(
Get smart di Peter Segal, 2008)
Senza nessuna pretesa, un film che potrebbe inserirsi sulla scia di pellicole come
Miss Detective (
guilty pleasure di mia moglie) che almeno poteva contare sulla goffa simpatia di
Sandra Bullock. Qui c'è la
Hathaway che per me potrebbe essere motivo più che sufficiente per guardare un film altrimenti davvero davvero davvero senza pretesa alcuna. A scanso di equivoci sto perorando la causa della
Hathaway non perché in questo film sia particolarmente brava (come potrebbe in fondo?), ma così, giusto perché è la
Hathaway.
Tratto dalla serie televisiva ideata da
Mel Brooks andata in onda nella seconda metà degli anni '60, questo film ne riprende spirito e personaggi aggiornando la storia all'epoca moderna.
Maxwell Smart (
Steve Carell) lavora in qualità di analista per l'agenzia di spionaggio statunitense
CONTROL. Il suo sogno è quello di passare l'esame per diventare un agente operativo e dimostrare il suo valore in campo. Nonostante il parere negativo del suo capo (
Alan Arkin) che vorrebbe tenerselo stretto come analista, l'occasione giusta per
Max si presenta quando un'infiltrato di
KAOS, organizzazione criminale, riesce a bruciare l'identità di tutti gli agenti operativi di
CONTROL rendendo necessaria l'attivazione di agenti in incognito e sconosciuti: l'agente
Max (appena promosso al campo) e la bella ed esperta
Agente 99 (
Anne Hathaway) fresca fresca di plastica facciale.
I dettagli del plot sono puramente accessori: criminali russi, armamenti, minaccia nucleare, vi ammazziamo il
Presidente (
James Caan) e bla, bla, bla. I toni sono un misto tra l'action all'acqua di rose e la commedia demenziale, l'
Agente Max pur non essendo affatto uno sprovveduto si dimostra spesso goffo e atipico, sicuramente originale nei metodi per arrivare all'obiettivo prefissato così come in quelli adottati per conquistare l'
Agente 99. Bisogna ammettere che qualche risata il film la strappa, la sequenza del ballo per esempio può risultare parecchio divertente, l'andamento è scontato e si segnalano ancora la presenza di
The Rock (
Agente 23), la comparsata di
Bill Murray (
Agente 13) e il ruolo del fetentone di turno a opera di
Terence Stamp.
Superfluo ma potabile per una serata di svago a encefalogramma piatto, come ultima considerazione posso affermare che
Steve Carell, del quale ho sentito diverse volte parlare in termini positivi, mi ha detto abbastanza poco, la
Hathaway decisamente di più, ma questi, l'avrete ormai capito, più che altro son gusti. D'altronde il palmares del regista
Peter Segal non mi sembra faccia poi contare questi grandi successi.