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lunedì 23 gennaio 2017

OCEANIA

(Moana di Ron Clements e John Musker, 2016)

Non so perché ma a casa nostra Tranquilla, uno dei pezzi musicali di questo Oceania e prossimo tormentone Disney, è diventato Tranzolla e scappa di cantarlo di continuo. È tutto ok lo so tranzolla, non mi serve il tuo grazie perché, ti risponderei si ok tranzolla, etc., etc.

Quando uscì Frozen mi dissi deluso dalla nuova pellicola Disney, troppo cantata a mio avviso, troppe canzoni di qualità discutibile che di certo non sarebbero rimaste con noi per molto tempo. Bene, si sente ancora adesso cantare i pezzi di Frozen ovunque, il film è stato apprezzatissimo, guardando anche al merchandising gli incassi fanno girare la testa. Previsioni sballatissime, degne del miglior pendolino di Maurizio Mosca. Premettendo che Oceania mi è piaciuto molto più di Frozen, devo dire che, a causa anche di un'aspettativa questa volta molto alta, e vai a capire perché, il mio giudizio potrebbe essere pressoché lo stesso, almeno per quanto riguarda l'impianto musicale e l'impatto che lo stesso ha sul ritmo della narrazione, a mio avviso eccessivamente spezzato dai brani. Ora, vista la figura di merda fatta con Frozen e in virtù del fatto che a casa almeno due volte al giorno cantiamo Tranzolla, il parallelismo mi sembra chiaro e azzarderei questa volta a pronosticare un grande successo per Tranzolla e per gli altri brani della colonna sonora, per il film, che a mio giudizio, ripeto, è migliore di Frozen, e ovviamente per il merchandising tutto.

Detto questo sono uscito dalla sala con un pelo di insoddisfazione. Ora lo so che a te piace tranzolla, non critico il film, ma dai (scusate, era mia figlia). La storia non è male, i personaggi sono indovinati e piacciono (e sono praticamente quasi sempre solo in due), il lavoro tecnico è per diversi versi sbalorditivo e originale è l'idea alla base della spalla comica (e mi riferisco al tatuaggio parlante di Maui, non al gallo scemo). Che poi se il tatuaggio fosse stato sulla spalla avremmo avuto il primo caso letterale di spalla comica al mondo. Eppure non so, qualcosa di indefinito mi fa storcere il naso. Si lo raddrizzo ok tranzolla, non è così storto dai, ma cosa dici, ok tranzolla (a mia figlia non piace quando storco il naso). E allora cosa c'è che non va? Non devi rispondere tu tranzolla, perché non te ne vai di là, vai a dormire un po' tranzolla (scusate). Penso che in definitiva sia un problema mio, i cartoni troppo cantati non mi fanno impazzire, alle Principesse Disney preferisco dei tipi qualsiasi come Ralph Spaccatutto o Rabbia o Mr. Incredible o Flash il bradipo per dirne tre a caso (si sono quattro, ok tranzolla), e quindi a voi il film potrebbe piacere anche tantissimo. Vaiana è una principessa tranzolla, lo dice anche Maui dai, c'ha il vestitino e il gallo tranzolla, lo dice anche Maui sai (mia figlia dice che non sembra una principessa).


In fin dei conti Vaiana è un bel personaggio, poco importa che noi non la si sia potuta chiamare Moana per ovvi motivi, non te li spiego ok tranzolla, lascia perdere su dai, vai a dormire ti ho detto tranzolla (voleva sapere perché Moana no), Maui funziona bene, la morale, pur con le dovute varianti, è risaputa ma non è che sotto questo aspetto ci si possa inventare chissà che, plauso grande all'animazione, acqua, capelli, colori, tatuaggi, uno spettacolo. Eppure...

È una rece di merda tranzolla, ok non infierire dai, l'avresti scritta più meglio tranzolla, più meglio non si dice lo sai.



PS: le parti in corsivo vanno ovviamente cantate sulle note di Tranzolla.

venerdì 10 luglio 2015

BIG HERO 6

(di Don Hall e Chris Williams, 2014)

Big Hero 6 è il film targato Disney Pictures uscito a Natale dello scorso anno nelle nostre sale cinematografiche, film che stranamente non siamo riusciti a vedere al cinema, cosa doppiamente strana in quanto questo lungo d'animazione presenta per la prima volta in una produzione Disney personaggi della scuderia Marvel, cosa che da queste parti non può che essere molto apprezzata.

C'è da dire che si tratta di personaggi assolutamente misconosciuti, minori e secondari all'interno del Marvel Universe, a memoria mi sento di affermare di non averli mai incontrati neanche in una vignetta nel corso della mia pluridecennale frequentazione degli albetti Marvel. Comunque in casa Disney hanno preso questi characters poco conosciuti, hanno modificato loro e la loro storia alla bisogna e sono riusciti a confezionare l'ennesimo buon prodotto rivolto ai più piccoli capace però di intrattenere anche gli adulti.

Questa volta mi sembra che si sia puntato sul carino e coccoloso (come direbbero alcuni pinguini di nostra conoscenza). E' fuor di dubbio che il personaggio più azzeccato, molto diverso dalla sua versione cartacea, sia Baymax, una sorta di automa infermiere programmato per curare e alleviare le sofferenze dei suoi assistiti e dotato di un aspetto rassicurante, gommoso e pacioccoso, una sorta di omino Michelin liscio e carino. Il suo essere ingenuo, solidale, tenero e comprensivo unito all'aspetto fisico accattivante lo rende un protagonista perfetto per catturare la simpatia di grandi e piccini. Insieme a lui, a destare l'interesse degli spettatori ci pensa il giovane Hiro, colpito nel corso della vicenda da un lutto dal quale riuscirà a riprendersi solo grazie all'aiuto di Baymax. L'interazione tra i due protagonisti, l'elaborazione del lutto e della sofferenza, sono i nodi che rendono il film un prodotto riuscito (insieme alle scene divertenti), per il resto la storia e la sua deriva supereroica e gli altri personaggi di contorno, pur funzionali, restano nella media delle produzioni di questo genere.


Tecnicamente il film è molto ben realizzato, la ricostruzione della fantastica San Fransokyo, misto accattivante di Tokyo e San Francisco, è davvero superba. Le location dei film d'animazione sono una delle cose alle quali solitamente presto più attenzione e in questo caso mi hanno lasciato soddisfatto in pieno (a parte il fatto che di notte sembri non girare nessuno per questa metropoli, cosa alquanto strana).

Anche l'antagonista della storia è reso in maniera accattivante e visivamente molto ben elaborato, ormai le meraviglie del digitale non stupiscono quasi più, però quando una cosa è ben fatta è bene sottolinearlo.

Pur non presentando una trama molto originale Big Hero 6 gode di diversi buoni spunti e di cartucce al suo arco che la coppia Hall/Williams è riuscita a usare al meglio. Comunque sono più che convinto che il 60% almeno del successo del film lo si debba al supercarino e supercoccoloso Baymax.


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