martedì 31 gennaio 2012

A-Z: AA.VV - JOE STRUMMER - THE FUTURE IS UNWRITTEN

Forse è di nuovo tempo. Il terreno non è fertile come una volta ma forse è davvero di nuovo tempo. Perché ascoltando alcuni di questi pezzi qualcosa si muove. Sarà l'energia, sarà il senso diffuso d'ingiustizia o solo la voglia che le cose cambino.

La parola rock, la parola riot, l'espressione I'm so bored with...

Ancora musica da un'opera cinematografica che non ho visto, ovviamente pezzi dal repertorio dei Clash, stralci d'intervista a Joe Strummer, le sue scelte musicali, brani in versione inedita e pezzi provenienti dagli albori della storia dei The Clash.

Voglia di ribellione ma anche tanto altro... gamberi e pecore, rabbia e dolcezza.

Ascoltiamoci Rock the Casbah nella versione di Rachid Taha apprezzata dallo stesso Strummer.



I pezzi inseriti in questa compilation donano all'album una grande varietà di stili e generi, dagli MC5 a Woody Guthrie, da Bob Dylan a Nina Simone.

E ovviamente i Clash.

White Riot - The Clash



White riot - I wanna riot
White riot - a riot of my own
White riot - I wanna riot
White riot - a riot of my own

Black people gotta lot a problems
But they don't mind throwing a brick
White people go to school
Where they teach you how to be thick

An' everybody's doing
Just what they're told to
An' nobody wants
To go to jail!

White riot - I wanna riot
White riot - a riot of my own
White riot - I wanna riot
White riot - a riot of my own

All the power's in the hands
Of people rich enough to buy it
While we walk the street
Too chicken to even try it

Everybody's doing
Just what they're told to
Nobody wants
To go to jail!

White riot - I wanna riot
White riot - a riot of my own
White riot - I wanna riot
White riot - a riot of my own

Are you taking over
or are you taking orders?
Are you going backwards
Or are you going forwards?

domenica 29 gennaio 2012

MONSTER ALLERGY

Questo articolo è stato scritto per il sito fumettidicarta (e relativo blog)

Ciao a tutti! Torno su queste pagine nella veste di traghettatore di genitori alla ricerca di valide e sempre nuove letture per i loro piccoli combinaguai preferiti, munito non solo del mio sindacabilissimo giudizio ma anche di una sacca piena di entusiasmo colmata direttamente dalla mia bambina e i bambini si sa sono puri e innocenti, difficilmente mentono (anche se qualcuno afferma il contrario, ma questi sono punti di vista).

La volta scorsa vi parlai della collana GP Twilight che presenta i fumetti tratti dai maggiori successi cinematografici della Dreamworks (a Shrek e Megamind ormai si sono aggiunti Kung Fu Panda, I pinguini del Madagascar e Il gatto con gli stivali).

Torniamo nuovamente in casa GP Publishing questa volta con un'iniziativa totalmente made in Italy. Lo scorso novembre ha esordito nelle edicole italiane la ristampa di Monster Allergy, serie creata da Francesco Artibani e Katja Centomo per i disegni di Alessandro Barbucci e Barbara Canepa già nel 2003.

Monster Allergy ha alle spalle già una storia di tutto rispetto. Pubblicata oltre che qui da noi anche in Francia, Germania e Sud America, la serie baciata dal successo si fregia anche della trasposizione sul piccolo schermo sfociata in due serie a cartoni animati. Grazie alla ristampa della serie da parte della GP sarà possibile per i più piccoli (ma anche per i genitori) recuperare dall'inizio le avventure dei simpatici Elena e Zick.

Bigburg è una grande città moderna. A Oldmill Village, uno dei suoi sobborghi ancora libero da traffico, inquinamento e grattacieli, si trasferisce la famiglia di Elena Patata.

Come succede in molte storie per ragazzi, il trasferimento in un nuovo quartiere offre la possibilità di fare nuovi e interessanti incontri. Diciamo che nella fattispecie il primo incontro della protagonista non è tra i più felici. Le invadenti e irritanti Patty e Tatty si presentano ai nuovi vicini cucendo addosso i panni agli abitanti del quartiere, giusto per far sapere a Elena chi sia conveniente frequentare e chi no. Nella lista nera delle due ovviamente c'è Zick, l'altro protagonista della storia.

Da questo clichè muove i primi passi una storia che risulta comunque fresca e subito coinvolgente. Zick infatti non è un ragazzino come tutti gli altri, vive in casa con la madre, i fantasmi dei nonni ed è l'unico abitante del quartiere che vede i mostri che vivono in mezzo a loro (più o meno). Parla con il suo gatto che ricambia e soprattutto la vicinanza con i mostri, ma non solo, gli provoca una brutta allergia.

Alla buona riuscita della storia contribuiscono in maniera fondamentale i mostri che per lo più ispirano grande simpatia, primo fra tutti il grosso e rosso e tanto tonto Bombo.

Il primo incontro tra i due ragazzini non sarà dei migliori ma pian piano Elena inizierà ad apprezzare la compagnia di Zick (e viceversa) e a credere alle sue stramberie. Per Elena sarà naturale chiedere l'aiuto di Zick quando il suo gatto Sfruscio sparirà nel nulla.

Un caso da risolvere, la scuola e i bulli, il quartiere, i mostri, i fantasmi dei defunti sono le caratteristiche che condurranno il simpatico duo attraverso le loro avventure che sfoceranno nei numeri successivi nella grande città e nel confronto con una prima e pericolosa nemesi dei due ragazzini.

I testi della coppia (di nome e di fatto) Artibani/Centomo sono brillanti, appassionanti per i più piccoli e sicuramente divertenti anche per gli adulti che, alla ricerca di svago per i propri piccoli, si cimenteranno nella lettura di queste storie.

I disegni di Barbucci e Canepa sul numero d'esordio sono semplicemente ottimi. Uno stile cartoonesco che però non sfocia mai nel caricaturale, grande lavoro sul design dei personaggi dai protagonisti fino ai mostri, dettaglio e precisione sui fondali e praticamente nessun calo qualitativo riscontrabile in nessuna vignetta dell'albo. Ottimo anche l'uso del colore.

Nei numeri successivi il lavoro degli altri disegnatori, Giovanni Rigano e Daniel Vetro, garantisce uniformità stilistica alla serie pur mantenendo la giusta personalità nel tratto e qualità sempre all'altezza.

Una bella sorpresa questa serie che mi sto godendo anche io con la scusa di leggerla alla mia piccola principessa.

venerdì 27 gennaio 2012

AND THE WINNER IS...

Oh, finalmente! Finalmente posso scrivere un bel post plagiandone uno preso pari pari da un altro blog. Queste son soddisfazioni, non devo pensare, posso scriverlo con la musica a palla, ho copiato pure il titolo. Bellissimo. Allora, chi non ama le catene di S. Antonio? In effetti credo che non le ami proprio nessuno, nemmeno S. Antonio. Però grazie al blog di Stargirl (che ringrazio ancora:), sono venuto a conoscenza dell'iniziativa The versatile blog award, una catena che fa girare un'idea in fin dei conti decisamente carina. The Versatile Blogger segue due regole molto semplici: 1. Elencare 7 cose che vi riguardano di persona. 2. Premiare altri 15 blogger e comunicarglielo con un commento Iniziamo allora? (il pezzo sopra riportato è un comodissimo copiaincolla da blog di Stargirl, bellissimo) 1) Compro più libri di quanti ne riuscirò mai a leggere, quando sarò morto li leggerà mia figlia e questo mi consola. 2) Non adoro particolarmente abbinare smalto e ombretto con accessori, scarpe e vestiti. In realtà proprio non adoro smalto e ombretto. Anche con gli accessori ho qualche difficoltà. Scarpe e vestiti invece li metto, però non li adoro. Adoro però chi mette scarpe e vestiti. 3) Non amo fotografare. Penso sia dovuto al fatto che da piccolo ho passato troppo tempo davanti all'obiettivo della macchina fotografica di mio padre. Mio padre che aveva e ha tuttora lo scatto lento, poco istantaneo. Sommando i tempi penso di averci passato qualche annetto davanti all'obiettivo della macchina fotografica di mio padre. Penso sia per questo. 4) Mi incazzo per niente specie ultimamente, forse fin troppo e a quasi trentasette anni non penso di poter cambiare. E che proprio non sopporto le ingiustizie e negli ultimi anni ne ho viste troppe. 5) A volte vorrei essere il protagonista di quei film dove accade di tutto, una vita fuori dagli schemi, sregolata. poi mi ricordo che quella è Hollywood. 6) Resto a bocca aperta quando mia figlia se ne inventa una delle sue e questo per fortuna accade praticamente ogni giorno. Una meraviglia infinita! 7) Vorrei andare a New York, desiderio che sedimenta ormai da anni. La vedo ancora lunga ma il sogno rimane (nonostante il bambino sia cresciuto, citazione occulta). And now, the winner is.... (ho sempre sognato di dire questa frase!) ... in ordine puramente casuale.. (o quasi) 1) Zio Robbo. Come ho già avuto modo di ricordare questo blog è diventato una merda fossile nel senso che lo zio si è dedicato ad altro, ha scritto un romanzo, veniva a lavorare e cose così. Nonostante il blog sia una merda fossile, il mio compagno di (s)ventura non poteva che essere al primo posto. Poi i vecchi post che potete andare a recuperare meritano e in qualche modo questo blog è una costola del suo, è nato lì diciamo. Ora il mio è molto più figo ma come si suol dire questa è un'altra storia... 2) Fumetti di carta. Sono un grande appassionato di fumetti e proprio grazie al mio blog sono entrato in contatto con Orlando, capo supremo di FdC, che mi ha fatto l'onore di invitarmi a collaborare con questa storica webzine. Lì trovano posto non solo i miei scritti ma anche quelli di gente ben più in gamba e competente di me (che in fin dei conti son sempre il solito minchione). Passateci anche se non siete degli appassionati, non si sa mai quando può scoccare la scintilla. Avrei voluto mettere una piccola descrizione per ogni blog citato ma in questo momento mi mancano il tempo e la forza. Quindi ordine alfabetico. 3) Altroquando 4) Balloons 5) Come un killer sotto il sole 6) Comix Factory 7) Cyberluke blog 8) Giovane, carina & disoccupata 9) La teiera volante 10) Over the wall 11) Pensieri Cannibali 12) Prima o poi 13) Radio Nowhere 14) Spudoratamente 15) White Russian Spero di aver messo tutti i link giusti.

giovedì 26 gennaio 2012

BRADIPIT 2

Oggi il bradipo corre in vostro aiuto. Scusate. Oggi il bradipo VIENE in vostro aiuto. Si, perché se oggi non fosse il giorno del bradipo vi sareste beccati un post nerissimo e incazzatissimo. Per fortuna oggi è il giorno del bradipo. Clicca sull'immagine per ingrandire. Aiutaci a diffondere il verbo del Bradipo linkandolo. Fallo tu perché il Bradipo fa n'caz.

mercoledì 25 gennaio 2012

BACK TO THE PAST: 1973 PT. 2

Ancora 1973, passiamo a sonorità sempre rockeggianti ma venate di blues e folk e ritmi degli stati del sud (e anche un pizzico di reggae).

Partiamo proprio da quest'ultimo e ovviamente parliamo di Bob Marley, chi altri? Dall'album Burnin' pubblicato nell'anno in questione ascoltiamo I shot the sheriff che nelle intenzioni dell'artista avrebbe dovuto essere I shot the police. Probabilmente non glielo avrebbero permesso.

Versione live un po' più tarda estratta da un concerto di fine anni '70.



Nello stesso anno esce l'album Brothers and sisters della Allman Brothers Band. Due i singoli da ricordare. Rambiln' man tra i più celebri pezzi southern e unico hit da classifica della band. Strumentale invece il pezzo Jessica, nome della figlia di Betts che ha scritto il pezzo, uno dei primi (forse il primo in assoluto) composto dopo la morte del bassista Berry Oakley.





Trasferiamoci in un bordello di La Grange, Texas. Posto caro ai vecchi ZZ Top. Singolo tra i maggiori successi del gruppo dall'album Tres Hombres.



Chiudiamo con il classico Knockin' on heaven's door di Dylan scritta per il film Pat Garrett e Billy the Kid.

domenica 22 gennaio 2012

MARVEL VINTAGE 4

Puntate precedenti

Dopo aver finalmente imbroccato un paio di iniziative di buon successo (il crossover Namor/Torcia e la nuova collana dedicata proprio alla Torcia Umana) Martin Goodman decide di osare ancora di più creando nuovi personaggi affidandosi agli ormai collaudati Joe Simon e Jack Kirby.

I due si concentrarono su quella che era la maggior preoccupazione degli americani in quel periodo: il dibattito sull'intervento militare in Europa per contrastare il nazismo. Già alcuni albi a fumetti presentavano eroi schierati contro i nazisti come accadeva per esempio a Marvel Boy creato dallo stesso Simon alcuni mesi prima.

Sul finire del 1940, datato marzo 1941, esce il primo albo del supereroe americano per eccellenza: Captain America Comics 1, esempio di fumetto bellico (o propaganda bellica se vogliamo) a stelle e strisce.

Cover di Captain America Comics 1 con Cap che prende a pugni Hitler a firma di Jack Kirby e Sydney Shores.

La collana fu un enorme successo tirando un milione di copie per le prime uscite e arrivando a vendere più di riviste anche blasonate come Time.

Già dal secondo numero Cap presenterà il classico scudo rotondo, scelta adottata in casa Timely per evitare grane con la MLJ, casa editrice che pubblicava The Shield personaggio troppo simile al Capitano a stelle e strisce.

Captain America Comics 2 di Sydney Shores e Joe Simon.

Cover di Shield-Wizard Comics 1 della MLJ, datato estate 1940. Nelle cover dell'albo non compare mai lo scudo triangolare di The Shield.

Come si può vedere dalla cover del primo numero di Captain America Comics, all'interno dell'albo si trova anche il debutto della storica spalla di Cap, Bucky Barnes.

Per sfruttare il successo ottenuto dallo scudiero viene lanciata una nuova testata che esordisce nell'agosto del 1941 (data di copertina). L'albo presenta le avventure di due personaggi debitori del Capitano: Defender e Mr. Liberty (o Major Liberty). USA Comics, questo il nome patriottico della testata (in realtà USA sta per Underground Secret Agent), incorre ancora una volta nell'errore di presentare troppi personaggi poco interessanti. Dal numero 6 ampio spazio verrà dato anche qui a Capitan America.

Cover di USA Comics 1 di Jack Kirby e Joe Simon.

Le pubblicazioni continuano ad aumentare, lo staff si ingrandisce ancora e anche Stan Lee trova spazio su Captain America Comics 3.

Namor il Sub-Mariner ottiene la sua testata personale.


Cover di Captain America Comics 3 e Sub-Mariner Comics 1 entrambe di Alex Schomburg

Continua...

I MUPPET NELL'ISOLA DEL TESORO

(Muppet treasure island, di Brian Henson, 1996) Volge al termine il week-end lungo e influenzale, stasera tutti insieme si è trovata la forza di mettersi davanti al televisore per assaporare l'ennesima pellicola adatta anche ai più giovani. In realtà Laura ha trovato anche la forza di cambiare posizione 150 volte nell'arco di 99 minuti indice che il virus è ormai definitivamente debellato. I Muppet li ricordo con grande affetto per i loro show televisivi e per alcuni video ormai divenuti celebri in rete. Questi pupazzoni hanno sempre riscontrato la mia simpatia e credo che i nati attorno alla metà dei '70 come me non possano che avere ricordi piacevoli legati a Kermit la rana, Miss Piggy e compagnia bella. Era tantissimo tempo che non mi avvicinavo a un'opera lunga con protagonisti i suddetti pupazzi e non sapevo cosa aspettarmi. Tutto sommato, considerando che l'effetto nostalgia ha fatto la sua parte, non è andata poi così male. Il prodotto finito non si può dire un capolavoro e forse neanche un film così buono però strappa qualche risata, i protagonisti sono divertenti molto spesso e nel complesso la pellicola annoia meno di molte uscite più moderne. Quando dico che i protagonisti sono divertenti parlo dei pupazzi. Per quel che riguarda gli attori in carne e ossa l'unico degno di nota e anche in parte è Tim Curry qui nei panni di Long John Silver. Le altre comparse sono per lo più trascurabili. La storia ricalca quella de L'isola del tesoro di Stevenson. Il tesoro del pirata Flint è sepolto ormai da tempo. Solo la mappa in possesso di Billy Bones ne indica la reale posizione e i pirati la vogliono a tutti i costi. Toccherà allo sguattero Jim Hawkins insieme a Gonzo e al topo Rizzo prendere in consegna la mappa e salpare alla ricerca del tesoro. Grazie all'armatore interpretato da Fozzie l'orso (in realtà è il figlio scemo dell'armatore) che mette a disposizione la nave e al capitano Smollett (Kermit la rana) inizia l'avventura. A bordo il giovane Jim stringerà amicizia con Long John Silver, ambiguo cuoco dai poco misteriosi propositi. Il film segue le rotte dell'avventura per ragazzi contaminandola con i divertenti siparietti inscenati dai Muppet. Abbastanza terrificanti le interprtazioni canore che contribuiscono anche involontariamente all'atmosfera ilare della pellicola. Divertente anche il tono autoironico donato al film per bocca del duo Statler e Waldorf che non risparmia battute sulla qualità della pellicola stessa. Altre chicche sono date dall'orchestrina dei pupazzi con ovviamente Animal dietro le pelli e dai turisti che sembrano seguire il film come se fosse uno spettacolo da crociera. In fin dei conti c'è poco da dire sulla storia, sulla recitazione, sulla sceneggiatura e su quello che vi pare. I 99 minuti del film si reggono sui pupazzi e tutto sommato corrono via in fretta. Per una visione senza grosse pretese può essere sufficiente.

sabato 21 gennaio 2012

INDOVINA LA LOCANDINA 9

Ci sarà qualcuno questa volta a contrastare lo strapotere di Morgana in questo giochino?

Esperti cinefili fatevi avanti.

Riuscite a riconoscere a quale film appartiene la locandina sottostante?

Per i nuovi arrivati ecco il regolamento.





Questa non è particolarmente difficile.

venerdì 20 gennaio 2012

RIO

(Rio, di Carlos Saldanha, 2011) Tempo di volatili dalle nostre parti. Dopo la visione del soporifero Il regno di Ga-Hoole, in occasione di un tranquillo pre week-end di influenza, io e Lauretta ci siamo dedicati al multicromatico Rio. Progetto ambizioso da parte della 20th Century Fox che ha puntato per la realizzazione dello stesso su Carlos Saldanha che arriva dal successo del secondo e del terzo capitolo de L'era glaciale dopo aver fatto da assistente alla regia anche per il primo capitolo della saga. Le credenziali ci sono, l'entusiasmo pure. Il regista prende su armi e bagagli e trasporta l'immaginario animato dalla glaciale preistoria fino a casa sua. Rio de Janeiro, Brasile. Sequenza d'apertura tra colori e musica, tipica atmosfera allegra da carnevale di Rio, evento durante il quale è ambientata la nostra vicenda. Inizio scoppiettante che non riesce però a impedire allo spettatore di notare come il resto del film non sia all'altezza della sua apertura. Visivamente il lavoro è ben fatto, esplosioni di colori, gran lavoro sugli uccelli protagonisti della pellicola che non saranno realistici come i gufi di Ga-Hoole ma risultano dannatamente ben costruiti. Belli da vedere, punto. Di contro la storia avrebbe potuto tranquillamente scriverla mia figlia. Blu è un'ara addomesticata che vive con la libraia Linda, innamoratissima del suo volatile (che non sa volare). Un bel dì Tullio, ornitologo, svela a Linda che il suo pennuto è l'ultimo maschio della sua specie e che si rende necessario un incontro con la controparte femminile Gioiel. Il problema sta nel fatto che Blu e Linda stanno in Minnesota e Gioiel e Tullio nella foresta brasiliana. Dopo le iniziali titubanze gli statunitensi andranno in trasferta. Qui i due volatili verranno rapiti da un gruppo di bracconieri imbecilli. Tra una peripezia e l'altra il difficile rapporto tra i due pennuti si evolve, quello tra Linda e Tullio anche e in maniera molto superficiale a dire il vero. Belle le prospettive su Rio, le sequenze sul tram e in generale tutta la realizzazione tecnica. Tirando le somme abbiamo alcune sequenze molto belle da vedere ma il film annoia assai. I personaggi umani sono solo abbozzati, l'uccello più interessante è il fetente e spennacchiato Miguel, scagnozzo dei bracconieri inviato a recuperare le due are dopo la loro inevitabile fuga. Il resto del cast è puro contorno, compresi le spalle comiche Pedro e Nico. Devo dire che, a differenza di quel che successe con Ga-Hoole, Laura sembra aver apprezzato molto di più questa pellicola. Probabilmente un film d'animazione ad altezza bambino che però rischia fortemente di annoiare i genitori.

giovedì 19 gennaio 2012

BRADI PIT 1


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Aiutaci a diffondere il verbo del Bradipo linkandolo. Fallo tu perché il Bradipo fa n'caz.

mercoledì 18 gennaio 2012

LA GENESI DEL BRADIPO

Era l'estate improduttiva e faticosa del 2011, tanto per infilare subito una bella citazione (se la indovinate un bel no-prize di marvelliana memoria). Mentre sogni Newyorkesi venivano nuovamente infranti, in un usuale ritorno ciclico degno di Ricomincio da capo, mi mettevo alla guida della mia lurida auto in solitaria. Partivo alla volta di terre toscane armato di piccoli doni per delle simpatiche canaglie. Le due striminzite settimane di ferie di un'estate neanche troppo focosa promettevano riposo e letture, capricci e strepiti, panzanelle e schiacciate, gite e fumetti. Fumetti per via dell'ospite, ma ne parleremo più avanti. Mentre le ruote macinavano chilometri e la radio pessime canzoni, neanche lontanamente immaginavo di essere in viaggio verso la creazione. Verso l'altrui creazione sia ben inteso (anche se qualche spunto infinitesimale...). Guidavo verso la creazione del più grande character di comic-strip dai tempi dell'indimenticato Teo. Come, non ve lo ricordate? Ma Smemoranda nessuno l'ha mai sfogliata? Comix? Niente? Ah, siete giovani. Ok. Dicevamo. Il character, proprio lui, il personaggio misterioso che anima da qualche giorno la curiosità dei lettori di questo indegno blog. Come ormai sapete sta arrivando e nulla sarà più come prima. In poco tempo il nostro amico Bradi... non vi siete ancora presentati? Bradi, lettori - lettori, Bradi. In poco tempo il nostro amico Bradi, con l'aiuto di tutti noi/voi conquisterà il mondo in un'irresistibile ascesa senza fine. Lo farà alla velocità della luce di una lampadina fulminata. Invece di votare Antonio voi linkate Bradi. E non chiedetevi cosa il Bradipo può fare per voi ma cosa voi potete fare per il Bradipo. Perché il Bradipo fa n'caz. PS: Non gliene fregherà nulla a nessuno perché questo è uno di quei casi da manuale nei quali il personaggio si mangia l'autore. Comunque. Per i curiosi: Giuseppe Scapigliati, oltre a essere parente acquisito (i matrimoni si portano sempre dietro degli strascichi) è co-fondatore del blog Baloons - il blog delle comic strip sul quale ha presentato la sua sognante Vincenzina, ha pubblicato per Smemoranda, Comix e Il Mago le sue strisce a fumetti e ora punta, oltre a conquistare il mondo, a trovare un luogo degno di ospitare la sua collezione di strip originali per farne un museo. Se vi avanza una stanza...
COMING OUT TOMORROW... MAYBE

martedì 17 gennaio 2012

VISIONI 31

Ancora un artista che lavora con la caricatura creando non solo ritratti di personalità famose ma applicando questa arte ai lavori più disparati.

Poche purtroppo le informazioni su Tiago Hoisel, artista di talento proveniente dal Brasile.

Potete ammirare le sue opere su una bella gallery (qui) che presenta per alcune opere anche alcune fasi della lavorazione, oppure direttamente sul suo blog dove l'artista propone anche alcuni lavori realizzati da altri colleghi.

Bruce Willis


Hugh Jackman - Wolverine


Surreal


Dragons Tamer


This has never happened to me before


Axl

lunedì 16 gennaio 2012

BRADI IS COMING TO TOWN

You better watch out You better not cry Better not pout I'm telling you why because Bradi is coming to town

BORIS - STAGIONE 1

Ogni tanto anche la serialità italiana ci offre qualche piccolo miracolo. Purtroppo in questi rari casi l'attenzione delle grandi reti televisive dello stivale tende a farsi cogliere impreparata. Nel caso de L'ispettore Coliandro ad esempio, divertente serie poliziesca sui generis che vantava le sceneggiature di Carlo Lucarelli e la regia dei Manetti Bros, la Rai tagliò i fondi alla produzione che già presentava solo quattro puntate all'anno ridotte a due per la quarta stagione, decretandone la cancellazione. Il successo comico di Boris abbiamo potuto godercelo solo grazie alle reti a pagamento del circuito Sky (che comunque mai ho foraggiato e continuerò a non farlo) che in seguito l'ha riproposta sul canale free Cielo. In queste realtà alternative trovano spazio proposte di qualità (sembra sia il caso anche di Romanzo Criminale) che dovrebbero invece trovare posto nei palinsesti dei canali nazionali per vedere i quali gli italiani sono costretti a pagare il canone. Invece spesso ci viene proposta la solita fiction molto italiana che dobbiamo subirci a causa di scelte fatte un po' a cazzo di cane. Per fortuna c'è Gli occhi del cuore 2 a contrastare tanta mediocrità. Una fiction girata dall'affermato regista René Ferretti (Francesco Pannofino) che può contare su almeno due grandi star del calibro di Stanis La Rochelle (Pietro Sermonti) e Corinna Negri (Carolina Crescentini). In realtà Gli occhi del cuore 2 è una fiction di merda, proprio come quelle che ci propina la tv nazionale. Il regista Ferretti è stato in passato un buon nome per la regia, ora lavora per fini alimentari ed è prevalentemente interessato a portare a casa le scene girate nel più breve tempo possibile. Ottima l'interpretazione di Pannofino, bravo doppiatore e in passato protagonista proprio di fiction, tra le altre I Cesaroni. Divertentissimi i suoi scoppi d'ira, il suo incitare la troupe, i suoi modi. Apprezza enormemente la sua prima attrice che non esita a definire cagna maledetta. Questa cagna senza speranza, Corinna Negri, è il prototipo di starlette tanto incapace quanto capricciosa. Impareggiabili i battibecchi con Stanis e le loro scene di dialogo avvolte da quell'effetto flou che non può far altro che aumentare il voluto senso del ridicolo. La Crescentini si sforza per emergere come un'ottima cagna e ci riesce. Nulla posso dire sui suoi trascorsi recitativi perché non li conosco ma qui è perfetta (applausi a scena aperta per la puntata del gioielliere). Proprio Stanis La Rochelle, contratto blindatissimo, è la star della fiction. Attore mediocre e anche cretino vede di cattivo occhio tutto quello che gli sembra troppo italiano. Il modo di girare troppo italiano, le inquadrature troppo italiane, la gestione della produzione troppo italiana, etc... Comunque anche l'ottimo Pietro Sermonti arriva da Un medico in famiglia il che eleva la satira a livelli altissimi. La serie è baciata anche dalla qualità della fotografia grazie al lavoro di Duccio Patanè ex talento ormai dedito all'abuso di cocaina e allo smarmellamento (aiutato in questo dal tecnico Biascica) cioè la pratica di aprire tutte le luci e illuminare a giorno. Personaggio fortissimo interpretato da Ninni Bruschetta (che in passato interpretò anche Rocco Chinnici, mica pizza e fichi). Il cast centratissimo è completato dallo stagista Alessandro (Alessandro Tiberi) che ci introduce nella serie, lo stagista schiavo, la truccatrice e l'assistente alla regia Arianna interpretata da Caterina Guzzanti. Una bellissima satira sulla televisione compresi gli aspetti della produzione al ribasso e dei rapporti con la rete evidenziati dai personaggi di Sergio e di Lopez (Antonio Catania). Gli attori incapaci, le raccomandazioni, le ingerenze politiche, lo sfruttamento della troupe, i capricci delle star, i compromessi, c'è di tutto un po'. Puntate brevi e divertenti in toto, nessuna sbavatura e divertimento garantito anche grazie alle numerose celebri comparse che costellano la serie, su tutti Roberto Herlitzka e Giorgio Tirabassi. Grazie a Gli occhi del cuore 2 la fiction italiana rinasce. Un appuntamento imperdibile. PS: Boris è il pesciolino rosso di Ferretti.

sabato 14 gennaio 2012

COMING SOON

Ci siamo... sta arrivando. Giungerà con la furia di un ciclone e vi travolgerà. E voi nemmeno ve ne accorgerete. Dovrete fare molta attenzione, molta. Beh, dovrete fare attenzione perché è in arrivo. Dovrete fare attenzione, almeno un po' che diamine. Almeno un po' se volete riuscire a schivarlo. Insomma, sono quasi certo che riuscirete a schivarlo in qualche modo, non stiamo parlando di Superman, comunque un po' d'attenzione non guasta. Dovrete fare attenzione per forza perché non sono sicuro che lui riuscirà a schivarvi. Comunque sia arriverà presto. Come un fulmine. A breve, anche se non proprio come un fulmine forse. Il fatto è che è partito già da un pezzo e ormai dovrebbe stare per arrivare. Per non tirarla troppo per le lunghe... scusate. Come dici? Vuoi tirarla per le lunghe? Insomma, sarà qui a breve e il mondo delle Comic Strip non sarà più lo stesso. A breve, state attenti!

venerdì 13 gennaio 2012

I SOPRANO - STAGIONE 1

Non so bene per quale motivo la visione della prima stagione di questa serie ormai di culto ha richiesto ben più di un anno per essere completata. E si che gli episodi che compongono questa prima annata sono solamente tredici.

La fruizione dell'opera è stata talmente lenta che anche parlane qui ora mi risulta abbastanza difficoltoso. Eppure I Soprano è un'ottima serie, senza se e senza ma. Inoltre le storie immerse nel malaffare e in genere tutti le gangster stories sono sempre state tra le mie preferite. E' andata così, senza motivo alcuno.

L'ideatore della serie, David Chase, in soli 13 episodi è riuscito a creare un affresco narrativo costellato di una serie di personaggi in continua crescita che si muovono in uno scenario credibile e modellato sulle analogie con la vera comunità criminosa del New Jersey.

Molto lavoro è stato fatto alla base scegliendo un cast che privilegia attori italoamericani e attori con esperienza in altri gangster movie (parliamo di titoli come Quei bravi ragazzi o Il padrino). Volti in tutto e per tutto adatti ai ruoli assegnati loro che contribuiscono a rendere la serie decisamente realistica.

Tony Soprano (James Gandolfini) è uno dei boss della malavita del New Jersey. Gestisce molti traffici illeciti nascondendoli dietro la facciata di un'azienda di smaltimento rifiuti.

A seguito dello stress causatogli dal tipo di vita che conduce che lo porta ad avere degli attacchi di panico, Tony decide di iniziare una serie di sedute terapiche con una psicologa, la dottoressa Jennifer Melfi (Lorraine Bracco).

Questo sarà il principale filo conduttore della serie grazie al quale il personaggio di Tony Soprano verrà messo a nudo come forse non si era mai visto fare con nessun personaggio di serial-tv fino a ora. Oltre alle imprese criminose del boss e dei suoi, che peraltro non sono la caratteristica principale del serial, gli autori si concentrano moltissimo sull'inconscio del personaggio ricorrendo all'uso di flashback, sogni, visioni e interpretazioni di eventi come il volo delle anatre nel primo episodio.

Ne esce un ritratto decisamente umano e reale del personaggio che comunque non rimane l'unica star della serie, anzi. Grande importanza hanno i rapporti di amicizia e collaborazione con gli altri membri della famiglia. Ottime le interpretazioni di caratteri come il nipote in cerca d'ascesa Michael Imperioli (Christopher Moltisanti) e i vice Silvio (Steven Van Zandt diretamente dalla E-Street Band), Paulie (Tony Sirico) e Sal (Vincent Pastore).


Sotto i riflettori anche il difficile rapporto con la madre Livia interpretata superbamente da Nancy Marchand (forse il mio personaggio preferito) capace di grandi bassezze, quello con la moglie Carmela (Edie Falco) pluricornificata che si consola con l'interesse platonico del parroco del quartiere. Inoltre i figli adolescenti, i contrasti pericolosi con il vecchio zio Corrado e le crescenti fantasie per la dottoressa Melfi. Anche il Jersey fa la sua parte, lontane dalle strade di New York le vicende di famiglia assumono credibilità ancor maggiore.

Ci troviamo di fronte a una serie dove i personaggi vengono prima della trama orizzontale, non cosi intensa come in altre serie. Ogni episodio aggiunge qualcosa alle vicende della famiglia e allo spessore dei personaggi.

Non mancano però gli accadimenti e un ottimo climax sul finale di serie. Gli ultimi episodi creano attesa per la serie successiva della quale spero di riuscire a raccontarvi qualche cosa prima del prossimo anno e mezzo.

Unica nota negativa forse è riconducibile al doppiaggio italiano che in alcune espressioni e accenti dialettali pecca di scarsa credibilità. Tutto sommato una pecca sopportabile.

giovedì 12 gennaio 2012

MARVEL VINTAGE 3

Puntate precedenti

Dopo gli insuccessi di Daring Mystery Comics e Mystic Comics Martin Goodman e la sua Timely Comics ci provano ancora una volta.

E' l'estate del 1940 e tocca a Red Raven Comics esordire nel difficile mondo del fumetto.


La cover del numero d'esordio (sopra) porta la firma del re, Jack Kirby. La storia di Red Raven è firmata Joe Simon.

L'albo purtroppo si rivela l'ennesimo insuccesso, forse la strada battuta non era quella giusta. Capita l'antifona Goodman cerca di correre ai ripari.

Nello stesso periodo finalmente qualcosa si muove. Arrivarono in poco tempo due mosse azzeccate. Burgos e Everett ebbero l'idea di fare quello che fa ancor oggi la Marvel per dare uno scossone alle vendite. Costruirono un crossover tra le loro creature, la Torcia e Namor, solo che all'epoca questa era una soluzione narrativa del tutto innovativa.

I due personaggi incrociarono il loro cammino sulle pagine di Marvel Mystery Comics 8/10 e fu subito un successone garantendo alla collana, già unico successo della Timely, un buon incremento di vendite.

Cover di Marvel Mystery Comics 8 di Bill Everett.


Cover di Marvel Mystery Comics 9 di Bill Everett.


Cover di Marvel Mystery Comics 10 di Alex Schomburg.


Il secondo passo, nell'autunno del 1940, fu quello di lanciare una nuova collana. In realtà fu l'ennesimo cambio di titolo. Red Raven Comics si trasformò in The Human Torch che esordì infatti con il numero 2 (che casini che combinavano).

Ancora una volta in veste di editor troviamo Joe Simon, la parte del leone la gioca ovviamente la Torcia Umana affiancata dai personaggi meglio riusciti di casa Timely: Namor, Falcon e Fiery Mask.

Esordisce qui anche Toro, uno dei primi sidekick della Timely (sono le spalle giovani degli eroi adulti) nonché uno tra i primi mutanti della storia della casa editrice. Anche questa iniziativa fu premiata con un buon successo.

Cover di The Human Torch 2 di Alex Schomburg.

Continua...

martedì 10 gennaio 2012

BACK TO THE PAST: 1973 PT. 1

Saltiamo avanti di un anno e vediamo cosa succedeva nel 1973.

La scelta del primo video da proporvi è nata in me spontanea. Proprio nel 1973 esordiva quella che divenne molti anni più tardi la mia band del cuore, il primo amore musicale insomma. Con all'interno una serie di brani composti dal gruppo e qualcuno recuperato da vecchie composizioni provenienti dall'epoca Smile, May, Mercury, Taylor e Deacon danno il via alla grandissima storia dei Queen.

Brano che apre l'album e anche primo singolo pubblicato, Keep yourself alive viene attribuito a Bryan May. Ottimo esordio, per chi conosce solo i Queen dei singoli più popolari è imperativo recuperare i loro primi lavori.



Pubblicato solo nel 1973 come singolo anche se appariva già nell'album Machine Head datato 1972, Smoke on the water è il singolo più conosciuto dei Deep Purple è una delle canzoni più celebri al mondo. Più o meno chiunque segua un certo tipo di musica conosce la storia legata al testo della canzone (Frank Zappa, l'incedio, etc..) e conosce la carica live del pezzo. Null'altro da aggiungere.



Ancora una formazione storica all'apice della loro produzione. Mixando le parole schizofrenia e quadrifonia i The Who escono con l'opera rock Quadrophenia dalla quale venne tratto anche l'omonimo film. Il brano proposto è 5:15.



Passiamo su territori un po' meno battuti. Nel 1973 i Grand Funk Railroad piazzano in classifica la loro prima hit che toccherà la prima posizione. We're an american band, test autobiografico sulla vita on tour scaturito pare in seguito a un dibattito in un pub tra i membri del gruppo e quelli degli Humble Pie sull'importanza della musica inglese e su quella della musica americana.



Altro numero uno ma questa volta in UK e Irlanda è Cum on feel the noize degli inglesi Slade non nuovi a piazzamenti di classifica molto alti.

domenica 8 gennaio 2012

IL REGNO DI GA' HOOLE - LA LEGGENDA DEI GUARDIANI

(Legends of the Guardians: The owls of Ga'Hoole, di Zack Snyder, 2010) La saga dei gufi di Ga'Hoole è nata sulle pagine dei romanzi fantasy scritti da Kathryn Lasky ed è diventata un film d'animazione grazie allo sforzo congiunto di Warner Bros e dell'australiana Village Roadshow Pictures. Il progetto arriva tra le mani di Zack Snyder che dopo le prove cinematografiche de L'alba dei morti viventi e Watchmen e quella con la tecnica particolare del Chroma key usata in 300 (che non ho visto) arriva infine anche all'animazione digitale. Per noi spettatori il passo compiuto dal regista è un bene o un male? Dipende, dipende. Se vogliamo giudicare questo film dal punto di vista tecnico e visivo mi pare non ci si possa trovare nulla da obiettare. La resa dei protagonisti della storia, gufi, civette e barbagianni è veramente ottima. La cura nel dettaglio, specialmente nelle scene di volo, è impressionante. Si resta a bocca aperta guardando le piume dei gufi increspate dal vento, la fluidità dei movimenti di questi magnifici volatili. Anche la varietà di caratterizzazione grafica dei singoli personaggi rende un ottimo servigio al film. Unico appunto che si può muovere, ma questa è più una scelta stilistica che non una pecca, è l'abbondanza di scene buie, sui contrasti di luce invece l'animazione fuoriesce al meglio in tutto il suo splendore. Peccato che Il regno di Ga'Hoole sia un film parecchio noioso. Dei punti fermi che si trovano in qualsiasi film d'animazione degno di nota qui non ve ne è neanche uno valido. Manca del tutto o quasi la parte ironica, un paio dei gufi coprotagonisti che dovrebbero svolgere questo compito lo fanno poco e male. L'antagonista non è poi così terribile e manca di fascino, in generale tutti i personaggi sono privi del giusto mordente. Essendo un film basato in parte su momenti di battaglia dovrebbero almeno esserci alcune scene epiche capaci di catturare lo spettatore e invece niente. A livello emozionale il film regala davvero poco. Anche nei confronti dei più piccoli mi pare che il bersaglio non sia stato centrato. Mia figlia, che a fine visione comunque afferma di aver gradito il film (mente sapendo di mentire), a metà della storia ha preferito iniziare a temperare le nuove matite che le ha portato la Befana infischiandosene assolutamente di ciò che accadeva sullo schermo. Ben realizzato ma in fin dei conti trascurabile. Comunque per i curiosi: Soren è un barbagianni che subisce fortemente il fascino delle storie raccontategli dal padre sui valorosi Guardiani del Regno di Ga'Hoole. Insieme alla sorellina Eglantine passa ore a interpretare le gesta di questi eroi. Il fratello Kludd è invece disincantato e meno sognatore, non crede a una parola delle storie sui mitici Guardiani. Quando giunge il momento dell'iniziazione al volo per i due fratelli questi vengono rapiti dai malvagi gufi Puri. Da qui il destino dei due fratelli si separerà. Venuto a conoscenza dell'esistenza della stirpe malvagia dei Puri, Soren tenterà la fuga alla ricerca dei Guardiani mentre Kludd entrerà nelle fila dell'esercito nemico. Un film da vedere se siete fanatici dell'animazione sempre e comunque, per gli amanti delle belle storie c'è sicuramente di meglio.

sabato 7 gennaio 2012

SONETAULA

(di Salvatore Mereu, 2008) Sonetàula in lingua sarda è il rumore che fanno i fuscelli di legno, fuscelli che richiamano alla mente le ossa dei ragazzini, degli adolescenti di tredici anni come Zuanne, il protagonista assoluto della pellicola interpretato dall'attore non professionista Francesco Falchetto. A tredici anni in Sardegna, epoca fascista e una vita da pastore davanti, Zuanne si vede portare via la sua figura di riferimento, suo padre Egidio mandato al confino per un crimine probabilmente mai commesso. Cresce con la compagnia del nonno e dello zio Giobbatta, anch'essi pastori con ambigui contatti che affondano in un mondo misterioso ma di intuibile caratura. La rabbia e lo scoramento per l'ingiusta perdita del padre non tarderanno a lasciare segni nel destino che pare quasi scritto di Zuanne. Un pretesto, una situazione poco gradita risveglieranno la rabbia repressa del ragazzo portandolo verso una vita da brigante nella quale l'unica luce è rappresentata dall'amore giovanile per Maddalena. Il film di Mereu racconta la vita del protagonista lungo l'arco di una quindicina d'anni. Zuanne cresce, matura e cambia vita, una vita nella quale le scelte possibili non sono poi molte. La scelta di Mereu di girare l'intera pellicola in lingua sarda (d'obbligo quindi i sottotitoli), unita alla durata del film che supera abbondantemente le due ore e ai ritmi volutamente lenti, richiede da parte dello spettatore un surplus d'attenzione. Il regista non cede infatti ad appeal commerciali rendendo forse un pochino ostica la visione e quindi poco abbordabile per lo spettatore meno volenteroso ma allo stesso tempo riesce a ottenere un passo cinematografico lontano dallo spauracchio fiction nel quale operazioni di questo genere rischiano di cadere. Il tipo di immagini scelte, nonostante a tratti sembrino addirittura troppo moderne per la storia e l'epoca narrate, garantiscono alla stessa la giusta dose di realtà di cui aveva bisogno. Una storia che comunque manca un po' di coinvolgimento emotivo, apprezzabile dal punto di vista estetico così come rimangono apprezzabili l'idea e il coraggio del regista. Operazione molto meno riuscita per quel che riguarda l'empatia dello spettatore con i personaggi e con la vicenda narrata. In un'altra pellicola con caratteristiche simili (girata in lingua occitana) Giorgio Diritti aveva colto nel segno in maniera più decisa realizzando l'ottimo Il vento fa il suo giro. Ho trovato la visione del film indubbiamente interessante, riconosco che per chi non ha particolare curiosità verso modelli di cinema di questo tipo l'esperienza potrebbe sfociare addirittura nella noia. Per loro consiglio di ripiegare sul film di Diritti di cui sopra, decisamente meglio riuscito e più appagante e coinvolgente.

mercoledì 4 gennaio 2012

A-Z: AA.VV. - BE KIND REWIND

Torno ad allietarvi con la rubrica A-Z che si era presa qualche giorno di pausa involontaria come sempre dovuta alla solita mancanza di tempo. Ancora una volta la proposta di qualche video tratto dalla colonna sonora di un film che ancora non ho avuto modo di vedere ma che tutti mi dicono divertentissimo.

Come nel film i due protagonisti, Jack Black e Mos Def, rielaborano in maniera amatoriale alcuni classici del cinema, allo stesso modo ma in maniera più professionale, lo stesso Mos Def e il compositore Jean-Michel Bernard rielaborano brani musicali alternandoli a versioni originali di grandi pezzi del passato tra jazz, funk e blues con l'aiuto del regista della pellicola Michel Gondry.

Ecco a voi la versione di Mos Def del brano Yours feets too big di Fats Waller inserito in un medley con altri pezzi dalla soundtrack.



Vi propongo anche il funk di Billy Preston con Nothing from nothing.

INDOVINA LA LOCANDINA 8

Siamo agli inizi di un nuovo anno ed è sempre più fondamentale scacciare le brutture che ci calano addosso. Come fare? Ma ovvio, come fanno i bambini. Giocando!

Ecco che torna Indovina la locandina (regolamento)con un nuovissimo appuntamento.

Riuscirete in poche semplici mosse a indovinare quale film si cela dietro l'immagine modificata. Estendo l'invito a giocare anche a tutti i nuovi lettori del blog.

Forza, si riparte :)



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