mercoledì 28 giugno 2017

PIRATI DEI CARAIBI - AI CONFINI DEL MONDO

(Pirates of the Caribbean: At world's end di Gore Verbinski, 2007)

E anche il terzo è andato. Ai confini del mondo è praticamente il secondo tempo de La maledizione del forziere fantasma, ne riprende temi, trama e impatto visivo, sia per quel che riguarda fotografia e suggestioni sia per il lavoro fatto sugli effetti speciali, andando a creare col precedente film un unicum narrativo atrocemente interminabile.

Sul finale del secondo capitolo della saga lo spettatore aveva lasciato uno Jack Sparrow (Johnny Depp) in evidente difficoltà, tanto che si renderà necessario un viaggio nella dimensione dei morti, chiamiamola così, per andare a recuperarlo (io lo avrei lasciato volentieri lì), aleggiava odore di tradimento e a scombussolare ancor più le carte il ritorno in grande stile del Capitano Barbossa (Geoffrey Rush). Viene introdotta la leggenda dei Nove Pirati Nobili, nove Capitani che insieme dovranno adoperarsi per sconfiggere la Compagnia delle Indie, l'Olandese Volante e il suo Capitano Davy Jones (Bill Nighty), ormai al servizio della Compagnia.

Ma prima di tutto c'è da recuperare Jack, per farlo Barbossa, Elizabeth (Keira Knightley) e Will Turner (Orlando Bloom) dovranno chiedere aiuto proprio a uno dei Nove Pirati Nobili, Sao Feng (Chow Yun-Fat) di Singapore. L'introduzione dei Nove Pirati dona un po' di brio alla trama e riesce ovviamente a creare curiosità nell'attesa di scoprire chi siano gli altri pirati nobili (due sono gli stessi Barbossa e Sparrow). La presentazione di Sao Feng è molto ben orchestrata ma resta anche l'unica, purtroppo il resto del mistero si risolverà in un'accozzaglia di personaggi buttati in pasto al pubblico frettolosamente e senza nessuno spessore (e fare le cose di fretta in un film che dura 169 minuti è molto, molto male), bruciandosi la possibilità di allestire un bel super gruppo di pirati e magari anche un cast stellare. Non sarebbe stato male, infatti bastano due attori di caratura come Rush e Yun-Fat a risollevare le sorti di un film che, faccette a parte di Johnny Depp che nel fare il deficiente è comunque in gamba, si regge più che altro su ottimi caratteristi (la sporca ciurma) perché se fosse per gli altri due protagonisti... la Knightley e Bloom? Ma per favore...


Smontata l'attesa per la scoperta dei Nove Pirati Nobili il film si accartoccia nelle solite sequenze action, sulle mossette idiote di Sparrow, in scenari belli ma ormai triti e su un minutaggio sinceramente ancora una volta insopportabile. Alla fine la sensazione è quella di avere le palle triturate dalla macina in pietra di un mulino. Peccato perché diversi spunti buoni c'erano. Poi c'è la storia d'amore, il finale sofferto, etc, etc, etc.

Alla fine mi sono convinto (perché ne ho avuto diretta esperienza) che alla saga dei Pirati dei Caraibi è mille volte preferibile guardare tutto Heimat di Edgar Reitz in tedesco con i sottotitoli italiani, e sono novecentoventiquattro minuti. Capolavoro.

8 commenti:

  1. L'avevo visto all'epoca dell'uscita in sala e sinceramente lo ricordo poco. Ho rivisto di recente il primo, fresco e frizzante come ricordavo, ma questo proprio... buio totale.

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    1. Io già non avevo amato il primo, pensa tu... inoltre credo che i film della saga siano quanto di più lontano ci sia dall'essere memorabili, da qui il fatto che tu non ne serbi ricordo, tra una settimana sarò probabilmente nelle tue stesse condizioni.

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  2. Dio, davvero hanno risolto così i 9 nobili?
    Potevano tirarla per altri film, con altri personaggi ben orchestrati... Mah.

    Moz-

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    1. Occasione sprecata, una delle poche che avevano di fare qualcosa di decente.

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  3. L'ho visto, ma non mi ricordo nulla.

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  4. Nonostante alcuni punti, alla fine l'ho trovato come un buon finale di trilogia.

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