domenica 13 marzo 2016

THE WALKING DEAD - STAGIONE 4

Stagione particolare la quarta di The Walking Dead, più frammentaria rispetto alle precedenti per quel che concerne lo sviluppo orizzontale della trama e il focus sui personaggi, forse per la prima volta le dinamiche di gruppo vengono lasciate leggermente da parte per concentrarsi su ciò che accade al singolo, per farci vedere i conflitti interiori di ogni personaggio e di come questi stiano reagendo al nuovo ordine mondiale, alla sopravvivenza forzata entro i confini di un'esistenza nella quale si viaggia a braccetto con la morte a destra e la violenza insensata a sinistra.

Non è stato facile riallacciare il discorso con le stagioni passate causa inserimento cospicuo di personaggi precedentemente solo accennati o visti per pochissimi minuti, gli esuli da Woodbury unitisi al gruppo di Rick (Andrew Lincoln) sono diversi e la loro presenza crea un piccolo senso di smarrimento nello spettatore che affronta la prima puntata. La prima parte della stagione è la più fiacca, un poco per l'innesto repentino dei personaggi di cui sopra, ormai ben inseriti nella vita all'interno della prigione usata dal gruppo come roccaforte, un po' perché il tema generale, quello dell'influenza mortale, risulta meno appassionante di altri, nonostante nell'economia di questo nuovo mondo anche questa era una direzione senz'altro da esplorare (e molto verosimile tra l'altro).

L'attenzione torna poi a spostarsi sul Governatore (David Morrisey), tra i personaggi più complessi e interessanti della stagione, lungo il suo cammino post Woodbury seguiamo la creazione di un nuovo gruppo destinato inevitabilmente a scontrarsi con i nostri eroi (???).


In seguito agli eventi di metà stagione il gruppo si sparpaglierà, sarà questa l'occasione per la produzione di concentrarsi sui singoli elementi, andando a costruire ancora un pezzo personaggi già ottimi come Carol (Melissa McBride), Daryl (Norman Reedus), Beth (Emily Kinney) e i soliti Rick e Michonne (Danai Gurira). Se le metafore sociali esplorate finora attraverso le relazioni dei personaggi all'interno e all'esterno del gruppo si affievoliscono, non mancano ancora ottime puntate basate sull'introspezione dei caratteri nelle quali emozioni e colpi bassi non si risparmiano.

Il finale incuriosisce a crea una buona aspettativa per la stagione successiva soprattutto grazie al nuovo atteggiamento del leader Rick Grimes, affidabile condottiero o potenziale folle?


6 commenti:

  1. Sono in pari, ma ormai la personalità dei personaggi non mi interessa più. Lo seguo per vedere chi muore e come e quali nuovi personaggi si aggregano al gruppo.

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    1. Questo può essere il rischio che si incorre bel tirarla per le lunghe, comunque fino alla quarta stagione il serial continua a riservare diversi buoni momenti.

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  2. anche la quinta non è male.
    però spero che non diventi un telefilm infinito che poi magari viene abbandonato o chiuso in maniera affrettata.

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    1. Il fumetto da cui la serie è ispirata continua ad andare avanti, speriamo che Kirkman continui ad avere idee valide sia per la serie cartacea che per quella televisiva (che si differenziano parecchio l'una dall'altra). Mi fa piacere sapere che anche la quinta stagione riserva buon materiale :)

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    2. io sono tentato di riacquistarmi anche il fumetto (magari usato) che ho letto fino a un certo...ma poi ho mollato per il sommarsi di spese...e qualcosa dovevo tagliare...

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    3. Io lo sto seguendo ed è una di quelle serie che continua a piacermi, ora il costo è anche diminuito essendo passati a pubblicare da quattro a due storie originali a numero, per il progressivo avvicinarsi alla produzione statunitense.

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