sabato 17 giugno 2017

MISTERI IN VALLE

Qualche giorno fa, curiosando tra le proposte dell'area fumetti di un'edicola del centro, ho notato questo titolo, Misteri in valle, proposta che mai mi era capitato di vedere in precedenza. Albetto smilzo, copertina molto psichedelica nei colori e tratto molto, molto artigianale, un logo terribile piuttosto che no. Comunque l'albo è riuscito a incuriosirmi. Preso in mano, sfogliato, carta rigida e lucida, un banner pubblicitario ad ogni fondo pagina; la struttura, non so perché, mi ha ricordato il News che gira(va) nelle birrerie con l'elenco dei concerti locali e degli eventi live proposti dalle birrerie stesse. Quello che sembra essere il protagonista porta il volto di Bruce Willis, o così sembra. Guardo il prezzo, dieci centesimi, numero 1R. Lo ripongo diffidente, guardo altro e poi mi dico: "ma sì, per dieci centesimi".

L'iniziativa, che non ha suscitato in me nessun interesse a fine lettura, diciamolo subito per fugare ogni aspettativa ingiustificata, mi è sembrata comunque abbastanza particolare da spingermi a spenderci due parole. Di contro ammetto che questa possa risultare invece molto interessante per chi abita nella zona di Ciriè, luogo dove le storie sono ambientate, storie che hanno la classica impostazione del raccont(in)o giallo. Come afferma anche la presentazione in seconda di copertina, Alex Blanc è un investigatore privato californiano trapiantato in provincia di Torino che di volta in volta si trova coinvolto in un intrigo che si dipana lungo le ventotto tavole del racconto.

L'iniziativa si tiene in piedi grazie alla pubblicità, immagino che gli inserzionisti paghino a Il Risveglio, testata giornalistica della zona di Ciriè, del Canavese e delle valli di Lanzo, il costo dei banner a fondo pagina, magari un po' di più per lo spazio in seconda di copertina e ancor più per l'intera quarta di copertina. Ma la cosa che mi è parsa originale, e che rende la storia ancor meno interessante di quel che già è di suo, è la presenza all'interno del fumetto dei negozianti e delle attività della zona. Così uno dei protagonisti soggiorna all'agriturismo Cottino e scambia due parole con i proprietari (ricordati Roberta che quando torno in Francia voglio portarmi via un po' del vostro stupendo formaggio di capra!"), durante il palio di Ciriè la bella Martina compra da Marco della ditta Edra il carrello per la sua moto (erano anni che Martina conosceva Marco della Edra e Antonio della Ellebi. Aveva già acquistato da loro un carrello per trasportare la legna...). Immagino che quelli che compaiono nel fumetto siano gli inserzionisti che pagano di più. Tra uno spottone e l'altro procede l'avventura di Alex Blanc alle prese con un tesoro e un manoscritto rubato proveniente addirittura dalla Ciriè del 1536.

Ripeto, il fumetto è ai limiti del risibile, le matite di Veronica Alfieri hanno invece una loro dignità professionale per una pubblicazione di questo genere, sicuramente ci sono impegno e capacità dietro, probabilmente se fossi della zona acquisterei Misteri in valle con regolarità, così, per divertimento. Tra l'altro curiosando sulla pagina fb dell'iniziativa si può constatare come le uscite de Misteri in valle siano numerose, come alcune tavole non siano così male, indizi di un probabile buon successo commerciale almeno in valle.

Curioso notare come nei credits dell'albo, oltre a disegnatore e sceneggiatore (Claudio Broglio) compaiano i commerciali dell'azienda. Dai, onesti e originali.

9 commenti:

  1. Sì, conosco iniziative simili, le hanno fatte anche dalle mie parti, tempo fa... In fondo, perché no? E' una pubblicità a fumetti!
    La copertina è molto anni '80^^

    Moz-

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    1. Infatti non critico l'iniziativa, anzi. Certo, sono prodotti che rimangono a livello locale, hanno il vantaggio di costare praticamente nulla e di essere comunque iniziative almeno simpatiche, infatti ne ho parlato volentieri, magari qualcuno la prova :)

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  2. Mah questo album è in stile seriale mi pare di capire...

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    1. Complimenti per il blog ti seguo anche commento poco.

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    2. Sì, dovrebbe essere seriale ma le storie mi sembrano a se stanti, in questa non ho trovato riferimenti ad altre vicende. Comunque non mi porrei il problema, a buon intenditor...

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  3. Adoro prodotti di questo genere, che hanno un po' sostituito le "palestre" per giovani autori che ormai non esistono più e che dimostrano la validità del fumetto anche come veicolo promozionale. Mi ricordo quella serie su due ragazze che andavano in giro per Riccione in un fumetto in bianco e nero in cui i loghi e le marche erano colorate e in evidenza. Ma anche Fabrizio De Fabritiis, quello di Capitan Novara, ha fatto delle cose interessanti con lo stesso "concept".
    In questo caso specifico, mi sembra anche che i disegni, come hai fatto notare anche tu, non siano nemmeno tanto male.

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    1. No, infatti, i disegni non sono male per un prodotto del genere, forse gli spot sono un po' invasivi e la storia non è nulla di che, anzi. Però per dieci sporchi cents...

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  4. Voglio essere sincero: mi intriga davvero poco...

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