giovedì 31 ottobre 2013

SUPER BRADI PIT 10 - LUCCA COMICS AND GAMES

 4 come i giorni di Lucca Comics and Games 2013, 4 giorni 4 durante i quali potrete trovare Giuseppe (e da venerdì a domenica saltuariamente anche me) che presenterà il primo libro di Vincenzina. La location è il padiglione S. Romano e lo stand è il numero S46. Segnatevi tutto, se passate da Lucca non mancate di venire a trovarci.

 



 Insomma, via che si va...








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mercoledì 30 ottobre 2013

LE 5 LEGGENDE

(Rise of the guardians di Peter Ramsey, 2012)

Questi qui fanno il culo anche agli Avengers e alla Justice League of America. La Dreamworks mette in campo il suo super gruppo di eroi come non aveva osato fare neanche la Pixar con Gli Incredibili. Voglio dire, chi oserebbe mettersi contro un gruppo formato da Babbo Natale, il Coniglietto Pasquale, La Fatina dei Denti, Il Sandman (l'uomo dei sogni d'oro) e Jack Frost? Beh, la domanda è retorica, ovviamente l'unico che oserebbe farlo altri non può essere che lo spauracchio di tutti i bambini, quello che alcuni chiamano baubau, altri il lupo cattivo ma che comunque tutti conoscono come L'Uomo Nero. Se lo do all'uomo nero se lo tiene un anno intero, altro che Dottor Destino, capace di farsi dare una ripassata anche da Franklin e Valeria Richards.

Il vero cuore della pellicola e del gruppo si rivelerà essere Jack Frost, unica tra queste divinità a non essere visibile agli occhi dei bambini. In fondo chi crede a una divinità del gelo, allo spirito della neve? Babbo Natale? Certo che sì. Il Coniglio Pasquale? Magari qui da noi meno ma sì, che diamine, sì, sì. La Fata dei Denti? Beh, i soldi li volete o no? Magari si crede al suo aiutante, il topolino. E la polverina per scacciare gli incubi e fare sogni d'oro? Non c'è neanche da star lì a dirlo. Ma chi è questo Jack Frost, chi se l'è mai filato? Lui in fondo ci soffre anche un po'.

Succede che dopo anni di tranquillità e spensieratezza durante i quali le quattro divinità maggiori infondono sicurezza e gioia nei cuori dei bambini, L'Uomo Nero si risveglia. E' una tragedia, i bambini iniziano ad aver paura e grazie alle malefatte del cattivone che ruba i dentini e boicotta la Pasqua, iniziano a non credere più in Babbo Natale e soci affievolendone il potere. E' ora che un nuovo Guardiano entri nel gruppo dei grandi e l'onore spetterà proprio a Jack Frost.



Questo film d'animazione, dal quale non mi aspettavo troppo, mi ha sorpreso in maniera davvero positiva. Curata al punto giusto, l'animazione, che non ha nulla da invidiare ad altre produzioni precedenti, colpisce anche per la fluidità dei movimenti di un indomabile Jack Frost. Tutti i personaggi sono caratterizzati in maniera originale spingendo sul loro lato che più si adatta a una storia con sequenze action. Non mancano neanche le creaturine di contorno come i simpatici elfi o le aiutanti di Dentolina, la fatina dei denti. Parecchia cura viene prestata allo sviluppo della storia che riesce a essere accattivante senza mai diventare troppo complessa permettendo così anche ai bimbi di goderne appieno lo svolgimento. La rappresentazione di icone come Babbo Natale non è così scontata, distanziandosi un poco da quel che ci si aspetta solitamente dal personaggio.

E come da copione sono presenti i messaggi edificanti rivolti ai più piccoli, ma soprattutto si tocca l'aspetto fantastico e magico che queste creature riescono ancora a infondere nei cuori dei bambini. Troppo spesso vedo il cinismo di molti genitori distruggere la fantasia. A volte non ci si rende conto di quanto sia bello un bambino che crede ancora nei sogni, nella magia, in Babbo Natale e Co. La meraviglia negli occhi di un bambino che trova le briciole nel piatto lasciate da Babbo Natale la notte del 25, il luccichio dei suoi occhi di fronte a un dono sono sensazioni impagabili. C'è tutto l'anno per fare critica al consumismo e per educare i nostri bambini a non sperperare, vi garantisco che non è una missione così difficile da portare avanti. Ma non sono molte le occasioni per accendere la magia. Ci siamo già noi a essere cinici, pratici e realisti. Almeno loro facciamoli sognare, almeno per un po'.

martedì 29 ottobre 2013

LAKE MUNGO

(di Joel Anderson, 2008)

Operazione freddina piuttosto che no questo Lake Mungo, ennesimo horror (in senso lato) che si inserisce nel filone mockumentary ampiamente sfruttato nelle ultime stagioni cinematografiche. Rispetto ad altre pellicole dello stesso genere l'adesione al mockumentary è pressoché totale. Non vi è uso frenetico e scomposto di camere a mano e non si ricorre alla recitazione live action (come accadeva per esempio ne Il quarto tipo), tutta la vicenda è narrata tramite interviste televisive e grazie all'ausilio di qualche immagine ripresa da camere fisse. Unica eccezione una breve sequenza proveniente da un telefonino, per il resto l'impressione è proprio quella di assistere a un documentario televisivo che narra una storia inquietante a vicenda ormai conclusa.

Durante un picnic in riva al lago la giovane Alice Palmer (Talia Zucker) scompare, verrà ritrovata poco tempo dopo annegata in fondo allo stesso lago. I genitori June (Rosie Traynor) e Russell (David Pledger) e il fratello Mathew (Martin Sharpe) dovranno iniziare a convivere con il dolore della loro perdita. Dopo qualche giorno alcuni fatti inquietanti inizieranno a verificarsi in casa Palmer. Strani rumori, presenze e immagini che testimoniano fenomeni e apparizioni inspiegabili. Alice è andata via completamente?

L'idea di non usare altri espedienti narrativi se non l'uso di interviste e registrazioni con i membri della famiglia e con le altre persone coinvolte nella vicenda (testimonianze di amici, poliziotti, etc...) di per sè era un buon punto di partenza. Purtroppo la realizzazione dell'opera pecca in atmosfera, l'insieme risulta davvero troppo statico, gli spaventi da salto sulla sedia sono banditi e anche l'inquietudine tout-court fatica a farsi avanti. Se fosse stato un episodio tratto da una storia vera avremmo potuto anche cacarci addosso, per un mockumentary però è davvero troppo poco.

E' emblematico come le svolte narrative, i colpi ben assestati che sono un paio e non di più, esulino dal lato spiritico e provengano invece dall'aspetto familiare/caratteriale dei protagonisti. Nella parte finale del film, con i protagonisti in cerca di risposte, si tenta di raddrizzare il tiro ma ormai è troppo tardi e comunque troppo poco.

Anche la scelta delle immagini non aiuta la buona riuscita di tutta l'operazione, troppo confuse e poco incisive le testimonianze delle camere fisse, tardive quelle provenineti dal telefonino (senza star lì a svelare nulla).

Potenzialmente interessante, Lake Mungo coinvolge davvero troppo poco e per un horror, anche se più psicologico che altro, è un delitto quasi imperdonabile. Consiglierei il tentativo di visione solo ai super appassionati del genere, per tutti gli altri, tutte le sere, c'è sempre Peppa Pig.


domenica 27 ottobre 2013

CATTIVISSIMO ME 2

(Despicable me 2 di Pierre Coffin e Chris Renaud, 2013)

Tempo di sequel anche per la sorprendente Illumination Entertainment con distribuzione Universal. Per nostra fortuna il secondo capitolo delle avventure del fu malvagio Gru presenta ancora una narrazione fresca e divertente.

Gru si è ormai completamente ammorbidito, sommerso dall'amore per le tre piccole figlie adottive Margo, Edith e Agnes, preserva piccole dosi di cattiveria solo per il fastidioso vicinato. Eppure le sue passate imprese destano l'attenzione della Lega Anti Cattivi, organizzazione interessata a impedire lo sviluppo del siero PX41 capace di trasformare qualsiasi essere innocuo in una bestia assetata di sangue. Sarà l'agente Lucy Wilde a dover reclutare il riluttante Gru con ogni mezzo.

Dopo un iniziale rifiuto il nostro Gru si trova invischiato in un'indagine nella quale verrà coinvolto un altro famigerato cattivone sparito da tempo: il messicano El Macho. A complicare le cose il voltafaccia del Dr. Nefario, la scomparsa dei Minion e il bisogno di affetto materno della piccola Agnes.

C'è poco da star lì a dire, il film funziona pur non presentando chissà che di originale o fantasmagorico. Ci sono i Minion e tanto basta. La differenza grande tra il brand di Cattivissimo me e diversi altri sono queste spalle comiche indovinate come poche. Voglio dire, messo vicino ai Minion anche Scrat sembra un piccolo deficiente (nel senso negativo, non in quello divertente). Fanno ridere, si prestano a un'infinità di gag grazie al loro numero e all'infinita varietà di situazioni in cui gli sceneggiatori li possono inserire. Le citazioni in salsa Minion sono poi esilaranti.

Detto questo anche il resto funziona. Ho temuto nelle battute iniziali del film un potenziale pastrocchio spionistico in stile Cars 2 assolutamente non alla portata dei bambini, fortunatamente lo sviluppo della pellicola ha fugato tutti i miei timori. Funziona l'incedere degli eventi così come la dimensione sentimentale e commovente affidata alla piccola Agnes, evolve ancora la situazione familiare di Gru che apre nuovi scenari per il futuro. Anche l'ottima realizzazione grafica rende il film assolutamente godibile. Il tocco di novità è garantito dall'interazione del protagonista con la nuova collega Lucy Wilde, altro personaggio ben concepito.

Rispetto al primo capitolo si perde un po' la cattiveria del protagonista che lo rendeva diverso dalla gran parte dei characters dei cartoni animati da cassetta, il finale di Cattivissimo me lasciava già presagire un addomesticamento totale dell'ex perfido Gru. Tutto sommato la mancanza di questo aspetto, che emerge solo occasionalmente, non si fa sentire e a fine visione ci si alza dalla poltrona della sala col sorriso stampato in faccia. Poi si sta ancora un pochino lì che ci sono i Minion sui titoli di coda.

sabato 26 ottobre 2013

BONE

(di Jeff Smith)

C'è voluto il suo tempo. Non di certo per colpa dell'opera, uno di quei tomi, di quelle storie fiume, di quei libri monstre che ti berresti in un attimo. C'è voluto il suo tempo perché Bone di Jeff Smith me lo sono goduto un po' alla volta con la mia Lauretta. Un pochino ogni sera prima di andare a dormire, che poi leggere un bel fumetto alla tua bimba la sera prima di andare a dormire è uno dei piaceri grandi della vita. Così questa storia fantastica ha preso vita sotto i nostri occhi un po' alla volta, per più di 1300 pagine.

Le giuste impressioni sul lavoro di Jeff Smith, o almeno quelle che a me sembrano delle giuste impressioni, le ha già messe nero su bianco in maniera perfetta Neil Gaiman nella postfazione all'opera. Se sapete chi sia Neil Gaiman saprete anche quanto possa essere inutile leggere un pezzo scritto da me quando avete la possibilità di leggere Neil Gaiman. Se possedete il volume di Bone edito da Bao Publishing andatevi a rileggere Neil Gaiman, cosa ci fate qui? Andate, non mi offendo, come potrei. Confido però che qualcuno il volume non l'abbia in casa e allora due considerazioni le faccio anche io, vedi mai viene voglia a qualcuno di leggersi tutto Bone.

Bone in inglese vuol dire osso. I tre protagonisti che hanno il compito di introdurci in questa storia dai risvolti fantastici sono tre esserini bianchi che potrebbero ricordare vagamente delle ossa. Sono tre cugini: Fone Bone, il più inquadrato, serio e romantico dei tre, sempre pronto ad aiutare gli altri e fare la cosa giusta, Smiley Bone, sempliciotto, di buon cuore e sempre allegro e Phoncible P. Bone detto Phoney, avido e astuto, sempre in cerca di un modo per far soldi. Proprio a causa di una delle trovate architettate da Phoney Bone i tre cugini vengono cacciati in malo modo da Boneville, costretti alla fuga si ritrovano in un territorio inesplorato. Giusto il tempo di entrare in questo nuovo mondo che iniziano i guai, i tre vengono separati a causa di un attacco di locuste. Fin da subito alla trama prettamente umoristica e avventurosa vengono miscelati alcuni elementi fantasy o fantastici che daranno il via a quella che è la vera storia narrata in Bone. Le locuste, l'incontro con il Grande Drago Rosso e quello con gli stupidi, stupidi rattodonti (in questa edizione tradotto come creature ratto ma io preferivo di gran lunga rattodonti), fino all'importante incontro con la giovane Thorn e con Nonna Ben.

Arriva l'Inverno
Tutta la prima parte della storia è sviluppata seguendo un registro umoristico, il tono è sempre leggero e qui emerge il grande talento di Smith nel creare personaggi capaci di entrare nei cuori dei lettori e di farli interagire in modo da creare vicende sempre avvincenti e divertenti. Nel frattempo l'autore dissemina qua e là gli elementi che andranno a creare quella che è  una trama che affonda le radici nelle generazioni precedenti (i genitori di Thorn) come nel mondo del sogno e che è caratterizzata da battaglie e scontri tra le forze del bene e le forze del male, il tutto innescato da buone dosi di magia e fantastico. E non può mancare il sentimento, ah quella piccola Thorn...

In una bella immagine proposta da Gaiman, vediamo i Bone attraversare quello che sembra il bosco del Pogo di Walt Kelly e finire pian piano invischiati in un'avventura degna di Tolkien. Personalmente trovo questa affermazione particolarmente azzeccata, Smith è capace di gestire e intrecciare entrambi gli aspetti della vicenda con grande maestria, avvalendosi del suo tratto pulito, preciso e sempre delizioso.

Per quanto nulla si possa dire all'autore, personalmente ho amato molto di più il lato umoristico di Smith, forse proprio perché le derive tolkeniane non mi hanno mai affascinato più di tanto. Voglio dire, insomma, la corsa delle mucche, la gestione della taverna di Barrelheaven, episodi come questi sono quelli che ricorderò con più affetto (anche perché son quelli che più son piaciuti alla mia bimba). Comunque anche nei risvolti fantasy ho trovato la lettura piacevole dall'inizio alla fine, come non amare i Bone o il piccolo rattodonte Bartleby? Bone è una di quelle letture che possono accontentare molti palati, quelli dei bimbi come quelli degli adulti, quelli degli amanti del fantasy e dell'avventura ome quelli dei fan del fumetto più genuinamente umoristico.

Durante le loro mille peripezie i cugini Bone rimarranno fedeli a se stessi, nonostante i numerosi incontri con strani personaggi, benigni o maligni che siano. Seppure la trama portante veda tra i protagonisti la giovane Thorn, Nonna Ben, il suo amico Lucius e sull'altra sponda esseri come Kingdok, L'incappucciato e il Signore delle Locuste, sono proprio i tre piccoli ossicini quelli che rimarranno nel cuore del lettore.

Il tomone va sui 35 euro, una volta lo si poteva trovare a 25 in rete su vari Amazon, Ibs, etc..., ora con la nuova normativa sconti così forti sono ardui da strappare, comunque io consiglio di farci un pensierino, in fondo potete sempre farvelo regalare come ho fatto io.

Fone Bone e il rattodonte

venerdì 25 ottobre 2013

FUMETTI IN VENDITA

Tempo di fare spazio, i cari vecchi fumetti mi stanno sommergendo ed è davvero ora di vendere qualcosa (come ogni tanto anche mia moglie non manca di ricordarmi).

Così, per alcune cose anche con un certo rammarico, è giunto il momento di separarsi. Quello che può essere un addio per me potrebbe però trasformarsi in un'occasione per voi.

Se siete fan del fumetto, collezionisti o semplicemente curiosi o appassionati date un'occhiata all'elenco qui sotto, magari trovate quel che fà per voi o l'albo che cercavate da qualche tempo.

Gli albi sono in ottime condizioni e i prezzi più che vantaggiosi, a meno che non si tratti di cose esaurite e di un certo valore, cerco di rimanere su metà prezzo, se poi il quantitativo è importante ci si viene incontro.

Per la zona di Torino e dintorni ci si può trovare evitando le spese di spedizione, se qualcuno è interessato a qualche articolo e sarà a Lucca 2013 ci si può anche beccare lì, altrimenti ci sono le care vecchie poste italiane, spedizioni solo però per quantitativi discreti, non sotto i 50 euro.

Via che si va:


MARVEL:

ULTIMATE SPIDER-MAN 1-41 (Panini)

ULTIMATE SPIDER-MAN SPECIAL 1-5 (Panini)

ULTIMATE X-MEN 1-30 (Panini)

ULTIMATE FANTASTIC FOUR 1-20 (Panini)

ULTIMATE DEVIL/ELEKTRA (Vol. unico)

ULTIMATE ELEKTRA (Vol. unico)

ULTIMATE IRON MAN (Vol. unico)

ULTIMATE ADVENTURES (Vol. unico)


SPIDER-MAN 1 (numerazione originale 489) fino al numero 578, dall'inizio del Brand New Day in tutto 89 numeri. (Panini)

DEVIL E I CAVALIERI MARVEL 1 - 20 (contiene il nuovo ciclo di Devil di Mark Waid e Chris Samnee, Punisher, Ghost Rider e i Thunderbolts del Marvel Now)

WOLVERINE 1 (numerazione originale 131) fino al numero 272. Praticamente 12 anni completi della serie. VENDUTO

IL MITICO THOR 61 - 71 (Marvel Italia/Panini)


X-SANCTION 1-2 (Panini, Miniserie di due numeri)

ASTONISHING X-MEN EXOGENESIS 1-3 (Mini completa, Panini)

X-MEN UNLIMITED 1-2 (Panini)

X-MEN RITORNO ALL'ERA DI APOCALISSE 1-2 (Mini Completa Panini)

X-MEN THE END (Mini completa divisa in tre libri da tre numeri l'uno 1-3, 1-3, 1-3, nove numeri in tutto)

X4: X-MEN/FANTASTICI 4 (Panini volume unico)

X-MEN DELUXE 220 (X-Treme X-Men 1, la nuova serie, Panini)

SPECIALE X-MEN BIS 6 (STAR COMICS)

GLI INCREDIBILI X-MEN RACCOLTA 1-3 (Contiene i primi 9 nn. de Gli incredibili X-Men Star Comics)


HOUSE OF M: L'UOMO RAGNO SPECIAL (Panini, storia completa)

AVENGERS 1-9 (Panini, mensile)

CAPITAN AMERICA: MORTE DI UN EROE (Panini, Miniserie di 3 numeri)

GIOVANI VENDICATORI/RUNAWAYS (numero unico, Panini)


SUPREME POWER 100% MARVEL 1-2

COLLANA DARK SIDE 1, 2, 15 (Contengono: BATMAN CITTA' OSCURA/ THE PUNISHER - IN PRINCIPIO/ THOR - VIKINGS + LOKI)

FANTASTICI 4 - IL FILM A FUMETTI (Panini) numero unico



DC COMICS:

SUPERMAN 1-10 (Lion, mensile regolare)

SUPERMAN 46 (Planeta)

SUPERMAN MAGAZINE 1 - 8 (Play Press)

SUPERMAN/BATMAN 1-6 (Planeta, Maxi Formato)

LE AVVENTURE DI SUPERMAN 1-13 (Planeta)

SUPERGIRL E LA LEGIONE DEI SUPEREROI 1-7 (Planeta)

JUSTICE LEAGUE ELITE 1-6 (Planeta)

JLA 0 (albetto omaggio Lion)

JLA 1-9 (Planeta serie mensile)

GIOVANI TITANI 1 (Lion serie regolare mensile)

IL NUOVO UNIVERSO DC (albo promozionale gratuito)

BATMAN: THE DARK KNIGHT RETURNS (Volume originale Americano Edizione Warner Books con intro di Alan Moore) Copertina lievemente rovinata alto dx, 20 euro

BATMAN MAGAZINE 1 - 12 (Play Press, contiene la saga Hush) COMPLETA

BATMAN TRADE PAPERBACK 1 - 7 (Play Press)

BATMAN PRESENTA 1-9 (Planeta, contiene Catwoman, Robin, Nightwing)

MANHUNTER 1-10 (Planeta)

HELLBLAZER - ABITUDINI PERICOLOSE (Magic Press)

TRANSMETROPOLITAN 1-2 (Edizione Play Press)

COLLANA DARK SIDE 1, 2, 15 (Contengono: BATMAN CITTA' OSCURA/ THE PUNISHER - IN PRINCIPIO/ THOR - VIKINGS + LOKI)



IMAGE

SPAWN 1 - 101 (Star Comics/Panini Comics)



BONELLI E ALTRO IN FORMATO BONELLIDE (COSMO, GP, ETC...):

VOLTO NASCOSTO 1 -14 (BONELLI) SERIE COMPLETA

TEXONE COLLEZIONE A COLORI COMPLETA (MAI LETTA) 1-25

IL PICCOLO RANGER 1 - 2 (EDIZIONI IF)

WEST - FUMETTI DI FRONTIERA (EDIZ. COSMO)

GIL ST. ANDRE' 1 - 2 (GP PUBLISH.)

JONATHAN CARTLAND 1 - 3 ( GP PUBLISH.)

IL CACCIATORE 1 - 3 (GP PUBLISH.) SERIE COMPLETA

CAINO 1 - 3 (GP PUBLISH.) SERIE COMPLETA

IAN 1 - 2 (GP PUBLISH.) SERIE COMPLETA

JAMES HEALER (GP PUBLISH.) VOLUME UNICO

BOB MORANE 1 - 5 (AUREA)

BLUEBERRY 1 - 6 (AUREA)

I GIGANTI DELL'AVVENTURA 62 (TRAPASSATI INC. VOL. I) EURA EDIT. VENDUTO

STRANGERS IN PARADISE POCKET 1 (FREE BOOKS)

L'INSONNE 1 - 9 + EXTRA (FREE BOOKS) SERIE COMPLETA ???



ALTRO:

DAGO TUTTOCOLORE 1-35 (META' DEGLI ALBI ANCORA DA APRIRE)

THE BOYS 1-3 (Panini, ristampa Panini)

STAR WARS 1-6 (Panini, mensile)

ANIMALS 1-4 (Rivista fumetto d'autore)

SAVARESE (Aurea Editoriale 1-3)

AIRBOY: DEADEYE (Numero unico, Colors&Gold Entert.)

GRANDI STORIE 1-3 (Contiene SIN CITY - SIN CITY: UN'ABBUFFATA DI MORTE - SIN CITY: QUEL BASTARDI GIALLO) Magic Press/PMA formato pocket

GRANDI STORIE SPECIAL 1-2 (Contiene PREACHER VOL. 1-12) Magic Press/PMA formato pocket

SIN CITY - SI PUO' ANCHE UCCIDERE PER LEI 1 - 6 (Miniserie completa edizioni Comic Art)

giovedì 24 ottobre 2013

BRADI PIT 77

Ultimo (o quasi) appello per Lucca Comics. Giuseppe sarà nell'area delle autoproduzioni con il primo libro di Vincenzina. Ci sarò anche io, se passate da Lucca non mancate di venirci a trovare.



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mercoledì 23 ottobre 2013

10 VOLTI (16) - WESTERN EDITION

Eccoci qui con una nuova manche tematica per 10 volti. Questa volta prendiamo in esame nomi e volti legati a quel che concerne il vecchio west. In un modo o nell'altro i volti seguenti sono legati all'immaginario western e a questo genere narrativo.

Intanto la classifica è la seguente:
01 La Citata 21 pt.
02 Vincent 17 pt.
03 Bradipo 16 pt.
04 Babol 13 pt.
05 L'Adri 10 pt.
06 Luigi 9 pt.
07 Morgana 9 pt.
08 Eddy M. 8 pt.
09 Poison 8 pt.
10 Urz 7 pt.
11 Cannibal Kid 7 pt.
12 Umberto 4 pt.
13 Elle 4 pt.
14 M4ry 3 pt.
15 Luca Lorenzon 3 pt.
16 Frank Manila 3 pt.
17 Viktor 2 pt.
18 Beatrix Kiddo 1 pt.
19 Evil Monkeys 1 pt.
20 Zio Robbo 1 pt.
21 Ismaele 1 pt.
22 Blackswan 0 pt.
23 El Gae 0 pt.
24 Acalia Fenders 0 pt.


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lunedì 21 ottobre 2013

BACK TO THE PAST: 1978 PT. 2

Dopo esserci concentrati sull'attuale (nel 1978 of course) fenomeno della disco music torniamo agli strascichi punk e allo spostamento verso post punk e new wave.

Apriamo con Wayne County and the Electric Chairs gruppo fondato dal leader Wayne County, in seguito conosciuto con il suo nuovo nome (e nuovo sesso) Jayne County. Il gruppo ebbe come band di supporto per il tour in Europa del 1977 niente meno che i Police. Il pezzo dall'andatura boogie woogie si intitola Eddie and Sheena.




2 - 4 - 6 - 8 Motorway è il primo singolo della Tom Robinson Band, gruppo inglese attivo nella scena punk rock londinese di quegli anni. Siamo ancora dalle parti del punk rock molto festaiolo e orecchiabile, godetevi il pezzo.




Altro singolo d'esordio questa volta per i Magazine, band fondata da Howard Devoto nella quale militò anche il compositore Barry Adamson. Il pezzo è Shot by both sides.




Dopo la fine dell'avventura Sex Pistols, nel 1978 arriva l'esordio del nuovo progetto di John Lydon, i Public Image Ltd (PIL) con l'album Public Image: First Issue. Il singolo Public Image tratta l'annoso tema della popolarità e dell'artista usato come pura immagine commerciale.




Un altro singolo d'esordio, un'altra band del giro di Malcolm McLaren (ci militò brevemente anche Sid Vicious), un'altra band inglese, ancora sound punk. Siouxie and the Banshees - Hong kong Garden.

domenica 20 ottobre 2013

BLOG: ISTRUZIONI PER L'USO

Questo è uno di quei casi più unici che rari (beh, in realtà è più raro che unico, però si suol dire cosi...) in cui potete trovare su questo blog un pezzo che non è stato scritto da me.

Nella fattispecie ho deciso di condividere il post molto sentito scritto e pubblicato dall'amico Viktor, grande conducente del blog Radio Nowhere.

Perché condividere? Beh, perché è un pezzo che parla dei nostri blog, della fatica e del tempo che noi tutti dedichiamo a queste nostre creature, parla del nostro impegno e dell'importanza dei riscontri scaturiti dalla nostra passione. Certo che si scrive per se stessi, però...

Per quel che riguarda La Firma Cangiante, va da sè che le riflessioni che scaturiranno dalla lettura del pezzo del buon Vik toccano solo marginalmente i lettori più affezionati. Questo blog è cresciuto grazie all'affetto di persone come L'Adri, M4ry, Luigi, Luke, Black, Elle, Giuseppe, lo stesso Viktor e via via tutti gli altri (voi sapete chi siete, vecchie birbe).

Sarebbe carino però raccogliere le impressioni un po' di tutti sull'argomento, vi lascio ora alle parole di Viktor.

BLOG: ISTRUZIONI PER L'USO
Avere un blog è doppiamente difficile: non basta esser dei bravi "autori", ma si deve sperare anche di avere dei bravi lettori, altrimenti la prima parte del lavoro è vanificata.
Ogni lettore di blog dovrebbe conoscere e attenersi a delle piccole e semplici regolette grazie alle quali il proprio blog preferito può mantenersi in vita, diversamente questo sarà costretto ad un lento, ma inesorabile declino che prima o poi lo porterà alla morte.
Questo post, per quanto possa risultare odioso è in realtà solo un tentativo di chiarire un paio di aspetti troppo spesso trascurati dai suoi lettori.
Sia chiaro, non si vuole fare la paternale a nessuno, ma solo sensibilizzare l'importanza della Vostra collaborazione ai fini della longevità di questo e altri spazi in cui è bello sostare per leggere, informarsi, condividere pensieri e staccare la spina in modo intelligente.

I COMMENTI SONO FONDAMENTALI.
In questi anni da blogger ho avuto più volte modo di leggere su spazi gestiti da amici la loro frustrazione e la volontà di lasciar morire il proprio blog perchè lo sforzo impiegato nella sua gestione non era proporzionale alla soddisfazione che ne derivava.
Avere un blog è un impegno. è sicuramente un piacere ma, chi ne ha uno sa di cosa parlo, porta via molto tempo e risorse. A meno che non si voglia utilizzarlo come diario personale in cui scrivere della propria quotidianità, ma per questo ormai ci sono i social e chi bazzica queste pagine conosce bene la differenza, un blog richiede creatività, fantasia, voglia e capacità di trovare articoli che possano interessare degli eventuali lettori, richiede tempo per la ricerca e la documentazione sugli argomenti che si vogliono trattare. Si deve poi pensare al taglio, alla forma e alla lunghezza dei post che si vogliono scrivere, ci si deve pensare, prepararli, buttarli giù, leggere, rileggere, correggerli e ancora leggere, cambiare, limare, sostituire...
Inoltre il post in sè talvolta non basta e il blog necessita di varie iniziative che portino l'attenzione dei visitatori su di esso. Insomma, un lavoro di progettazione, preparazione, creazione e messa a punto non esattamente trascurabile, specie quando gli argomenti si fanno densi e richiedono tanto lavoro di "pre-produzione". In questo senso, per fare un esempio, il blog che seguo di Monkey per me è da prendere a paradigma per capire ciò che sto dicendo.
Ora, tornando a quegli amici che in diverse occasioni hanno manifestato la loro volontà di abbandonare il proprio blog, al di là del problema della quantità di tempo da doverci investire, penso che la scelta fosse dovuta anche alla mancanza di un appropriato feedback al lavoro svolto. E in che modo il lettore di un blog può dare un feedback al suo autore? Tramite un commento al post. La mancanza di commenti ai post è l'anticamera della morte del blog.
I commenti servono all'autore del post per capire se ciò che ha pensato, preparato e scritto è stato non solo letto, ma recepito, bene o male ha meno importanza. Con alcuni lettori assidui ci si vede poi anche di persona e vuoi per pigrizia o per anche una loro mancanza di tempo, preferiscono commentare ciò che hai scritto a voce o magari con una mail o un sms. In questo modo stanno uccidendo il blog che loro stessi hanno piacere di leggere. Il blog è uno spazio d'aggregazione, a me piace pensare con valenza culturale, oltre che sociale, nel senso del creare degli incontri tra persone. Se mancano i commenti, anche a fronte di una visita e di una lettura del post, non può esserci quello scambio di idee, quel reciproco confrontarsi in maniera costruttiva che sta alla base del blog stesso e della volontà di dialogo aperto del suo autore.
Senza commento non nasce nessuna discussione e il blog avvizzisce, perchè viene meno il confronto e cresce la frustrazione dell'autore per aver messo tempo e fatica nella scrittura di qualcosa che non crea confronto, dialogo, scambio di opinione.
Il commento non deve per forza essere una contro tesi di 2000 battute. A volte basta una frase o una parola: "Bello", "Brutto", "Hai ragione", "Non la penso affatto così", "Tutte stronzate"...etc. Scrivere un commento di questo tipo porta via meno di cinque secondi, ma è in grado di far nascere un confronto, tra altri lettori, o con l'autore stesso, che possono essere molto interessanti e costruttivi e che in definitiva sono, per quel che mi riguarda il fine ultimo del blog.

UNIRSI AI LETTORI FISSI DI UN BLOG è UTILE!
Scegliere di manifestare il proprio interesse per il blog registrandosi con un qualsiasi account tra i "lettori fissi" o "followers", non serve solo a nutrire l'ego dell'autore del blog, ma diventa per quest'ultimo un utile strumento statistico per capire a colpo d'occhio se il bacino dei suoi lettori sta mutando e per quanti lettori potenzialmente sta scrivendo in un determinato momento. Inoltre le iscrizioni, come i commenti, danno la possibilità di avere maggiori interazioni tra i lettori e di allargare il giro di blog direttamente o indirettamente connessi, scoprire nuove pagine, persone e contenuti. Capite da soli che se nessuno scrive o rimangono tutti anonimi l'allargamento "sociale" del blog non si può realizzare.
I riferimenti statistici e i feedback sono insomma fondamentali per capire se e come aggiustare il tiro, cosa e come scrivere, con che frequenza etc.
In pratica, se la cena ve la siete gustata o vi è rimasta sullo stomaco, ditelo allo chef: solo così potrà correggere i suoi errori e sapere quale è stata la vostra portata preferita e quale non vi deve far trovare sul menù la prossima volta.
Piccoli accorgimenti che possono cambiare radicalmente l'andamento  di un blog, credetemi.
Un abbraccio a tutti i miei lettori, i miei amici e i Blood Brothers in ascolto. Grazie per l'affetto. Spero sempre che il Viaggio sia di vostro gradimento.
Alla prossima.
Vik.

sabato 19 ottobre 2013

I SOSPIRI DEL MIO CUORE

(Mimi o sumaseba di Yoshifumi Kondo, 1995)

Esauriti i lungometraggi di animazione di Hayao Miyazaki ci siamo rivolti alla restante produzione dello Studio Ghibli che fortunatamente ha in serbo altre cartucce da spendere all'ombra del maestro. Dopo aver visto I racconti di Terramare di Goro Miyazaki, film non eccelso ma neanche da buttare via completamente, la scelta è caduta su questo I sospiri del mio cuore di Yoshifumi Kondo, per il quale il maestro si è occupato di storyboard e sceneggiatura.

Il film è molto diverso per tematiche e ambientazioni da quelli diretti dal fondatore dello Studio (insieme a Isao Takahata). I sospiri del mio cuore presenta una storia attuale, ambientata ai giorni nostri a Tokyo, fondata sui sentimenti, sulla crescita e sulla ricerca di sè stessi, una ricerca che arriva giorno dopo giorno grazie all'impegno e agli sforzi che la quotidianità richiede ai protagonisti della vicenda. La causa ambientalista, fatto salvo qualche accenno nei dialoghi, è assente, non c'è guerra se non in pochi ricordi di un anziano, la visione spiritistica di Miyazaki non si palesa e anche l'aspetto magico caro a tente produzioni dello Studio Ghibli è relegato a brevi sequenze facenti parti di un racconto di finzione.

Un prodotto molto diverso da quelli ai quali eravamo abituati ma comunque di ottimo livello. L'animazione è la solita gioia per gli occhi, esaltata dal livello di dettaglio degli interni e dalla resa magnifica di ambienti e location. Pur non presentando fantasiosi e strampalati scenari, il realismo di un tramonto, la resa del traffico cittadino, quella del trascorrere del tempo e cose di questo genere garantiscono un ottimo livello di animazione. Il fatto di discostarsi dal resto della produzione Ghibli potrebbe essere proprio la marcia in più che ci ha fatto apprezzare I sospiri del mio cuore.

Shizuku è una studentessa delle scuole medie grandissima divoratrice di libri, durante le vacanze estive si ripromette di leggerne almeno una ventina. Un giorno le capita di notare che nelle schede di prestito di tutti i libri che ha preso in biblioteca compare sempre lo stesso nome: Amasawa. Questo fantomatico Amasawa legge un sacco di libri, gli stessi che legge Shizuku.


Tempo dopo, sulla strada della biblioteca, Shizuku si lascia distrarre da un bel gattone e lo segue in un tranquillo quartiere sulla collina di Tokyo. Qui Shizuko incontrerà  un anziano esperto in riparazioni, proprietario di un'affascinante statua di un uomo gatto di nome Baron e nonno del giovane Seji, coetaneo di Shizuku e già incontrato in precedenza dalla stessa.

Dopo i primi dissapori, i rapporti tra Seji e Shizuku si faranno più stretti e i due giovani saranno stimolo uno per l'altra nel conseguimento dei propri desideri. Seji si vede come un futuro ed esperto liutaio, Shizuko metterà a frutto la sua passione per i libri.

Tratto da un manga di Aoi Hiiragi, I sospiri del mio cuore è intriso di quel romanticismo puro degli adolescenti, fatto di imbarazzi, negazioni e slanci di pura spontaneità. Uno scarto dalla narrazione di Miyazaki che permette di assaporare un prodotto diverso ma davvero molto ben riuscito.

Curioso vedere come i distributori italiani abbiano creato una locandina con tutti quegli elementi tipici del cinema di Miyazaki in questo caso però per lo più fuorvianti. Decisamente più appropriata la scelta operata dai giapponesi.

venerdì 18 ottobre 2013

LA MARVEL ALL'EPOCA DEL NOW - INCREDIBILI AVENGERS

Poco prima di dare il via al graduale processo di rinnovamento dell'universo Marvel, la casa editrice aveva chiuso il precedente periodo editoriale con l'evento AvX. A come Avengers, v come versus, X come X-Men. Vendicatori contro X-Men per i profani.

La miniserie AvX è stata orchestrata dal gruppo di autori ormai noti come Architetti Marvel (Fraction, Bendis, Aaron, Brubaker e Hickman) ai quali non posso che essere grato non fosse altro per il fatto di aver riportato gli X-Men al ruolo che gli spettava come una delle colonne portanti del Marvel Universe.

Dopo il finale drammatico della saga abbiamo una situazione parzialmente inedita, con un Ciclope accusato di crimini contro l'umanità e di omicidio per la morte di Xavier e del suo sogno. Nonostante i comportamenti del leader mutante fossero indotti in gran parte dalla forza Fenice, Ciclope e il suo manipolo di rinnegati (la Frost, Colosso, Magik, Namor e Magneto) sono dei ricercati in fuga. Ma forse Ciclope aveva ragione, al termine del conflitto tra Vendicatori e X-Men abbiamo una razza mutante che riacquista speranza, una minoranza non più in via d'estinzione ma che vede nuove nascite e nuovi adepti, cosa che non succedeva da molto tempo (da quando Scarlet con il suo basta mutanti decimò la popolazione alla quale lei stessa appartiene).

E' da questo background che prende il via Uncanny Avengers, serie portante di questa nuova collana targata Panini Comics. Per quanto il lancio pubblicitario la presentasse come una novità assoluta, alla base di Uncanny Avengers non c'è proprio nulla di nuovo. Sconvolto da quanto successo tra Vendicatori e X-Men e allarmato dalla crescente ostilità verso i mutanti, il buon Cap decide che è l'ora dell'integrazione, si fà un gruppo di Vendicatori dove ci sono anche i mutanti e a uno di loro gli faccio fare anche il capo. Questa sarebbe la novità, non fosse per il piccolo particolare che i mutanti nei Vendicatori ci sono sempre stati, più o meno dagli anni '60 in avanti, non da ieri e non da oggi, con Scarlet come portabandiera, vera artefice di tutto sto gran casino. Comunque.

Il nuovo gruppo parte con una miscela esplosiva che presenta tre grossi calibri degli Avengers e tre provenienti dagli X-Men. I motivi di interesse non mancano, che l'idea di base sia nuova o meno poco importa. Il comando del team è affidato ad Havock, fratello minore di Ciclope che è ora visto come il nemico pubblico numero uno. Già questo è uno spunto interessante: come sarà accolto Havock? Come vivrà il timore reverenziale che ha sempre provato nei confronti del fratello? Riuscirà Capitan America, altro membro del team, ad accettare di buon grado le decisioni del nuovo leader? Non sarà neanche facile la convivenza tra Scarlet e Rogue con la seconda che accusa la prima di aver provocato tutto il dolore che i mutanti hanno dovuto sopportare negli ultimi anni. A completare il quadro Thor e Wolverine con l'aggiunta di altri elementi negli episodi successivi.

Cap e Thor versione Cassaday

Come dicevo gli spunti interessanti ci sono, inoltre Remender non si fa scrupolo di esordire con il botto presentando fin da subito una doppia minaccia di grande peso. Nonostante gli avversari del team oscillino tra l'esagerato (quello principale) e il pretestuoso (gli scagnozzi di contorno) la serie si legge bene senza aver la pretesa d'essere un capolavoro. Le relazioni tra i personaggi funzionano e alcune sequenze aggiungono il giusto tocco di sale che serve a insaporire la pietanza. Alla buona riuscita della serie contribuisce anche la matita del buon Cassaday che pur non essendo al suo apice rimane pur sempre un gran bel vedere. Piccola grande soddisfazione personale quella di tornare a vedere Havock nel suo look originale (o quasi) che ho sempre adorato. Fosse per me tirerei su anche le tre bande bianche della maschera e lo riporterei indietro agli anni '70, altro che tutte quelle schifezze fosforescenti che ha dovuto indossare negli ultimi anni.

In definitiva una serie ben scritta e ben disegnata, che non presenta particolari innovazioni ma che lascia ben sperare per il futuro, anche l'inizio della seconda run non sembra male, con il giusto margine di crescita potrebbe affermarsi come serie di sicuro interesse.

Havock, Rogue, Thor, Sole Ardente, Cap, Wonder Man, Wolverine, Scarlet

A completare l'albo la serie Avengers Arena. In realtà qui la parola Avengers è un mero pretesto in quanto proprio di Avengers qui non si parla, anzi. L'incipit risulta più originale rispetto alla serie principale seppur probabilmente non del tutto inedito. Il malvagio Arcade rapisce sedici giovani eroi di secondo piano (salvo forse X-23) per portarli su un'isola deserta dalla quale è impossibile evadere, una sorta di Mondo Assassino 2.0.

Lo scopo di tutto ciò è la realizzazione di un gioco in stile Highlander dove i ragazzi devono scannarsi uno con l'altro pena la morte per l'intero gruppo. Al sopravvissuto l'onore di tornarsene a casa tutto d'un pezzo.

Per quanto l'idea alla base della serie possa suonare cretina, devo ammettere che Dennis Hopeless (il nome una garanzia) non sta lavorando affatto male, anzi. Ben coadiuvato dai disegni di Kev Walker, Hopeless non disdegna colpi bassi e scene ad effetto andando però a costruire pian piano i suoi personaggi, scoprendoli e facendoli conoscere al lettore poco a poco. Fatta esclusione per i reduci dell'Accademia dei Vendicatori, già di per sè eroi di secondo piano, sfido il lettore medio a destreggiarsi tra personaggi come Anachronism, Apex, Cammi o Juston. Chi cazzo è Anachronism? Ma soprattutto che cazzo di nome è Anachronism? E cosa me ne può fregare a me di Anachronism?

Invece pian piano (ma neanche tanto) Hopeless ti fà entrare nelle vite di questi characters minori, qualcuno te lo fà apprezzare e poi te lo uccide. Bastardo!  Avengers Arena è così, a volte ammetto che riesce a incuriosirmi più della coinquilina di testata.

Insomma, Incredibili Avengers è un prodotto ben pensato, se le due serie rimarranno su questi binari continuerò a seguirla. Beh si, negli States Arena ha chiuso o è in procinto di farlo, Hopeless probabilmente avrà ammazzato tutti o quasi, però pare ci sia già pronto il seguito... speriamo sia una cosa simile con i politici italiani come protagonisti.

giovedì 17 ottobre 2013

BRADI PIT 76

Pronto il sequel de L'eleganza del riccio. Ovviamente L'eleganza del bradipo.


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Aiutaci a diffondere il verbo del Bradipo linkandolo. Fallo tu perché il Bradipo fa n'caz.

lunedì 14 ottobre 2013

FEBBRE A 90

(Fever pitch di David Evans, 1997)

"Il calcio ha significato troppo per me e continua a significare troppe cose, dopo un po' ti si mescola tutto in testa e non riesci più a capire se la vita è una merda perchè l'Arsenal fa schifo o viceversa. Sono andato a vedere troppe partite, ho speso troppi soldi, mi sono incazzato per l'Arsenal quando avrei dovuto incazzarmi per altre cose, ho preteso troppo dalla gente che amo. Ok va bene tutto, ma non lo so, forse è qualcosa che non puoi capire se non ci sei dentro... Come fai a capire quando mancano tre minuti alla fine e stai 2-1 in una semifinale e ti guardi intorno e vedi tutte quelle facce, migliaia di facce stravolte, tirate per la paura, la speranza, la tensione, tutti completamente persi senza nient'altro nella testa e poi il fischio dell'arbitro e tutti che impazziscono e in quei minuti che seguono tu sei al centro del mondo e il fatto che per te è così importante, che il casino che hai fatto è stato un elemento cruciale in tutto questo, rende la cosa speciale perchè sei stato decisivo come e quanto i giocatori e se tu non ci fossi stato a chi fregherebbe niente del calcio e la cosa stupenda è che tutto questo si ripete continuamente. C'è sempre un'altra stagione. Se perdi la finale di Coppa in maggio puoi sempre aspettare il terzo turno in gennaio e che male c'è in questo? Anzi è piuttosto confortante se ci pensi..."

Febbre a 90 è ben condensato nel monologo di Paul Ashworth (Colin Firth), insegnante e allenatore della squadra di calcio di una scuola superiore di Londra. E' una commedia che probabilmente può godersi in pieno solo chi è tifoso e nutre un amore viscerale per il calcio e per la propria squadra. A molti altri alcuni ragionamenti e alcuni comportamenti del protagonista non potranno che sembrare delle cose da pazzi o da irriducibili fissati senza speranza. Però, se siete o siete stati tifosi, non è possibile non immedesimarsi in alcune situazioni o in alcuni stralci della filosofia di Paul. E' qualcosa che riguarda la passione incondizionata, valida per il calcio come per qualunque altra cosa, in fondo...

"Perchè un adulto non dovrebbe andare pazzo per qualcosa? No! Devi metterti un secchio in testa e se non lo fai, allora la gente si sente in diritto di dirti quello che vuole; che sei un immaturo, un idiota che la tua conversazione è banale e noiosa, che non riesci ad esprimere i tuoi bisogni emotivi, a relazionarti con i tuoi figli e alla fine morirai triste e solo. Ma in fondo, che diavolo! Anche una nuvola di pioggia ha i suoi contorni d'argento. Non è facile diventare un tifoso di calcio, ci vogliono anni ma, se ti applichi ore ed ore entri a far parte di una nuova famiglia, solo che in questa famiglia tutti si preoccupano delle stesse persone e sperano le stesse cose...cosa c'è d'infantile in questo?"

Come non condividere alcuni dei concetti espressi dal buon Paul... beh, forse per noi uomini (e io attualmente non mi considero più un gran tifoso di calcio) è più facile empatizzare con il protagonista, per molte consorti, non tutte ovviamente, la cosa potrebbe invece creare qualche problema :)

Comunque il fulcro della commedia è questo, il rapporto di amore per la propria squadra che spesso si sovrappone a ogni altra cosa, la parte della commedia romantica che pur rappresenta un aspetto importante del film non può che passare in secondo piano pur risultando l'essenziale contraltare alla tirata sul calcio e sull'Arsenal.

In un arco di tempo che va dalla fine degli anni '60, quando Paul era solo un bambino, fino alla fine degli anni '80, assistiamo alla nascita e alla maturazione dell'amore del protagonista per l'Arsenal, dal colpo di fulmine della prima partita vista con il padre (Neil Pearson) fino alle reiterate sofferenze per la mancanza di vittorie degli anni successivi. Fino al 1989, anno in cui Paul conosce Sarah (Ruth Gemmell), insegnante nella stessa scuola dove insegna anche lui, precisa e metodica e assolutamente distante da tutto quel che riguarda il calcio. Il loro rapporto crescerà e si interromperà tra incomprensioni e condivisioni passando per la tragedia di Hillsborough fino a quell'ultima giornata di campionato del 1989.

Incuriosisce anche l'ambientazione che attraversa due buoni decenni offrendo allo spettatore anche un bel ritratto di Highbury, quartiere di Londra dove si trova lo stadio dell'Arsenal. Forse il libro di Nick Hornby dal quale il film è tratto riusciva a sviscerare al meglio la passione dell'autore per la squadra ma anche la versione cinematografica riesce a centrare l'obiettivo e ad andare agilmente in rete.

venerdì 11 ottobre 2013

LA MARVEL ALL'EPOCA DEL NOW - DEVIL E I CAVALIERI MARVEL

Come ormai sanno anche i muri, almeno quelli appassionati di fumetto, è in corso da qualche mese un rinnovamento nel parco testate Marvel atto a rilanciare i suoi eroi in calzamaglia e ad attirare nuovi lettori. Il Marvel Now (così è stata nominata la nuova campagna promozionale) è arrivato anche in Italia, non è un vero e proprio reboot come quello di casa DC, bensì un restyling delle varie serie attuato prevalentemente grazie a un rimpasto di team creativi e a nuove direzioni narrative per i vari personaggi.

Non tutte le serie americane sono state interessate da questo rilancio in grande stile, diamo un'occhiata a cosa è successo da noi a qualcuna delle testate Marvel targate Panini Comics. In questa prima chiacchierata prendiamo in esame la serie Devil e i Cavalieri Marvel.

La portata principale è offerta dalla nuova serie di Daredevil della quale in Italia siamo poco oltre il ventesimo numero. Essendo stata rilanciata in grande stile da Mark Waid, Paolo Rivera e Marcos Martin poco più di due anni fa, alla Marvel si è deciso che Daredevil non sarebbe stata inserita nell'iniziativa Marvel Now. Visto l'ottimo successo riscosso oltreoceano dalla serie vincitrice di diversi premi Eisner, sarebbe stato controproducente lasciare la strada vecchia (relativamente) per quella nuova.

Daredevil è effettivamente una gran bella serie. Probabilmente dopo anni di toni cupi offertici da gente del calibro di Bendis e Brubaker era ora di dare una svolta al personaggio, un cambiamento di toni che perdura tuttora a distanza di un paio d'anni dal rilancio.

L'idea di Waid è semplice ma funzionale: ridare a Daredevil il suo significato originario, qualcosa che suona simile alla parola scavezzacollo. Dopo anni di tragedie e brutture Matt Murdock si fà un esame di coscienza e decide che basta, non vuole più vivere nel dolore, è ora di riportare in vita il Devil solare di tanti racconti del passato, epoca pre-Miller per intenderci meglio. Cambia lo stile di disegno che diventa più aperto, più arioso, fantasioso quanto possibile nello storytelling, capace di trasmettere quella sensazione di leggerezza voluta da Waid creando sequenze ben congeniate e trovate visive azzeccate. Entrambi i disegnatori della prima ora (Rivera e Martin) realizzano a mio avviso un lavoro coi fiocchi mentre il tono generale passa dal vecchio hard-boiled delle gestioni precedenti a un impianto più classicamente supereroico/action. Waid è sicuramente in grado di scrivere delle buone storie, inserisce nuovi comprimari come il bel procuratore distrettuale Kirsten McDuffie, donna affascinante che nutre forti sospetti sulla vera identità di Devil (che ormai conosce chiunque), valorizza nella giusta maniera i vecchi come Foggy Nelson e mescola un po' le carte in alcune interessanti sottotrame.



Ora, in pieno Marvel Now, a che punto è Daredevil?

Beh, al timone della parte grafica c'è ora Chris Samnee, disegnatore dotato di talento che prosegue in diversi aspetti la strada tracciata dai suoi immediati predecessori facendolo però con stile personale e riportando alle tavole un pizzico di oscurità in più, nulla che vada però a intaccare il lavoro di aggiornamento che Waid continua a cesellare sul personaggio. Waid non manca di incasinare la vita di Murdock e i suoi rapporti con le persone che gli stanno attorno, senza mai andare a creare quell'atmosfera di tragedia e dolore che caratterizzava spesso le precedenti gestioni. Non mancano infatti i siparietti scanzonati, gli scontri/incontri con altri eroi Marvel e gli episodi inediti provenienti dal passato di Matt Murdock. Ottimo il lavoro anche su alcuni episodi singoli slegati dalle trame principali. Il tono rimane quello più supereroico rivolto in misura maggiore a un pubblico più giovane. La scelta della Marvel non si può certo condannare, è pur vero che per garantire un futuro al fumetto il ricambio generazionale è fondamentale. Se poi l'operazione la si compie con queste premesse non si può proprio dir nulla.

Tutto bene quindi? Tutto bene, tutto bene però... però questo non è il mio Devil. Certo è una bella serie, ben scritta e curata da artisti talentuosi ma molto molto diversi dai Maleev e dai Lark ai quali tanto mi ero affezionato. Oggettivamente un bel lavoro, soggettivamente... beh, io ho mollato (Anzi, per chi fosse interessato la serie è in vendita). Semplicemente un ottimo Devil rivolto però a qualcun'altro.

Il resto della testata da cosa è occupato? Lasciando da parte il passato, dall'avvento del Marvel Now i serial comprimari sono Punisher: War Zone e Thunderbolts.

Dopo una buona run del Punitore a opera di Greg Rucka e del nostro Marco Checchetto durante la quale Frank Castle veniva immischiato in una serie di bei casini, è una miniserie di cinque numeri a raccontarci le conseguenze dei casini di cui sopra. Frank Castle è in fuga, braccato questa volta non solo dalla polizia ma anche dai Vendicatori. Una sorta di caccia all'uomo dove gente come l'Uomo Ragno, la Vedova Nera e Thor si danno il cambio per acciuffare il buon vecchio Frank. Rucka è sempre al timone e Carmine Di Giandomenico sostituisce Checchetto alle matite. Niente, il Punitore rende meglio quando non ci sono troppi super-tizi a ronzargli intorno e questa mini mi sembra un deciso passo indietro rispetto alle buone (ma non eccelse) atmosfere della serie precedente. Inoltre le matite di Checchetto avevano una marcia in più, il nuovo disegnatore non incontra il mio gusto per quanto da buon compatriota io faccia comunque il tifo per lui.



L'idea che sta dietro Thunderbolts mi fà invece schifo assai. Si prende un gruppo di personaggi noti e meno noti, li si butta insieme nella mischia e si vede cosa ne può venir fuori. Ok i rimpasti, i nuovi gruppi, ma un minimo di background vogliamo mettercelo? Questa cosa può funzionare con i mutanti, in fondo sono una grande famiglia, ma qui? Ancora con questa storia della squadra costruita a tavolino per occuparsi dei lavori sporchi... e no, basta. Hulk Rosso, il Punitore, Elektra, il nuovo Venom e Deadpool, una scelta pretestuosa per una serie che, visti i primi numeri, non ha davvero nulla da dire. Ovviamente si parla di lavori sporchi e chi disegna? Ma Steve Dillon, è logico. Come dire che si stava meglio quando si stava peggio, il clichè è servito. Scrive Daniel Way, vedete un po' voi.

Questo articolo compare anche sul blog di Fumettopènia.

giovedì 10 ottobre 2013

BRADI PIT 75

Love is in the air
Everywhere I look around
Love is in the air
Every sight and every sound

 
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martedì 8 ottobre 2013

TEX GALLERY

Un piccolo omaggio al Tex nazionale, un eroe popolare come neanche Pippo Baudo. Diverse interpretazioni del Texas Ranger più famoso del mondo. No, non è Chuck Norris quello più famoso, è Tex, Aquila della Notte, non è Walker, lasciate perdere.

PS: se volete vedere il Tex del vostro disegnatore preferito suggerite pure, la gallery la ampliamo volentieri :)


Aldo Capitanio



Andrea Venturi




Bruno Brindisi



Claudio Villa



Corrado Mastantuono



Galep



Giancarlo Alessandrini




Giovanni Ticci



Ivo Milazzo



Joe Kubert



Magnus



Pasquale Frisenda



Raul Cestaro




Roberto De Angelis



Rossano Rossi



Sergio Zaniboni

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