ai propri simili per la pura sete di infinito e sconsiderato potere.

Immaginate una società dove la storia viene continuamente riscritta a uso e consumo del Partito al potere, cancellata dai giornali, dai libri di storia e modificata a proprio vantaggio, sostituita con una nuova versione che finisce per diventare vera, perché col tempo, della precedente non c'è più memoria.
Immaginate una società dove non si è liberi di pensare e di esprimersi se non all'interno di un'ortodossia indicata dal Partito al potere.
Immaginate una società dove è necessario imparare a negare fatti considerati veri e assodati fino al giorno precedente, pena la tortura e poi la morte. Immaginate una società dove un'affermazione innocente come il fatto che la vostra mano abbia cinque dita non sia da considerarsi necessariamente veritiera se questa non sta bene al Partito.
Immaginate una società dove finanche la lingua viene continuamente modificata e alleggerita di tutti quei vocaboli che possono portare la persona a pensare fuori dall'ortodossia. Una lingua dove parole come onore e democrazia sono state bandite.

Una descrizione di un futuro razionalmente irricevibile ma che lascia molto da pensare e davvero tanto amaro in bocca. Uno di quei libri da leggere per forza, dai quali si fa fatica ad uscire una volta entratici. Consigliato vivamente a tutti.

George Orwell (Eric Arthur Blair)

domenica 4 agosto 2013

FUME' - FUMETTI IN VETRINA

dal 10 Agosto fino all'8 di Settembre ci sarà per gli appassionati di fumetto un'occasione rara per ammirare alcune tavole originali di note comic-strip. Nella cornice del borgo medievale di Bibbiena alcuni negozianti esporrano una piccola parte della collezione appartenente a Giuseppe Scapigliati, fumettista ormai anche lui illustre (almeno da queste parti) per aver dato vita a Vincenzina e a Bradi Pit. In mostra personaggi come Popeye, Garfield, Topolino, Hagar, Pogo, L'orso Yogi, le Strumtruppen, BC, Andy Capp e molti altri...

I nomi parlano da soli, se capitate dalle parti di Arezzo (ma se siete fan del fumetto andateci anche se siete un po' più distanti) non potete perdere l'occasione di ammirare tavole originali di personaggi che hanno contribuito a fare la storia del fumetto. Ricordate: Bibbiena dal 10/10 al 08/09. Non mancate!



venerdì 2 agosto 2013

RACCONTO DI NATALE

(Un conte de Noel di Arnaud Desplechin, 2008)

Se le famiglie di Wes Anderson vengono spesso definite disfunzionali, quella messa in scena da Arnaud Desplechin, pur con i dovuti distinguo, non è certo da meno. Una famiglia meno grottesca e divertente di quelle raccontate dall'illustre collega ma al contempo più vera, dolorosa e coinvolgente, un nucleo familiare toccato da anni dalla tragedia della malattia.

Junon (Catherine Deneuve) e Abel (Jean-Paul Roussillon), sposati ormai da anni, persero il loro secondogenito a causa di una malattia degenerativa curabile solo tramite trapianto di midollo osseo. Purtroppo nè i genitori nè la loro prima figlia Elizabeth (Anne Consigny) risultarono compatibili per la donazione. Neppure la speranza nata con il concepimento del terzo figlio, Henri (Mathieu Amalric), diede buoni frutti. Il bimbo morì ma la coppia resse all'urto della tragedia, tanto da concepire un altro figlio, il piccolo della famiglia, Ivan (Melvil Poupaud).

A molti anni di distanza la malattia torna a far visita alla famiglia Vuillard colpendo questa volta la matriarca Junon ormai nonna di tre nipoti. Nel corso degli anni Elizabeth, moglie di un famoso impresario teatrale, ha sviluppato un'enorme avversione per il fratello Henri, tanto da riuscire ad allontanarlo dalla famiglia, dalla madre Junon che non è mai riuscita ad amarlo e dal padre Abel che cerca di mantenere il più possibile unita la baracca. Dal canto suo Henri non si è mai dimostrato capace di equilibrio tra eccessi, vizi e comportamenti al limite del tollerabile. Proprio il figlio di Elizabeth, Paul (Emile Berling), sembra assomigliare per alcuni squilibri allo zio Henri. L'unico all'apparenza veramente felice sembra il più giovane, Ivan, padre di due bimbi e sposato con la bella Sylvia (Chiara Mastroianni).

Proprio durante il periodo di Natale l'eterogeneo gruppo familiare si ritroverà, ospiti e parenti compresi, per cercare un donatore che possa salvare Junon dallo stesso destino che toccò al suo bambino tanti anni prima. Sarà l'occasione per confronti, rivelazioni, chiarimenti e recriminazioni.



E' fuor di dubbio che il regista francese ami i suoi personaggi e li tratteggi tutti (e sono tanti) con la dovuta cura e il giusto rispetto. La storia familiare fatta di intrecci e relazioni funziona e Desplechin non esita a prendersi tutto il tempo che gli serve per approfondirla e farla girare al meglio. Il ritmo è decisamente rilassato e la durata della pellicola molto dilatata, un film riflessivo e intimo che tocca le due ore e mezza di minutaggio non è per tutti, forse neanche per molti. Per chi ama questo tipo di storia, i film d'attori e i ritmi pacati andrà invece a nozze. Perché, lentezza a parte, il film funziona, i personaggi suscitano interesse e gli attori riescono a renderli tutti vivi e credibili. Non un volto fuori posto, neanche un gesto. Anche i temi più duri, la malattia, i rapporti difficili tra familiari, sono affrontati in maniera lieve e resi sopportabili e quotidiani, in particolar modo dall'atteggiamento della coppia di anziani. Ottime le prove della Deneuve, della Mastroianni e di Amalric su tutti. Un racconto corale dove ognuno dona il suo contributo alla buona riuscita finale.

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