(Ralph breaks the internet di Phil Johnston e Rich Moore, 2018)
Anche quest'anno la Walt Disney Animation Studios ha prodotto un film vincente, ben calibrato, divertente e che ha tutte le carte in regola per piacere al pubblico più vasto possibile, catturando l'attenzione anche dei bambini più piccoli ai quali molti dei risvolti della trama rimarranno per forza di cose oscuri. Si spera infatti che i pargoli in età scolare che frequentano i primi anni delle scuole elementari non abbiano ancora tutta quella dimestichezza con Internet, Amazon, Facebook, Pinterest, Instagram, E-Bay, Google, Snapchat e compagnia danzante, tutti marchi ben presenti nel panorama di questo Ralph spacca internet che probabilmente hanno contribuito non poco, economicamente parlando, alla realizzazione di un film che in qualche modo è uno spottone continuo alle più grandi multinazionali che accumulano soldi grazie alla rete. La varietà dei personaggi, i colori sgargianti, l'aspetto rassicurante di Vanellope e del goffo Ralph garantiscono invece un sicuro appeal anche per gli spettatori più piccolini. Rispetto al capitolo precedente con questo film si perde il focus sulla nostalgia per i vecchi videogiochi molto presente in Ralph Spaccatutto e si proiettano i due protagonisti in quella che è la realtà attuale della rete, con tutte le sue infinite possibilità e qualche accenno ai suoi lati più idioti, oscuri e gretti, il tutto senza calcare troppo la mano che in fondo siamo sempre dentro a un film Disney per famiglie. Ma come siamo passati dai vecchi coin-up della sala giochi del Signor Litwak a internet?
Sono passati sei anni da quando Ralph conobbe Vannellope, i due ora sono amici inseparabili, di giorno lavorano nei rispettivi videogame, la sera si ritrovano nella sala comune insieme agli altri personaggi dei vari videogiochi o da Tapper per farsi una spuma. Un bel dì nella sala giochi arriva quello che sembra essere un nuovo videogioco, nuovi stimoli per l'avventurosa Vanellope che non vede l'ora di andare a sbirciare il nuovo mondo. In realtà la novità non consiste in un videogame bensì in un collegamento wifi alla rete, un mondo che viene precluso agli abitanti della sala giochi Litwak. L'accesso a internet diventerà però l'unico modo per salvare dalla rottamazione Sugar Rush, il gioco dove vive Vanellope, che ha subito la rottura del volante di comando, un accessorio vetusto e introvabile per il Sig. Litwak se non su E-Bay ma a un prezzo irragionevole. Sarà il dinamico duo a farsi carico dell'impresa, sgattaiolare su internet, accumulare soldi per comprare il volante e riportare tutto alla normalità. Purtroppo per Ralph, pacifico e abitudinario, su internet Vanellope scopre nuovi ed eccitanti mondi, maniere diverse per sfogare il suo talento da pilota e una nuova amica: la tostissima Shank. Forse la ragazzina non ha tutta questa voglia di riportare tutto alla normalità.
Il fulcro del film è la storia d'amicizia tra i due protagonisti che si evolve, subisce qualche scossone, accetta il cambiamento e si consolida, pur dovendo rinunciare a qualcosa, come spesso accade (anche a malincuore a volte) nella vita reale. Gli altri sottotesti sono solo piccoli accenni che vanno dalla difficoltà di trovarsi senza un'occupazione (lavoro) con conseguente perdita di identità, alle derive meno edificanti delle esperienze in rete come l'invasività del marketing, l'idiozia dei fenomeni ai quali si prestano immeritate attenzioni, l'inarrestabilità dei gattini (sigh!), il dark web, gli haters e cose di questo genere, senza mai sottolinearne a dovere le conseguenze negative (e questo è un piccolo limite del film). Se a livello tecnico non si segnalano particolari innovazioni, sul lato del divertimento non ci si può proprio lamentare: Ralph spacca internet ha un ottimo ritmo per tutta la sua durata, offre battute e personaggi gustosi e soprattutto ci mostra una versione inedita di tutte le classiche principesse Disney in libera uscita dai loro ruoli istituzionali e che vanno a costruire la parte più saporita e divertente del film. Nulla di nuovo sotto il sole, forse nemmeno all'altezza del primo episodio, a ogni modo Ralph spacca internet rimane un film più che godibile, ottimo per chiudere le feste natalizie in attesa della prossima uscita targata Disney/Pixar: Toy Story 4.
Visualizzazione post con etichetta Rich Moore. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Rich Moore. Mostra tutti i post
lunedì 7 gennaio 2019
giovedì 10 marzo 2016
ZOOTROPOLIS
(Zootopia di Byron Howard e Rich Moore, 2016)
Altro centro per la Walt Disney Animation Studios che con il suo cinquantacinquesimo classico torna a raccontarci una storia con protagonisti gli animali antropomorfi che tanto hanno dato in termini di prestigio all'azienda di papà Walt. non solo quindi paperi e topi, non solo Paperopoli e Topolinia ma anche volpi e conigli e il fantastico mondo di Zootropolis, l'utopica città dove predatori e prede convivono finalmente in grande armonia.
E Zootropolis (la città, non il film) è davvero un mondo fantastico, concettualmente ma anche visivamente, per lo spettatore e per la piccola protagonista Judy che la vede per la prima volta in vita sua. Sceneggiatori e animatori hanno avuto delle buone intuizioni portate tecnicamente sullo schermo in maniera superba. Affinché Zootropolis, città amministrata dal leone e sindaco Leodore Lionheart, possa essere quell'utopico luogo d'appartenenza per ogni specie animale è di conseguenza costruita in maniera che ogni suo quartiere possa rispecchiare le caratteristiche di un diverso habitat naturale. I suoi mezzi di trasporto accompagnano lo spettatore dai ghiacci polari alla foresta pluviale, dagli spazi urbani a quelli pensati per gli animali di piccola taglia.
Mentre il titolo italiano Zootropolis richiama il concetto di città degli animali, l'originale Zootopia vola più in alto abbracciando l'idea che sta dietro il luogo fisico, l'utopia di una convivenza pacifica con il diverso, con chi è altro da noi, insieme a quello del pregiudizio è questo il grande tema trattato dal film. Come sempre poi c'è il classico motto del credere in se stessi, del se vuoi lo puoi, del puoi essere tutto ciò che ti piace, etc...
Ed è proprio la coniglietta (no, non di Playboy) Judy a voler diventare la prima poliziotta coniglio di Zootropolis, ruolo solitamente ricoperto da rinoceronti, leoni, bufali o ghepardi. Proprio lei, cresciuta in campagna e destinata alla coltivazione delle carote. Ma Judy è tosta, supera gli esami all'accademia e ottiene l'agognato posto in polizia dove Capitan Bogo, un bufalo, l'assegna alla... direzione del traffico cittadino, nonostante in città ci siano diverse indagini pendenti su ben quattordici casi di predatori scomparsi.
Durante l'espletamento delle sue funzioni Judy incontrerà la volpe Nick, piccolo truffatore che involontariamente le fornirà un indizio per avviare la ricerca del Signor Ottenton, una donnola scomparsa e uno dei casi insoluti a carico del dipartimento di polizia.
Dna da buddy movie con derive poliziesche, Zootropolis si rivela un film pieno di spunti (tutti potenzialmente buoni per futuri sviluppi), grandi doti comiche (applausi a scena aperta e standing ovation per il bradipo Flash) e possibilità illimitate di esplorare zone e quartieri di una città affascinante sin dalla sua prima apparizione. Ormai il comparto tecnico, che sia Pixar o Disney, è più che rodato e difficilmente delude, qui poi ci sono parecchia inventiva, tanta fantasia e una bella storia. Certo Zootopia non è un capolavoro come Inside Out, però è un film che merita sicuramente la visione al cinema. E poi quella in dvd, poi magari quella in tv, poi...
PS: da non perdere le varie citazioni che qui non voglio spoilerare, davvero spassose!
Altro centro per la Walt Disney Animation Studios che con il suo cinquantacinquesimo classico torna a raccontarci una storia con protagonisti gli animali antropomorfi che tanto hanno dato in termini di prestigio all'azienda di papà Walt. non solo quindi paperi e topi, non solo Paperopoli e Topolinia ma anche volpi e conigli e il fantastico mondo di Zootropolis, l'utopica città dove predatori e prede convivono finalmente in grande armonia.
E Zootropolis (la città, non il film) è davvero un mondo fantastico, concettualmente ma anche visivamente, per lo spettatore e per la piccola protagonista Judy che la vede per la prima volta in vita sua. Sceneggiatori e animatori hanno avuto delle buone intuizioni portate tecnicamente sullo schermo in maniera superba. Affinché Zootropolis, città amministrata dal leone e sindaco Leodore Lionheart, possa essere quell'utopico luogo d'appartenenza per ogni specie animale è di conseguenza costruita in maniera che ogni suo quartiere possa rispecchiare le caratteristiche di un diverso habitat naturale. I suoi mezzi di trasporto accompagnano lo spettatore dai ghiacci polari alla foresta pluviale, dagli spazi urbani a quelli pensati per gli animali di piccola taglia.
Mentre il titolo italiano Zootropolis richiama il concetto di città degli animali, l'originale Zootopia vola più in alto abbracciando l'idea che sta dietro il luogo fisico, l'utopia di una convivenza pacifica con il diverso, con chi è altro da noi, insieme a quello del pregiudizio è questo il grande tema trattato dal film. Come sempre poi c'è il classico motto del credere in se stessi, del se vuoi lo puoi, del puoi essere tutto ciò che ti piace, etc...
Ed è proprio la coniglietta (no, non di Playboy) Judy a voler diventare la prima poliziotta coniglio di Zootropolis, ruolo solitamente ricoperto da rinoceronti, leoni, bufali o ghepardi. Proprio lei, cresciuta in campagna e destinata alla coltivazione delle carote. Ma Judy è tosta, supera gli esami all'accademia e ottiene l'agognato posto in polizia dove Capitan Bogo, un bufalo, l'assegna alla... direzione del traffico cittadino, nonostante in città ci siano diverse indagini pendenti su ben quattordici casi di predatori scomparsi.
Durante l'espletamento delle sue funzioni Judy incontrerà la volpe Nick, piccolo truffatore che involontariamente le fornirà un indizio per avviare la ricerca del Signor Ottenton, una donnola scomparsa e uno dei casi insoluti a carico del dipartimento di polizia.
Dna da buddy movie con derive poliziesche, Zootropolis si rivela un film pieno di spunti (tutti potenzialmente buoni per futuri sviluppi), grandi doti comiche (applausi a scena aperta e standing ovation per il bradipo Flash) e possibilità illimitate di esplorare zone e quartieri di una città affascinante sin dalla sua prima apparizione. Ormai il comparto tecnico, che sia Pixar o Disney, è più che rodato e difficilmente delude, qui poi ci sono parecchia inventiva, tanta fantasia e una bella storia. Certo Zootopia non è un capolavoro come Inside Out, però è un film che merita sicuramente la visione al cinema. E poi quella in dvd, poi magari quella in tv, poi...
PS: da non perdere le varie citazioni che qui non voglio spoilerare, davvero spassose!
lunedì 31 dicembre 2012
RALPH SPACCATUTTO
(Wreck-It Ralph di Rich Moore, 2012)
Bellino, bellino davvero questo Ralph Spaccatutto, mi ci sono proprio divertito, io come mia moglie, Laura, Giuseppe e famiglia. Un prodotto che ha accontentato davvero tutti ed è questo un grande merito. Non è così semplice per le case cinematografiche produttrici d'animazione creare cartoni animati godibili sia per i grandi che per i piccini. Questa volta i Walt Disney Animation Studios hanno centrato in pieno il bersaglio.
Prima di passare al film vero e proprio voglio sottolineare chi invece non riesce a centrare un bersaglio neanche da dieci centimetri di distanza . La catena di multisala Uci Cinema ci propina 35 (trentacinque) minuti di pubblicità prima dell'inizio del film. Per carità, avvisano, c'è scritto che il film potrebbe iniziare ben 35 minuti dopo l'orario ufficiale. Il problema è che se non si vuole rischiare di trovare dei posti non soddisfacenti comunque a fare i biglietti per tempo ci devi andare. Trentacinque minuti di pubblicità e poi che fanno? Interrompono un film di 1 ora e 40 minuti nel bel mezzo di una scena per venderti i loro maledetti pop-corn. Poi ci si lamenta che la gente non va più al cinema, che se ci vai in settimana non è che il biglietto proprio te lo regalano. Scusate lo sfogo, torniamo a noi.
Bellino, bellino davvero questo Ralph Spaccatutto. La storia è godibile per i piccini, una favola costellata da tante coloratissime comparse che insieme ai protagonisti garantiscono divertimento, momenti di commozione, slanci d'amicizia e tutte quelle cosine insite nelle favole edificanti per bambini e nei classici percorsi di crescita e accettazione. Certo i ragazzini di sei, sette, otto anni e anche più non coglieranno tutti i riferimenti videoludici che saranno la gioia di noi genitori similmatusa, magari solo alcuni, ma va bene così, la storia funziona ugualmente bene, molto bene.
Ralph è il cattivo di un videogioco chiamato Felix Aggiustatutto Felix. Ralph spacca, come Hulk. Spacca le case degli abitanti della residenza Belposto. Felix invece è l'eroe, lui aggiusta tutto e vince le medaglie. L'arcade game Felix Aggiustatutto è uno dei più vecchi videogiochi di una sala giochi attrezzata anche con prodotti più moderni. Quando le luci della sala giochi si spengono, i protagonisti dei videogiochi, un po' come accade ai giocattoli di Toy Story, prendono vita. Vivono all'interno dei loro videogame ma non solo, tramite i cavi elettrici i protagonisti dei vari giochi si incontrano, discutono, partecipano anche a gruppi di sostegno. Ed è proprio lì che troviamo Ralph, a un gruppo di ritrovo per cattivi, gente senza mai una gratificazione, condannata al proprio destino di villain da codici di programmazione.
Ma Ralph è stanco di essere cattivo, vuole solo un po' di consenso, di gratificazione anche da parte di Felix e dei personaggi con i quali condivide da tempo immemore lavoro e videogioco. Vuole una medaglia per dimostrare a tutti che lui non è cattivo. Inizia allora un viaggio nell'oscuro regno di Hero's Duty prima e nel caramelloso mondo di Sugar Rush poi alla ricerca di un'agognata medaglia. Lungo il cammino Ralph imparerà ad accettare se stesso grazie all'incontro con l'insopportabile Vanelloppe, un glitch (baco di sistema) di Sugar Rush che diventerà però viatico di riscatto e amicizia.
Nonostante l'animazione non sia ai livelli d'eccellenza di altre produzioni, il contrasti giocato tra animazione moderna e la vecchia grafica pixellosa dei videogiochi della nostra infanzia rende l'esperienza visiva davvero divertente. Le varie comparsate di personaggi noti e meno noti del mondo videoludico aggiungono il tocco in più. "Guarda, c'è Qbert" "Oh, ma quello chi è, non me lo ricordo" "Miiii, il bar di Tapper", voglio dire, come fa a non piacere. La storia poi è simpatica, comprensibile, gira bene, diverte. Al protagonista, il buon Ralph, non puoi non voler bene. C'è anche qualche colpo di scena carino.
Da queste parti l'abbiamo promosso all'unanimità, stiamo già aspettando il DVD :)
Bellino, bellino davvero questo Ralph Spaccatutto, mi ci sono proprio divertito, io come mia moglie, Laura, Giuseppe e famiglia. Un prodotto che ha accontentato davvero tutti ed è questo un grande merito. Non è così semplice per le case cinematografiche produttrici d'animazione creare cartoni animati godibili sia per i grandi che per i piccini. Questa volta i Walt Disney Animation Studios hanno centrato in pieno il bersaglio.
Prima di passare al film vero e proprio voglio sottolineare chi invece non riesce a centrare un bersaglio neanche da dieci centimetri di distanza . La catena di multisala Uci Cinema ci propina 35 (trentacinque) minuti di pubblicità prima dell'inizio del film. Per carità, avvisano, c'è scritto che il film potrebbe iniziare ben 35 minuti dopo l'orario ufficiale. Il problema è che se non si vuole rischiare di trovare dei posti non soddisfacenti comunque a fare i biglietti per tempo ci devi andare. Trentacinque minuti di pubblicità e poi che fanno? Interrompono un film di 1 ora e 40 minuti nel bel mezzo di una scena per venderti i loro maledetti pop-corn. Poi ci si lamenta che la gente non va più al cinema, che se ci vai in settimana non è che il biglietto proprio te lo regalano. Scusate lo sfogo, torniamo a noi.
Bellino, bellino davvero questo Ralph Spaccatutto. La storia è godibile per i piccini, una favola costellata da tante coloratissime comparse che insieme ai protagonisti garantiscono divertimento, momenti di commozione, slanci d'amicizia e tutte quelle cosine insite nelle favole edificanti per bambini e nei classici percorsi di crescita e accettazione. Certo i ragazzini di sei, sette, otto anni e anche più non coglieranno tutti i riferimenti videoludici che saranno la gioia di noi genitori similmatusa, magari solo alcuni, ma va bene così, la storia funziona ugualmente bene, molto bene.
Ralph è il cattivo di un videogioco chiamato Felix Aggiustatutto Felix. Ralph spacca, come Hulk. Spacca le case degli abitanti della residenza Belposto. Felix invece è l'eroe, lui aggiusta tutto e vince le medaglie. L'arcade game Felix Aggiustatutto è uno dei più vecchi videogiochi di una sala giochi attrezzata anche con prodotti più moderni. Quando le luci della sala giochi si spengono, i protagonisti dei videogiochi, un po' come accade ai giocattoli di Toy Story, prendono vita. Vivono all'interno dei loro videogame ma non solo, tramite i cavi elettrici i protagonisti dei vari giochi si incontrano, discutono, partecipano anche a gruppi di sostegno. Ed è proprio lì che troviamo Ralph, a un gruppo di ritrovo per cattivi, gente senza mai una gratificazione, condannata al proprio destino di villain da codici di programmazione.
Ma Ralph è stanco di essere cattivo, vuole solo un po' di consenso, di gratificazione anche da parte di Felix e dei personaggi con i quali condivide da tempo immemore lavoro e videogioco. Vuole una medaglia per dimostrare a tutti che lui non è cattivo. Inizia allora un viaggio nell'oscuro regno di Hero's Duty prima e nel caramelloso mondo di Sugar Rush poi alla ricerca di un'agognata medaglia. Lungo il cammino Ralph imparerà ad accettare se stesso grazie all'incontro con l'insopportabile Vanelloppe, un glitch (baco di sistema) di Sugar Rush che diventerà però viatico di riscatto e amicizia.
Nonostante l'animazione non sia ai livelli d'eccellenza di altre produzioni, il contrasti giocato tra animazione moderna e la vecchia grafica pixellosa dei videogiochi della nostra infanzia rende l'esperienza visiva davvero divertente. Le varie comparsate di personaggi noti e meno noti del mondo videoludico aggiungono il tocco in più. "Guarda, c'è Qbert" "Oh, ma quello chi è, non me lo ricordo" "Miiii, il bar di Tapper", voglio dire, come fa a non piacere. La storia poi è simpatica, comprensibile, gira bene, diverte. Al protagonista, il buon Ralph, non puoi non voler bene. C'è anche qualche colpo di scena carino.
Da queste parti l'abbiamo promosso all'unanimità, stiamo già aspettando il DVD :)
Etichette:
animazione,
cinema,
film,
Rich Moore
Iscriviti a:
Post (Atom)